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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2009
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Italian Energy Days 2009:
cambiamenti climatici,
fonti rinnovabili e sviluppo


Nel nostro Paese bisogna rimuovere la dipendenza dal gas naturale e adottare misure
tali da favorire lo sviluppo di nuove fonti e tecnologie energetiche

L’effetto combinato dell’aumento della domanda e del progressivo esaurirsi della maggior parte dei giacimenti europei e italiani in particolare, comporta l’aumento della dipendenza energetica nazionale dai grandi paesi produttori,
Russia e Algeria in primo luogo, destando ricorrenti preoccupazioni del governo nazionale

L’efficienza energetica è probabilmente una delle risposte più forti ai problemi energetici. Grazie all’uso efficiente dell’energia, a parità di servizi, possiamo ridurre notevolmente la quantità
di energia impiegata


Lucio Ippolito
Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Ingegneria Elettrica dell’Università degli Studi di Salerno
ippolito@unisa.it

La situazione energetica nazionale sta vivendo una fase di cambiamento del quale si comincia ad avvertire il processo accelerativo. Nonostante ciò, i caratteri distintivi delle nostre città sono rimasti associati ad uno schema tecnologico legato al consumo di energie non rinnovabili. Anche le nostre abitudini, a fronte di una conoscenza dei problemi ambientali che raggiunge la gran parte delle persone, non sono cambiate.
Gli Italian Energy Days ’09, patrocinati dalla Commissione Europea - Direzione Generale Energia e Trasporti - nell’ambito della Campagna Energia Sostenibile per l’Europa, hanno rappresentano una occasione per sensibilizzare amministratori, operatori pubblici e privati, imprese, progettisti, tecnici e associazioni di categoria sull’esigenza di adeguare in modo sempre più diffuso le tecnologie per conseguire efficienza sia nel consumo sia nella produzione dell’energia, nonché migliorare i processi di progettazione e costruzione di interventi edilizi che rispondano alle nuove esigenze di controllo energetico e di sostenibilità ambientale. I dati ottenuti sono certamente lusinghieri per numero di espositori, per superficie espositiva, per partecipazione alla sezione convegnistica (almeno 400 persone nei 3 convegni), oltre che di visitatori, per la quasi totalità professionisti ed operatori, è un segnale di come le tecnologie per il risparmio e l’efficienza energetica stiano consolidando la loro posizione sul mercato locale e siano pronte per un ulteriore sviluppo.
Tra le note interessanti della manifestazione il Corso per “Energy Manager e Esperto in Gestione dell’Energia”, organizzato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Ingegneria Elettrica dell’Università degli Studi di Salerno (DIIIE) in stretta collaborazione con Enea e Fire. Il corso ha raccolto circa 80 richieste di partecipazione a fronte dei 50 posti disponibili.
Ripercorrendo il percorso seguito nelle quattro giornate della manifestazione, i principali temi dibattuti hanno riguardato il rapporto intercorrente tra i cambiamenti climatici e lo sviluppo; le opportunità offerte dalla fonti energetiche rinnovabili per l’integrazione dell’attuale mix energetico del nostro Paese; le principali azioni da intraprendere lato domanda per la riduzione dei consumi energetici e il raggiungimento di elevati indici di efficienza.
Relativamente al rapporto che intercorre tra i cambiamenti climatici e lo sviluppo, prendendo in considerazione l’impatto economico, sociale e energetico portato dai mutamenti climatici, grazie al contributo degli esperti, intervenuti in rappresentanza di autorevoli Organismi nazionali, è stato evidenziato il nesso di causalità tra i cambiamenti climatici in corso e le attività umane. Il consumo di fonti primarie energetiche non rinnovabili, oltre a menomare la disponibilità di uno stock che si è formato nel corso di milioni di anni, causa la ri-emissione in atmosfera di carbonio in forma ossidata (CO2) e di altre molecole opache alla radiazione infrarossa (effetto serra), con pesanti conseguenze negative sul clima a livello planetario. Tale perturbazione energetica determinata dai gas climalteranti connessi alle attività umane si sovrappone e amplifica la variabilità naturale del clima che si manifesta in cicli lenti, determinando l’estremizzazione dei fenomeni meteorologici. In tale contesto, l’energia assume una posizione centrale visto che i sistemi energetici sono responsabili di una parte importante delle emissioni nocive delle attività umane sull’ambiente.
