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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2009
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La conciliazione stragiudiziale delle liti commerciali


Camere di Commercio: superata nel 2008 la quota 10mila conciliazioni in 6 mesi,
l'80% in più del 2007

M. Marinaro
Avvocato Cassazionista - Conciliatore CCIAA Salerno, Avellino, Caserta
Perfezionato in Diritto dell’arbitrato interno ed internazionale - Univ. Salerno Membro dell’AIA Associazione Italiana per l’Arbitrato
info@studiolegalemarinaro.it

La conciliazione stragiudiziale è un metodo di risoluzione delle controversie volontario attraverso cui due o più parti in lite tentano di raggiungere un accordo che ponga fine alla controversia. Il tentativo viene condotto da un terzo imparziale (conciliatore/mediatore) con il compito di assistere le parti nella negoziazione facilitando il raggiungimento dell’accordo.
Il procedimento quindi si caratterizza per la sua estrema informalità e rapidità, oltre che per la libertà di scelta nel raggiungimento dell’accordo, per la presenza di un terzo neutrale privo di potere decisorio e per la riservatezza.
Un sistema di risoluzione delle controversie indipendente dalla giurisdizione statale nasce negli Stati Uniti d’America dove negli anni ’70 si sviluppa il relativo movimento culturale e dove si affermano le prime forme di “giustizia privata” alternativa a quella ordinaria. Questo sistema di metodi di risoluzione delle controversie alternativi alla giustizia statale nel quale assume un ruolo centrale la conciliazione sono conosciuti con l’acronimo A.D.R. (Alternative Dispute Resolution).
Dagli Stati Uniti d’America il movimento di A.D.R. si è ben presto diffuso in Europa ed in particolare in Gran Bretagna e anche in Francia dove la médiation ha iniziato lentamente ad affermarsi come strumento di composizione extragiudiziale. L’onda lunga del movimento A.D.R. oltre che negli altri Paesi europei e nel cuore delle istituzioni comunitarie è giunta poi anche in Italia.
Un ruolo importante in Europa è stato svolto dalla CEE con alcune Raccomandazioni e con Libro Verde del 2001. Di recente una importante Direttiva 2008/52/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio UE (che dovrà essere recepita entro il 21 maggio 2011) relativa a determinati aspetti della mediazione in materia civile e commerciale è diretta a facilitare l’accesso alla risoluzione alternativa delle controversie, a promuovere la composizione amichevole delle medesime incoraggiando il ricorso alla mediazione e garantendo un’equilibrata relazione tra mediazione e procedimento giudiziario ed è applicabile, nelle controversie transfrontaliere, in materia civile e commerciale, salve limitazioni. Peraltro anche nella Costituzione Europea (29.10.2004) all’art. 269, comma 2, lett. g) è stata prevista la necessità di stabilire misure volte a garantire «lo sviluppo di metodi alternativi per la risoluzione delle controversie».
Deve essere segnalato anche il disegno di legge delega approvato in data 8 ottobre 2008 dalla Camera dei Deputati e attualmente all’esame del Senato con il quale il Governo viene delegato ad adottare entro il termine di 6 mesi norme in materia di mediazione e di conciliazione in ambito civile e commerciale.
Ma un ruolo determinante nella diffusione della conciliazione in materia commerciale e consumeristica in Italia deve riconoscersi storicamente alla rete dei servizi conciliativi presso le Camere di Commercio. Il servizio nasce con la legge di riordino di tali enti (legge 580/1993) la quale all’art. 2, comma 4, lett. a), ha attribuito agli stessi la possibilità di «promuovere la costituzione di Commissioni arbitrali e conciliative per la risoluzione delle controversie tra imprese e tra imprese e consumatori ed utenti». Tale attribuzione alle Camere di Commercio inerendo la regolazione del mercato, secondo taluni avrebbe creato una sorta di autorità garante del mercato decentrata; secondo altri le Camere di Commercio avrebbero assunto il ruolo di organo pubblico super partes con funzioni legate all’interesse oggettivo dell’economia e, cioè, con funzioni orientate più verso la tutela della business community che non puro strumento di supporto e promozione delle imprese. Di là da queste dispute un dato è certo: la possibilità di costituire Commissioni arbitrali e conciliative è finalizzata a facilitare l’accesso alla giustizia di soggetti deboli quali i consumatori e le piccole imprese, in un’ottica di contenimento dei tempi e dei costi, e di semplificazione delle procedure, e con riguardo alla micro-conflittualità tra imprese e tra imprese e consumatori, consentendo una progressiva apertura anche a dispute di più ingente rilievo economico.
In questa prospettiva, decisivo appare il contributo di studio, ricerca e diffusione offerto negli ultimi anni da Unioncamere che ha fornito a tutta la rete conciliativa delle Camere di Commercio alcune linee guida allo scopo di uniformare il servizio su tutto il territorio nazionale. Per cui l’accesso a tale servizio presso ogni Camera di Commercio italiana è garantito dalla uniformità delle tariffe applicate (predeterminate e particolarmente convenienti), da un regolamento ispirato a princìpi comuni e da criteri standard minimi di formazione per i conciliatori accreditati.
Peraltro, numerose e di particolare rilievo sono le specifiche ipotesi legislativamente previste nelle quali è possibile rivolgersi alle Camere di Commercio per lo svolgimento di un tentativo di conciliazione; in particolare, oltre alle controversie tra imprese e tra imprese e consumatori o utenti (L. 580/93), si può fare riferimento alle controversie tra utenti ed esercenti servizi di telecomunicazione, a quelle tra imprese nei contratti di subfornitura (L. 192/98; ipotesi di tentativo obbligatorio); alle controversie nella fornitura di servizi turistici (L. 135/01), sino a giungere alle più recenti ipotesi delle controversie in materia societaria (D.lgs. 5/03) ed a quelle in materia di franchising (L. 129/04). Di particolare rilievo appare anche la norma che consente alle associazioni di consumatori di rivolgersi alle Camere di Commercio (L. 281/98).
Alla luce di quanto esposto l’intervento legislativo che pare ormai imminente dovrebbe muoversi nel senso di incentivare le imprese e i consumatori verso questo nuovo modo di affrontare le controversie. Agevolazioni economiche, tutela rafforzata per l’accordo raggiunto, garanzia di riservatezza, consentirebbero alla conciliazione amministrata presso le Camere di commercio di offrire un servizio altamente competitivo e interessante per ogni tipologia di lite commerciale. Ed invero, la rete camerale dei servizi conciliativi ha dato ampia prova nei 15 anni di attività di poter costituire il vero punto di riferimento per la costruzione di nuovi percorsi stragiudiziali per la soluzione delle liti soprattutto nei rapporti tra le imprese e tra le imprese ed i consumatori.

