Gli ottant’anni di
Confindustria Benevento
Una grande manifestazione con relatori
d’eccezione per celebrare l’anniversario
Francesca ZAMPARELLI
Una grande manifestazione ha coinvolto l'intera città di
Benevento lo scorso 6 febbraio, data in cui la Confindustria di Benevento ha
festeggiato i suoi ottant'anni, ed ha inaugurato la nuova sede. Un momento
importante e significativo per l'imprenditoria sannita che ha voluto celebrare
gli anni trascorsi da quel lontano 13 maggio 1926 quando alcuni esponenti dell'intrapresa
sannita fondarono la prima Associazione degli Industriali della provincia di
Benevento. La manifestazione ha visto un parterre di relatori di spicco; infatti,
dopo gli indirizzi di saluto del Sindaco, Sandro D'Alessandro e del Presidente
della Provincia Carmine Nardone, sono intervenuti il presidente designato,
Cosimo Rummo, la presidente del Consiglio Regionale Sandra Lonardo, il Sottosegretario
al Welfare Pasquale Viespoli, l'Assessore regionale ai trasporti Ennio Cascetta
ed, infine, hanno relazionato Costanzo Jannotti Pecci e Luca Cordero di Montezemolo.
Il leader dell'imprenditoria provinciale nel suo intervento ha ripercorso le
tappe più salienti del suo quadriennio di presidenza, ma ha soprattutto
toccato i temi che in questo momento sono all'attenzione del mondo politico
ed industriale. Il Presidente ha, infatti rimarcato che: «Siamo, ormai
da tempo, entrati in una lunga campagna elettorale che, purtroppo, mai come
questa volta, si sta giocando senza esclusione di colpi. Ci auguriamo che tutti,
maggioranza ed opposizione, abbiano chiara la consapevolezza che nessuno si
fermerà per aspettarci. In un'economia europea e mondiale che viaggia
ad una velocità molto più sostenuta rispetto al nostro Paese
e che ha già risolto alcuni problemi strategici per affrontare la sfida
della competitività, non possiamo permetterci né di essere ciechi
e neanche di essere miopi. È il sistema Paese in gioco; è il
nostro futuro ad essere in discussione».
LA RICETTA DI MONTEZEMOLO PER IL SUD
«L'Italia è un Paese che ha tutto per crescere e il Sud rappresenta
una miniera di risorse da attivare in maniera decisiva e concludente. Per
incentivare la crescita c'è bisogno, tuttavia, di poche ma fondamentali
priorità e di una politica che governi».
Tra le priorità individuate dal numero uno di Confindustria ci sono
sicuramente le industrie, il terziario, il turismo e la sicurezza, ma soprattutto
la necessità di un sistema di pubbliche amministrazioni più rapide
ed efficienti. «Se riusciremo a portare avanti queste idee, il Sud
diventerà una vera opportunità di crescita per il Paese.
Abbiamo anche bisogno di una fiscalità di vantaggio per attrarre
investimenti».
In estrema sintesi per Montezemolo la ricetta è quella di mettere
il Sud al centro delle politiche di sviluppo del Paese, aumentare il numero
degli occupati per incrementare il potere d'acquisto delle famiglie, ma
soprattutto fare squadra in un momento particolarmente difficile per l'intero
sistema economico.
Ed ancora il leader di Confindustria Benevento ci ha tenuto a sottolineare
che una delle priorità che dovranno affrontare i Governi attuali e futuri,
Nazionali e Regionali, è quella del definitivo riequilibrio dei nostri
conti. Per far questo, non bastano interventi di tipo congiunturale, bensì occorre
proseguire con maggiore determinazione in una politica strutturale di risanamento.
Rilanciare il sistema economico significa anche ridurre quegli oneri impropri
che gravano sulle imprese e sui lavoratori.
Non è ammissibile che nel 2005 si assista ad un incremento del costo
del lavoro per unità di prodotto, di circa il 4,1% in Italia a fronte
di un calo del 3,2% in Germania e dello 0,9% in Francia.
