LA FORMAZIONE
IN AMBIENTE QUALITÀ
LE COMPETENZE NON SI IMPROVVISANO
Partnership internazionali ed elevato know
how per concrete ricadute occupazionali
Vittorio Paravia
Presidente Fondazione Antonio Genovesi Salerno
- SDOA
sdoa@sdoa.it
La certificazione di qualità dovrebbe costituire una garanzia
per l'offerta formativa, ma non solo. Infatti, un tale approccio, unitamente
a strategie chiare e professionalità a disposizione per l'implementazione
dei programmi, permette di concentrare l'attenzione sul fine ultimo
dell'occupazione dei giovani allievi. Ciò presuppone, oltre la
certificazione in sé, un'azione integrata di tutte le fasi del
processo formativo che in modo coerente vengono orientate al perseguimento
dell'obiettivo occupazionale. Se da un lato questa constatazione appare
scontata e fondata sul cosiddetto "buon senso", c'è da
rilevare che non sempre la realtà formativa italiana ci propone
modelli in linea con tale principio. Troppo spesso assistiamo, infatti,
alla proposizione di interventi non ancorati alle reali esigenze del
mondo del lavoro, dai contenuti generici e dai risultati che, purtroppo,
non verranno mai monitorati o verificati. L'esperienza pluriennale,
maturata in ambito Confindustria e Asfor, ci insegna che nell'attuale
momento storico, in cui competenze e abilità si configurano come
elemento di differenziazione competitiva tra le imprese, la formazione
non può più essere trattata attraverso parametri discrezionali
da organizzazioni che poco o nulla sanno di qualità e sviluppo
competitivo. Si tratta di una formazione che sta in piedi solo per perpetuare
se stessa, erogando riconoscimenti economici a formatori e a pseudo-scuole
(come ad esempio alcuni centri professionali o enti che etichettano
come "master" corsi della durata di due mesi), senza porre
attenzione alle concrete ricadute occupazionali. La formazione in ambiente
qualità non si improvvisa: occorrono procedure interne e processi
lavorativi efficaci e preventivamente testati, partnership di livello
internazionale, risorse umane orientate oltre agli obiettivi strategici,
anche ai cosiddetti "clienti finali" (gli allievi e le imprese,
appunto), know-specifico, capacità propositive, sinergie con
il sistema delle imprese. Solo attraverso questi presupposti la formazione
può mirare ad assumere un ruolo fondamentale per la preparazione
di nuove professionalità al servizio dello sviluppo competitivo
delle imprese: non c'è vera formazione senza qualità,
e in mancanza di questa non può esserci sviluppo competitivo.
Tale paradigma riassume in parte il principio che ha da sempre guidato
la Sdoa verso il perseguimento delle proprie strategie. La Sdoa, infatti,
ha sempre gestito i processi formativi in un'ottica di qualità,
ancor prima della certificazione del proprio sistema, avvenuta nel settembre
'98 secondo la norma Uni En Iso 9001, all'epoca prima scuola di management
nel centro sud ad essere certificata. Nel 2001 la Sdoa ha riconfermato
la sua "politica per la qualità" ottenendo la certificazione
del Sistema Qualità aziendale secondo la norma ISO 9001:2000,
meglio conosciuta come Vision 2000. La Sdoa ha ottenuto la certificazione
per la «progettazione ed erogazione di corsi di formazione manageriale
e professionale nei vari settori dell'economia e della Pubblica Amministrazione
- studi e ricerche - orientamento professionale - formazione e assistenza
progettuale alla creazione d'impresa, allo sviluppo d'impresa, al lavoro
autonomo». Attraverso la certificazione, la Sdoa continua così a
perseguire i suoi obiettivi per la qualità, ovvero la massima
soddisfazione dei partecipanti ai corsi, l'ampliamento della gamma dei
servizi offerti e il continuo aggiornamento dei contenuti da erogare
e delle metodologie impiegate, il coinvolgimento del personale e lo
sviluppo delle competenze delle risorse interne. La qualità dei
servizi formativi offerti è garantita da elevati standard non
solo sotto il profilo didattico ma anche sotto quello organizzativo,
gestionale e logistico. Tutto questo ha portato la Sdoa a configurarsi
come punto di riferimento per la formazione manageriale, non esclusivamente
per il Mezzogiorno, ma per tutto il territorio nazionale, esempio di
capacità strategiche e concretezza in funzione della qualità e
dello sviluppo competitivo del sistema economico-imprenditoriale. Se
da un lato ciò può rappresentare motivo di gratificazione,
dall'altro ci rendiamo conto che la sfida che ci attende nel prossimo
futuro non lascia spazio e tempo per l'appagamento e le autocelebrazioni.
