La sicurezza
partecipata
Riparte “Studiare l’impresa,
l’impresa di Studiare”
Auto e aerospazio,
opportunitÀ messicane
Via al Parco Tecnologico dell’Ambiente
Uno sportello a sostegno
delle PMI
UNIONE INDUSTRIALI
La sicurezza
partecipata
di Bruno BISOGNI
I significativi successi dell’Unione per un nuovo approccio al rapporto
tra impresa e ordine pubblico illustrati dal Consigliere Delegato Giovanni
Cimmino
Uno dei successi maggiori per il Consigliere Delegato alla
Sicurezza dell'Unione Industriali di Napoli, Giovanni Cimmino, è stato
ottenuto a cavallo tra la fine e l'inizio del nuovo anno. Prefettura e Forze
dell'Ordine hanno accolto la richiesta proveniente dall'Associazione, e dal
Suo rappresentante di vertice in particolare, dando vita a una serie di percorsi
monitorati per le aree di maggiore interesse turistico della città. É stata
la consacrazione definitiva del successo di un metodo, quello del confronto
e della concertazione, che con la Presidenza Lettieri ha innovato il rapporto
tra l’Unione Industriali e i vari livelli istituzionali, consentendo
un dialogo propositivo, alla ricerca dei punti di incontro possibili. Un lavoro
che richiede molto impegno e anche tanta pazienza, e che per Cimmino è stato
reso più complesso dal tipo di competenza affidatagli. Ce ne parla in
questa intervista.
Una delega alla sicurezza costituisce una novità assoluta per l'Associazione. É ormai
circa un anno che Lei se ne è fatto carico, accettando la proposta del
Presidente Lettieri. Come valuta questa innovazione?
Molto positivamente. L'Unione da molto tempo, per la verità, ha indicato
la sicurezza come precondizione assoluta per il libero svolgimento delle attività produttive
e più in generale per la vivibilità della nostra area. Ho accettato
con convinzione la proposta di Lettieri perché ritenevo rappresentasse
un salto di qualità. L'Unione dimostrava di voler contribuire alla soluzione
dei problemi anche su questo versante, non limitandosi alla denuncia, per quanto
forte, autorevole e articolata, ma puntando a offrire proposte puntuali e incisive.
Certo, nei limiti entro i quali può esplicarsi l'azione di un organismo
rappresentativo degli interessi degli imprenditori.
Vale a dire?
Ho sottolineato in più occasioni che non siamo degli sceriffi e mai
lo saremo. Noi dobbiamo fare altro, ossia facilitare le condizioni perché le
nostre imprese possano agire in un contesto sano, non inquinato da pressioni
malavitose né da forme diverse di degrado ambientale e sociale. In tal
senso, l'azienda più sicura è anche quella di chi non è costretto
(mi riferisco a titolari e dipendenti) a percorrere strade isolate e sconnesse,
con scarsa illuminazione, con servizi insufficienti. Chi deve tutelare l'ordine
pubblico sono altri e, debbo dire, lo fanno con grande impegno, pur tra le
tante difficoltà di un'area piena di contraddizioni come quella napoletana.
Vi siete confrontati in più occasioni con istituzioni e autorità preposte
alla tutela della sicurezza.
Abbiamo avuto incontri a vari livelli, con Regione, Provincia, Comune, Prefetto,
Questore, Vertici dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Abbiamo cercato
di sensibilizzare i nostri interlocutori, tramite protocolli d'intesa e azioni
mirate, sull'obiettivo della crescita della cultura della legalità e
della vivibilità del territorio, presupposti perché questo possa
diventare attrattore di investimenti industriali, con particolare attenzione
per i comparti manifatturiero, turistico nonché dei trasporti, della
logistica e della portualità. Abbiamo assicurato una presenza attiva
nel Comitato di Coordinamento per la Sicurezza degli Appalti pubblici, presso
il Comune di Napoli, nonché nel Comitato provinciale per l'Ordine e
la Sicurezza Pubblica presieduto dal Prefetto di Napoli, al fine di poter definire
un quadro concreto delle criticità esistenti e dei più opportuni
correttivi da apportare. Abbiamo anche chiesto una sburocratizzazione di alcune
procedure, in primis il rilascio della certificazione antimafia, i cui tempi
molto lunghi spesso compromettono la partecipazione delle imprese alle gare
pubbliche. Ciò in sinergia con il Presidente del Gruppo Piccola Industria,
Bruno Scuotto, che ha creato all'Unione di Napoli uno sportello per snellire
i rapporti tra imprese e P.A..
Avete elaborato un documento per la sicurezza.
