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  Dicembre 2012

Articoli - n° 4 Maggio 2004
 



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LA FORMAZIONE IN AMBIENTE QUALITÀ
LE COMPETENZE NON SI IMPROVVISANO

Partnership internazionali ed elevato know how per concrete ricadute occupazionali

Vittorio Paravia
Presidente Fondazione Antonio Genovesi Salerno - SDOA
sdoa@sdoa.it

La certificazione di qualità dovrebbe costituire una garanzia per l'offerta formativa, ma non solo. Infatti, un tale approccio, unitamente a strategie chiare e professionalità a disposizione per l'implementazione dei programmi, permette di concentrare l'attenzione sul fine ultimo dell'occupazione dei giovani allievi. Ciò presuppone, oltre la certificazione in sé, un'azione integrata di tutte le fasi del processo formativo che in modo coerente vengono orientate al perseguimento dell'obiettivo occupazionale. Se da un lato questa constatazione appare scontata e fondata sul cosiddetto "buon senso", c'è da rilevare che non sempre la realtà formativa italiana ci propone modelli in linea con tale principio. Troppo spesso assistiamo, infatti, alla proposizione di interventi non ancorati alle reali esigenze del mondo del lavoro, dai contenuti generici e dai risultati che, purtroppo, non verranno mai monitorati o verificati. L'esperienza pluriennale, maturata in ambito Confindustria e Asfor, ci insegna che nell'attuale momento storico, in cui competenze e abilità si configurano come elemento di differenziazione competitiva tra le imprese, la formazione non può più essere trattata attraverso parametri discrezionali da organizzazioni che poco o nulla sanno di qualità e sviluppo competitivo. Si tratta di una formazione che sta in piedi solo per perpetuare se stessa, erogando riconoscimenti economici a formatori e a pseudo-scuole (come ad esempio alcuni centri professionali o enti che etichettano come "master" corsi della durata di due mesi), senza porre attenzione alle concrete ricadute occupazionali. La formazione in ambiente qualità non si improvvisa: occorrono procedure interne e processi lavorativi efficaci e preventivamente testati, partnership di livello internazionale, risorse umane orientate oltre agli obiettivi strategici, anche ai cosiddetti "clienti finali" (gli allievi e le imprese, appunto), know-specifico, capacità propositive, sinergie con il sistema delle imprese. Solo attraverso questi presupposti la formazione può mirare ad assumere un ruolo fondamentale per la preparazione di nuove professionalità al servizio dello sviluppo competitivo delle imprese: non c'è vera formazione senza qualità, e in mancanza di questa non può esserci sviluppo competitivo. Tale paradigma riassume in parte il principio che ha da sempre guidato la Sdoa verso il perseguimento delle proprie strategie. La Sdoa, infatti, ha sempre gestito i processi formativi in un'ottica di qualità, ancor prima della certificazione del proprio sistema, avvenuta nel settembre '98 secondo la norma Uni En Iso 9001, all'epoca prima scuola di management nel centro sud ad essere certificata. Nel 2001 la Sdoa ha riconfermato la sua "politica per la qualità" ottenendo la certificazione del Sistema Qualità aziendale secondo la norma ISO 9001:2000, meglio conosciuta come Vision 2000. La Sdoa ha ottenuto la certificazione per la «progettazione ed erogazione di corsi di formazione manageriale e professionale nei vari settori dell'economia e della Pubblica Amministrazione - studi e ricerche - orientamento professionale - formazione e assistenza progettuale alla creazione d'impresa, allo sviluppo d'impresa, al lavoro autonomo». Attraverso la certificazione, la Sdoa continua così a perseguire i suoi obiettivi per la qualità, ovvero la massima soddisfazione dei partecipanti ai corsi, l'ampliamento della gamma dei servizi offerti e il continuo aggiornamento dei contenuti da erogare e delle metodologie impiegate, il coinvolgimento del personale e lo sviluppo delle competenze delle risorse interne. La qualità dei servizi formativi offerti è garantita da elevati standard