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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2009
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Marocco,
un Paese che cresce


Il territorio offre agli investitori stabilità politica, una posizione geografica vantaggiosa, un’economia liberale e strategie di investimento chiare e coerenti

Negli ultimi dieci anni il Paese si è impegnato in un ambizioso programma di riforme strutturali in diversi campi per indirizzare l’economia marocchina verso una crescita più sostenuta, migliorare le condizioni di vita e lottare contro disparità sociali e regionali


a cura di Ely Szajkowicz
Responsabile Informazione e Comunicazione
Assafrica & Mediterraneo - Confindustria


Halima Hadir,
Responsabile Ufficio Promozione Economica del Marocco a Milano

Una visita guidata per scoprire da vicino un Paese in forte evoluzione. Un Marocco rinnovato e in crescita, visto attraverso gli occhi della Responsabile del nuovo Ufficio Promozione Economica del Paese a Milano, Halima Hadir, che ci aiuterà a capire che cosa ci sia dietro una crescita del Pil che solo nel 2006 ha registrato un aumento di 8 punti percentuali. Un Paese, quello guidato da Sua Maestà Mohammed VI, che guarda sia all’Europa, nell’ottica di un’area di libero scambio per il 2010, sia agli Usa siglando accordi di liberalizzazione per gli scambi oltreoceano. Consapevole di come la crescita del Paese possa e debba passare anche attraverso riforme strutturali interne. Riforme che non possono non richiamare a gran voce gli investimenti esteri.

