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  Dicembre 2012

Articoli n° 2
MARZO 2006
 

UNIONE DI BENEVENTO - Home Page
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Gli ottant’anni di
Confindustria Benevento
Una grande manifestazione con relatori d’eccezione per celebrare l’anniversario

Francesca ZAMPARELLI


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na grande manifestazione ha coinvolto l'intera città di Benevento lo scorso 6 febbraio, data in cui la Confindustria di Benevento ha festeggiato i suoi ottant'anni, ed ha inaugurato la nuova sede. Un momento importante e significativo per l'imprenditoria sannita che ha voluto celebrare gli anni trascorsi da quel lontano 13 maggio 1926 quando alcuni esponenti dell'intrapresa sannita fondarono la prima Associazione degli Industriali della provincia di Benevento. La manifestazione ha visto un parterre di relatori di spicco; infatti, dopo gli indirizzi di saluto del Sindaco, Sandro D'Alessandro e del Presidente della Provincia Carmine Nardone, sono intervenuti il presidente designato, Cosimo Rummo, la presidente del Consiglio Regionale Sandra Lonardo, il Sottosegretario al Welfare Pasquale Viespoli, l'Assessore regionale ai trasporti Ennio Cascetta ed, infine, hanno relazionato Costanzo Jannotti Pecci e Luca Cordero di Montezemolo.
Il leader dell'imprenditoria provinciale nel suo intervento ha ripercorso le tappe più salienti del suo quadriennio di presidenza, ma ha soprattutto toccato i temi che in questo momento sono all'attenzione del mondo politico ed industriale. Il Presidente ha, infatti rimarcato che: «Siamo, ormai da tempo, entrati in una lunga campagna elettorale che, purtroppo, mai come questa volta, si sta giocando senza esclusione di colpi. Ci auguriamo che tutti, maggioranza ed opposizione, abbiano chiara la consapevolezza che nessuno si fermerà per aspettarci. In un'economia europea e mondiale che viaggia ad una velocità molto più sostenuta rispetto al nostro Paese e che ha già risolto alcuni problemi strategici per affrontare la sfida della competitività, non possiamo permetterci né di essere ciechi e neanche di essere miopi. È il sistema Paese in gioco; è il nostro futuro ad essere in discussione».

LA RICETTA DI MONTEZEMOLO PER IL SUD

«L'Italia è un Paese che ha tutto per crescere e il Sud rappresenta una miniera di risorse da attivare in maniera decisiva e concludente. Per incentivare la crescita c'è bisogno, tuttavia, di poche ma fondamentali priorità e di una politica che governi».
Tra le priorità individuate dal numero uno di Confindustria ci sono sicuramente le industrie, il terziario, il turismo e la sicurezza, ma soprattutto la necessità di un sistema di pubbliche amministrazioni più rapide ed efficienti. «Se riusciremo a portare avanti queste idee, il Sud diventerà una vera opportunità di crescita per il Paese. Abbiamo anche bisogno di una fiscalità di vantaggio per attrarre investimenti».
In estrema sintesi per Montezemolo la ricetta è quella di mettere il Sud al centro delle politiche di sviluppo del Paese, aumentare il numero degli occupati per incrementare il potere d'acquisto delle famiglie, ma soprattutto fare squadra in un momento particolarmente difficile per l'intero sistema economico.


Ed ancora il leader di Confindustria Benevento ci ha tenuto a sottolineare che una delle priorità che dovranno affrontare i Governi attuali e futuri, Nazionali e Regionali, è quella del definitivo riequilibrio dei nostri conti. Per far questo, non bastano interventi di tipo congiunturale, bensì occorre proseguire con maggiore determinazione in una politica strutturale di risanamento. Rilanciare il sistema economico significa anche ridurre quegli oneri impropri che gravano sulle imprese e sui lavoratori.
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Non è ammissibile che nel 2005 si assista ad un incremento del costo del lavoro per unità di prodotto, di circa il 4,1% in Italia a fronte di un calo del 3,2% in Germania e dello 0,9% in Francia.
Parlando del Mezzogiorno il Presidente degli Industriali ha evidenziato pochi ma significativi dati che riassumono un quadro poco rassicurante:

