LAVORI SULLA
SALERNO-REGGIO CALABRIA
OCCASIONI DA NON PERDERE
L’autostrada del Sud potrebbe essere
il volano per le aziende locali
di
Antonio Lombardi
Presidente Associazione Costruttori Salernitani
info@costruttori.sa.it
I lavori di riammodernamento e messa in sicurezza della Salerno-Reggio
Calabria non rappresentano soltanto un problema per il mondo edile
ma rischiano di diventare un elemento di blocco complessivo allo
sviluppo territoriale. La carenza delle infrastrutture, nella nostra
provincia e più in generale nel Mezzogiorno, ha contribuito ad
aumentare il divario con il Nord del Paese e con l'Europa, incrementando
il cosiddetto sviluppo a due velocità che si ripercuote negativamente
sulla nostra area. L'azione di implementazione infrastrutturale per
il Mezzogiorno ha una percentuale di incidenza analoga tra opere
cosiddette materiali (appunto autostrada ma anche alta velocità,
aeroporti) e immateriali. Mi riferisco alle autostrade telematiche,
quelle che più tecnicamente
sono individuate quale copertura in fibra che possono, tra gli
altri vantaggi, apportare utili servizi sia alla parte pubblica che
alle imprese private. Ebbene il Mezzogiorno ha una copertura pari
all'11,5% rispetto al 30,7% del centro Italia, al 30,8 del Nord ovest
e al 27% del Nord est. Questi dati, recuperati dal report annuale di
Assinform-Netconsulting, evidenziano un gap infrastrutturale in nuove
tecnologie che è,
stranamente, quasi equivalente al divario materiale che siamo
costretti a sostenere come Mezzogiorno. Ci ritroviamo a dover
subire una penalizzazione rispetto a imprese di altre aree del Paese
che, come "competitor",
hanno indubbi vantaggi. Questo vuol dire difficoltà nel produrre
ricchezza da parte delle imprese, e nel creare a livello provinciale,
e più in generale meridionale, una movimentazione di risorse
che contribuirebbe indubbiamente a migliorare sia la redditualità singola
che la cosiddetta circolazione del denaro. Senza infrastrutture
non c'è sviluppo. E la Salerno-Reggio Calabria, che comunque
rappresenta la principale via di comunicazione sull'asse nord-sud
del Paese, fa parte di quel pacchetto infrastrutturale che garantirebbe
una nuova fase di slancio nello sviluppo locale. Certo non è l'unica
carenza, ma è sicuramente un elemento importante anche per
alcune considerazioni economiche. Un elemento specifico e relativo
ai finanziamenti previsti per il riammodernamento è la messa
in sicurezza della Sa-Rc. La previsione complessiva di spesa è pari
a oltre 8 miliardi di euro. Tanti, se consideriamo la quota parte
destinata al nostro territorio provinciale. In ogni caso, al momento,
circa 160 milioni di euro sono stati realmente recuperati dal
Qcs - quadro comunitario di sostegno, e una delibera Cipe del 99
ha accorpato i precedenti provvedimenti dello stesso ente per un
totale di circa 1374 milioni di euro. Queste somme, complessivamente,
non hanno però in
maniera esaustiva una copertura sul programma pluriennale del
governo. Ma questo è,
sinceramente, un nodo che interessa maggiormente la sfera politica
e non quella imprenditoriale. Aspetto per il quale, comunque,
riteniamo importante che vi sia una mobilitazione sindacale e
politica per avere certezze: e su questo fronte l'Associazione dei
Costruttori è pronta
a sostenere ogni attività di pressione e sensibilizzazione
istituzionale. 8 miliardi euro: una cifra enorme, importante.
Specialmente perché,
in 10/12 anni, questi i tempi realistici di completamento dei
lavori autostradali, almeno il 30% delle risorse investite avrebbe
dovuto produrre ricchezza nei territori attraversati dalla più grande
infrastruttura italiana. E quindi il tessuto produttivo e occupazionale
della provincia di Salerno avrebbe dovuto trarre notevoli benefici.
