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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2009
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2030 odissea nell’impresa

Al via la Sesta Edizione di FareTurismo

2030 odissea nell’impresa

Quale know how per l’impresa del futuro

«Le imprese devono affrontare i cambiamenti che si inscenano oggi con il giusto piglio, adattandosi ad essi e non contrastandoli, per non uscire fuori dal mercato. Questo significa anche destinare più attenzione a due temi centrali per il rilancio e la crescita: innovazione e formazione»

di Raffaella Venerando

Presidente
Giovani Imprenditori
Confindustria Campania


Organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori della Campania, si è tenuto lo scorso venerdì 20 febbraio presso l’Aula Magna Partenope dell’Università di Napoli Federico II, il convegno dal titolo “2030 Odissea nell’impresa” che ha visto la partecipazione - oltre che di Andrea Bachrach Presidente G.I. Unione Industriali di Napoli, dell’imprenditrice Nunzia Petrosino in rappresentanza della Presidente G.I. di Avellino Katia Petitto, di Paola Pietrantonio Presidente G.I. Confindustria Benevento, di Marco Pontecorvo Presidente G.I. Confindustria Salerno e di Massimiliano Santoli Presidente G.I. Confindustria Caserta - anche del leader nazionale degli industriali “under 40”, Federica Guidi, Direttore Generale della Ducati Energia.
Tanti i temi sul tavolo, tra cui ovviamente spicca il Mezzogiorno definito dal Presidente G.I. della Campania Mauro Maccauro «non una zavorra per il resto del Paese ma una concreta opportunità». Proprio in relazione al rilancio del territorio meridionale, Maccauro nel corso del dibattito ha proposto che il governo lavori ad una detassazione totale degli utili per le imprese nei prossimi dieci anni, per poi scalarla al 50 per cento nei successivi dieci in ragione di un cambiamento radicale che ha investito le imprese italiane negli ultimi dieci anni.

Il Presidente dei Giovani Imprenditori campani, nel suo intervento introduttivo, ha sottolineato come «in tempi stretti si sia passati da un contesto stabile, caratterizzato da dinamiche prevedibili, ad uno scenario caratterizzato dall’instabilità e dall’imprevedibilità. La velocità digitale, la globalizzazione, le fluttuazioni nei prezzi delle materie prime, i rapporti con le banche sono solo alcuni degli aspetti che hanno cambiato il contesto in cui si muove oggi l’imprenditore».
«Il nuovo scenario - continua Maccauro - impone a chi fa impresa una visione ampia e lungimirante, fortemente dinamica, in grado di coniugare insieme globalità e specializzazione. In questo mutato assetto le esperienze del passato da sole non sono più sufficienti o, quantomeno, la loro relazione con il quadro generale va riletta con una nuova chiave interpretativa. Sarà proprio l’individuare in modo corretto qual è lo scenario con cui ci si relaziona e in cui ci si muove a stabilire forse il fallimento o il successo di chi sceglierà di fare impresa nei prossimi decenni. Il principale obiettivo dei Giovani Imprenditori di Confindustria è esattamente quello di creare elementi stimolanti di discussione. I cambiamenti che si inscenano oggi vanno affrontati con il giusto piglio, adattandosi ad essi e non contrastandoli. Diversamente infatti le aziende facilmente sarebbero tagliate fuori del mercato. Questo significa anche destinare più attenzione a due temi centrali per il rilancio e la crescita: innovazione e formazione. Per il Mezzogiorno però vale anche un altro aspetto: il Sud del Paese deve lavorare ad una politica di concreto sviluppo guardando al Mediterraneo e alla possibilità reale di investire qui risorse e progetti. Chi fa impresa al Sud è un po’ come un Ulisse consapevole di essere parte integrante di un sistema che va cambiato, anzi rivoluzionato. I Giovani devono essere pionieri di questa nuova fase, di queste nuove sfide».

Subito dopo Maccauro la parola è passata alla presidente G.I. di Confindustria Federica Guidi che ha rimarcato come sia importante oggi per le imprese «inventarsi un modo assolutamente nuovo per non uscire dal mercato, ricominciando a parlare di doveri e non solo di diritti».
«Per riuscire ad affrontare con efficacia la crisi che ha investito i mercati dell’economia globalizzata - ha proseguito la Guidi - c’è bisogno di un patto generazionale all’interno delle aziende che devono acquisire consapevolezza della loro funzione sociale ed etica soprattutto nei confronti della propria forza lavoro. In questo particolare momento storico, non bisogna abbandonarsi ad una spirale pessimistica quanto piuttosto credere che la ripresa sia possibile istillando la fiducia necessaria innanzitutto nei propri dipendenti».
Il convegno ha avuto anche un ospite d’eccezione, Gian Luca Rana, intervenuto nella duplice veste di Presidente Confindustria Verona e di Amministratore Delegato del Pastificio Rana SpA, azienda leader nel segmento della pasta fresca.
Il Presidente Rana non ha esitato a manifestare la sua preoccupazione riguardo la difficile situazione economica che sta attraversando il nostro Paese ricordando «come sia la prima volta dal Dopoguerra ad oggi che il tasso di mortalità delle imprese nell’ultimo anno sia aumentato di misura rispetto invece al numero di aziende che ha aperto i battenti».
Rana ha evidenziato come attualmente «per le piccole imprese sia diventato estremamente complicato reggere la concorrenza». «Dovrebbe diffondersi sempre più - ha proseguito l’Amministratore delegato del Pastificio Rana SpA - la capacità tra le aziende di aggregarsi, di fare sistema, per crescere e meglio resistere alla competizione anche attraverso la defiscalizzazione delle operazioni di acquisizione e fusione, altrimenti non si avrà mai la taglia giusta per competere». «Le imprese di Confindustria - ha concluso - devono far valere la propria funzione sociale, la propria valenza etica strategica in un momento delicato come questo tornando a parlare “con la base” creando un clima di sereno e proficuo confronto».
A chiudere i lavori il professore Michele Costabile, Ordinario di Marketing Università della Calabria e Docente SDA Bocconi School of Management, il quale ha invitato gli imprenditori presenti «a fare sempre maggiore ricorso a modelli di business non chiusi, quanto piuttosto capaci di reinventarsi di volta in volta».
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