ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2009
dossier campania - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

di Raffaella Venerando

Crisi, la Regione Campania stanzia fondi

Apprezzabile il pacchetto, ma serve un fondo in favore del private equity

La Crisi del Terzo Millennio: origine e problematiche


Crisi, la Regione Campania stanzia fondi

120 milioni di euro per ridare fiato all’economia in affanno

La Regione stanzia duecento euro pro capite per i prossimi dieci mesi per i 5.000 lavoratori dello stabilimento Fiat Auto di Pomigliano e per le 5.000 tute blu dell’indotto, cui si aggiungono ulteriori misure di integrazione al salario per un aiuto complessivo di 20 milioni di euro



Ancora crisi. L’uragano che ha travolto i mercati di mezzo mondo sul finire dello scorso anno non accenna a perdere di intensità, anzi. Secondo molti purtroppo la sua forza d’urto nei prossimi mesi peggiorerà, per cui si fa di ora in ora più urgente la necessità di intervenire.
Se a livello nazionale la proposta dell’ex presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo di convocare gli Stati Generali dell’economia alla ricerca di soluzioni condivise ha incassato l’approvazione di industriali e sindacato perché in linea con l’esigenza ormai non più rinviabile di fare fronte comune contro la crisi, anche in Campania si “fa squadra” per arginare gli effetti deleteri della recessione produttiva che, nella nostra regione, sta mettendo a dura prova famiglie e imprese.
Si cerca così di mettere in piedi prima e meglio possibile una rete di protezione forte che difenda ciò che è ancora difendibile e che prevenga i riverberi negativi di una situazione economica alla deriva.
I numeri dell’economia campana sono preoccupanti. È di qualche giorno fa la notizia (dati Eurostat, ufficio europeo di statistica) che vuole la Campania all’ultimo posto in Italia per Prodotto Interno Lordo per abitante.
Secondo i dati diffusi, a livello europeo la Campania si conferma tra le regioni più povere dell'Unione a 27, con un Prodotto Interno Lordo per abitante pari a 16mila euro (i dati si riferiscono all’anno 2006) contro i 23.600 della media europea, mentre Londra, con un Pil per abitante pari al 336 per cento di quello medio europeo (52.900 euro in valori assoluti), si conferma - come si era già verificato nel 2005 - la regione più ricca dell'Unione Europea.
Non solo la Campania è quindi isolata in Europa (peggio di noi fanno solo Romania e Bulgaria), ma la nostra è anche la regione più povera d'Italia; a livello nazionale infatti la media del Prodotto Interno Lordo per abitante si attesta a 25.100 euro. Seguono nell’ordine la Sicilia (con un prodotto interno lordo per abitante pari al il 66,9 per cento della media europea), la Calabria (67 per cento) e la Puglia al 67,4 per cento). A pagare in modo pesante gli effetti della recessione produttiva, oltre che le famiglie, sono le imprese, le quali - come dimostra il rapporto di Unioncamere datato febbraio 2009 sulla natalità e mortalità delle imprese italiane - nel 2008 hanno fatto registrare il risultato più modesto mai conseguito negli ultimi sei anni, con una diminuzione assai significativa delle iscrizioni al registro delle imprese (in totale, 410.666, di cui 128.796 nel Sud) e un numero di cessazioni di attività decisamente allarmante (374.262, di cui 122.357 nel solo Mezzogiorno).
Sempre secondo lo studio di Unioncamere, il Centro e il Nord-Ovest mostrano tassi di crescita delle imprese (1,18% e 0,88%) superiori alla media nazionale (0,59%), mentre il Sud e, ancora di più, il Nord-Est (0,32% e 0,06%) fanno registrare tassi nettamente inferiori.
A diminuire in Campania in misura notevole sono le imprese di più piccola dimensione, come quelle artigiane. La sola città di Napoli, ad esempio, se si fa riferimento ai dati relativi al totale delle attività nel 2008, mostra un tasso di crescita delle imprese negativo (-0,05%), con 17.821 iscrizioni e 17.953 cessazioni.
Altri rapporti e indagini economiche non fotografano purtroppo una situazione diversa.
Ai continui crolli fa eco un ridimensionamento delle attese di produzione delle imprese manifatturiere e cadono così rovinosamente ordinativi e ovviamente fatturati, in modo assai vistoso in particolare nel settore automobilistico con grossi centri di produzione - come Pomigliano d’Arco e Pratola Serra - che rischiano la definitiva chiusura.
La Regione Campania, nel tentativo di contenere gli effetti di una crisi dalle proporzioni devastanti, ha varato un pacchetto di misure che prevede lo stanziamento di circa 120 milioni di fondi attinti dal Paser - Piano di Azione per lo Sviluppo Economico Regionale messo a punto dall’Assessorato alle Attività Produttive. Dalla Regione fanno sapere che si tratta di fondi comunitari sbloccati e recuperati.
