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  Dicembre 2012

Articoli n° 01
GENNAIO - FEBBRAIO 2008
 


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di Stefano Castelli Gattinara, Architetto

SIVIGLIA

A passeggio tra architetture storiche e contemporanee respirando il calore dell’ospitalità

Sul lato sinistro della valle formata dal fiume Guadalquivir sorge Siviglia, città che racchiude in sè il fascino della Spagna di ieri e di oggi. La leggenda attribuisce la sua fondazione ad Ercole, mentre alla sua evoluzione hanno contribuito molte dominazioni (da quella romana a quella araba). La città è sempre stata polo commerciale e di scambio; con la scoperta dell’America ebbe inizio un periodo di splendore che la portò, nel 1503, a detenere il monopolio per il commercio d’oltremare. Per queste sue origini, Siviglia è terra di corrida e flamenco, d'arte, di storia e di tradizione, viva e allegra. Nel 1992 è stata sede dell’Esposizione Universale, occasione unica per rilanciare una città dalle mille sfaccettature. Oggi Siviglia è una città gradevolissima, pervasa dalla fragranza delle moltissime piante di arance. Il clima di distensione, il calore e l’accoglienza dei suoi abitanti si avvertono passeggiando lungo il Guadalquivir, dove si trova una moltitudine di piccoli locali in cui si mangia, si beve, si canta o soltanto si assapora il benessere dell'ombra, quella stessa ombra che accoglie i fruitori dei bellissimi parchi e giardini, anch’essi caratterizzati dagli aspetti multietnici delle dominazioni.
Da visitare, sicuramente, i giardini dell'Alcazar, curiosa mescolanza di stili di giardinaggio differenti: arabo, francese e rinascimentale, dove aromi di gelsomino e di buganvillea intrecciano l’armonia dell’acqua. Anche se non è esattamente un giardino, gli abitanti di Siviglia si godono il cimitero di San Fernando come se lo fosse. Il suo design romantico, adorno di alberi, collinette e un interessante gruppo di mausolei (in cui riposano matador famosi quale, per esempio, Joselito el Gallo) lo rendono una zona tranquilla dove andare a rilassarsi.

Camminando per Siviglia ci si sente immersi nella storia, rappresentata da molteplici edifici, presenti o proiettati nel futuro, con le architetture reinterpretate nel post Expo o con i progetti all’avanguardia per caratteri innovativi, tecnologici e bioclimatici. Tra gli edifici storici, la Cattedrale è forse quello più celebre: è la più grande chiesa gotica della Cristianità e il più grande luogo di culto in Spagna. Da essa si accede a La Giralda, una maestosa torre risalente al XII secolo, antico minareto della moschea che sorgeva un tempo in questo luogo. Il palazzo reale Alcazar, costruito per Pedro I nel 1360, è un bellissimo esempio dello stile Mudejar. Altre visite, che non bisognerebbe mancare di fare, sono quelle alla Real Maestranza, tipico esempio di arena per la corrida, che può ospitare 13000 spettatori e la Torre dell’Oro, sulla sponda del Guadalquivir, costruita dagli Almohadi e usata dopo la conquista spagnola per proteggere l'oro portato dall'America.

