Informazioni aziendali:
divulgazione o segretezza?
Rosario
IMPERIALI*
Il patrimonio informativo dell’azienda
nel quadro delle tutele applicabili
Brevetto, diritto d’autore e misure di secretazione tutelano il know how
tecnologico dell’impresa
Mantenere riservata una informazione aziendale, piuttosto che divulgarla,
costituisce un dilemma per qualsiasi azienda. Non si può essere
impresa avendo sempre la bocca cucita sui propri meccanismi di produzione,
sui propri sistemi remunerativi, sui propri obiettivi di business.
Però,
chi si scopre con un interlocutore commerciale, rischia. In genere
ci si difende con gli accordi di confidenzialità, ma non si può fare
un contratto al giorno. Dunque, come conciliare le necessità di
circolazione delle informazioni aziendali con le cautele imposte
dai principi di segretezza?
Informazioni segrete
Se l'azienda intende mantenere segrete le proprie informazioni, il
nuovo codice della proprietà industriale (d.lgs. 30/2005) le offre
uno strumento di tutela. Si tratta di un asset aziendale strategico che
- a differenza del brevetto per invenzioni industriali - non presuppone
particolari qualità intrinseche dell'informazione tutelata, né esso
viene incorporato in un autonomo titolo di protezione. Piuttosto, la tutela
accordata alle informazioni riservate si caratterizza per la valenza economica
del fattore "segretezza" e per il fatto che tale informazione
non sia agevolmente accessibile agli altri operatori del settore. Ciò non
esclude che - in funzione di diverse strategie di business e sussistendone
i presupposti - la stessa tipologia di dato, ad esempio un metodo di produzione
industriale, possa essere tutelata col brevetto o, viceversa, come segreto
aziendale.
Brevetti e segreti
Le tutele del brevetto e del segreto aziendale sono necessariamente
alternative. Il regime di pubblicità previsto per il brevetto, impedisce
che un'informazione contenuta in un'idea brevettata possa essere mantenuta
segreta, al fine di scontare anche la tutela attribuita alle informazioni
aziendali riservate. Tuttavia, l'imprenditore potrebbe decidere di scegliere
la via della segretezza per tutelare la propria idea innovativa suscettibile
di brevetto. Qual è, quindi, la differenza tra il brevettare un'invenzione
e tenerla segreta? Con il brevetto, l'azienda rende pubblico - mediante
il deposito presso l'ufficio brevetti - un processo produttivo originale
e sconosciuto agli esperti del settore. Per questo, viene premiata con
un vantaggio concorrenziale: per vent'anni avrà il monopolio dello
sfruttamento in ogni paese in cui è stato registrato il brevetto,
senza curarsi d'altro per ottenere protezione. Se, invece, l'invenzione
viene mantenuta segreta, l'azienda potrà sfruttarla a tempo indeterminato:
il segreto non scade come il brevetto. In pratica, la differenza è frutto
del rischio legato alla difficoltà di tenere segrete determinate
informazioni, soprattutto quando da esse si intenda ricavare un reddito
attraverso il loro sfruttamento ad opera di terzi licenziatari. In questo
ultimo caso, quando si intende "filtrare" contrattualmente a
chi rendere note informazioni riservate, un limite importante è legato
alla intrinseca natura giuridica del contratto che vincola solo le parti
che lo hanno sottoscritto, a differenza del brevetto che vincola chiunque:
un concorrente, terzo rispetto al patto di segretezza, potrà liberamente
avvalersi delle informazioni che ne formano oggetto - nei limiti della
correttezza concorrenziale - azzerando così il margine di competitività su
cui contava l'inventore.
Ambito divulgativo e relazione economica
In generale, brevetto e segretezza sono strumenti di tutela che soddisfano
logiche diverse, legate alle modalità di sfruttamento economico
delle informazioni che ne formano oggetto. Le informazioni brevettate sono
protette durante la loro circolazione fra il pubblico, proprio in quanto
la diffusione delle stesse costituisce il presupposto necessario per il
loro sfruttamento economico. Il brevetto, quindi, costituisce uno strumento
di tutela finalizzato ad un'ampia diffusione di tali informazioni. Le informazioni
riservate, viceversa, ricevono tutela solo in quanto vengano mantenute
segrete, per cui l'assenza di divulgazione costituisce il presupposto fondamentale
sia della tutela sia del loro valore economico.
Misure di secretazione “industriale”
Ecco perché, per la tutela delle informazioni aziendali riservate,
il nuovo codice della proprietà industriale non richiede alcun requisito
qualitativo per l'informazione, ma solo l'adozione di «misure ragionevolmente
adeguate a mantenerle segrete»: l'uso di una password o di archivi
chiusi a chiave per la custodia, renderà più elevato, in
azienda, il tasso di consapevolezza sulla confidenzialità dei dati;
chiunque li divulga o utilizza al di fuori degli accordi aziendali, lede
il diritto di proprietà industriale dell'impresa. E ciò a
prescindere dalla violazione di eventuali accordi di segretezza o da altri
profili di responsabilità del dipendente infedele o del concorrente
sleale.
Tutela e qualità dell'informazione aziendale
La più interessante novità della recente tutela delle informazioni
aziendali riservate è l'assenza di qualsiasi requisito sulla qualità delle
informazioni. Anche informazioni apparentemente banali - come liste di
anagrafiche o dei prezzi di acquisto delle materie prime - ma alle quali
l'impresa attribuisce un valore, tanto da giustificare il costo delle modalità di
secretazione, meritano tutela, anche in mancanza di uno specifico contratto.
Ciò comporta che la protezione riconosciuta alle informazioni riservate
rappresenta, nella scala ideale dei valori qualitativi della informazione,
la forma di tutela di "prima soglia".
Sovrapposizione di tutele
L'assenza di presupposti qualitativi per l'attribuzione di tutela
alle informazioni riservate, consente di ipotizzare una sovrapposizione
di questo strumento di protezione con altre forme di tutela, specie nei
riguardi di quelle informazioni che posseggano i requisiti qualitativi
eventualmente richiesti da altri regimi, come nel caso dei brevetti o del
diritto d'autore. Di fatti, il campo di elezione del segreto aziendale è generalmente
costituito dal know how, un insieme di regole tecniche e metodi di produzione
ignoti agli esperti del ramo e che concretizzano i margini concorrenziali
di uno specifico imprenditore.
In sintesi, le informazioni che rappresentano l'intelaiatura del
know how tecnologico di un'impresa, sono tutelabili con:
- un brevetto, se si qualificano come idee inventive suscettibili
di applicazione industriale (ad es. un procedimento industriale innovativo);
- il diritto d'autore, se rappresentano forme espressive dell'ingegno
umano (ad es., il codice di un software).
Oppure, qualora si voglia mantenerle segrete, con efficacia verso
chiunque, è attivabile:
- la tutela riconosciuta alle informazioni riservate, in quanto sottoposte
a misure di secretazione (art.98, d.lgs. 80/2005).
Se invece la riservatezza è imposta soltanto alla controparte contrattuale,
si potrà adottare una clausola di "non-disclosure" contenuta
in un contratto, ad esempio, di trasferimento di tecnologia.
Avvocato -
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