La riduzione dei costi aziendali, sinonimo di qualità e
competitivitÀ
Elio
STANZIONE*
In molte imprese oggi gli acquisti
sono considerati una leva strategica
In un mercato in evoluzione, caratterizzato dal massiccio
ingresso di concorrenti dai prezzi spesso imbattibili, è sempre più necessaria
una politica aziendale che porti ad una riduzione dei costi, senza peraltro ridurre
la qualità offerta. Se è vero che un'efficiente ed efficace gestione
degli approvvigionamenti, unitamente a una corretta analisi dei costi generali
aziendali, è sempre stata opportuna, anche in tempi di "vacche grasse" per
le aziende, oggi in molte imprese gli acquisti vengono considerati una leva strategica
e i responsabili di tale funzione riferiscono direttamente al direttore generale
o all'amministratore delegato. In tale ottica diviene sempre più indispensabile
l'attenzione verso la formazione di competenze specifiche sui mercati di fornitura,
riguardante ad esempio lo strategic sourcing, il marketing d'acquisto, la maggiore
conoscenza dei mercati e il monitoraggio dei prezzi. La maggior riduzione possibile
dei prezzi d'acquisto diviene la principale arma professionale del buyer. Ma
se la funzione degli approvvigionamenti rappresenta una delle principali funzioni
aziendali, l'ottimizzazione dei costi rappresenta un obiettivo imprenscindibile
per l'azienda che voglia competere con successo nel mercato attuale. Di qui la
necessità di monitorare continuamente gli esborsi monetari e la, conseguente,
attuazione di adeguati interventi migliorativi a livello organizzativo e gestionale.
I cosiddetti costi generali o indiretti, quelli che non rientrano nel core business
aziendale, e cioè quelli legati all'energia, agli autoveicoli, alla telefonia,
alle pubblicità, alle manutenzioni, ai viaggi, ai trasporti, ai materiali
di consumo, alle spese di rappresentanza, solo per citarne alcuni, rappresentano,
secondo alcuni studi, il 15% dell'intero valore del fatturato, anche se spesso
si tratta di costi spalmati in un centinaio di voci diverse. Tra di esse esistono
voci di costo sulle quali è più facile intervenire e altre per
le quali invece i correttivi apportati richiedono tempi più lunghi per
ottenere dei risultati. Pensiamo ad esempio alla gestione del materiale di cancelleria
confrontato con il valore dei contratti con i trasportatori esterni, con le attività di
gestione del personale, di diffusione delle politica sulla sicurezza, con le "utilities" (energia,gas,acqua)
o ancora con quelle legate alle manutenzioni. É opportuno quindi iniziare
sempre dalle cose più semplici, sia per mostrare a se stessi e all'azienda
i primi risultati concreti, sia per avere maggiori risorse, in termini di tempo
e uomini, disponibili ad analizzare con attenzione i vari processi, tanto più che,
molto spesso, ai costi contrattuali pattuiti, se ne aggiungono altri in modo "nascosto" (trasporti,
commissioni bancarie, contributi di legge, ecc.) e che, se pure giustificati,
vanno correttamente imputati per misurare il livello di spesa in quel periodo
della vita aziendale. Ottimizzare i costi non significa soltanto riuscire a spuntare
le migliori condizioni da questo o da quel fornitore, ma anche agire sui fattori
interni all'azienda, certamente più gestibili e correggibili di quelli
esterni.
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