Gli imprenditori del Sud
e la formazione
Lo sviluppo delle filiere
produttive meridionali
Gli imprenditori del Sud
e la formazione
Francesco
FONTANA *
La ricerca MANAGEMENT FORUM ha rivelato una scarsa apertura
dell’impresa a capitali e a figure direzionali esterne
Il 55% degli imprenditori del Sud ha un'età superiore ai 55 anni.
Ciò significa che entro i prossimi dieci anni la maggior parte
delle imprese familiari del Mezzogiorno si troverà ad affrontare
in misura crescente il problema legato al passaggio generazionale. È questo
il dato allarmante emerso dai risultati preliminari di MANAGEMENT FORUM,
la più ampia iniziativa di ricerca, approfondimento e confronto
avviata in Italia sull'impresa, il management e la competitività italiana,
promossa da Fondirigenti (Fondo interprofessionale per la formazione
continua promosso da Confindustria e Federmanager) in partnership con
Luiss Guido Carli, Fondazione Università IULM di Milano e Booz
Allen Hamilton. Solo il 24% delle imprese italiane raggiunge la seconda
generazione e solo il 14% di esse la terza: come gestire al meglio il
passaggio generazionale, dal momento che, nel 77% dei casi (V. Grafico
1), comporta un cambiamento profondo dello stile direzionale dell'azienda
e una riorganizzazione interna delle attività? Gli aspetti da
prendere in considerazione non sono infatti soltanto quelli inerenti
le relazioni familiari, ma anche quelli relativi al sostegno della crescita
dell'impresa in quanto tale e alle possibili opzioni di creazione di
valore per la proprietà.
La ricerca MANAGEMENT FORUM ha rivelato
una scarsa apertura dell'impresa a capitali e a figure direzionali esterne,
con il conseguente rallentamento della crescita della singola impresa
e dell'intero tessuto produttivo. Ciò che perciò si chiede
alle aziende per il prossimo futuro è di considerare l'ingresso
di capitale esterno non come un'intromissione nella gestione del bene
di famiglia "impresa", ma come un'ottima possibilità di
mantenere un certo livello di controllo sull'indirizzo strategico anche
con quote di minoranza; e di accogliere poi l'introduzione di figure
direzionali esterne come un confronto costruttivo con competenze e capacità di
altre realtà aziendali italiane o straniere. Il passaggio generazionale
non prevede continuità, ma discontinuità e riformulazione.
Affinché l'azienda divenga sempre più competitiva, l'imprenditore
deve saper gestire e pianificare al meglio il passaggio generazionale,
considerando i benefici derivanti da apporti non solo esterni - arrivando
sino alle deleghe, in mancanza di eredi diretti - ma anche interni. In
questo senso si rende indispensabile l'apertura alle nuove generazioni,
pronte a coltivare i sogni imprenditoriali dei loro padri, attraverso
quei valori, quell'amore, quella passione e quell'orgoglio di famiglia,
caratterizzanti soprattutto le aziende del Mezzogiorno d'Italia. Sintetizzando,
nelle imprese familiari del Sud, imprenditori e manager dovrebbero integrare
le proprie competenze favorendo l'attivazione di un processo per cui «il
manager divenga sempre più imprenditore e l'imprenditore acquisti
competenze di tipo più manageriale, usufruendo anche di forme
d'aiuto mirate e semplici, siano esse finanziamenti da parte di banche
o un'adeguata formazione che possa valorizzare il capitale umano e le
storie dei protagonisti dello sviluppo aziendale, grazie anche a esperienze
diversificate in altre aziende, possibilmente estere. È necessario dunque ri-concettualizzare, attraverso modelli teorici,
i saperi impliciti che emergono dai racconti dei manager e degli imprenditori,
al fine di renderli espliciti e trasmissibili. Partendo proprio da questi
racconti e da queste esperienze, la ricerca MANAGEMENT FORUM, puntando
sulla leva formazione, ha l'obiettivo di intervenire sulle competenze
e i bisogni necessari allo sviluppo manageriale delle PMI. La formazione
diviene dunque lo strumento per rendere l'impresa più competitiva
nel mercato internazionale a vantaggio non solo dell'imprenditore ma
di tutti gli stakeholders. E il bisogno di formazione è sempre
più importante. Il grafico 2 rileva infatti come il 48% delle
imprese organizzi non più di due giornate di formazione all'anno
e, al Sud, il dato diviene più allarmante: solo il 20% degli imprenditori
intervistati per la ricerca MANAGEMENT FORUM ha dichiarato, infatti,
di svolgere attività formative. Inoltre al Sud solo un'azienda
su tre può contare su manager qualificati di alto livello e il
rapporto manager/dipendenti è 1:350, mentre al Nord è 1:70.
«Per essere competitivi - afferma Giuseppe Perrone, Presidente
Fondirigenti - bisogna saper prevedere gli sviluppi futuri e far leva
sulla formazione e sullo sviluppo manageriale come strumenti concreti
con cui raggiungere gli obiettivi. Solo così i problemi possono
essere risolti ancor prima che divengano tali».
Responsabile della ricerca
Management Forum |