Il cambiamento della composizione della nostra atmosfera - determinato dalle attività antropiche - potrebbe portare ad un aumento delle temperature per il 2100 dai 2.0 ai 4.5, mentre l'innalzamento del livello dei mari potrebbe essere di alcune decine di centimetri.
Dal punto di vista scientifico, l’attuale grado di confidenza che caratterizza la conoscenza dei dati rende difficile fornire previsioni quantitative legate ai cambiamenti in atto, essendo i legami alla base di tali processi non ancora completamente caratterizzati. D’altro canto, l’intensità e la frequenza dei fenomeni in atto non possono più essere ignorate. Pertanto, in attesa che gli scienziati forniscano evidenze certe di detti fenomeni, i Governi mondiali, ispirandosi a principi di precauzione, hanno la responsabilità di adottare atteggiamenti prudenziali e responsabili. Per contribuire alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, occorre con immediatezza ridurre le emissioni di CO2 e assumere comportamenti razionali e responsabili nella produzione energetica e negli usi finali.
Ovviamente bisogna adottare strategie differenziate in relazione alla scala temporale di riferimento: nel lungo termine è necessario investire su forme di energia alternative che possano davvero risolvere i bisogni energetici del pianeta; nel breve termine occorre risolvere il problema della sicurezza energetica del nostro Paese e dell’intera Europa.
Tale ultimo aspetto non può e non deve essere trascurato, principalmente nello scenario geopolitico configuratosi nell’ultimo decennio. Le crisi del gas scoppiate negli inverni 2005 e 2008 a causa delle tensioni tra Russia ed Ucraina per l’aumento del prezzo delle forniture russe di gas e quella tra Russia, Georgia e Bielorussia che ha riguardato il settore petrolifero hanno colpito anche il nostro Paese. Questi eventi hanno dimostrato chiaramente come l’energia rappresenti allo stesso tempo una risorsa indispensabile per l’economia e la sicurezza di ogni paese e uno strumento strategico nelle relazioni fra paesi produttori e consumatori. Il panorama internazionale dei nostri giorni si complica ulteriormente se si considera anche l’aumento della pressione competitiva per le risorse energetiche, a causa dell’irrompere di paesi in una fase di sostenuto sviluppo economico come Cina, India o Brasile. In questo contesto, l’Europa rischia di rappresentare il soggetto più debole, perché frammentata al suo interno ed eccessivamente dipendente dalle forniture di pochi paesi. In tale scenario, il nostro Paese, povero di materie prime rischia di subire pesanti penalizzazioni. Il mix di combustibili utilizzato in Italia per la generazione elettrica si è progressivamente sbilanciato verso il gas naturale: oggi l’Italia è paese che, in proporzione, utilizza più gas naturale per il proprio fabbisogno energetico rispetto a tutti gli altri paesi europei.
Ciò rappresenta una enorme criticità in termini sia economici sia di sicurezza energetica. L’effetto combinato dell’aumento della domanda e del progressivo esaurirsi della maggior parte dei giacimenti europei e italiani in particolare, comporta l’aumento della dipendenza energetica nazionale dai grandi paesi produttori, Russia e Algeria in primo luogo, destando ricorrenti preoccupazioni del governo nazionale.
Occorre, pertanto, agire secondo due direttrici: rimuovere la dipendenza dal gas naturale, ripensando e bilanciando il mix di combustibili utilizzato per la generazione elettrica; adottare misure tali da favorire lo sviluppo di nuove fonti e nuove tecnologie energetiche.
In relazione alla identificazione delle fonti energetiche a sostegno dei nostri bisogni negli anni a venire, non esiste una visione europea comune. Ci sono diversi modi di vedere la questione energetica e climatica: ci sono paesi, tra i quali recentemente anche l’Italia, a favore del nucleare, altri no.
Occorre che l’Europa si muova verso un obiettivo comune, lasciando democraticamente al singolo Stato la libertà di scegliere le modalità per il suo raggiungimento.
Certamente tra le fonti di energia pulita, solo il solare e il nucleare sono opzioni credibili per l’Italia.
Il sole è l’unica sorgente abbondante nel nostro Paese. Occorre investire nella costruzione di impianti solari, soprattutto nel Nordafrica, e trasferire via cavo l’energia elettrica prodotta verso la Penisola.
