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  Dicembre 2012

Articoli - n° 4 Maggio 2004
 



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LAVORI SULLA SALERNO-REGGIO CALABRIA
OCCASIONI DA NON PERDERE

L’autostrada del Sud potrebbe essere il volano per le aziende locali

di Antonio Lombardi
Presidente Associazione Costruttori Salernitani
info@costruttori.sa.it

I lavori di riammodernamento e messa in sicurezza della Salerno-Reggio Calabria non rappresentano soltanto un problema per il mondo edile ma rischiano di diventare un elemento di blocco complessivo allo sviluppo territoriale. La carenza delle infrastrutture, nella nostra provincia e più in generale nel Mezzogiorno, ha contribuito ad aumentare il divario con il Nord del Paese e con l'Europa, incrementando il cosiddetto sviluppo a due velocità che si ripercuote negativamente sulla nostra area. L'azione di implementazione infrastrutturale per il Mezzogiorno ha una percentuale di incidenza analoga tra opere cosiddette materiali (appunto autostrada ma anche alta velocità, aeroporti) e immateriali. Mi riferisco alle autostrade telematiche, quelle che più tecnicamente sono individuate quale copertura in fibra che possono, tra gli altri vantaggi, apportare utili servizi sia alla parte pubblica che alle imprese private. Ebbene il Mezzogiorno ha una copertura pari all'11,5% rispetto al 30,7% del centro Italia, al 30,8 del Nord ovest e al 27% del Nord est. Questi dati, recuperati dal report annuale di Assinform-Netconsulting, evidenziano un gap infrastrutturale in nuove tecnologie che è, stranamente, quasi equivalente al divario materiale che siamo costretti a sostenere come Mezzogiorno. Ci ritroviamo a dover subire una penalizzazione rispetto a imprese di altre aree del Paese che, come "competitor", hanno indubbi vantaggi. Questo vuol dire difficoltà nel produrre ricchezza da parte delle imprese, e nel creare a livello provinciale, e più in generale meridionale, una movimentazione di risorse che contribuirebbe indubbiamente a migliorare sia la redditualità singola che la cosiddetta circolazione del denaro. Senza infrastrutture non c'è sviluppo. E la Salerno-Reggio Calabria, che comunque rappresenta la principale via di comunicazione sull'asse nord-sud del Paese, fa parte di quel pacchetto infrastrutturale che garantirebbe una nuova fase di slancio nello sviluppo locale. Certo non è l'unica carenza, ma è sicuramente un elemento importante anche per alcune considerazioni economiche. Un elemento specifico e relativo ai finanziamenti previsti per il riammodernamento è la messa in sicurezza della Sa-Rc. La previsione complessiva di spesa è pari a oltre 8 miliardi di euro. Tanti, se consideriamo la quota parte destinata al nostro territorio provinciale. In ogni caso, al momento, circa 160 milioni di euro sono stati realmente recuperati dal Qcs - quadro comunitario di sostegno, e una delibera Cipe del 99 ha accorpato i precedenti provvedimenti dello stesso ente per un totale di circa 1374 milioni di euro. Queste somme, complessivamente, non hanno però in maniera esaustiva una copertura sul programma pluriennale del governo. Ma questo è, sinceramente, un nodo che interessa maggiormente la sfera politica e non quella imprenditoriale. Aspetto per il quale, comunque, riteniamo importante che vi sia una mobilitazione sindacale e politica per avere certezze: e su questo fronte l'Associazione dei Costruttori è pronta a sostenere ogni attività di pressione e sensibilizzazione istituzionale. 