L’Expo'92 segna per la città di Siviglia un nuovo inizio: strade, strutture moderne, turismo, crescita economica. Tutto comincia il 31 maggio 1976, quando Don Juan Carlos I annuncia l’intenzione di organizzare un’esposizione universale che permetta al mondo intero di conoscere il paese. Il motivo è l’anniversario dei 500 anni della scoperta dell’America (1492). Area prescelta per l’expo l’isola de la Cartuja, tra l'antico corso del fiume Guadalquivir e il nuovo tracciato creato negli anni '70 per difendere la città dalle inondazioni. L’isola deve il suo nome alla Cartuja, l'antico monastero certosino di Santa Maria las Cuevas (1400). Già dimora di Cristoforo Colombo e sede di una ottocentesca manifattura di maioliche, è stata restaurata proprio in occasione dell'Expo per accogliere il Padiglione Reale. È un luogo colombiano per eccellenza perchè qui Colombo progettò il suo viaggio e qui furono accolte per un certo periodo le spoglie del navigatore. In seguito all’Esposizione divenne la sede del IAPH (Istituto Andaluso del Patrimonio Storico). Naturalmente, i più grandi nomi dell’architettura mondiale hanno partecipato all’allestimento dell’esposizione con padiglioni, molti dei quali momentanei, che hanno segnato l’evoluzione dell’architettura contemporanea mondiale. Tema comune di tutti i progetti, l’abbattimento del calore, data la costante alta temperatura della zona. L'Esposizione è stata, inoltre, il pretesto per la realizzazione di un nuovo sistema viario radiale intorno al centro storico e di nuove importanti direttrici verso l'esterno, per decentralizzare la città satura e creare nuovi rapporti tra centro e periferia. Esemplare in tal senso la realizzazione di ben sette nuovi ponti cittadini che hanno eliminato il problema di marginalità dell'area. Inoltre tutta l'Andalusia si è dotata di una nuova autostrada e di una linea ferroviaria rapida di collegamento con la capitale. Sono proprio questi gli interventi che, insieme alle nuove strutture pubbliche quali Aeroporto, Stazione e Palazzo della Cultura segneranno il futuro di Siviglia. Simbolico fu il Ponte Alamillo opera dell’architetto Calatrava che sintetizzò in queste parole la sua creazione: «Tra Architettura e ingegneria – afferma Calatrava - non c’è differenza: convergono a formare un’arte. Quando si vede una chiesa oppure un ponte, quello che effettivamente esiste è un’opera d’arte fatta per quel luogo e per quel paesaggio, sostanzialmente non diversa da una pittura, da una scultura o da una lirica del nostro tempo». Il ponte ha una campata di 200 m, sostenuta da 13 paia di cavi ancorati ad un enorme pilone inclinato, alto 150 metri.

Tra i padiglioni, merita sicuramente citazione quello del Giappone, firmato da Tadao Ando. 60 m di facciata e 40 di profondità ne delimitano la superficie, che nel punto più alto tocca i 25 m: si ritiene che sia uno dei più grandi edifici in legno mai costruiti al mondo. Tra le strutture riutilizzate in seguito all’Expo'92, l’ex padiglione di Plaza de America, destinato ai paesi dell’America Latina, ha subito una trasformazione molto interessante; oggi è la sede della facoltà d’Ingegneria dell’Università di Siviglia. Il progetto di trasformazione e adattamento del padiglione è stato curato dal SAMA (Seminario de Arquitectura y Medioambiente) con un approccio bioclimatico la cui validità è stata riconosciuta a livello internazionale. Naturalmente, Siviglia non è solo Expo e post Expo; oggi continua ad essere culla di nuovi edifici nati da Maestri internazionali: l’edificio sede della Prevision Espanola è stato progettato da Rafael Moneo e realizzato nel 1988, caratterizzato dalla facciata lavorata in modo da dare l’impressione di un edificio molto più ampio di quanto non sia poi in realtà. Nei giardini del Prado di San Sebastian sorgerà, invece, la nuova biblioteca dell’Università di Siviglia, su progetto dell’architetto Zaha Hadid.
Tra le strutture ricettive meritano visione due alberghi, ristrutturati nel 2006. Il Petit Palace Marqués Santa Ana è un piccolo angolo di eleganza e stile moderno nel cuore del centro storico. Una serie di vibranti colori invade quest'hotel-boutique avanguardista che presenta una decorazione decisamente opposta a quella tradizionale della regione andalusa. Dietro una facciata colorata, con un bordeaux intenso, si celano interni dalla sofisticata struttura, caratterizzata da un patio centrale racchiuso da magnifiche colonne. Altrettanto suggestivo è il Petit Palace Santa Cruz splendida mansione del XVII secolo situata nell'antico quartiere ebreo di Siviglia, a Santa Cruz, nei pressi della Cattedrale.

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