La partita della competizione tra imprese nei prossimi anni si giocherà sempre
più sul campo della globalizzazione, e il sapere e la detenzione
di conoscenze e professionalità costituiranno fattori critici
di successo per le imprese. In tale contesto la Sdoa (rifacendoci alla
metafora sportiva su esplicitata) intende entrare in campo ricoprendo
un ruolo fondamentale basato sull'esperienza, sulle capacità tecniche-professionali,
sulla visione integrata e sistemica del "gioco competitivo" e,
non ultimo, sulla qualità dei processi che accompagnano le proprie
attività. La Sdoa, inoltre, sulla base della credibilità e
della visibilità conquistate, sarà impegnata, in collaborazione
con i principali interlocutori nazionali (Sistemi Formativi Confindustria,
Associazioni di categorie, Asfor, enti pubblici, sistema universitario,
e altri), a trasmettere la propria vision e il proprio modus operandi
nel tessuto socio economico nazionale, al fine di contribuire a infondere
un concetto di offerta formativa al passo coi tempi e in linea con i
principali standard qualitativi. Lo scopo ultimo di tale impegno, sarà teso
a far percepire, tra l'altro, l'accreditamento delle sedi formative
avviato dalle Regioni e l'ottenimento della certificazione dei sistemi
qualità da parte degli enti formativi, non solo come semplici
etichette autoreferenziali o riconoscimenti di facciata, ma come strumenti
ulteriori di stimolo e sfida, da utilizzare nella direzione della qualità dell'offerta
formativa. Di queste fondamentali problematiche si è dibattuto
nel corso del convegno sul tema "Qualità, formazione e sviluppo
competitivo" organizzato dalla Fondazione Antonio Genovesi Salerno
- Sdoa, in occasione della cerimonia di consegna dei diplomi ai partecipanti
alla seconda edizione del Master QSA - Qualità - Sicurezza e
Ambiente - che si é tenuto nei giorni scorsi. Sul tema della
qualità sono intervenuti Giancarlo Mocci, Responsabile Qualità Bureau
Veritas Italia (Ente Internazionale di Certificazione); Gianni Rigamonti
Presidente del Comitato di Certificazione del CERMET (Certificazione
e Ricerca per la Qualità). Al termine dei lavori, ha consegnato
i diplomi agli allievi del Master il Presidente dell'ASFOR (Associazione
per la Formazione alla Direzione Aziendale) Claudio Poli. Il Master
QSA della Sdoa è stato articolato in 1360 ore, di cui 840 di
aula e 520 di stage. L'obiettivo è stato quello di formare figure
professionali in grado di affrontare la gestione della Qualità,
della Sicurezza e dell'Ambiente in una logica integrata e sistemica,
al fine di garantire una soluzione ai problemi sia operativi che gestionali
legati alle tre aree di riferimento, nell'ottica di un miglioramento
dei processi aziendali. Il Master QSA della Sdoa è stato tra
i pochi corsi specialistici in Italia incentrati sull'implementazione
e sulla gestione integrata dei tre sistemi e in particolar modo risponde
all'esigenza di riorganizzazione delle PMI dopo l'introduzione di normative
e regolamenti nazionali e comunitari, relativamente alla Qualità,
alla Sicurezza, all'Ambiente. La specificità e la dinamica innovativa
del progetto è stata supportata anche dalle partnership attivate
dalla Sdoa che hanno collaborato alla realizzazione del Master: tre
i più importanti organismi di certificazione internazionali come
il Bureau Veritas Italia, il Bureau Veritas Quality International Italia
e il Cermet. |