Tra le misure stabilite dal Tavolo anticrisi, convocato dal governatore Antonio Bassolino, (e che ha visto coinvolti gli assessori Antonio Valiante, Ennio Cascetta, Andrea Cozzolino, Gabriella Cundari, Mariano D'Atonio e Corrado Gabriele; per le organizzazioni sindacali Michele Gravano della Cgil, Pietro Cerrito della Cisl, Anna Rea della Uil, Vincenzo Femiano della Ugl; per gli imprenditori, Carlo Boffa per Confindustria, Maurizio Genito per Confapi e Maurizio Maddaloni per Confcommercio) risaltano interventi per 60 milioni destinati al risanamento delle imprese, mentre 227 milioni saranno stanziati per fare avanzare gli investimenti per reddito di cittadinanza, assistenza agli anziani e asili.
Al via, inoltre, questo mese i bandi per edilizia scolastica e Comuni per complessivi 500 milioni.
Uno dei più attesi e importanti provvedimenti è quello che porta la firma dell’Assessore al Lavoro della Regione Campania Corrado Gabriele: in esso vengono contemplate politiche di sostegno tese a contenere il disastro che sta interessando lo stabilimento Fiat Auto di Pomigliano d’Arco.
Sono duecento gli euro a testa previsti per i prossimi 10 mesi per i 5mila lavoratori dello stabilimento Fiat Auto di Pomigliano e per le 5mila tute blu dell'indotto, cui dovrebbero aggiungersi ulteriori misure di integrazione al salario per una cifra complessiva che tocca quasi i 20 milioni di euro che, attraverso percorsi formativi, renderà possibile un adeguamento della quota prevista dal trattamento di cassa integrazione oggi pari a circa 760 euro.
L'integrazione, di circa 200 euro mensili, dovrebbe essere così sufficiente a coprire l'80% del salario.
Ma vediamo più da vicino cosa prevede il provvedimento di legge a firma dell’Assessore regionale al Lavoro Corrado Gabriele.
Sostanzialmente si tratta di un piano per prevenire le quasi scontate e attuali crisi occupazionali e di una serie di azioni tese a gestirle.
L'Assessore regionale Corrado Gabriele le ha previste nell'ottava parte del regolamento attuativo del suo testo unico sul lavoro che, lo scorso 12 febbraio, ha terminato il suo iter legislativo passando nelle commissioni congiunte Terza (Attività produttive) e Sesta (Formazione e lavoro).
Sul piano della prevenzione, la Regione Campania si impegna così - grazie alla collaborazione dell'Arlav (l'agenzia campana per il lavoro), delle Province e degli enti bilaterali - ad effettuare un monitoraggio periodico dell'andamento del mercato del lavoro per rilevare comparti ed aree produttive o territoriali ad elevato rischio occupazionale.
La Regione si impegna inoltre a promuovere progetti volti alla riqualificazione e alla conversione professionale dei lavoratori più esposti al rischio di esclusione e uscita dal mercato del lavoro; a sostenere, anche finanziariamente, processi aziendali di trasformazione organizzativa, conversione produttiva, innovazione tecnologica per il mantenimento dei livelli occupazionali.
Per contrastare invece le crisi occupazionali gravi, la Regione metterà in atto il Piano d'azione sociale messo a punto dall'assessore regionale competente in materia e presentato alla Giunta per l'approvazione.
Il Piano potrà prevedere incentivi alla trasformazione di imprese in crisi organizzate in forma di società di capitali in nuove imprese cooperative, anche per consentire l'inserimento in qualità di soci di soggetti svantaggiati, di giovani inoccupati e disoccupati e di lavoratori fuoriusciti dal ciclo produttivo.
Tra le misure rientrano poi: incentivi finalizzati a promuovere l'avvio di nuove attività imprenditoriali e di lavoro autonomo da parte dei lavoratori interessati da crisi occupazionali, con particolare riferimento alle iniziative nei settori emergenti e quelli in cui si prevedano potenzialità di sviluppo occupazionale nel medio periodo; incentivi per favorire l'assunzione, con contratti a tempo indeterminato, anche a tempo parziale, di lavoratori a rischio di disoccupazione o licenziati a seguito di crisi occupazionali; contributi per la frequenza da parte dei lavoratori di corsi di riqualificazione; misure volte a favorire la negoziazione di forme di capitalizzazione e di integrazione del reddito dei lavoratori sospesi o licenziati, non beneficiari di trattamenti di natura pubblica, diversi dalla disoccupazione ordinaria.
