ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2011
 
confindustria salerno - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

 

La LUISS "all'esame" degli studenti salernitani

Le novitÀ del LAMAV, una delle piÙ rilevanti scelte strategiche di Ance Salerno

BIT 2011 Salerno si presenta come "la provincia delle emozioni"

Premio BEST PRACTICE per l'INNOVAZIONE

SHOPPERS BIO: quale futuro oltre la plastica?

SHOPPERS BIO: quale futuro oltre la plastica?

Gerardo Gambardella, presidente del Gruppo Chimica/Gomma Plastica, denuncia la mancanza di chiarezza riguardo la controversa questione delle buste usa e getta

di Raffaella Venerando

Gerardo Gambardella, Presidente Gruppo Plastica

Come è noto, dal primo gennaio 2011 è partito nel nostro Paese il divieto di vendita delle shoppers "usa e getta", nel rispetto di quanto stabilito dai tre commi della legge Finanziaria 296/06 (commi 1129, 1130, 1131) che prevedevano una progressiva riduzione della commercializzazione degli shoppers tradizionali in polietilene, fino ad arrivare alla completa messa al bando dei sacchetti per l'asporto di merci in materiale non biodegradabile, inizialmente fissata per il 1/01/2010 e, poi, successivamente procrastinata di altri dodici mesi.
Ad oggi, però, l'orizzonte sulla controversa questione "shoppers" è ancora nebuloso, carico di interrogativi irrisolti ed incertezze. Il divieto infatti è diventato sì esecutivo, ma come sottolineato da Gerardo Gambardella, presidente del Gruppo Chimica/Gomma Plastica di Confindustria Salerno, sulla questione «gli operatori del settore attendono ancora chiarimenti di natura operativa da parte dei ministeri competenti, Ambiente e Sviluppo economico».
Gambardella rimarca un aspetto in particolare: «Secondo la direttiva europea 94/62 CE un imballaggio a norma deve possedere almeno una di quattro caratteristiche: deve essere riciclabile, riutilizzabile, recuperabile per via energetica e biodegradabile. Ciò detto, gli shopper in polietilene non biodegradabili presentano tre di queste peculiarità su quattro: si possono usare più volte, possono essere "recuperati" nel ciclo dei rifiuti e quindi riciclati.
Non è chiaro, pertanto, considerato che la direttiva non bandisce i sacchetti non biodegradabili, perché l'uso di tali imballaggi di plastica debba essere vietato». In ogni caso, volendo soffermarci solo sugli aspetti nuovi della questione, la criticità su tutte è la mancanza ad oggi di un decreto attuativo che indichi con certezza quali materiali utilizzare nella produzione delle "nuove shoppers". Intanto, i primi effetti dell'entrata in vigore della legge, tutti neanche a dirlo di segno negativo, cominciano a farsi sentire come denuncia Gambardella: «tante le ripercussioni sfavorevoli già in atto con cui le aziende del settore stanno "facendo i conti". Innanzitutto, non essendoci più commesse per i sacchetti tradizionali, le aziende del comparto hanno visto calare vertiginosamente i propri ordinativi con evidenti ricadute negative sull'occupazione, mentre parallelamente è aumentata la richiesta di materia prima biodegradabile in misura ovviamente sproporzionata rispetto alla disponibilità.
L'Unionplast (Federazione italiana fra le industrie della gomma, cavi elettrici e affini e delle industrie trasformatrici di materie plastiche ed affini, ndr), non è di certo rimasta a guardare, ma, in difesa delle aziende che attualmente si trovano in questa impasse, ha presentato ricorso al Tar e un esposto alla Commissione Europea per bloccare il provvedimento ritenendolo, ritenendolo in netto contrasto con la direttiva 94/62/CE Packaging and Packaging Waste.
La legge passata il 1°gennaio scorso infatti (passata, si ricordi, "per mancanza di proroga", ndr), oltre ad essere monca dei decreti attuativi previsti nello stesso testo, entra in aperto conflitto con la direttiva europea sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio 94/62/CE, che all'articolo 18 afferma che gli stati membri non possono ostacolare l'immissione sul mercato di imballaggi conformi alle disposizioni della stessa direttiva; vale a dire che anche in Italia non è possibile vietare la vendita degli stessi sacchetti venduti in altri paesi dell'Unione, conformi alle leggi comunitarie (come lo sono allo stato attuale gli shopper in plastica), perché ciò contravverrebbe al principio della libera circolazione delle merci sul mercato unico europeo.
Ad oggi, sempre secondo Unionplast, circa 4000 aziende hanno licenziato il 20% dei dipendenti e, se le pronunce nel merito della questione saranno negative, tale percentuale è destinata ad aumentare con la conseguenza di mettere a serio rischio la sopravvivenza stessa di molti stabilimenti». Resta quindi da vedere cosa accadrà nelle prossime settimane, quale piega prenderà la questione e se gli impatti positivi di questo nuovo corso potranno dirsi tali non solo per l'ambiente, ma anche per aziende e consumatori.

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Marzo - 4.578 Kb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it