- le misure di incentivazione per l'industria hanno subìto un forte rallentamento: la 488 è di fatto bloccata dal 2003 per la scarsità delle risorse disponibili ed i crediti d'imposta hanno registrato un calo pari addirittura al 22%;
- il rapporto investimenti in opere pubbliche sul PIL nel Mezzogiorno risulta inferiore rispetto al resto del Paese.
Non è un caso, quindi, se il Mezzogiorno, dopo sette anni consecutivi di crescita (fatta eccezione per il 2000), dal 2004 registra un'inversione di tendenza, con un incremento del PIL pari ad appena lo 0,8% rispetto all'1,2% dell'Italia.
A tal proposito quindi Jannotti ha evidenziato con fermezza: «Abbiamo ora bisogno di fatti, di una politica mirata, non assistenziale, finalizzata a rendere competitivo ed attrattivo il Meridione per un Paese che non può immaginare di vincere le sfide globali senza quest'area. È su questo impegno che un'Organizzazione come Confindustria deve garantire un posizionamento forte e convinto che va ulteriormente rafforzato e rinnovato». Dal tema Mezzogiorno si è poi passati alla Regione Campania rispetto alla quale il Presidente ha sostenuto: «La Regione deve porre in essere tutte le politiche e le azioni di intervento affinché il capoluogo regionale funga da traino per le altre province. Una politica organica che consenta a Napoli di recuperare centralità funzionale per un rilancio armonico di tutti i territori. Occorre, quindi, abbandonare la logica napolicentristica che ha sempre penalizzato e soffocato le potenzialità di sviluppo delle altre province ed in particolare delle aree interne. Le politiche, gli interventi, le programmazioni non possono essere più disegnati in funzione dell'ormai obsoleto parametro del peso demografico, bensì vanno definiti in relazione alla qualità progettuale e alla ricaduta della stessa sul più generale quadro di riequilibrio territoriale».
Ma gli aspetti maggiormente significativi dell'intera relazione sono stati quelli relativi al territorio provinciale. Infatti, ha dichiarato Costanzo Jannotti Pecci: «Nel contesto campano siamo una provincia virtuosa che ha lottato e lotta per la sua identità territoriale e che sta raggiungendo significativi obiettivi di crescita».

