Turismo!
Un buon investimento
Enzo
TODARO*
La sola bellezza non basta.
Si vince migliorando l’efficienza e coordinando le strategie
Adeguate infrastrutture, contenimento dei
prezzi e personale qualificato giocano un ruolo primario per la competitività dell’offerta
turistica dei nostri luoghi
Tutti ne parlano! Molti a sproposito! Ignorano,
per difetto di conoscenza, che il turismo è una "scienza". Erroneamente
s'è radicata la convinzione, anche fra gli addetti ai lavori, che sia
vincente l'offerta del binomio "cielo e mare" per attirare l'attenzione
dei tour-operator e sensibilizzarli ad accogliere la proposta di soggiorno, non
solo estivo, altro errore, nei siti "belli", non sempre incontaminati,
della provincia di Salerno. Non si tiene in alcun conto quali sono, alla luce
di un rinnovato concetto del turismo, le reali esigenze del turismo dei paesi
del Nord-Europa e quello del Medio Oriente che oggi si affaccia al nostro paese
più in generale, e in Campania più in particolare. Il turista dei
paesi del Nord-Europa non è più quello della macchina fotografica
a tracolla della fine del '900, nè l'altro del lume a petrolio! Il turismo,
componente essenziale della bilancia dei pagamenti dei paesi a vocazione turistica,
va considerato come un vero e proprio investimento. È una specie di Borsa
anomala in cui la vincita è possibile se si ha la capacità di sapere
investire in titoli non "ballerini" ma costanti nella crescita. I "titoli" del
nostro turismo che "gettiamo" in borsa sono le Infrastrutture, di cui
abbiamo una carenza endemica. Fanno registrare un "calo" assolutamente
preoccupante cui non si pone rimedio se non con enunciazioni di principio. Il
turista pretende servizi celeri e moderni. Rifiuta il fatalismo, che è un
vizio italico, spesso sinonimo di deficienze strutturali. Si ignora la competizione
dei paesi concorrenti del nostro e tradizionalmente serbatoi del turismo internazionale.
Se i grandi vettori convogliano masse di turisti nelle Isole Baleari, ad Hammamet,
nelle Isole Greche, in Croazia, in Slovenia, solo per fare alcuni esempi, una
ragione deve pur esserci. Essa va ricercata nella cultura dell'accoglienza, nel "rispetto" che
si deve al turista che lascia, al termine del suo soggiorno, moneta pregiata.
Altro elemento che gioca a sfavore del nostro paese, e quindi della provincia
di Salerno, è il costo di una settimana di soggiorno estivo, tutto compreso,
che risulta essere, in maniera inopinabile, non competitivo. È pur vero
che il costo di un'ora-lavoro delle professionalità del personale nei
locali pubblici e negli alberghi, rispetto ai paesi concorrenti del nostro nell'offerta
turistica, ha il "privilegio" del primo in classifica. Fatta eccezione
per la tradizione alberghiera della Costiera Amalfitana e, in parte, della costa
rivierasca del Cilento, non eccelliamo. Non è giustificabile la presenza,
a mo' di esempio, in un ristorante, aperto solo per il periodo estivo, di personale "improvvisato".
I diplomati delle Scuole Alberghiere, peraltro richiestissimi, preferiscono emigrare.
E non solo per questione di salari. Il punto cruciale rimane il problema, tuttora
insoluto, delle infrastrutture. Un paese che ne è privo non è destinato
a raggiungere traguardi significativi nell'andamento del turismo internazionale.
Se ne discute solo per fare accademia! La politica dello struzzo non giova al
potenziamento del turismo! Per oltre mezzo secolo e passa, ai tantissimi progetti
teorici solo in minima parte hanno fatto riscontro avvertite realizzazioni. La
celerità dei servizi, dei trasporti su gomma, via mare, su rotaie, se
adeguati ai tempi di velocizzazione, gioca un ruolo primario nella politica del
ritorno del turista. Si poteva vivere di eredità fino a quando all'orizzonte
della proposta turistica non sono apparsi i paesi del Bacino del Mediterraneo,
irresponsabilmente sottovalutati, come concorrenti del nostro. Luoghi di interesse
storico-culturale e archeologico esistono anche, genericamente, in Africa come
lungo la Costa Dalmata, in Grecia come in Turchia. Siria e Libia lentamente hanno
iniziato a sottrarre turisti del nord-europa all'Italia. La presenza di tanti
soggetti alle fiere internazionali del turismo non giova all'unanimità della
proposta. Ci sono esempi di "guerra fra i poveri". Il "sogno" di
rappresentare un lembo di terra, un'associazione, quando si realizza, non ha
come conseguenza diretta aver collaborato alla migliore fortuna della proposta
turistica "Made in Campania". Non è "fuori moda" ripetere
che l'unione, soprattutto nel turismo, fa la forza della… nostra concorrenza.
All'estero, dove più volte mi sono recato, ho dovuto constatare come fossero
adeguatamente pubblicizzate Napoli, la Costiera Sorrentina, Capri, Ischia, e,
ultimamente, Procida, ma non alcune località della Costiera Cilentana,
non le Grotte di Pertosa e tanti altri luoghi dell'interno della nostra provincia
che pure hanno le carte in regola per "vivere", almeno in parte, di
turismo nazionale ed estero. Che fare?
La risposta non è, poi, tanto difficile. Innanzitutto, adeguarsi con le
infrastrutture e guardare con rinnovato interesse al sistema viario interno,
alla modernità dei mezzi di trasporto pubblico e privato, ridurre i tempi
di percorrenza tra il luogo di partenza e quello dell'arrivo, rispetto degli
orari (optional dei traghetti), conoscenza di lingue estere (almeno inglese,
francese, tedesco) da parte del personale addetto alla ricettività alberghiera,
ai villaggi turistici, ai ristoranti, proposte dell'impiego del tempo libero.
Ma soprattutto: contenimento dei prezzi! È questa la nota più dolente
che non ci rende competitivi. Basterebbe, però, che la Regione Campania,
come hanno già fatto la Calabria, la Puglia e, in modo eccezionale, la
Sicilia, prevedesse un "bonus" per agevolare il turista straniero ancora"innamorato" della
nostra terra. L'apertura dell'aeroporto di Salerno-Pontecagnano, che sarà agibile
in tempi ragionevolmente brevi nonostante interessate previsioni grifagne, e
della nuova stazione marittima daranno un impulso notevole al turismo che "vola" e
va "per mare". Mi pare di essere in sintonia con il Presidente dell'Assindustria
Salerno, l'ingegner Andrea Prete, al quale vorrei ricordare le note di una gettonata
canzone di alcuni anni fa: «la verità mi fa male...». Fa male
a tutti coloro che aspettano ancora l'Uomo della Provvidenza.
Presidente Associazione Giornalisti Salernitani |