Dal 2003 l’economia del Marocco ha registrato una crescita positiva in diversi ambiti. A cosa è dovuta principalmente questa crescita?
I risultati economici del Marocco sono nettamente migliorati grazie alle riforme intraprese e iI contesto economico-politico favorevole supporta il programma di riforme per rilanciare la crescita e migliorare gli indicatori dello sviluppo del Paese. La crescita economica del Marocco si è attestata su una media del 5,4% nel periodo 2001-2006 contro il 3,4% del decennio precedente, grazie a nuove locomotive di crescita. Tale trend sembra consolidarsi poiché nel 2008 il tasso di crescita ha raggiunto il 6,2% e sarà, secondo il Fondo Monetario Internazionale, del 5,2% nel 2009, il migliore della regione. Attraverso gli Accordi di libero scambio sottoscritti, il Marocco acquisisce inoltre un vantaggio concorrenziale che gli permette di proporsi progressivamente nel Mediterraneo occidentale come piattaforma regionale di investimento e scambi commerciali aperta sugli spazi europeo, arabo-mediterraneo, nord atlantico e africano. Il Paese offre quindi agli investitori la possibilità di beneficiare di un mercato di oltre un miliardo di consumatori (mercato americano, europeo, turco, emiratino, egiziano, giordano e tunisino) e ha sviluppato infrastrutture di ricezione degli IDE quali zone industriali, parchi industriali, tecnoparchi, zone franche di esportazione e logistica, distretti industriali.
Quali sono le motivazioni per investire in Marocco?
Cito almeno tre buoni motivi: stabilità politica e posizione geografica strategica, economia liberale e dalle sensibili prospettive di crescita, strategie di investimento chiare e coerenti. Siamo nel Nord-Ovest del continente africano, a 15 km dall’Europa attraverso lo Stretto di Gibilterra, affacciati sul Mediterraneo a nord e sull’Atlantico a ovest, tra l’Algeria a est e la Mauritania a sud: un incrocio geostrategico tra Africa, Europa e Mondo arabo. A questo posizionamento geografico si accompagna la nostra prossimità culturale con l’Europa, che porta alla conoscenza molto diffusa delle lingue straniere, francese e spagnolo in testa.
Per quanto riguarda il secondo punto, le riforme economiche e strutturali portate avanti dal mio Paese dagli anni ’80 hanno determinato il consolidamento della stabilità macroeconomica con tassi di inflazione controllati, eccedenza nella bilancia dei pagamenti grazie alle rimesse dei lavoratori marocchini all’estero e un aumento degli introiti derivanti da turismo e Investimenti Diretti Esteri. Il continuo miglioramento del Business Environment, l’apertura commerciale coniugata alla liberalizzazione dei settori produttivi, alla regolamentazione del mercato e all’impegno del paese in una serie di accordi commerciali e di libero scambio rinforzano ulteriormente l’integrazione dell’economia del Marocco. Il tasso di apertura dell’economia marocchina è passato dal 51,2% nel 2000 al 62,4% nel 2007. L’Unione Europea è il principale partner commerciale del Marocco, rappresentando il 60% degli scambi con l’estero nel 2007, assorbendo il 73,5% delle esportazioni marocchine e fornendo più della metà delle nostre esportazioni. Negli ultimi dieci anni il Paese si è impegnato in un ambizioso programma di riforme strutturali in diversi campi, con l’obiettivo di indirizzare l’economia marocchina verso una crescita più sostenuta, migliorare le condizioni di vita e lottare contro le disparità sociali e regionali.
Per quanto riguarda il terzo punto, il Marocco si dedica, nel quadro della sua politica di sviluppo, a favorire la crescita dei differenti settori di attività e più particolarmente i settori non agricoli per rinforzare l’indipendenza del tasso di crescita globale dalle variazioni climatiche. Alcuni settori ad alto valore aggiunto, così come i comparti dei servizi a forte potenziale di occupazione, beneficiano in tale ambito di un’attenzione particolare:
- Il Programme Emergence prevede una strategia industriale basata sul posizionamento del Paese su nuovi assi portanti, identificando sette settori-chiave in cui il Marocco gode di vantaggi comparativi importanti: offshoring, componenti elettroniche di punta, apparecchiature automobilistiche, aeronautiche, tessile, prodotti agricoli, prodotti della pesca e artigianato. Oggi la strategia si è estesa ad altri settori, per inglobare quelli della biotecnologia, nanotecnologia e microelettronica.
- Il settore ICT realizza un volume di affari di oltre 4 miliardi di dollari e il suo sviluppo è oggetto di una strategia denominata “contrat progrès 2006-2012”, volta a raddoppiare per quella data tale volume e far entrare il paese nella società dell’informazione e della conoscenza.
- Il turismo, considerato come uno dei motori di sviluppo economico e sociale del paese, si è dotato di una strategia di sviluppo “Vision 2010” con l’obiettivo di raggiungere per quella data i 10 milioni di turisti.
A tutto ciò si accompagnano il “Plan Maroc vert”, lanciato per l’agricoltura nell’aprile 2008, finalizzato anche alla crescita del Pil agricolo da 9,7 miliardi di dollari a circa 13,8 miliardi di dollari, la “Vision 2015” per l’artigianato, il piano “Rawaj 2020” per il commercio che prevede, tra l’altro, un’azione globale destinata al commercio interno (grandi superfici, reti commerciali, commercio di prossimità e mercati all’ingrosso). Per l’energia infine, la filiera delle energie rinnovabili presenta buone prospettive per gli investitori, in relazione al deficit di idrocarburi in Marocco e della prossimità di mercati che richiedono tali risorse.