Il Presidente a questo punto ha ricordato le tante aziende di eccellenza, patrimonio della nostra provincia e del sistema Italia.
Si tratta di realtà che operano in tutti i settori da quello manifatturiero a quello delle costruzioni, dal turismo, al terziario avanzato, all'ICT.
Aziende che da anni portano nel mondo il made in Italy e di cui con grande orgoglio abbiamo seguito i successi. In definitiva, la nostra provincia esprime vitalità ed effervescenza imprenditoriale, ed ha raggiunto i risultati più importanti grazie al fatto che ormai è sempre più patrimonio condiviso, la convinzione che solo attraverso una reale messa a fattor comune delle proprie capacità e specificità si cresce e si progredisce. Ma il leader di Confindustria Benevento ha sottolineato: «Che cosa manca, allora, per riempire quella parte del bicchiere mezzo vuoto? Occorre, in primo luogo, recuperare quel senso di unità e quella coesione strategica che ci hanno consentito di vincere le sfide più importanti. Le premesse sulle quali il nostro territorio può contare per perseguire questi obiettivi ci sono:
- esprimiamo una classe professionale altamente qualificata;
- siamo dotati di un sistema scolastico che garantisce una eccellente qualità didattica;
- possiamo vantare un basso livello di criminalità ottenuto con il quotidiano impegno della magistratura e delle forze dell'ordine, ai quali va il nostro vivo apprezzamento e ringraziamento;
- abbiamo una classe politica dalla riconosciuta autorevolezza.
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Con le Organizzazioni Sindacali siamo riusciti in questi anni a favorire un sereno clima sociale, grazie a trasparenti e corrette relazioni industriali. Ed è proprio in forza di tale leale trasparenza che diciamo al Sindacato che occorre condividere scelte coraggiose perché la nostra provincia abbia, quale ulteriore elemento di attrazione territoriale, un costo del lavoro più basso e competitivo rispetto ad altre aree del Paese e non solo. Ma l'asset più importante e prestigioso della nostra provincia è senza ombra di dubbio l'Università. Un Ateneo di eccellenza che, sfuggendo alla tentazione "generalista" che rappresenta e sempre più rappresenterà il vero limite del sistema universitario nazionale e puntando invece su facoltà innovative e specialistiche, risulta all'avanguardia per determinare quella società della conoscenza, principale tra gli obiettivi che l'Unione Europea si diede a Lisbona nel 2000. E tale patrimonio sarà decisivo per assicurare, sempre più, una nuova ed appropriata formazione alle future generazioni. A queste eccellenze del nostro territorio fanno da contraltare alcuni aspetti ancora molto problematici e sui quali bisogna intervenire. Innanzitutto la dotazione infrastrutturale che ci penalizza fortemente: fatto 100 il tasso di infrastrutturazione italiano noi siamo fermi a 58, ma quello che maggiormente ci preoccupa è che dal 1999 al 2004 abbiamo perso 10 punti percentuali.
Aspettiamo, quindi, con ansia il definitivo avvio di tutti i lavori già inseriti nella pianificazione regionale dei trasporti e che appaiono indispensabili per la crescita del nostro sistema provinciale, e per il quale abbiamo apprezzato l'impegno dei nostri rappresentanti politici. In particolare, mi riferisco al raddoppio della Caianello-Telese Terme-Benevento; al raccordo autostradale Benevento-Caserta, i cui finanziamenti sono stati definitivamente approvati grazie all'Intesa Istituzionale di Programma; agli interventi sul sistema ferroviario, che devono garantire la chiusura dell'anello della Metropolitana regionale. Occorre, poi, un preciso impegno del Governo e della Regione per conferire al nodo ferroviario di Benevento quel ruolo, che anche la geografia gli ha assegnato, di cerniera nei collegamenti tra il versante tirrenico e quello adriatico. Ribadiamo, però, che solo una reale collaborazione tra i vari livelli istituzionali consentirà il raggiungimento di quei risultati che, se mancati, renderebbero del tutto prive di prospettiva la nostra vicenda sociale ed economica e soprattutto, renderebbero del tutto priva di valore le potenzialità di attrazione territoriale. E, al riguardo, con rammarico, non possiamo non rilevare che nel recente passato questo clima, questa reale volontà di collaborazione si è fortemente appannata. Ci auguriamo che questo messaggio venga raccolto e che tutti contribuiscano a ricreare le migliori condizioni per una effettiva e costruttiva serenità operativa. Va però detto che questa concreta collaborazione deve partire proprio dalle associazioni di rappresentanza del mondo imprenditoriale. Occorre concentrare le energie, le intelligenze, le idee di tutti per costruire in modo forte il modello di sviluppo di questa provincia».
Nell'avviarsi alla conclusione il Presidente Jannotti Pecci ha voluto sottolineare che negli ultimi quattro anni Confindustria Benevento, attraverso una intelligente ed attenta azione di marketing associativo, ha sostanzialmente raddoppiato il numero dei propri iscritti rappresentando, così, tutti i settori dell'economia provinciale. «È questo che ci ha indotto a cambiare la nostra denominazione da Unione Industriali, in Unione degli Industriali e degli Imprenditori della provincia di Benevento». Jannotti ha poi concluso dicendo: «Non potevamo festeggiare meglio i nostri 80 anni, ma per tutta la Organizzazione non è un punto di arrivo bensì di partenza. Sentiamo la responsabilità della fiducia riposta in noi e, quindi, siamo fortemente motivati a tutelare con sempre maggiore passione e con sempre maggiore determinazione gli interessi delle nostre imprese ma, soprattutto, ad essere, attraverso le nostre idee e proposte, attori di sviluppo del territorio. A chi negli anni ci ha passato il testimone, a chi ha lavorato per la crescita della nostra provincia, a chi ha dedicato tutto se stesso per costruire questa nostra Associazione, non possiamo che garantire il nostro massimo impegno in ossequio al testamento storico di valori ed ideali di cui siamo depositari».

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