non solo sotto il profilo didattico ma anche sotto quello organizzativo, gestionale e logistico. Tutto questo ha portato la Sdoa a configurarsi come punto di riferimento per la formazione manageriale, non esclusivamente per il Mezzogiorno, ma per tutto il territorio nazionale, esempio di capacità strategiche e concretezza in funzione della qualità e dello sviluppo competitivo del sistema economico-imprenditoriale. Se da un lato ciò può rappresentare motivo di gratificazione, dall'altro ci rendiamo conto che la sfida che ci attende nel prossimo futuro non lascia spazio e tempo per l'appagamento e le autocelebrazioni. La partita della competizione tra imprese nei prossimi anni si giocherà sempre più sul campo della globalizzazione, e il sapere e la detenzione di conoscenze e professionalità costituiranno fattori critici di successo per le imprese. In tale contesto la Sdoa (rifacendoci alla metafora sportiva su esplicitata) intende entrare in campo ricoprendo un ruolo fondamentale basato sull'esperienza, sulle capacità tecniche-professionali, sulla visione integrata e sistemica del "gioco competitivo" e, non ultimo, sulla qualità dei processi che accompagnano le proprie attività. La Sdoa, inoltre, sulla base della credibilità e della visibilità conquistate, sarà impegnata, in collaborazione con i principali interlocutori nazionali (Sistemi Formativi Confindustria, Associazioni di categorie, Asfor, enti pubblici, sistema universitario, e altri), a trasmettere la propria vision e il proprio modus operandi nel tessuto socio economico nazionale, al fine di contribuire a infondere un concetto di offerta formativa al passo coi tempi e in linea con i principali standard qualitativi. Lo scopo ultimo di tale impegno, sarà teso a far percepire, tra l'altro, l'accreditamento delle sedi formative avviato dalle Regioni e l'ottenimento della certificazione dei sistemi qualità da parte degli enti formativi, non solo come semplici etichette autoreferenziali o riconoscimenti di facciata, ma come strumenti ulteriori di stimolo e sfida, da utilizzare nella direzione della qualità dell'offerta formativa. Di queste fondamentali problematiche si è dibattuto nel corso del convegno sul tema "Qualità, formazione e sviluppo competitivo" organizzato dalla Fondazione Antonio Genovesi Salerno - Sdoa, in occasione della cerimonia di consegna dei diplomi ai partecipanti alla seconda edizione del Master QSA - Qualità - Sicurezza e Ambiente - che si é tenuto nei giorni scorsi. Sul tema della qualità sono intervenuti Giancarlo Mocci, Responsabile Qualità Bureau Veritas Italia (Ente Internazionale di Certificazione); Gianni Rigamonti Presidente del Comitato di Certificazione del CERMET (Certificazione e Ricerca per la Qualità). Al termine dei lavori, ha consegnato i diplomi agli allievi del Master il Presidente dell'ASFOR (Associazione per la Formazione alla Direzione Aziendale) Claudio Poli. Il Master QSA della Sdoa è stato articolato in 1360 ore, di cui 840 di aula e 520 di stage. L'obiettivo è stato quello di formare figure professionali in grado di affrontare la gestione della Qualità, della Sicurezza e dell'Ambiente in una logica integrata e sistemica, al fine di garantire una soluzione ai problemi sia operativi che gestionali legati alle tre aree di riferimento, nell'ottica di un miglioramento dei processi aziendali. Il Master QSA della Sdoa è stato tra i pochi corsi specialistici in Italia incentrati sull'implementazione e sulla gestione integrata dei tre sistemi e in particolar modo risponde all'esigenza di riorganizzazione delle PMI dopo l'introduzione di normative e regolamenti nazionali e comunitari, relativamente alla Qualità, alla Sicurezza, all'Ambiente. La specificità e la dinamica innovativa del progetto è stata supportata anche dalle partnership attivate dalla Sdoa che hanno collaborato alla realizzazione del Master: tre i più importanti organismi di certificazione internazionali come il Bureau Veritas Italia, il Bureau Veritas Quality International Italia e il Cermet.

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