Quali sono le azioni intraprese dal Regno per incoraggiare l’investimento e proteggere l’investitore estero?
Gli investitori esteri hanno parità di trattamento con gli investitori nazionali, godono degli stessi diritti e incentivi previsti per quest’ultimi, hanno pieno diritto di stabilimento e possono liberamente far rientrare in patria profitti, dividendi e capitali. Da gennaio del 1993 è inoltre in vigore la legge che incoraggia sia gli investimenti nazionali che esteri, offrendo un accesso sistematico a tutti i vantaggi disponibili e razionalizzando e semplificando le procedure amministrative. Aggiungo che dal 2002 sono inoltre operativi in 16 regioni del Paese i Centres Régionaux d’Investissement, chiamati anche «One Stop Shop», Sportelli unici che hanno il ruolo di interlocutore unico dell’investitore e l’accompagnano nel processo di realizzazione del progetto. É poi stata istituita, alle dirette dipendenze del Primo Ministro, la Commissione per gli investimenti, per valutare eventuali ostacoli ai progetti di investimento. Queste misure hanno già fortemente aumentato l’attrattività del Marocco per gli investimenti.
Oltre al settore delle infrastrutture, per quali piccole e medie imprese italiane ci sono opportunità in Marocco?
Le strategie di sviluppo settoriale mirano a orientare i settori verso un migliore utilizzo dei vantaggi competitivi e prevedono l’adattamento della produzione nazionale alle evoluzioni e alle nuove esigenze della domanda estera. In particolare: per il settore industriale, le opportunità si collocano nei nuovi settori ad alta componente tecnica e a forte valore aggiunto, come i componenti auto, l’aeronautica, l’elettronica specializzata. Il potenziale di tali settori si fonda sulla presenza di più siti di assemblaggio e montaggio in Europa in prossimità del Marocco a meno di tre giorni di trasporto su strada da Tangeri all’estremo Nord del paese. Il Marocco, con la sua combinazione favorevole di costi dei fattori di produzione e di prossimità logistica, ben si presta a beneficiare di tutti i vantaggi e le opportunità legate alla delocalizzazione. Per l’offshoring possiamo identificare due grandi filoni di attività: il Business Process Outsourcing per le lavorazioni e l’Information Technology Outsourcing. Il Marocco prevede più azioni: in primo luogo attraverso misure fiscali che prevedono l’alleggerimento massiccio della fiscalità sul lavoro, l’esonero dell’imposta societaria per 5 anni, diritti di importazione minima al 2,5%, ecc., e in secondo luogo infrastrutture e servizi dedicati. Inoltre il settore energia è in ristrutturazione per contrastare il rincaro dei prodotti petroliferi, aprendo opportunità nelle energie rinnovabili attraverso i programmi per eolico, solare, idraulico e l’utilizzo del gas naturale per la produzione elettrica e industriale. Tessile e abbigliamento rivestono un’importanza strategica nell’economia marocchina in relazione al loro potenziale in materia di investimenti, occupazione, esportazione e creazione di valore aggiunto: la ristrutturazione del settore punta a una maggiore qualità, passando dalla sous-traitance (subappalto) alla co-traitance e sviluppando le filiere del fast fashion. Del settore turistico ho già accennato: aggiungo che il tasso di ritorno dei turisti in Marocco è il più alto della regione (2,31% contro 1,74% per Tunisia e 1,70% per l'Egitto). Per l’agricoltura ci sono ottime opportunità nel settore cerealicolo e della arboricultura: infine, settore bancario e finanziario, grande distribuzione, telefonia mobile e trasporto offrono opportunità di investimento e partenariato con il settore privato.
In meno di 6 anni il Governo ha dato il via alla realizzazione di mille chilometri di autostrade e 15mila di strade, oltre 450 di alta velocità ferroviaria. Del resto un Paese che vuole crescere e svilupparsi ha bisogno di infrastrutture. Quali sono i progetti futuri del Paese e le opportunità per le imprese italiane del settore?
La risposta è in una cifra: il Governo intende investire più di 18 miliardi di dollari nelle infrastrutture per il periodo 2008-2012, il più grande piano di ammodernamento della storia del Regno. Aeroporti, ferrovie, Alta velocità, strade, autostrade e porti, con una lista impressionante di grandi cantieri titanici. Mi lasci solo fare un accenno a Tanger Med, che sarà uno dei più grandi porti del bacino mediterraneo e farà del Marocco un incrocio tra Europa, Asia e Marocco. La prima banchina del porto ha accolto a luglio 2007 la più grande porta-containers di nuova generazione del mondo. É inoltre in costruzione Tanger-Med II, che rinforzerà la capacità di Tanger Med I e i due porti, insieme, avranno una capacità complessiva di 8 milioni di containers, che ne faranno uno dei centri portuali più competitivi del Mediterraneo.
Il Marocco visto dall’Italia: a dicembre ha aperto a Milano l’Ufficio per la promozione economica del suo Paese. Quali sono i suoi obiettivi nel medio termine?
Sono fortemente convinta che la creatività ed il know-how italiano e la competitività marocchina insieme possono conquistare il mondo ed è su queste basi che intende lavorare l’Ufficio di Milano. Sono convinta che esistono già le migliori basi per costruire reali rapporti di crescita e di sviluppo duraturi nel tempo tra i due paesi: allo stato attuale serve però una maggiore conoscenza reciproca. L’Ufficio di Milano attende le imprese italiane. (Ufficio Promozione Economica del Marocco: Tel. 02-85155320
Fax: 02-85155357 mail: hadir@mcinet.gov.ma)

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