Parlando del Mezzogiorno il Presidente degli Industriali ha evidenziato
pochi ma significativi dati che riassumono un quadro poco rassicurante:
- le misure di incentivazione per l'industria hanno subìto un forte
rallentamento: la 488 è di fatto bloccata dal 2003 per la scarsità delle
risorse disponibili ed i crediti d'imposta hanno registrato un calo pari addirittura
al 22%;
- il rapporto investimenti in opere pubbliche sul PIL nel Mezzogiorno risulta
inferiore rispetto al resto del Paese.
Non è un caso, quindi, se il Mezzogiorno, dopo sette anni consecutivi
di crescita (fatta eccezione per il 2000), dal 2004 registra un'inversione
di tendenza, con un incremento del PIL pari ad appena lo 0,8% rispetto all'1,2%
dell'Italia.
A tal proposito quindi Jannotti ha evidenziato con fermezza: «Abbiamo
ora bisogno di fatti, di una politica mirata, non assistenziale, finalizzata
a rendere competitivo ed attrattivo il Meridione per un Paese che non può immaginare
di vincere le sfide globali senza quest'area. È su questo impegno che
un'Organizzazione come Confindustria deve garantire un posizionamento forte
e convinto che va ulteriormente rafforzato e rinnovato». Dal tema Mezzogiorno
si è poi passati alla Regione Campania rispetto alla quale il Presidente
ha sostenuto: «La Regione deve porre in essere tutte le politiche e le
azioni di intervento affinché il capoluogo regionale funga da traino
per le altre province. Una politica organica che consenta a Napoli di recuperare
centralità funzionale per un rilancio armonico di tutti i territori.
Occorre, quindi, abbandonare la logica napolicentristica che ha sempre penalizzato
e soffocato le potenzialità di sviluppo delle altre province ed in particolare
delle aree interne. Le politiche, gli interventi, le programmazioni non possono
essere più disegnati in funzione dell'ormai obsoleto parametro del peso
demografico, bensì vanno definiti in relazione alla qualità progettuale
e alla ricaduta della stessa sul più generale quadro di riequilibrio
territoriale».
Ma gli aspetti maggiormente significativi dell'intera relazione sono stati
quelli relativi al territorio provinciale. Infatti, ha dichiarato Costanzo
Jannotti Pecci: «Nel contesto campano siamo una provincia virtuosa che
ha lottato e lotta per la sua identità territoriale e che sta raggiungendo
significativi obiettivi di crescita».
Il Presidente a questo punto ha ricordato le tante aziende di eccellenza,
patrimonio della nostra provincia e del sistema Italia.
Si tratta di realtà che operano in tutti i settori da quello manifatturiero
a quello delle costruzioni, dal turismo, al terziario avanzato, all'ICT.
Aziende che da anni portano nel mondo il made in Italy e di cui con grande
orgoglio abbiamo seguito i successi. In definitiva, la nostra provincia
esprime vitalità ed effervescenza imprenditoriale, ed ha raggiunto i risultati
più importanti grazie al fatto che ormai è sempre più patrimonio
condiviso, la convinzione che solo attraverso una reale messa a fattor comune
delle proprie capacità e specificità si cresce e si progredisce.
Ma il leader di Confindustria Benevento ha sottolineato: «Che cosa manca,
allora, per riempire quella parte del bicchiere mezzo vuoto? Occorre, in primo
luogo, recuperare quel senso di unità e quella coesione strategica che
ci hanno consentito di vincere le sfide più importanti. Le premesse
sulle quali il nostro territorio può contare per perseguire questi obiettivi
ci sono:
- esprimiamo una classe professionale altamente qualificata;
- siamo dotati di un sistema scolastico che garantisce una eccellente qualità didattica;
- possiamo vantare un basso livello di criminalità ottenuto con il quotidiano
impegno della magistratura e delle forze dell'ordine, ai quali va il nostro
vivo apprezzamento e ringraziamento;
- abbiamo una classe politica dalla riconosciuta autorevolezza.
Con le Organizzazioni Sindacali siamo riusciti in questi anni a favorire
un sereno clima sociale, grazie a trasparenti e corrette relazioni industriali.
Ed è proprio
in forza di tale leale trasparenza che diciamo al Sindacato che occorre condividere
scelte coraggiose perché la nostra provincia abbia, quale ulteriore elemento
di attrazione territoriale, un costo del lavoro più basso e competitivo
rispetto ad altre aree del Paese e non solo. Ma l'asset più importante
e prestigioso della nostra provincia è senza ombra di dubbio l'Università.
