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Aumentare l’export delle pmi? Col virtual broker È possibile
di Bruno Bisogni
Il Progetto Live promosso dall’Unione Industriali e finanziato dalla Camera di Commercio di Napoli
Sono tante, ancora troppe le pmi campane che non hanno ancora alcuna forma di interscambio con l’estero. Uno dei motivi è rappresentato dai costi della logistica. Le aziende di dimensioni ridotte hanno volumi di export tali da non consentire condizioni economiche per il trasporto. La via d’uscita? Entrare in una rete, facendo “massa critica”. “Logistica informatizzata virtuale per l’export” (Live) è il titolo del Progetto i cui primi risultati sono stati presentati giovedì 19 febbraio presso la Camera di Commercio di Napoli.
Il Progetto, promosso dall’Unione Industriali, è stato realizzato con l’apporto esclusivo di risorse finanziarie della Camera di Commercio di Napoli. In particolare, nel corso dell'incontro sono state illustrate indagini statistiche sull’export delle pmi campane, sono state descritte le tecniche e le strategie di calcolo per l’ottimizzazione dei flussi delle merci e l’architettura hardware/software che si intende realizzare per dar vita a una piattaforma logistica virtuale. Si tratta della prima di tre fasi complessive in cui è stato articolato il Progetto.
Sono intervenuti fra gli altri il Presidente di Citelgroup, Fortunato D’Angelo, il Presidente di Test, Vincenzo Torrieri, Gaetano Uccella e Francesco Apperti (Citelgroup). Pubblichiamo di seguito ampi stralci dello studio.
(...) Il progetto prevede la realizzazione di un sistema unico integrato, innovativo dal punto di vista scientifico, gestionale e tecnologico, ed è direttamente rivolto ad accrescere il potenziale competitivo delle PMI.
Il modello che si vuole adottare nella logica del progetto Live è quello di logistica virtuale; esso si basa sull’esigenza delle piccole e medie imprese che esportano all’estero, le quali si rivolgono al Virtual Broker affinché gestisca al meglio tutta la logistica per esportare all’estero i propri prodotti.
Il Virtual Broker contatta il fornitore migliore per l’esportazione, e si pone come intermediario tra questi ultimi e le imprese. In particolare il Virtual Broker, mediante un’attenta analisi delle aziende presenti in rete, ripartisce i costi su più imprese che servono quel determinato Paese.
(...) Le filiere di riferimento del tessuto produttivo campano delle piccole e medie imprese (Pmu) riguardano settori (agroalimentare, tessile/cuoio, prodotti manifatturieri) di potenziale respiro internazionale, sia con riferimento al processo produttivo sia in relazione alla distribuzione su mercati nel bacino Euro-Mediterraneo. Un ruolo chiave in tal senso è giocato dalla organizzazione della supply chain e del relativo flusso fisico e informativo a livello di approvvigionamenti e distribuzione. La relativa specializzazione delle competenze porta alla necessità di outsourcing delle attività di trasporto e logistiche già per flussi di scambio di livello comunitario, ad esempio verso la penisola Iberica e il centro Europa, e ancora maggiormente verso i paesi nordafricani, per i quali è richiesto know how specifico di carattere burocratico-amministrativo nonché una rete di appoggio locale per stoccaggio e consegne. Il mercato degli operatori logistici e di trasporto che forniscono servizi in quest’ambito va continuamente espandendosi.
Per quanto attiene ai trasporti da/verso la penisola Iberica e gli stati Africani, grazie soprattutto alla disponibilità di connessioni marittime che si vanno consolidando tra porti mediterranei dell’Europa e dell’Africa per effetto delle politiche di sviluppo dello Short-Sea Shipping (SSS) ed in particolare dei servizi di Autostrade del Mare, si osserva la presenza di imprese di logistica e spedizionieri di dimensioni mediamente maggiori rispetto a quelle per il trasporto a livello continentale (i cosiddetti “padroncini”). Esse servono relazioni abbastanza consolidate grazie ad accordi commerciali di durata medio/lunga con le compagnie di navigazione (...) Si registra inoltre una presenza ancora marginale di modalità alternative alla strada, in particolare il trasporto combinato strada/ferro stenta ancora ad affermarsi, con molte farraginosità burocratico-operative che, di fatto, lo rendono appetibile solo per pochi grandi clienti che movimentano notevoli quantità di merce.