8 miliardi euro: una cifra enorme, importante. Specialmente perché, in 10/12 anni, questi i tempi realistici di completamento dei lavori autostradali, almeno il 30% delle risorse investite avrebbe dovuto produrre ricchezza nei territori attraversati dalla più grande infrastruttura italiana. E quindi il tessuto produttivo e occupazionale della provincia di Salerno avrebbe dovuto trarre notevoli benefici. Quando fu presentato da questo governo il quadro delle priorità afferenti i lavori pubblici la Salerno-Reggio Calabria fu individuata quale punto nodale insieme allo Stretto di Messina. Il ministro Lunardi sostenne che l'intervento di ammodernamento sarebbe servito per ridurre il gap infrastrutturale. E fin qui ci siamo. Poi quello finanziario avrebbe garantito, in parte, uno slancio economico ai territori interessati dall'opera. Sinceramente, pur volendo dar credito al signor ministro che è sicuramente rappresentante istituzionale credibile, questo non è avvenuto e non riteniamo che possa avvenire. Il sistema produttivo locale, e quindi le imprese edili della provincia e quelle aziende che direttamente o indirettamente sono collegate al comparto, solo marginalmente sono state cooptate o interessate ai lavori di riammodernamento e messa in sicurezza dell'arteria autostradale. Questi sono dati supportati dalle iscrizioni, negli enti rappresentativi: ad esempio la Cassa Edile. E anche dalla verifica dell'incidenza dell'imprenditoria locale facilmente verificabile dai dati dell'Anas. Questo vuol dire, a scanso di equivoci, che una sola impresa salernitana, la Schiavo, ha operato sulla Saler no-Reggio Calabria. Indirettamente meno di dieci aziende, ai vari livelli, sono stati investite dai subappalti e altrettante sono entrate a far parte di quel circuito che noi definiamo indotto. Sarebbe già consolatorio se l'arrivo nel nostro territorio di imprese di carattere internazionale avesse garantito, in qualche modo, un potenziamento dell'incidenza occupazionale di lavoratori edili. Sono numerosi i cantieri: migliaia i lavoratori da impegnare. Ma accade che gran parte dei dipendenti provengono dal centro nord e nel migliore dei casi dalla Basilicata. Il ministro Lunardi non aveva detto che l'ammodernamento e la messa in sicurezza della Salerno-Reggio Calabria avrebbe garantito flussi economici per i territori dove veniva realizzata la cantierizzazione! Questo, purtroppo, non è successo. E, sinceramente, vorrei anche sapere il perché. Per quanto riguarda le prospettive, da poco è stato assegnato l'appalto del maxi lotto. Affidato con la formula del cosiddetto general contractor. Per questo cantiere così importante, che rappresenta sostanzialmente l'ultima possibilità di accesso per le imprese locali, oltre naturalmente a quanto potrebbe avvenire con la rescissione contrattuale sul primo troncone della Sa-Rc, quello del capoluogo, abbiamo una proposta precisa. L'azienda che si è aggiudicata l'appalto non potrà sostenere direttamente l'intero carico dell'opera. In verità questa intenzione l'ha manifestata anche nel corso di alcune riunioni che ha avuto con rappresentanze sindacali e istituzionali. Questo vuol dire subappaltare i lavori e, naturalmente, affidare lavori per quel che riguarda l'indotto. Noi riteniamo che, attraverso un accordo da sottoscrivere, l'azienda possa assegnare alle imprese locali, che sceglierà secondo un criterio che riterrà opportuno, una quota parte di almeno il 30% dell'opera. Le attuali condizioni economiche, non ultimo l'aumento delle materie prime che hanno messo a rischio 5000 posti di lavoro nel solo settore edilizio della nostra provincia, non garantirebbero un eccessivo profitto da parte delle aziende. Una breve considerazione sull'Anas. Rispetto alla collaborazione che ai vari livelli i dirigenti locali hanno garantito, non credo corrisponda una attenzione dal livello nazionale. Eppure, a quanto mi risulta, proprio l'Anas ha inteso investire risorse sia d'immagine che economiche sull'opera della Sa-Rc. È determinante una mobilitazione territoriale che investa a tutti i livelli le fasce sociali, le associazioni datoriali e i sindacati, le forze politiche e le rappresentanze istituzionali perché un eventuale, come più volte manifestato, ricorso al pedaggio sulla Salerno-Reggio Calabria senza la creazione di una adeguata mobilità alternativa, contribuirebbe a provocare ulteriori danni economici e di sviluppo al nostro territorio e più in generale al Mezzogiorno. Questa, sinceramente, non ci sembra possa essere la ricetta migliore per garantire al sud del Paese quel sostegno promesso in termini di sviluppo e di modernità.

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