GLI IMPRENDITORI DEL TERZIARIO AVANZATO
CHIEDONO PIÙ MERCATO PER I SERVIZI
APRE A OTTAVIANO
LA NUOVA ANTENNA DELL’UNIONE INDUSTRIALI
INDUSTRIA ALIMENTARE,
IL RILANCIO PASSA DA NAPOLI
PerchÉ conviene investire in Argentina
ENERGIA, PIÙ EFFICIENZA
PER RIDURRE COSTI E CONSUMI
SICUREZZA INFORMATICA,
PATTO TRA INDUSTRIALI E NATO
di Bruno Bisogni
INDUSTRIA ALIMENTARE,
IL RILANCIO PASSA DA NAPOLI
Il Consiglio Nazionale dei Giovani Imprenditori del settore in vista del forum di Lecce
Il titolo del VI Forum dei Giovani Imprenditori di Federalimentare sarà “Coltivare l’impresa. Nuovi scenari di competizione globale”. L’appuntamento è fissato a Lecce per il 26 e 27 settembre 2008. Nell’occasione sarà presentato un documento predisposto dal Gruppo Giovani Imprenditori di Federalimentare con la collaborazione di Kpmg e Borsa Italiana. Si tratterà di uno studio che, oltre agli apporti scientifici e statistici, si baserà sull’impegno concreto dei componenti del Gruppo, che dibatteranno al loro interno le tesi da sostenere, nel corso di un itinerario di lavoro. Una delle tappe di questo itinerario si è tenuta lo scorso 20 giugno a Napoli, presso la sede dell’Unione Industriali, nell’ambito del Consiglio Nazionale dei G.I. di Federalimentare. Ad aprire i lavori del Consiglio è stato il Presidente dei Giovani Imprenditori di Federalimentare, Francesco Senesi. Nel corso del Consiglio Nazionale di Napoli, in sostanza, si è svolto anche il primo Focus Group dei Giovani sul modello di sviluppo dell’industria alimentare italiana. «Il nostro intendimento - ha chiarito Antimo Caputo, Vice Presidente del Consiglio centrale dei Giovani Imprenditori di Federalimentare, oltre che Consigliere Delegato all’Internazionalizzazione dei G.I. di Confindustria - è di tracciare le linee da perseguire per una crescita strutturata, che tenga conto delle varie anime delle nostra industria». Il documento che sarà presentato al Forum di Lecce dovrà essere innovativo, finalizzato a delineare un piano di rinascita industriale che dia all’industria alimentare il ruolo di locomotiva. Per procedere in tale direzione si ritiene indispensabile che l’industria alimentare possa contare non soltanto sul suo consolidato “food appeal”, ma anche sull’acquisizione di una cost leadership mondiale. Non basta infatti avere conquistato una posizione di indiscussa supremazia sul piano dei valori qualitativi medi della produzione nazionale e, di riflesso, dell’immagine proiettata verso il mercato dei consumatori sia nazionali che d’oltre confine.
La capacità delle imprese dei paesi concorrenti, specie di quelli di nuova industrializzazione, è tale da rincorrere con l’emulazione e l’imitazione gli standard offerti dal modello italiano, per lo più potendo contare sul drastico abbattimento dei costi produttivi. La strategia dell’impresa nazionale del settore alimentare non potrà dunque sottovalutare problematiche come il contenimento dei costi, così come non potrà non tenere in adeguata considerazione tutte le strade, a cominciare dalle diverse modalità di aggregazione, praticabili per implementare le quote di mercato estero appannaggio del prodotto nazionale. Un discorso, questo, che vale soprattutto per le piccole imprese, da sole spesso impossibilitate a sostenere gli oneri delle aggressive campagne di marketing necessarie per farsi largo nel mercato globale.
Il documento di Lecce, la cui gestazione prevede sia il confronto che l’accordo preventivo tra le parti coinvolte, all’insegna della condivisione di valori e interessi comuni, sarà presentato alle autorità italiane ed europee. Il lavoro di approfondimento proseguirà nel corso di due incontri fissati a Roma questo mese.
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