Studi affermati e condivisi dimostrano, infatti che il vento e le biomasse non rappresentano una reale soluzione al problema: la prima perché l’Italia non è caratterizzata da profili di vento idonei; la seconda perché rappresenta una soluzione di nicchia e, quindi, dal limitato impatto energetico. D’altro canto, perché il sole possa nel lungo termine rappresentare la reale alternativa agli idrocarburi, occorre investire sulla ricerca tecnologica, affinché il silicio possa essere sostituito da altri materiali come supporto nella trasformazione della radiazione solare in energia elettrica.
Dai confronti e dai dibattiti attivati nel corso degli Energy Days sono emerse ulteriori direttrici di sviluppo legate ai trasporti e all’efficienza nei consumi finali.
Relativamente ai trasporti, la crescita della domanda di mobilità ha determinato - e questo trend proseguirà nel futuro - l’incremento delle emissioni di anidride carbonica dovute a oltre un miliardo di veicoli che ogni giorno sono in movimento sul pianeta. La possibile soluzione al problema è rappresentata dall’idrogeno, quale nuovo vettore energetico. Occorre concentrare gli sforzi della ricerca in tale direzione al fine di riuscire a sostituire il petrolio nel più breve tempo possibile.
L’efficienza energetica è probabilmente una delle risposte più forti ai problemi energetici. Grazie all’uso efficiente dell’energia, a parità di servizi, possiamo ridurre notevolmente la quantità di energia impiegata. L’efficienza energetica è una grande fonte di energia, anzi, forse la fonte più importante in assoluto.
Ovviamente l’intero quadro delle strategie di intervento deve essere inserito in un conteso di regolamentazione e programmazione a livello nazionale, regionale e locale.
Su tale versante, nel corso delle giornate di studio sono emersi in maniera netta i ritardi della regione Campania su tali tematiche. La Regione Campania non è riuscita a dotarsi di una politica energetica. È mancata in questi anni una pianificazione energetica strategica che potesse smarcare il territorio regionale da situazioni contingenti e visioni prospettiche di portata limitata, come dimostra la mancanza di un Piano Energetico Regionale.
Anche a livello provinciale la situazione non cambia sostanzialmente. La provincia di Salerno ha un deficit energetico pesante, ma soprattutto l’Amministrazione provinciale non è riuscita ancora a dotarsi di un Programma energetico provinciale. Da anni ormai si discute e presenta ai cittadini salernitani una bozza di Piano - mai adottata e resa operativa - che non contiene strategie definite e un piano d’azione in grado di risollevare il nostro territorio.
Tutto ciò disorienta, certamente, i comuni e non contribuisce ad innescare e accelerare i processi di revisione dei regolamenti edilizi comunali e promuovere lo sfruttamento delle fonti rinnovabili. Venendo alle Good News degli Energy Days, occorre segnalare il dinamismo di numerose realtà locali. A ruota del primato raggiunto dal Comune di Mercato S. Severino, primo comune dell’intera regione ad aver sviluppato una pianificazione energetica ambientale e ad aver adottato e attuato il proprio Piano Energetico Ambientale Comunale (PEAC), molti altri comuni, tra i quali il capoluogo, stanno avviando percorsi virtuosi, sulla pressione rappresentata dagli enormi costi della spesa energetica.
Pertanto considerata l’importanza del ruolo trainante degli Enti locali per le energie rinnovabili, il giudizio per quanto riguarda il futuro del nostro territorio è molto positivo.
In conclusione, i numeri della manifestazione, la partecipazione dei cittadini e l’interesse degli operatori del settore ripagano certamente degli sforzi profusi nella organizzazione e rappresentano un forte incentivo a proseguire in tali iniziative.
L’Università di Salerno, portando gli Italian Energy Days nel territorio salernitano, ritiene di aver contribuito ad aprire a un pubblico vasto la cultura delle buone pratiche, offrendo spunti per un confronto tra attori pubblici e privati riguardo alle strategie da mettere in campo ai vari livelli. La speranza - confortata dai risultati raggiunti - è che il nuovo modello di Università voluto fortemente dal Magnifico Rettore, professore Raimondo Pasquino, rappresenti elemento qualificante per il rilancio del territorio e il suo definitivo sviluppo energetico.
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