Un Ateneo di eccellenza che, sfuggendo alla tentazione "generalista" che
rappresenta e sempre più rappresenterà il vero limite del sistema
universitario nazionale e puntando invece su facoltà innovative e specialistiche,
risulta all'avanguardia per determinare quella società della conoscenza,
principale tra gli obiettivi che l'Unione Europea si diede a Lisbona nel 2000.
E tale patrimonio sarà decisivo per assicurare, sempre più, una
nuova ed appropriata formazione alle future generazioni. A queste eccellenze
del nostro territorio fanno da contraltare alcuni aspetti ancora molto problematici
e sui quali bisogna intervenire. Innanzitutto la dotazione infrastrutturale che
ci penalizza fortemente: fatto 100 il tasso di infrastrutturazione italiano noi
siamo fermi a 58, ma quello che maggiormente ci preoccupa è che dal 1999
al 2004 abbiamo perso 10 punti percentuali.
Aspettiamo, quindi, con ansia il definitivo avvio di tutti i lavori già inseriti
nella pianificazione regionale dei trasporti e che appaiono indispensabili per
la crescita del nostro sistema provinciale, e per il quale abbiamo apprezzato
l'impegno dei nostri rappresentanti politici. In particolare, mi riferisco al
raddoppio della Caianello-Telese Terme-Benevento; al raccordo autostradale Benevento-Caserta,
i cui finanziamenti sono stati definitivamente approvati grazie all'Intesa Istituzionale
di Programma; agli interventi sul sistema ferroviario, che devono garantire la
chiusura dell'anello della Metropolitana regionale. Occorre, poi, un preciso
impegno del Governo e della Regione per conferire al nodo ferroviario di Benevento
quel ruolo, che anche la geografia gli ha assegnato, di cerniera nei collegamenti
tra il versante tirrenico e quello adriatico. Ribadiamo, però, che solo
una reale collaborazione tra i vari livelli istituzionali consentirà il
raggiungimento di quei risultati che, se mancati, renderebbero del tutto prive
di prospettiva la nostra vicenda sociale ed economica e soprattutto, renderebbero
del tutto priva di valore le potenzialità di attrazione territoriale.
E, al riguardo, con rammarico, non possiamo non rilevare che nel recente passato
questo clima, questa reale volontà di collaborazione si è fortemente
appannata. Ci auguriamo che questo messaggio venga raccolto e che tutti contribuiscano
a ricreare le migliori condizioni per una effettiva e costruttiva serenità operativa.
Va però detto che questa concreta collaborazione deve partire proprio
dalle associazioni di rappresentanza del mondo imprenditoriale. Occorre concentrare
le energie, le intelligenze, le idee di tutti per costruire in modo forte il
modello di sviluppo di questa provincia».
Nell'avviarsi alla conclusione il Presidente Jannotti Pecci ha voluto sottolineare
che negli ultimi quattro anni Confindustria Benevento, attraverso una intelligente
ed attenta azione di marketing associativo, ha sostanzialmente raddoppiato
il numero dei propri iscritti rappresentando, così, tutti i settori dell'economia
provinciale. «È questo che ci ha indotto a cambiare la nostra denominazione
da Unione Industriali, in Unione degli Industriali e degli Imprenditori della
provincia di Benevento». Jannotti ha poi concluso dicendo: «Non potevamo
festeggiare meglio i nostri 80 anni, ma per tutta la Organizzazione non è un
punto di arrivo bensì di partenza. Sentiamo la responsabilità della
fiducia riposta in noi e, quindi, siamo fortemente motivati a tutelare con sempre
maggiore passione e con sempre maggiore determinazione gli interessi delle nostre
imprese ma, soprattutto, ad essere, attraverso le nostre idee e proposte, attori
di sviluppo del territorio. A chi negli anni ci ha passato il testimone, a chi
ha lavorato per la crescita della nostra provincia, a chi ha dedicato tutto se
stesso per costruire questa nostra Associazione, non possiamo che garantire il
nostro massimo impegno in ossequio al testamento storico di valori ed ideali
di cui siamo depositari».
|