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  Dicembre 2012

Articoli n° 01
GENNAIO - FEBBRAIO 2008
 


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BON TON

di Nicola SANTINI
BENVENUTI AD HONG KONG

Nicola Santini è autore del libro Business+Etiquette.
Esperto di etichetta e bon ton per l'Italia e i Paesi del mondo, da anni tiene corsi in varie sedi di Confindustria e si occupa di consulenza per aziende ed enti. Per informazioni sui corsi di business etiquette: www.eredialtrono.com

Hong Kong è prevalentemente cinese con una popolazione di circa 5,9 milioni di persone. Le due lingue ufficiali sono il cinese e l’inglese. Hong Kong non ha una religione ufficiale e opera sotto una forma di governo capitalista. Dopo essere stata prima parte dell’Impero Britannico dal 1898 al culmine della Guerra dell’Oppio, è rimasta sotto la corona inglese fino al 1997, per poi ritornare alla Cina.
Con questo recente status politico Hong Kong rappresenta oggi un ponte culturale ed economico tra l’occidente capitalista e l’oriente comunista. In realtà con questo passaggio non ci sono stati grandi cambiamenti, se non nell’uso più diffuso della lingua cinese rispetto all’inglese.

È IMPORTANTE SAPERE…
Consci della difficile pronunciabilità dei loro nomi da parte degli occidentali, gli abitanti di Hong Kong si presentano con il proprio soprannome, scelto con cura per essere facilmente ricordato.
Il feng shui qui è un vero e proprio credo, quindi non c’è da stupirsi se nel corso di un meeting d’affari viene interpellato il cosiddetto feng shui man, una sorta di consulente-geologo incaricato di valutare energie terrestri e collocazioni varie per la scelta di un ufficio, così come date più fortunate di altre per sottoscrivere contratti.
Nessuna meraviglia neanche se si viene accolti da un applauso alla prima visita o appena scesi dall’aereo. Qui, come in Cina, le persone amano applaudire in segno di benvenuto.

GLI UOMINI (E LE DONNE) DEL BUSINESS
Il businessman di Hong Kong non è molto diverso da quello europeo: abito scuro, camicia chiara, cravatta non troppo stravagante, eccezion fatta per la cravatta rossa che è sempre molto apprezzata perché considerata di buon auspicio. Il look europeo è à la page già da tempo, al contrario della Cina in cui è stato scoperto da poco.
Le donne vestono in colori neutri e non amano scollature, gonne corte o pantaloni. La businesswoman su tacchi alti mette a disagio i cittadini di Hong Kong che non sempre possono vantare la stessa altezza.
Il mocassino da uomo è da preferire alla scarpa allacciata, mentre il polacchino sono molto inusuali.
Ad Hong Kong la stretta di mano è molto diffusa nelle presentazioni. Meno nei saluti, dove un gesto del capo è più che sufficiente.
La forma di rispetto comunque più apprezzata rimane sempre l’inchino con le braccia stese lungo i lati del corpo e le gambe congiunte per gli uomini e le mani incrociate sulle cosce per le donne.
Nelle presentazioni si fa largo uso di titoli e qualifiche professionali e ci si presenta sempre con il cognome prima del nome, per poi sentirsi chiamare MR+ cognome, mentre ci verrà offerto di chiamare i locali con un nickname scelto da loro facilmente pronunciabile, subito dopo aver sentito il loro nome completo di cognome e nome di mezzo.
Si guadagna la stima degli abitanti di questo Paese chi si presenta puntualmente agli appuntamenti, chi non dimostra impazienza nelle trattative e si interessa anche delle lunghe tangenziali che può prendere una conversazione professionale, anche qualora ciò comportasse la perdita di un volo di ritorno in patria.
Il segreto consiste nel pianificare anche questi tempi, a nostro avviso inutili e sprecati, ma fondamentali per l’interlocutore con il passaporto di Hong Kong per farsi una chiara idea sulla nostra professionalità.
L’esortazione “get to the point” nonostante la storica influenza britannica non è esattamente il presupposto con il quale si possa intraprendere una negoziazione. Al punto si arriva attraverso cenni indiretti, scoprendo le carte lentamente.
Il mantenimento dell’armonia anche nelle situazioni critiche, vicino alla rottura, fa sì che qualsiasi futura opzione rimanga aperta.
Qualsiasi complimento su un prodotto specifico può essere interpretato come un paragone negativo nei confronti di qualcos’altro, quindi anche questo genere di emozione è da centellinare.
L’umiltà nell’accettare una lode e nel parlare di se stessi è considerata in modo positivo: qualsiasi esaltazione individuale rispetto al gruppo è considerata come senso di discordia.

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