L'idea è di suggerire un'integrazione delle modalità di intervento
per la tutela del territorio che assuma quale dato anche la specificità dell'area.
Un impianto di questo genere, sia pure con tutte le difficoltà e i ritardi
che derivano dalle sperimentazioni, era già stato ipotizzato per le
regioni Calabria e Veneto, ed è stato promosso da Confindustria con
l'etichetta “Vicini all'Impresa”.
Il documento pone le sue radici anche su una mappa del disagio degli operatori
economici.
É una iniziativa che stiamo ancora portando avanti e che costituirà un
work in progress costante, caratterizzato da step successivi. Si vuole in tal
modo raccogliere indicazioni utili sulle criticità infrastrutturali,
di illuminazione, di igiene e su quant'altro possa ostacolare la sicurezza
e lo sviluppo delle imprese. In tal modo potremo mettere a disposizione delle
istituzioni e delle forze dell'ordine un patrimonio di informazioni, per assicurare
nelle aree industriali o nei centri di maggiore rilevanza per l'attività economica
e d'impresa interventi sempre più adeguati alle effettive esigenze degli
operatori. Per quanto ci riguarda, è fondamentale assicurare particolare
attenzione in tutte le aree Asi, nonché nelle zone di maggiore sviluppo
e trasformazione urbana della provincia di Napoli (porto, aeroporto, zone turistiche,
area orientale, Bagnoli, stazioni ferroviarie e di transito, ecc.).
I percorsi monitorati di Natale sono stati una dimostrazione
dell'incisività dell'azione
Sua e dell'Unione. Lei però ha chiesto di più.
Certo, e l'ho fatto, naturalmente, in pieno raccordo con la Presidenza. La
nostra proposta è che, avendone verificata sul campo l'efficacia, l'iniziativa
vada estesa a tutto l'anno. I turisti non affluiscono solo a capodanno. Ci
rendiamo conto dell'impegno, in termini di qualità ma anche di presenza
diffusa sul territorio, che questo tipo di azioni comportano. Riteniamo peraltro
che bisogna attrezzarsi per garantire il più possibile la sicurezza
dei cittadini e dei visitatori, che tra l'altro a Natale sono stati tantissimi. É sicuramente
positivo che, concordando con una richiesta espressa in primo luogo dalla nostra
base associativa, le Autorità preposte alla tutela dell'Ordine puntino
a diffondere sistemi aggiornati di videosorveglianza intelligente. Si tratta
di nuove tecnologie che di per sé costituiscono un deterrente contro
le attività criminose e che, per altro verso, riducono il numero delle
risorse umane necessarie per il controllo del territorio, elevandone il livello
di qualificazione e la produttività.
Nell'esercizio della Sua azione, Lei ha cercato spesso
il rapporto con la società civile.
La nostra idea è di diffondere la cultura della legalità e di
sostenere chiunque meritoriamente la porti avanti. Di qui la mia partecipazione
a convegni organizzati sul tema, il sostegno dato all'Associazione Ego di Napoli,
presieduta dall'Avvocato Raffaele Di Monda, avente per scopo il recupero della
legalità e del senso civico nel nostro territorio che ha simulato, con
il Progetto "Tribunali in aula", a scopo didattico, eventi criminosi
dibattendoli sotto il profilo sociale e giuridico con una serie di trasmissioni
televisive. Di qui, anche, la convinta partecipazione alle iniziative promozionali
dell'Associazione intitolata alla memoria di Annalisa Durante, vittima innocente
della criminalità organizzata. Tutto ciò perseguendo l'obiettivo
di una sicurezza partecipata, in cui sia coinvolta la più ampia rappresentanza
della società civile.
Avete deciso anche di aderire al Progetto "Help call center" del
Comune di Napoli.
Naturalmente. Si tratta di una iniziativa valida, che poggia tra l'altro su
un numero verde cui possono rivolgersi turisti vittima di disagi, come scippi
o rapine. Grazie alla nostra Sezione Industria Turistica, presieduta da Teresa
Naldi, contribuiamo a diffondere l'utilizzo di questo strumento. Devo aggiungere
al riguardo che, proprio l'impegno di altri vertici associativi, della Naldi
come di altri Consiglieri Delegati, quali Vito Grassi, Vincenzo Greco e Diego
Guida, e dei Presidenti della Piccola e dei Giovani, Bruno Scuotto e Antimo
Caputo, è risultato indispensabile per il pieno raggiungimento degli
obiettivi connessi alla mia delega. Per sua natura, la sicurezza è,
infatti, materia da affrontare ricercando il massimo di sinergie con chi si
occupa di temi come la formazione, le aree industriali, le problematiche delle
Pmi e delle nuove generazioni.
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