I dati del I semestre 2008
Ammonta a 10.722 il numero delle conciliazioni gestite nei primi sei mesi del 2008, esattamente l’82% in più rispetto ai 5.872 procedimenti avviati tra gennaio e giugno del 2007. Il bilancio dell’attività svolta dalle Camere di Commercio con-tinua così a farsi di anno in anno più cospicuo: sono 50.703, infatti, le conciliazioni gestite dal 1998 ad oggi. Continua ad essere predominante il ricorso dei consumatori agli Sportelli camerali: 8.707 le conciliazioni gestite nel periodo, il 90% in più dei primi sei mesi del 2007. Forte però anche l’aumento delle conciliazioni tra imprese: 2.015 in totale, il 56% in più dello scorso anno.
Da sottolineare il notevole incremento del valore medio delle controversie: dagli 11mila euro dei primi sei mesi del 2007 si è passati agli oltre 29mila del primo semestre 2008. La durata media si attesta invece a 56 giorni, contro i 51 dello scorso anno. A livello territoriale, la Campania, con Napoli, Caserta e Salerno nei primi tre posti della graduatoria, vince quest’anno il primato della regione “più conciliante”: ben 4.190 le procedure gestite, oltre la metà delle quali da attribuire al capoluogo di regione.
Sicilia, Calabria e Toscana seguono a ruota. Nel complesso, il Mezzogiorno mette a segno un incremento del 113% delle conciliazioni rispetto ai primi sei mesi del 2007, tallonato dal Centro (77,5%), quindi dal Nord-Ovest (+30,4%). Sembra interrompersi, invece, il processo di diffusione di questa procedura nelle regioni del Nord-Est: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, le 788 conciliazioni gestite dagli sportelli camerali tra gennaio e giugno scorsi appaiono in flessione del 3,0%.
[fonte: www.unioncamere.it]

Le richieste di Conciliazione presso le 104 Camere di Commer-cio sono in continuo aumento: nel periodo tra il 1997 e il 2007 sono state gestite oltre 40.000 conciliazioni. Solo nel 2007 le domande di Conciliazione sono state 14.183, con una crescita del 52% rispetto alle domande del 2006.
Il valore medio delle conciliazioni è risultato pari a 22.800 Euro, con una durata media di 63 giorni. I numeri dicono che, grazie alle sue carat-teristiche, la Conciliazione delle Camere di commercio potrà diventare il modo più diffuso per risolvere molte controversie.


[fonte: www.unioncamere.it]
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