Progetto ROBOTOWN: l'evoluzione dell'interazione uomo-macchina
di Raffaella Venerando
Peccioli, in provincia di Pisa, è stata la prima città al mondo in cui i robot sono al servizio dei cittadini
Pericle Salvini Assegnista di Ricerca Scuola Superiore Sant'Anna, Istituto di BioRobotica
Dottor Salvini, lei era nel team che ha dato vita alla proposta
di progetto "Robotown", ma anche al progetto europeo DustBot. Vuole spiegare ai nostri lettori di cosa si tratta, come funziona e quali sono e potrebbero essere gli impieghi positivi di questa tecnologia?
Per quanto riguarda il progetto DustBost finanziato dalla Comunità europea nel 2006 e conclusosi nel 2009, l'obiettivo principale era migliorare la gestione dell'igiene urbana. La domanda cui abbiamo provato a dare risposta anche dietro richiesta di una municipalizzata che si occupa proprio di questo era cosa potesse fare la robotica per ottimizzare la gestione dell'igiene urbana.
Tra i vari problemi connessi a questo ambito, ne abbiamo scelto uno: quello della raccolta differenziata porta a porta.
Lo studio ha preso il là da alcuni limiti specifici di questo tipo di raccolta: il primo inerente all'aspetto non proprio piacevole di tenere il rifiuto in casa talvolta per giorni in virtù di come è organizzato il ritiro; il secondo, invece, alla necessità di mettere ogni volta i sacchetti dei rifiuti fuori della propria abitazione, con conseguenze in alcuni casi sgradevoli (si pensi ad esempio ai cani o gatti randagi che potrebbero spargere il contenuto dei sacchetti in strada, ndr).
Altro problema poi della raccolta porta a porta riguarda i mezzi, specie in quei paesi molto piccoli dove le strade sono strette e impervie e i mezzi meccanici non possono circolare per cui la raccolta o viene fatta a fatica o, addirittura, non funziona affatto, con l'incombenza per i cittadini di conferire loro stessi i rifiuti presso l'isola ecologica più vicina.
Dunque, partendo da queste problematiche, abbiamo deciso di progettare un robot che fosse in grado di muoversi autonomamente in ambienti urbani e che fosse impiegato per la raccolta differenziata dei rifiuti. DustCart, questo il nome del robot, ha un funzionamento quasi elementare: attraverso un sistema di "Ambient Intelligence" (che significa rendere intelligente l'ambiente grazie a sensori e altri dispositivi che consentono al robot di evitare ostacoli lungo il cammino, e guidarlo presso l'abitazione del richiedente), è sufficiente che il cittadino dopo essersi registrato ad un sistema automatizzato e aver comunicato i suoi dati anagrafici così da essere successivamente riconosciuto faccia una semplice telefonata al sistema stesso che, dopo averlo identificato come l'utente "Paolo Rossi", invierà il segnale al robot più prossimo geograficamente all'abitazione da cui è partita la richiesta.
Qualche minuto e il robot si presenterà direttamente alla porta di casa dell'utente che, a questo punto, dovrà solo digitare un pulsante sullo schermo "touch‑screen" collocato sulla "pancia" del robot per indicare di quale tipo di rifiuto si tratta, dopodichè DustCart porterà il sacchetto della spazzatura al più vicino cassonetto. Ad affiancare il lavoro di DustCart il robot spazzino ce n'è poi un altro, DustClean, pensato per pulire strade e piazze in aree pedonali, completamente autonomo e utilizzabile 24 ore su 24.
Ambedue i robot sono stati progettati, sviluppati e dimostrati, oltre che nel nostro, anche in altri Paesi come Giappone, Svezia, Corea. Sono invece stati testati con l'ausilio di utenti veri a Peccioli, un piccolo comune toscano della Valdera. Per due mesi infatti un gruppo scelto di famiglie ha sperimentato questa tecnologia, trasformando così Peccioli nella prima RoboTown, la prima città al mondo in cui i robot sono al servizio dei cittadini a dimostrazione che la tecnologia è pronta, sicura, performante, ben accetta dai cittadini che ne riconoscono anche la convenienza e l'utilità.
La città di Peccioli, nella Valdera, è quindi un valido esempio applicativo di questo progetto. Ma la tecnologia legata a RoboTown si adatta solo ai piccoli centri?
No, la scelta di Peccioli nello specifico è dovuta non solo alle caratteristiche fisiche del posto, ma soprattutto ai rapporti di proficua collaborazione, ormai decennali, che le locali municipalità e cittadinanza hanno su diversi progetti di ricerca con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa da cui si origina il progetto.
A Peccioli abbiamo trovato per così dire terreno fertile, data la buona attitudine all'innovazione tecnologica da parte dell'amministrazione locale e della cittadinanza mostratasi sempre volenterosa di sperimentare nuove soluzioni. Ne è esempio, la discarica lì presente che, per l'uso ottimale delle tecnologie che oggi consentono addirittura la produzione di energia grazie all'installazione di pannelli fotovoltaici proprio sullo scavo, da eventuale problema è diventata una preziosa risorsa.
Quanto è importante, quindi, il coinvolgimento della cittadinanza per la buona riuscita del progetto?
L'accettabilità sociale, ovvero la buona disposizione dei cittadini verso la tecnologia, è il presupposto fondamentale per conseguire altrettanto validi risultati. Se una tecnologia, seppur sicura e usabile, non è accettata dal cittadino non sarà mai poi concretamente utilizzata. L'accettabilità è funzione di molti fattori, tra cui la percezione dell'utilità, la familiarità stessa con la tecnologia da implementare, la semplicità di utilizzo, tutti elementi da tenere in debita considerazione quando si progetta un prodotto o un servizio.
Quali sono i campi di applicazione che più si avvantaggiano oggi della robotica e quali potrebbero essere quelli innovativi?
La produzione industriale è il settore
oggi più forte con benefici tangibili e misurabili; un altro settore che sta dando buoni risultati è quello biomedicale per la chirurgia o, ad esempio, per la riabilitazione delle funzioni motorie nei pazienti che ne hanno bisogno. Per altri impieghi invece come l'assistenza agli anziani, o le protesi cibernetiche che consentiranno un miglioramento della qualità della vita a chi se ne servirà esistono al momento solo dei prototipi.
Altro settore in espansione è quello della robotica applicata nei servizi pubblici per il trasporto delle persone che permetterebbe di ridurre traffico, inquinamento e di incidere in positivo sulla sicurezza stradale, oppure per la pulizia delle strade e la raccolta differenziata, come proposto nel progetto DustBot.
Qui, tuttavia, c'è da superare lo scoglio normativo, cioè il fatto che attualmente non esista la possibilità di classificare questi robot secondo le categorie esistenti nel Codice della Strada. Anche nella didattica l'utilizzo della robotica sta avendo molto successo.
Molti insegnanti oggi se ne avvantaggiano per insegnare, anche perché gli studenti sembrano apprendere con maggiore entusiasmo.
Il nostro Paese è indietro in molti settori della ricerca. In robotica come siamo messi?
Non male, soprattutto nel campo della robotica industriale con un'azienda leader a livello internazionale. Secondo le statistiche, infatti, siamo al quarto posto nella graduatoria mondiale di produttori di macchine utensili industriali, mentre in base alle stime della Federazione internazionale di robotica l'Italia in Europa è al secondo posto, dopo la Germania, come mercato dei robot.
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