L’open source: una nuova frontiera gestionale
per le pmi
Costantino
FORMICA*
Un progetto pilota europeo sperimenta modalità ottimali di impiego del
software libero
Ia condivisione e la libera circolazione della conoscenza è stata
la peculiarità che ha permesso al genere umano di eccellere in tutti i
campi: dalle scienze alla letteratura, dalla medicina alla musica; accelerando
di volta in volta la velocità e la quantità dell'informazione.
Alla luce di ciò, un concetto che è considerato punta massima della
cultura moderna, soprattutto di quella informatica, è il Free Libre Open
Source Software (FLOSS), che costituisce la semplice trasposizione, in linguaggio
attuale, di ciò che il genere umano ha sempre fatto per poter sopravvivere,
crescere e migliorarsi ovvero non porre barriere e vincoli alla circolazione
di idee. Caratteristica principale del FLOSS è infatti la possibilità di
entrare in contatto con la parte più intima del software, ovvero il suo
codice sorgente, di poterlo conoscere, studiare, modificare e customizzare.
Anche se il FLOSS è oramai considerato la nuova frontiera nel panorama
dell'ICT, è bene dire che la nascita di tale fenomeno risale ai primi
anni '80, col movimento GNU di R.M. Stallman, ma solo adesso si è giunti
ad una massa critica tale da renderlo rilevante sul mercato. Se è vero
che il FLOSS premia l'eccellenza tecnologica, diminuisce i costi e evita di legarsi
ad un rivenditore, è pur vero che c'è bisogno di competenze e conoscenze
per gestirlo al meglio. Inoltre uno dei fraintendimenti più diffusi è che
si tratti di soluzioni "o tutto o niente" e che sia necessario convertire
tutto. La verità è che spesso, anche senza accorgercene, utilizziamo
i software free/open source, senza nemmeno saperlo! Infatti, uno dei punti di
forza del FLOSS è la possibilità di renderlo multipiattaforma,
cosa che permette quindi di creare sistemi misti a seconda del budget e delle
esigenze specifiche. Anche in Italia, finalmente, si sta iniziando a "tendere
l'orecchio". Secondo un'indagine della Venice International University su
520 imprese dei settori made in Italy, la diffusione media del software aperto
risulta pari al 23%.
Il concetto stesso di libera circolazione di conoscenze abbatte le frontiere
e permette di accumulare processi ed esperienze. Un esempio di ciò che
si può fare si rileva da quanto sta avvenendo in alcuni paesi dell'UE,
tra cui la Spagna, la Gran Bretagna, l'Olanda, l'Ungheria, la Polonia, la Slovacchia
e l'Italia (vi aderiscono tre imprese/strutture di Napoli e Salerno) con il progetto
STRATOS2.
Obiettivi del progetto sono: l'identificazione delle barriere che hanno generato
lacune negli skills e nelle competenze dei manager delle PMI; l'analisi della
formazione necessaria per i manager delle PMI; l'identificazione degli attuali
gap dell'offerta formativa; la messa a punto/progettazione di un piano di formazione;
la realizzazione di un progetto pilota con un campione di manager delle PMI.
Responsabile italiana del progetto è la società Strategie & Servizi
S.r.l., attiva nella consulenza direzionale e nella formazione. I benefici per
le PMI si possono racchiudere in cinque macroaree, come l'adattabilità,
il risparmio, il rispetto degli standard, la sicurezza, la creazione di mercato.
Il mondo delle PMI appare fortemente interessato, come si sta dimostrando col
progetto STRATOS2: l' impegno sul campo sta facendo emergere dati numerosi e
interessanti. Infatti, analizzando un campione di aziende europee di cui la parte
più rappresentativa è formata dal manifatturiero (di cui quasi
la metà italiane), dal settore vendita e riparazione moto (in maggioranza
spagnole) e servizi immobiliari (praticamente egualmente divise tra Italia, Spagna
e Gran Bretagna), è emerso che solo la metà di queste aziende ha
effettuato attività di formazione nell'ICT negli ultimi due anni, soprattutto
le aziende spagnole. Le attività di aggiornamento e formazione hanno riguardato
soprattutto programmi d'ufficio, di contabilità e gestione, internet e
l'uso della posta elettronica. Ostacolo principale alla partecipazione delle
attività di training è stata la mancanza di tempo (57%) nonchè l'alto
costo dei corsi (16,7%). Segnale molto importante è stato l'indicazione
delle metodologie di formazione risultate rispondenti ai bisogni degli intervistati:
spicca il 25,1% che ha privilegiato la formazione sul lavoro, seguono il 19,3%
con le lezioni in classe, il 15,2% con quelle on line e il 12,8% quelle miste;
le altre modalità ovvero formazione a distanza, videoconferenze, etc,
hanno registrato segnalazioni meno consistenti. Probabilmente la mancanza di
tempo ha fatto preferire le attività di addestramento sul lavoro, motivazione
riscontrabile anche dalla preferenza per i corsi brevi e intensivi (86%). Dato
confortante è che il 55,4% conosce i software Open Source (FLOSS) e il
41% utilizza applicazioni di questo genere nella propria azienda. Le motivazioni
sul mancato utilizzo del FLOSS vanno ricercate, secondo questa stima, nella mancanza
di informazioni e di conoscenza di tali software.
Il 24% degli intervistati ha dichiarato di essere comunque soddisfatto dei software
che attualmente usa. Una affermazione di questo tipo, sebbene può valere
per il "programma" in quanto tale, mal si addice alle potenzialità e
possibilità offerte del FLOSS, spesso completamente ignorate dal management
delle aziende. Inoltre, spesso, non si conoscono le performance delle specifiche
applicazioni FLOSS. Chi si è dimostrato informato sul FLOSS, ha poi dichiarato
di volerlo introdurre entro l'anno nella propria realtà aziendale (il
96,4%), dando come motivazioni principali l'abbassamento dei costi e l'indipendenza
dal fornitore. Purtroppo però è ancora troppo bassa la percezione
che il management ha della possibilità di personalizzare, di aumentare
la qualità del software e che tale tipologia è immune ai virus.
Area ormai consolidata del FLOSS è Internet, ma non ci sorprendiamo nel
rilevare che i word processor, iniziano a conquistare fette di utilizzo. I maggiori
costi per la migrazione tuttavia non scalfiscono la convenienza economica, ma
anzi, riescono a far aumentare il livello di qualità del personale e dei
servizi ricevuti, quindi di conseguenza dell'azienda nel suo insieme.
L'indagine realizzata nell'ambito del progetto STRATOS2 ha fatto infine rilevare
che l'88% delle aziende intervistate è interessata a conoscere di più e
ad avere informazioni sui vantaggi dell'uso del FLOSS e il 55,3% si è mostrato
disponibile a partecipare ad attività di formazione sull'uso del FLOSS.
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