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  Dicembre 2012

Articoli n° 2
MARZO 2006
 

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L’open source: una nuova frontiera gestionale per le pmi


Costantino FORMICA*

Un progetto pilota europeo sperimenta modalità ottimali di impiego del software libero



Ia condivisione e la libera circolazione della conoscenza è stata la peculiarità che ha permesso al genere umano di eccellere in tutti i campi: dalle scienze alla letteratura, dalla medicina alla musica; accelerando di volta in volta la velocità e la quantità dell'informazione. Alla luce di ciò, un concetto che è considerato punta massima della cultura moderna, soprattutto di quella informatica, è il Free Libre Open Source Software (FLOSS), che costituisce la semplice trasposizione, in linguaggio attuale, di ciò che il genere umano ha sempre fatto per poter sopravvivere, crescere e migliorarsi ovvero non porre barriere e vincoli alla circolazione di idee. Caratteristica principale del FLOSS è infatti la possibilità di entrare in contatto con la parte più intima del software, ovvero il suo codice sorgente, di poterlo conoscere, studiare, modificare e customizzare.
Anche se il FLOSS è oramai considerato la nuova frontiera nel panorama dell'ICT, è bene dire che la nascita di tale fenomeno risale ai primi anni '80, col movimento GNU di R.M. Stallman, ma solo adesso si è giunti ad una massa critica tale da renderlo rilevante sul mercato. Se è vero che il FLOSS premia l'eccellenza tecnologica, diminuisce i costi e evita di legarsi ad un rivenditore, è pur vero che c'è bisogno di competenze e conoscenze per gestirlo al meglio. Inoltre uno dei fraintendimenti più diffusi è che si tratti di soluzioni "o tutto o niente" e che sia necessario convertire tutto. La verità è che spesso, anche senza accorgercene, utilizziamo i software free/open source, senza nemmeno saperlo! Infatti, uno dei punti di forza del FLOSS è la possibilità di renderlo multipiattaforma, cosa che permette quindi di creare sistemi misti a seconda del budget e delle esigenze specifiche. Anche in Italia, finalmente, si sta iniziando a "tendere l'orecchio". Secondo un'indagine della Venice International University su 520 imprese dei settori made in Italy, la diffusione media del software aperto risulta pari al 23%.
Il concetto stesso di libera circolazione di conoscenze abbatte le frontiere e permette di accumulare processi ed esperienze. Un esempio di ciò che si può fare si rileva da quanto sta avvenendo in alcuni paesi dell'UE, tra cui la Spagna, la Gran Bretagna, l'Olanda, l'Ungheria, la Polonia, la Slovacchia e l'Italia (vi aderiscono tre imprese/strutture di Napoli e Salerno) con il progetto STRATOS2.
Obiettivi del progetto sono: l'identificazione delle barriere che hanno generato lacune negli skills e nelle competenze dei manager delle PMI; l'analisi della formazione necessaria per i manager delle PMI; l'identificazione degli attuali gap dell'offerta formativa; la messa a punto/progettazione di un piano di formazione; la realizzazione di un progetto pilota con un campione di manager delle PMI.
Responsabile italiana del progetto è la società Strategie & Servizi S.r.l., attiva nella consulenza direzionale e nella formazione. I benefici per le PMI si possono racchiudere in cinque macroaree, come l'adattabilità, il risparmio, il rispetto degli standard, la sicurezza, la creazione di mercato.
Il mondo delle PMI appare fortemente interessato, come si sta dimostrando col progetto STRATOS2: l' impegno sul campo sta facendo emergere dati numerosi e interessanti. Infatti, analizzando un campione di aziende europee di cui la parte più rappresentativa è formata dal manifatturiero (di cui quasi la metà italiane), dal settore vendita e riparazione moto (in maggioranza spagnole) e servizi immobiliari (praticamente egualmente divise tra Italia, Spagna e Gran Bretagna), è emerso che solo la metà di queste aziende ha effettuato attività di formazione nell'ICT negli ultimi due anni, soprattutto le aziende spagnole. Le attività di aggiornamento e formazione hanno riguardato soprattutto programmi d'ufficio, di contabilità e gestione, internet e l'uso della posta elettronica. Ostacolo principale alla partecipazione delle attività di training è stata la mancanza di tempo (57%) nonchè l'alto costo dei corsi (16,7%). Segnale molto importante è stato l'indicazione delle metodologie di formazione risultate rispondenti ai bisogni degli intervistati: spicca il 25,1% che ha privilegiato la formazione sul lavoro, seguono il 19,3% con le lezioni in classe, il 15,2% con quelle on line e il 12,8% quelle miste; le altre modalità ovvero formazione a distanza, videoconferenze, etc, hanno registrato segnalazioni meno consistenti. Probabilmente la mancanza di tempo ha fatto preferire le attività di addestramento sul lavoro, motivazione riscontrabile anche dalla preferenza per i corsi brevi e intensivi (86%). Dato confortante è che il 55,4% conosce i software Open Source (FLOSS) e il 41% utilizza applicazioni di questo genere nella propria azienda. Le motivazioni sul mancato utilizzo del FLOSS vanno ricercate, secondo questa stima, nella mancanza di informazioni e di conoscenza di tali software.
Il 24% degli intervistati ha dichiarato di essere comunque soddisfatto dei software che attualmente usa. Una affermazione di questo tipo, sebbene può valere per il "programma" in quanto tale, mal si addice alle potenzialità e possibilità offerte del FLOSS, spesso completamente ignorate dal management delle aziende. Inoltre, spesso, non si conoscono le performance delle specifiche applicazioni FLOSS. Chi si è dimostrato informato sul FLOSS, ha poi dichiarato di volerlo introdurre entro l'anno nella propria realtà aziendale (il 96,4%), dando come motivazioni principali l'abbassamento dei costi e l'indipendenza dal fornitore. Purtroppo però è ancora troppo bassa la percezione che il management ha della possibilità di personalizzare, di aumentare la qualità del software e che tale tipologia è immune ai virus. Area ormai consolidata del FLOSS è Internet, ma non ci sorprendiamo nel rilevare che i word processor, iniziano a conquistare fette di utilizzo. I maggiori costi per la migrazione tuttavia non scalfiscono la convenienza economica, ma anzi, riescono a far aumentare il livello di qualità del personale e dei servizi ricevuti, quindi di conseguenza dell'azienda nel suo insieme.
L'indagine realizzata nell'ambito del progetto STRATOS2 ha fatto infine rilevare che l'88% delle aziende intervistate è interessata a conoscere di più e ad avere informazioni sui vantaggi dell'uso del FLOSS e il 55,3% si è mostrato disponibile a partecipare ad attività di formazione sull'uso del FLOSS.

* Imprenditore

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