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  Dicembre 2012

Articoli - n° 4 Maggio 2004
 



TERZIARIO AVANZATO - Home Page
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“AZIENDA IN RETE” E “RETE DI AZIENDE”
CREATORI DI INNOVAZIONE E CONOSCENZA

La collaborazione fra imprese per l’innovazione e la competitività

Roberto Magliulo
Presidente Terziario Avanzato Assindustria Salerno
r.magliulo@consulteq.it

Il nuovo statuto di FITA, Federazione Italiana del Terziario Avanzato per i Servizi Innovativi e Professionali, ha sancito un passaggio importante del settore maturato nel corso degli ultimi anni. Nel documento si dichiara che le aziende del Terziario Avanzato sono "imprese della conoscenza", per distinguerle così dalla genericità del comparto dei servizi al quale spesso le nostre aziende sono accomunate se non addirittura confuse. Se si vuole rappresentare efficacemente la natura delle imprese del Terziario Avanzato, ci si deve richiamare al contenuto innovativo delle prestazioni erogate. L'innovazione intesa non solo come frutto della ricerca "fisica", produttrice di "microchip", ma anche e soprattutto come insieme di quei fattori che consentono alle imprese di continuare a essere competitive in un mercato che si fa sempre più difficile: tecnologia, processi, competenze. L'innovazione perciò va intesa come sistema composito dove la conoscenza è il substrato fondamentale per la sua riuscita. Ecco che la definizione di imprese della conoscenza assume quindi una valenza fondamentale che rappresenta la direzione verso la quale orientare l'azione imprenditoriale. La conoscenza è il risultato non solo dell'acquisizione di molteplici informazioni, ma anche della loro rielaborazione a fini di miglioramento della capacità di comprendere gli aspetti del business e di padroneggiarli per essere proattivi e non subire. In altri termini, il semplice possesso di un'informazione non è di per sé vantaggio competitivo se non lo si accompagna con un'azione immediata e coerente. Negli ultimi anni si è parlato spesso del concetto di "azienda in rete" come modello organizzativo in sostituzione della classica piramide organizzativa: impresa snella, poche linee di responsabilità, capacità di collaborare fra strutture, decisioni veloci ed efficaci sono solo alcuni dei concetti alla base del modello. Quest'ultimo ha assunto poi una significatività particolare per l'avvento del web che altro non è se non una rete virtuale che ha consentito di velocizzare le informazioni in maniera assolutamente impensabile fino a pochi anni or sono. Ma tale modello è stato pensato in scuole di management per le grandi aziende, che sono le fucine per l'elaborazione del modello stesso e le prime poi a "comprarlo" dai grandi consulenti o dalle società di consulenza multinazionali, mentre non appare oggettivamente replicabile per la dimensione media delle aziende del nostro settore. Ciò non tanto perché non valido, ma in quanto la "non complessità" organizzativa della piccola azienda di fatto già presenta le caratteristiche del modello. Semmai la carenza è nella capacità di rielaborare le informazioni e di farle diventare patrimonio aziendale a servizio del business, poiché la piccola impresa non possiede tutte le competenze per "digerire" l'informazione in maniera efficace, oltre che efficiente. Ecco perché è necessario capovolgere il concetto e cominciare a parlare di "rete di aziende", mettendo a fattor comune le competenze come se si fosse in un'unica grande struttura. La nostra provincia presenta la maggior concentrazione percentuale di piccole imprese ICT della regione, mentre è fanalino di coda per numero di grandi imprese dello stesso settore. Le cause di tale significativa evoluzione sono molteplici e non è questa la sede per approfondirle, ma è indubbio che la scarsa dimensione, accompagnata dai problemi finanziari che sempre si riscontrano in questi casi, è un freno potentissimo allo sviluppo del business di tali imprese. La risposta non può che essere la collaborazione "strutturata" e non episodica: non basta, infatti, incontrarsi per scambiare opinioni per creare occasioni comuni di business, non è sufficiente partecipare a riunioni di tavoli o club per generare nuove occasioni di lavoro; quello che serve è un modello di azienda distribuita con tanti gangli nervosi in collegamento fra di loro che all'occorrenza sappiano collaborare per "metabolizzare" le informazioni e renderle conoscenza. Il programma del Terziario Avanzato dei prossimi anni si concentra su questo traguardo fondamentale: costruire le basi perché fra le imprese associate sia possibile sperimentare e applicare tale modello finalizzandolo allo sviluppo complessivo del business di ciascuno. Da tale obiettivo scaturiscono alcune linee di azione: a) creare le condizioni "fisiche" per costruire la rete di imprese; b) favorire le condizioni per lo sviluppo "logico" della rete; c) migliorare la capacità finanziaria complessiva di ognuno per sostenere lo sviluppo.
La prima linea di azione prevede la creazione di un distretto fisico del Terziario Avanzato che renda possibili i momenti di scambio comune che sono la condizione minima assoluta per la "metabolizzazione" delle informazioni, essendo il web uno strumento valido solo per la loro circolazione. Su questa direttrice si sta lavorando per avviare un percorso avvertito da molti imprenditori come indispensabile per il futuro delle nostre aziende. La seconda linea d'intervento è meno impegnativa sul piano economico ma lo è certamente di più per gli innumerevoli problemi che presenta, legati soprattutto al timore di perdere la propria identità all'interno di una struttura più grande e tipici della nostra imprenditoria. Lo sviluppo logico della rete di imprese può realizzarsi a partire da occasioni concrete di business, quali ad esempio forniture complesse che richiedono specializzazioni e competenze particolari. Partecipare in raggruppamento d'impresa ad un bando di gara per una fornitura di una certa importanza può creare le occasioni concrete di sperimentare la collaborazione fra strutture diverse per mentalità, competenze, storia, e altre caratteristiche. La terza linea d'azione rappresenta il corollario ideale delle prime due: oggi sta diventando sempre più difficile accedere al credito per le piccole imprese e le regole introdotte da Basilea 2 complicheranno ancor di più le cose. Inoltre la dimensione limitata delle aziende non consente di sfruttare tutte le forme tecniche che la finanza d'impresa richiede per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo che ci si prefigge. Strumenti di garanzia sussidiaria, patrimonializzazione e visibilità degli immobilizzi immateriali, gestione del credito coerente con la tipicità del settore, sono solo alcuni degli aspetti che andremo a toccare con alcune iniziative concrete che consentano di raggiungere l'obiettivo previsto.

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