SANITÀ PRIVATA E ETICA IMPRENDITORIALE
TRA BENE COMUNE E CRITERIO AZIENDALE
IL PERCORSO MATERNO-INFANTILE
DIMINUIRE GLI SPRECHI E AUMENTARE LA QUALITÀ
GINECOLOGIA ONCOLOGICA E SANITÀ PRIVATA
NECESSARIO CREARE STRUTTURE D’AVANGUARDIA
CARDIOCHIRURGIA: BY-PASS ADDIO
AVANZANO LE NUOVE TECNOLOGIE
LE LINEE PROGRAMMATICHE DELL’ASL AV2
IL RAPPORTO TRA PUBBLICO E PRIVATO
IL PERCORSO MATERNO-INFANTILE
DIMINUIRE GLI SPRECHI E AUMENTARE LA QUALITÀ
Sgravare il Sistema Sanitario Nazionale e migliorare la gestione dei parti è possibile
RAFFAELE PICONE
Ginecologo della Divisione di Ginecologie
e Ostetricia Casa di Cura Privata Malzoni Villa
dei Platani Spa
rpicone@tin.it
Accade sempre più spesso che la gravidanza venga oggi considerata una sorta di malattia. Essa ha perso il significato di momento fisiologico della vita di una donna, attraverso il quale viene conservata la specie. Si assiste a un uso ingiustificato del taglio cesareo, che nella nostra regione ha superato il 50% dei parti e, cosa ancora più grave, senza differenze tra struttura pubbliche e private; il tutto con un notevole aumento delle spese per il Sistema Sanitario Nazionale. A ciò ha contribuito, negli ultimi anni, un aumento vertiginoso dei contenziosi medico-legali, che espongono gli operatori dei reparti di ostetricia (ginecologi ed ostetriche in primo luogo) a grossi rischi professionali ed economici. Ma esistono anche delle situazioni in cui la gravidanza devia dai normali binari fisiologici. A tal proposito, la creazione di un'unità operativa in regime di day hospital, completamente convenzionato con il S.S.N., che consenta il controllo della gravidanza a rischio, ha permesso un ampio monitoraggio di molte situazioni preesistenti al travaglio e al parto, ottenendo una maggiore adeguatezza degli interventi medici, e consentendo, infine, una maggiore e mirata selezione dei ricoveri, con un notevole risparmio. I fattori di rischio vanno identificati in base alla preesistenza di malattie note, di precedenti gravidanze patologiche (diabete mellito, ipertensione cronica, aborto abituale), di malattie mediche o chirurgiche, di complicazioni ostetriche durante una gravidanza con precedente decorso fisiologico (ipertensione insorta in gravidanza, preclampsia, ritardata crescita fetale). L'attività di sorveglianza e controllo della gravidanza complicata può prevedere una gestione differenziata per malattia (per le pazienti a rischio noto preconcezionale) o dedicare spazi specifici per la gravidanza a rischio globalmente intesa. A supporto della seconda impostazione esiste la necessità di predisporre una unità di "antepartum testing" con potenziamento del personale e delle attrezzature idonee al monitoraggio fetale (cardiotocografia e ultrasonografia doppler) che sia caratterizzata da corretta predisposizione dei tempi dei vari esami e da flessibilità nell'accogliere tempestivamente "l'urgenza", riservando il ricovero solo dopo selezione ambulatoriale dei casi. Fondamentale è la presenza nella stessa struttura di un'unità di terapia intensiva neonatale (TIN) con la quale i ginecologi devono stabilire una continua e proficua collaborazione per valutare, tra l'altro, il momento della nascita del feto. Perché, se è vero che il miglioramento sia delle terapie farmacologiche che delle tecniche diagnostiche, che ci consentono di identificare la maggior parte delle gravidanze complicate sin dall'inizio della gestazione se non addirittura prima del concepimento, ha consentito di giungere ad epoche gestazionali sempre più avanzate, è pur vero che una grossa fetta della partita si gioca nei reparti di neonatologia. Una struttura di eccellenza nell'ambito di un progetto materno infantile non può prescindere da unità operative differenti, che lavorino insieme con lo scopo di assistere le gestanti e i neonati "a rischio" in modo qualificato, ma senza gravare sulla spesa sanitaria nazionale, continuando a considerare fisiologica e, quindi, non bisognevole di particolari cure, la maggior parte delle gravidanze. |