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Cash pooling:
la gestione accentrata della tesoreria di gruppo
Tra i vantaggi per le aziende consociate spicca la maggiore forza
nella relazione con il mondo bancario
 Nicola Iademarco
Dottore Commercialista
iademarco@tiscali.it
Con l’accentramento della gestione finanziaria si perseguono obiettivi di coordinamento strategico ed operativo, orientati a rendere possibile la direzione unitaria di Gruppo e a conseguire sinergie finanziarie.
Lo strumento operativo a mezzo del quale si realizza la tesoriera centralizzata è l’accordo di cash pooling: si accentra in capo ad un unico soggetto giuridico, generalmente la holding definita pool leader, la gestione delle disponibilità finanziarie di un gruppo di imprese, al fine di evitare, o comunque di contenere, le diseconomie che possono realizzarsi a seguito della coesistenza, nel medesimo gruppo, di posizioni passive ed attive in capo alle diverse società consociate nei confronti di Istituti di credito.
L’accordo è così strutturato:
- contratto di pool tra una Banca e la società pool leader in forza del quale a quest’ultima viene intestato un conto corrente nel quale confluiranno tutti i movimenti che transitano sui conti correnti intrattenuti dalle singole società rientranti nel perimetro di controllo;
- contratto di conto corrente tra la holding e le singole società del gruppo in cui saranno giustificate le singole posizioni debitorie e creditorie conseguenti il trasferimento dei saldi attivi o passivi dei singoli conti correnti su quello del pool.
Qualora il saldo trasferito sia passivo, la società pool leader provvederà ad accreditare una somma di uguale importo, mentre in caso di saldo attivo questo viene trasferito alla capogruppo.
Da ciò consegue che il saldo di ogni rapporto di conto corrente intrattenuto tra ogni singola società e la Banca sarà sempre pari a zero, poiché oggetto del trasferimento in capo al rapporto intestato alla holding.
Tale sistema, quindi, realizza significative sinergie finanziarie unificando i rapporti nei confronti delle banche e compensando internamente al gruppo posizioni creditorie e debitorie, che prese singolarmente sarebbero assoggettate ad un asimmetrico trattamento economico degli istituti di credito (il cui margine di interesse si basa sul differenziale positivo tra interesse attivo per l’impiego e interesse passivo sui depositi).
Completa la politica di direzione e coordinamento dei gruppi di imprese permettendo l’analisi della dinamica dei flussi finanziari intercompany e con ciò consentendo di comprendere le modalità di collegamento a livello finanziario delle diverse società del gruppo nonché di realizzare un monitoraggio continuo delle esigenze finanziarie specifiche delle varie società consociate.
Non di secondaria importanza il vantaggio riconducibile alla nuova posizione che il gruppo aziendale assume nei confronti degli istituti bancari: si palesa la possibilità di porsi nei confronti di questi ultimi come una unica entità che efficientemente gestisce la propria liquidità minimizzando sia il fabbisogno finanziario di breve termine, il costo del capitale necessario a finanziarlo e massimizzando i benefici ritraibili da eventuali surplus di cassa.
Concludendo, è doveroso evidenziare che il ricorso a tale specifico strumento finanziario è condizionato al fatto che la società pool leader soddisfi determinati requisiti imposti dalla nostra legislazione.
In particolare la capogruppo, la quale non si rivolge al pubblico in generale, ma unicamente alle altre imprese appartenenti al gruppo, avrà l’obbligo di iscrizione nella sezione speciale dell’elenco generale degli intermediari finanziari di cui all’articolo 113 D.Lgs. 385/93 (Testo Unico Bancario) nonché l’obbligo di osservare le disposizioni contenute nella normativa “antiriciclaggio “ con la tenuta dell’Archivio Unico Informatico.
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