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  Dicembre 2012

Articoli n° 01
GENNAIO - FEBBRAIO 2008
 


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Cicala detta l’agenda 2008:
ambiente, sicurezza e sviluppo

Pari opportunitÀ, la Piccola Industria
lancia il progetto “Pro time life”

Intesa tra Awelco e Jabil:
nasce il Parco tecnologico KiBrain

Il nuovo prefetto agli imprenditori:
«Consideratemi al vostro fianco»

Antonio Farina:
«La sicurezza È un’emergenza sociale»

di Antonio Arricale

Cicala detta l’agenda 2008:
ambiente, sicurezza e sviluppo


I dati del 2007 sono stati sicuramente incoraggianti: aumenta il Pil (1,5%) e incrementano le esportazioni, ma restano irrisolti i nodi della politica. L’emergenza rifiuti ha fatto danno incalcolabili



Ambiente, sicurezza, sviluppo: sono queste le priorità che Confindustria Caserta individua per il 2008 e che rischiano di vanificare i buoni risultati che pure non sono mancati lo scorso anno. Il presidente Carlo Cicala lo dice senza troppe perifrasi, incontrando i giornalisti, nella consueta conferenza stampa di inizio d’anno, assieme al vice presidente Francesco Canzano, al presidente del Ggi Gianluigi Traettino, al consigliere incaricato e presidente della Cassa Edile Antonio Farina, al presidente della sezione Alimentari Bruno Cortese e ai dirigenti della struttura associativa.
«Il 2007 è finito bene, con gli indici generali orientati al rialzo», dice. Ed elenca: aumento del Prodotto Interno Lordo (1,5%), attivo della bilancia commerciale, incremento dell’export grazie soprattutto al settore manifatturiero ed un elevato livello della produttività (41.600 euro per addetto, pari al 92% del dato medio nazionale e superiore di 8 punti percentuali rispetto alla media del Sud), sono risultati che fanno ben sperare. E però, aggiunge, nel contesto generale si tratta di dati che «fanno pensare un po’ alla tela di Penelope: con le imprese impegnate di giorno faticosamente a tessere e la politica che, di notte, invece di aiutare frappone ostacoli se non addirittura disfa il lavoro fatto».
Cicala cita, in proposito, il mancato finanziamento del credito di imposta, pure garantito fino all’ultimo momento dal governo. E così anche al livello campano, dove non soltanto non c’è stato il tanto auspicato alleggerimento del carico fiscale, ma addirittura si deve registrare un inasprimento delle tasse che davvero non si comprende.
«Basti dare uno sguardo alla cosiddetta Finanziaria regionale – osserva – da cui si evince che la voce spesa sanitaria continua ad assorbire enormi risorse, aumenta il costo del trasporto pubblico locale, s’istituiscono nuove tasse: sul diesel, sulle attività estrattive, sulle acque minerali».
Ma tant’è. Bisogna guardare avanti e affrontare decisamente quelle che Cicala chiama priorità ma che, in un caso almeno, hanno il peso di un macigno. L’Ambiente, in primo luogo, con l’emergenza rifiuti che ha assunto il tono di un dramma.
Nei dettagli ecco la posizione di Confindustria Caserta sui tre capitoli e, soprattutto, le soluzioni.

Ambiente. La situazione dei rifiuti non è più tollerabile da parte del sistema delle imprese. I risultati della dissennata gestione del problema, in quattordici anni, hanno provocato danni ingenti di sperpero del denaro pubblico e incalcolabili danni di immagine e reputazione complessiva della regione Campania e dell’intero Paese. In 14 anni – ha scritto sul Corriere della Sera Sergio Rizzo – sono stati buttati 2mila milioni di euro, con i quali si sarebbero potuti costruire non uno, ma 15 termovalorizzatori. Si tratta di un fiume di denaro sottratto alle imprese, che reclamano una minore pressione fiscale, infrastrutture, politiche energetiche, e che rischiano ora anche di essere escluse dai benefici indotti dei fondi europei. Non solo. Le imprese rischiano di essere chiamate anche a pagare per i danni ambientali correlati a tale situazione, attraverso la caratterizzazione dei Siti di interesse nazionale che soltanto in provincia di Caserta interessano oltre 2/3 del numero complessivo dei Comuni. «È ora di dire basta. E di agire, ciascuno per la propria competenza e responsabilità, guardando sia al breve che al medio termine», dice.

Sviluppo. «Creare ricchezza e occupazione è per noi industriali – nonostante e a dispetto delle numerose diseconomie del territorio – la vera mission. Vorremmo, perciò, che a partire dalla politica, l’impresa venisse considerata non come la controparte da abbattere, condizionare, frenare, ma come un bene pubblico da preservare e sostenere con azioni e politiche concrete». In questo senso Confindustria Caserta lamenta i ritardi per la realizzazione dell’aeroporto di Grazzanise e il mancato sostegno all’Interporto Sud Europa. Ma l’atto di accusa più grave è rivolto al consorzio Asi. «Con la firma in calce al Protocollo di Sviluppo firmato con il governo abbiamo finora registrato venti proposte imprenditoriali per almeno mille posti. Ci sono le proposte – tuona Cicala – ma non i suoli industriali. O meglio, i terreni ci sono ma, paradossalmente, non possono essere utilizzate dagli imprenditori».

Sicurezza. Intesa, questa, a 360 gradi e non soltanto con riferimento alla criminalità ma anche come sicurezza sui posti di lavoro. In entrambi i casi si tratta di un obiettivo che presuppone un salto di qualità culturale da parte delle imprese. Un atteggiamento nuovo di cui abbiamo cominciato a cogliere i primi segnali positivi lo scorso anno, avviando – sul fronte della criminalità, in cui l’imprenditore è di sicuro la prima vittima – una proficua collaborazione con carabinieri e polizia. «Sul fronte, invece, della sicurezza sul lavoro, benché la situazione in provincia di Caserta indichi – dato 2006 rispetto all’anno precedente – un miglioramento del trend (complessivamente 227 denunce di incidenti in meno) è nostra intenzione intensificare il programma di azione preventiva già avviato dalla Sezione Costruttori con la collaborazione della Cassa edile e degli enti paritetici».
A Confindustria Caserta, infatti, non sfugge che quello della sicurezza sul lavoro resta una emergenza sociale, e che in quanto tale non può essere confinata alla semplice contrattazione sindacale. «È nostra intenzione – conclude Cicala – avviare con i sindacati un tavolo di concertazione dedicato in modo specifico al problema».

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