Una novità che spicca nel disegno di legge dell’Assessore Gabriele è il cosiddetto Certificato AQL, ovvero un bollino blu che attesta l’Alta Qualità del Lavoro e che viene rilasciato a quelle aziende che nella loro attività hanno mostrato di rispettare e rispondere in modo adeguato a precisi standard di stabilità e crescita dimensionale. Alle imprese meritevoli che hanno conseguito la certificazione immediatamente dopo aver avuto accesso agli incentivi previsti dal terzo asse di intervento (contributi per le Piccole e medie imprese che si sono distinte in percorsi di emersione) sarà data una sorta di corsia preferenziale. Seguiranno poi le imprese che, dopo aver ottenuto il certificato AQL, si sono impegnate a migliorare ulteriormente la qualità del lavoro; e, infine, quelle aziende che hanno conseguito il certificato e che si sono poi spese per mantenere i livelli attuali di qualità del lavoro.
Il piano anticrisi, che ha il merito di essere stato concepito grazie a un confronto costruttivo tra Regione, sindacati ed imprese, si concentra su alcune decisioni che - fanno sapere espressamente dalla Regione - sono ritenute prioritarie.
Innanzitutto al centro delle politiche di sostegno vi sono i lavoratori in difficoltà. A questi sono infatti destinati circa 100 milioni di euro di fondi europei per offrire percorsi formativi e di orientamento ai lavoratori in cassa integrazione, in mobilità e agli atipici cui non sono stati rinnovati i contratti. Tali provvedimenti interessano da vicino la Fiat e in generale il comparto dell’auto, ma anche altri settori produttivi seriamente danneggiati dalla crisi economica.
Per far riprendere i consumi e restituire fiato alle imprese la Regione Campania è riuscita a sbloccare alcuni pagamenti arretrati, immettendo circa 2,5 miliardi di liquidità nel sistema economico capaci quindi di rilanciare l’indebolito potere d’acquisto di tante famiglie e fare ossigenare i conti in rosso di tante imprese.
Ben 60 milioni di euro poi serviranno a risanare i debiti a breve termine delle aziende, che negli ultimi mesi si sono viste fortemente restringere la possibilità di accedere al credito.
Il piano interviene anche per dare un colpo di accelerazione ad alcuni intereventi importanti per la coesione sociale: l’erogazione del reddito regionale di cittadinanza da parte dei Comuni, gli interventi sull’edilizia scolastica, la riqualificazione delle città più piccole, i servizi di assistenza domiciliare e gli asili nido.
Si è scelta la strada giusta da un lato per difendere e ridare nuova linfa al sistema imprenditoriale e produttivo della Campania, e dall’altro per rimettere in moto i consumi e sostenere l’anello più debole della società, le famiglie, che da questa crisi senza fine ne escono duramente vessate.
Una variabile fondamentale per la riuscita del pacchetto regionale anti-crisi sarà senza dubbio legato ai tempi di attuazione: a gran voce infatti sia i sindacati che le imprese hanno chiesto che si parta e subito, che non c’è più tempo da perdere.
Da solo non si riesce a stimare quanto sarà sufficiente a ridare energia al sistema economico e produttivo della Campania, ma di certo il piano regionale è un primo passo fondamentale verso la ripresa che tutti auspicano.
Il piano regionale anti-crisi - che si caratterizza per interventi a sostegno della domanda e dell'occupazione, delle fasce sociali deboli e per il consolidamento dei debiti a breve termine delle imprese verso il settore bancario - riuscirà davvero ad essere una terapia d’urto efficace per rimettere sulle proprie gambe l’economia della Campania?


Incentivi ai lavoratori e alle Pmi

• Programmi diretti a favorire la riqualificazione e il reinserimento dei lavoratori interessati da crisi occupazionali;
• progetti volti a sostenere, anche finanziariamente, processi aziendali di trasformazione organizzativa e di innovazione tecnologica;
• incentivi alla trasformazione di imprese in crisi organizzate in forma di società di capitali in nuove imprese cooperative;
• incentivi finalizzati a promuovere l'avvio di nuove attività imprenditoriali e di lavoro autonomo da parte dei lavoratori interessati da crisi occupazionali, con particolare riferimento alle iniziative nei settori emergenti e quelli in cui si prevedano potenzialità di sviluppo occupazionale nel medio periodo;
• incentivi per favorire l'assunzione, con contratti a tempo indeterminato, anche a tempo parziale, di lavoratori a rischio di disoccupazione o licenziati a seguito di crisi occupazionali;
• contributi per la frequenza da parte dei lavoratori di corsi di riqualificazione;
• misure volte a favorire la negoziazione di forme di capitalizzazione e di integrazione del reddito dei lavoratori sospesi o licenziati, non beneficiari di trattamenti di natura pubblica, diversi dalla disoccupazione ordinaria.

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Marzo - 2.790 Mb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it