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Il gruppo Bruno “caso di eccellenza”
L’attività dell’azienda di Grottaminarda è stata al centro di una
tesi di laurea di due neo dottoresse in ingegneria dell’informazione che hanno vinto due borse di studio
“Il caso della società Bruno, azienda leader produttrice di gruppi elettrogeni”: è il tema di una tesi di laurea di due neo dottoresse in ingegneria dell’informazione, Erminia Meoli e Giuseppina Montemarano, che si sono occupate di metodi quantitativi per la massimizzazione del rendimento di impianti di verniciatura robotizzati presso lo stabilimento di Grottaminarda. Gli eccezionali risultati conseguiti con il lavoro svolto e presentato presso l’Università degli Studi del Sannio, hanno consentito al relatore della tesi, il professor Matteo Mario Savino, di ottenere per i due neo ingegneri due borse di studio dal “Singapore Institute of Manufacturing technology” presso la Nanyang Technological University, una delle più prestigiose dell’estremo oriente, seconda dopo quella di Tokyo e quarta al mondo dopo il Mit di Boston, l’università di Berkeley e quella di Oxford. Meoli e Montemarano sono partite a fine giugno per collaborare ad un progetto di ricerca sulla gestione informatizzata di sistemi di produzione altamente dinamici. L’azienda Bruno, dunque, premiata come realtà di eccellenza. «Ci inorgoglisce il fatto - afferma Giuseppe Bruno - di essere stati scelti come un caso di studio».
Giuseppe Bruno, amministratore della società, è stato chiamato ad offrire la sua testimonianza nel corso di un incontro che si è tenuto il 17 giugno presso la facoltà di ingegneria dell’Università del Sannio. Ai lavori hanno preso parte il magnifico Rettore Filippo Bencardino, il preside della facoltà di ingegneria Filippo De Rossi, il delegato del Rettore per l’analisi della domanda e dell’offerta formativa, nonché presidente della classe di lauree in scienze dell’economia e della gestione aziendale, Massimo Squillante e del presidente dell’associazione studentesca Unisea, Francesco Annaloro. I lavori sono stati coordinati da Vittoria Ferrandino, docente di storia dei processi economici presso la facoltà di scienze economiche ed aziendali ed organizzatrice del ciclo di seminari insieme ad Ennio De Simone, preside della stessa facoltà. L’introduzione è stata affidata a Matteo Savino, la cui attività di ricerca nel settore della gestione dei sistemi di produzione lo vede da tempo impegnato in numerose collaborazioni internazionali, con la maggior parte dei paesi dell’Ue, con gli Stati Uniti e con alcuni paesi asiatici, tra cui India, Cina, Thailandia e Malesia. É intervenuto poi Giuseppe Bruno, amministratore della società Bruno, nonché vice presidente di Confindustria Avellino. Nel suo intervento ha tracciato un quadro dell’economia mondiale con il fenomeno della globalizzazione, realtà che incide profondamente sui tessuti economici, civili e sociali di tutti i paesi. «I problemi che questo fenomeno pone - afferma Bruno - sono nuovi, coinvolgono milioni di esseri umani, mettono a contatto realtà transnazionali, richiedono capitali ma anche ideazione e freschezza di iniziative». Per l’imprenditore irpino in questo contesto un ruolo primario lo rivestono la preparazione e l’insegnamento. «Un paese come l’Italia - continua Bruno - deve guadagnare posizioni nella scala dell’apprendimento. Bankitalia, con il suo rapporto, ha messo a fuoco situazioni deprimenti: si studia poco, si parlano poco le lingue straniere, ci si attarda su posizioni scolastiche di retroguardia. Tutti sono chiamati a fare la loro parte, in primo luogo l’Università che deve aprirsi sempre di più alle realtà territoriali». Ma secondo il vice presidente di Confindustria molto possono fare gli stessi giovani che dispongono oggi di possibilità di acculturazioni, un tempo inimmaginabili: internet, i viaggi, gli scambi culturali. «Occorre però - avverte Bruno - che il nostro paese faccia prevalere la meritocrazia. Il nostro corpo sociale è turbato da troppe interferenze clientelari che non premiano i migliori e le intelligenze più vive. Occorre valorizzare l’impegno e lo studio. L’iniziativa privata ha tutto da guadagnare da questa impostazione. Ma anche il settore pubblico potrà avere fresca linfa per recuperare produttività ed efficienza».
L’azienda Bruno srl ha realizzato oltre 100.000 gruppi elettrogeni in quasi trent’anni di attività, in grado di alimentare metropoli come New York e Londra. Attualmente la produzione annua supera le 10.000 unità. Numeri che sono l’estrema sintesi di un percorso di successo di uno dei leader nel settore dei gruppi elettrogeni. «È il risultato - commenta Bruno - di un’attività incentrata su un’organizzazione dinamica e una collaborazione con i nostri fornitori e partner finalizzata al continuo miglioramento del prodotto e alla soddisfazione del cliente finale».
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