Infine, verso le destinazioni intercontinentali, la situazione vede la modalità marittima nettamente prevalente, con spedizionieri dedicati sul mercato e tariffe ai minimi storici per carichi completi. La modalità aerea è di fatto riservata a traffici specifici e copre una quota di mercato molto bassa.
In tutti i casi, il risultato finale è che le aziende produttrici medio/grandi, tali cioè da garantire volumi di spedizione sufficienti per saturare la capacità di carico di un certo numero di unità di carico con regolarità, sono in grado di negoziare condizioni contrattuali stabili con gli operatori di trasporto e logistici e dunque trarre vantaggio competitivo dalla loro massa critica.
Viceversa, le PMI non sono spesso in grado di esprimere né esigenze logistiche consolidate né volumi di spedizione redditizi per economie di scala nel trasporto: la conseguenza è che o esse non accedono di fatto a mercati di approvvigionamento e distribuzione che potrebbero determinarne una sostanziale crescita, oppure vi accedono, ma a condizioni economiche non redditizie in quanto il trasportatore/operatore logistico scarica su di essi il maggior costo derivante dalla spedizione non a carico completo.
Da un punto di vista metodologico, la proposta del progetto LIVE si inquadra in modo diretto in questa criticità strutturale di sistema. In particolare, la creazione di un virtual broker permetterebbe di perseguire un’opportuna aggregazione di domanda di trasporto, in maniera tale da consolidare carichi di proprietari diversi e far sì che anche per le PMI si possano realizzare le condizioni di massa critica che conducano a economie di scala nel trasporto. In questo senso, quindi, la proposta si caratterizza sia per un miglioramento dell’efficienza del sistema attuale sia per la possibilità di creare in prospettiva nuove opportunità di business per le PMI coinvolte. D’altra parte, anche gli operatori di trasporto e logistici potrebbero trovare convenienza per saturare la capacità residua dei mezzi e ottimizzare ancora di più i carichi; inoltre, in uno scenario di sviluppo a medio e lungo termine anche essi potrebbero trarre vantaggio dall’allargamento dei traffici delle PMI con ulteriori servizi di trasporto verso aree oggi non servite.
(...) Da un punto di vista pratico, la creazione del virtual broker dovrebbe considerare separatamente tre segmenti di mercato dalle caratteristiche e dalle esigenze abbastanza diverse: trasporto; logistica per merci non deperibili; logistica per merci deperibili.
Per quanto riguarda il trasporto puro door-to-door, si tratta semplicemente di far corrispondere adeguatamente domanda e offerta di trasporto, definendo i vincoli temporali di accesso al servizio (ad es. non più di un certo numero di ore prima della partenza richiesta per la spedizione) e di risposta (in termini di disponibilità, alternative, prezzi). Costituisce poi elemento di primaria importanza la caratterizzazione del servizio in termini di adozione di sistemi EDI tra fornitore e operatore.
Per quanto riguarda invece la richiesta di fornitura di servizi logistici, di cui il più semplice è lo stoccaggio, si deve invece distinguere il caso in cui la merce non richieda trattamento particolare da quello in cui invece siano richieste prestazioni accessorie particolari (deperibilità, temperatura controllata, merce pericolosa…). In entrambi i casi si introduce un livello di complessità in più, legato alla necessità di individuare opportunamente anche la corrispondenza domanda/offerta per spazi di stoccaggio con una dimensione temporale compatibile sia per le richieste della PMI sia per l’operatore logistico di riferimento. Ovviamente, nel caso di merce a temperatura controllata e/o pericolosa, la disponibilità di aree di magazzino e le esigenze di trasporto vanno ulteriormente specializzate per tener conto delle necessità della merce.
A ciascun segmento di mercato corrispondono poi strumenti e metodi modellistici e quantitativi in parte differenti. Il virtual broker dovrà dotarsi comunque di un’intelligenza modellistica per affrontare problemi di progettazione con diversa scansione temporale (...).
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