Quando fu presentato da questo governo il quadro delle priorità afferenti
i lavori pubblici la Salerno-Reggio Calabria fu individuata quale
punto nodale insieme allo Stretto di Messina. Il ministro Lunardi
sostenne che l'intervento di ammodernamento sarebbe servito per
ridurre il gap infrastrutturale. E fin qui ci siamo. Poi quello finanziario
avrebbe garantito, in parte, uno slancio economico ai territori
interessati dall'opera. Sinceramente, pur volendo dar credito al
signor ministro che è sicuramente rappresentante istituzionale
credibile, questo non è avvenuto e non riteniamo che possa
avvenire. Il sistema produttivo locale, e quindi le imprese edili
della provincia e quelle aziende che direttamente o indirettamente
sono collegate al comparto, solo marginalmente sono state cooptate
o interessate ai lavori di riammodernamento e messa in sicurezza
dell'arteria autostradale. Questi sono dati supportati dalle iscrizioni,
negli enti rappresentativi: ad esempio la Cassa Edile. E anche dalla
verifica dell'incidenza dell'imprenditoria locale facilmente verificabile
dai dati dell'Anas. Questo vuol dire, a scanso di equivoci, che una
sola impresa salernitana, la Schiavo, ha operato sulla Saler no-Reggio
Calabria. Indirettamente meno di dieci aziende, ai vari livelli,
sono stati investite dai subappalti e altrettante sono entrate a
far parte di quel circuito che noi definiamo indotto. Sarebbe già consolatorio
se l'arrivo nel nostro territorio di imprese di carattere internazionale
avesse garantito, in qualche modo, un potenziamento dell'incidenza
occupazionale di lavoratori edili. Sono numerosi i cantieri: migliaia
i lavoratori da impegnare. Ma accade che gran parte dei dipendenti
provengono dal centro nord e nel migliore dei casi dalla Basilicata.
Il ministro Lunardi non aveva detto che l'ammodernamento e la
messa in sicurezza della Salerno-Reggio Calabria avrebbe garantito
flussi economici per i territori dove veniva realizzata la cantierizzazione!
Questo, purtroppo, non è successo. E, sinceramente, vorrei
anche sapere il perché. Per quanto riguarda le prospettive,
da poco è stato
assegnato l'appalto del maxi lotto. Affidato con la formula del
cosiddetto general contractor. Per questo cantiere così importante,
che rappresenta sostanzialmente l'ultima possibilità di accesso
per le imprese locali, oltre naturalmente a quanto potrebbe avvenire
con la rescissione contrattuale sul primo troncone della Sa-Rc,
quello del capoluogo, abbiamo una proposta precisa. L'azienda
che si è aggiudicata
l'appalto non potrà sostenere direttamente l'intero carico
dell'opera. In verità questa intenzione l'ha manifestata anche
nel corso di alcune riunioni che ha avuto con rappresentanze sindacali
e istituzionali. Questo vuol dire subappaltare i lavori e, naturalmente,
affidare lavori per quel che riguarda l'indotto. Noi riteniamo
che, attraverso un accordo da sottoscrivere, l'azienda possa assegnare
alle imprese locali, che sceglierà secondo un criterio che
riterrà opportuno,
una quota parte di almeno il 30% dell'opera. Le attuali condizioni
economiche, non ultimo l'aumento delle materie prime che hanno
messo a rischio 5000 posti di lavoro nel solo settore edilizio
della nostra provincia, non garantirebbero un eccessivo profitto
da parte delle aziende. Una breve considerazione sull'Anas. Rispetto
alla collaborazione che ai vari livelli i dirigenti locali hanno
garantito, non credo corrisponda una attenzione dal livello nazionale.
Eppure, a quanto mi risulta, proprio l'Anas ha inteso investire risorse
sia d'immagine che economiche sull'opera della Sa-Rc. È determinante
una mobilitazione territoriale che investa a tutti i livelli le
fasce sociali, le associazioni datoriali e i sindacati, le forze
politiche e le rappresentanze istituzionali perché un eventuale,
come più volte manifestato, ricorso
al pedaggio sulla Salerno-Reggio Calabria senza la creazione di
una adeguata mobilità alternativa, contribuirebbe a provocare
ulteriori danni economici e di sviluppo al nostro territorio e
più in
generale al Mezzogiorno. Questa, sinceramente, non ci sembra possa
essere la ricetta migliore per garantire al sud del Paese quel
sostegno promesso in termini di sviluppo e di modernità. |