ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 2
MARZO 2006
 

dossier campania - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo


L’intervista Andrea Cozzolino - CONCENTRARE LE RISORSE SU SETTORI STRATEGICI

L’intervento Michele GRAVANO - Come impiegare le risorse

L’intervista Carlo BOFFA - insieme per l’attuazione del programma

L’intervento MASSIMO LO CICERO - La nuova stagione delle politiche di coesione
e sviluppo in Europa


L’intervENto massimo lo cicero - La nuova stagione delle politiche di coesione
e sviluppo in Europa

aIn Campania vive quasi il 10% della popolazione italiana ma la regione produce meno del 7% del reddito nazionale e nella regione vengono censiti il 16% dei disoccupati italiani. La nostra realtà sconta un peso demografico ridondante che si accoppia ad una particolare inconsistenza della struttura economica: l'eccedenza della quota di popolazione su quella del reddito spiega la fragilità economica che si riflette nell'eccedenza della disoccupazione sulla quota di popolazione, un chiaro indice di malessere sociale. Una patologia che non si può attenuare solo con i sussidi a chi non lavora, anche se è evidente che, partendo da queste condizioni, non si può rinunciare agli ammortizzatori sociali senza precipitare verso il collasso.
Ma non si può vivere, e non si cresce, se si dipende solo dalla droga dell'assistenza. Non è una questione di congiuntura: purtroppo, questo stato di fatto è un dato persistente degli ultimi dieci anni.
Fatto pari a cento il reddito procapite degli italiani, dal 1995 al 2004, il reddito procapite in Campania è pari a 66; nella provincia di Milano 154, nell'Italia del nord è 122, nel Mezzogiorno 67.
La Campania si colloca sotto la media meridionale, alla metà del livello osservato nell'Italia del Nord, quasi tre volte sotto la quota di Milano.
Queste sono le condizioni oggettive della nostra economia nonostante siano ormai trascorsi sei anni di politiche finanziate con i fondi dell'Unione Europea per la coesione e lo sviluppo delle aree sottoutilizzate in Italia. Ora, come ha detto di recente Enrico Letta in un convegno promosso dall'Unioncamere, dobbiamo organizzarci perché il successivo ciclo di quelle politiche è davvero un "ultimo treno". Secondo accordi già ratificati a Bruxelles, nel 2011 il volume delle risorse destinate alle regioni deboli, dei paesi che adottano come moneta l'euro, dovrà essere inferiore, in percentuale sul PIL dell'intera Unione Europea, rispetto alla quota destinata ai paesi new comers. La Campania arriva in ritardo a questo delicato appuntamento. Una recente delibera della Giunta Regionale individua una serie di temi sui quali concentrare i propri progetti ma è largamente divaricata, nel metodo e nei contenuti, rispetto ai documenti strategici che, per l'intero paese e il Mezzogiorno, sono già stati elaborati compiutamente dal Dipartimento per le politiche di sviluppo (DPS) nel Ministero dell'Economia. In quei documenti si indica chiaramente che lo sforzo deve concentrarsi sul metodo e sugli attori da coinvolgere e non sui traguardi o la natura settoriale dei progetti da perseguire. La Regione Campania non indica né metodi né soggetti da utilizzare ma solo generici possibili contenuti puntuali delle azioni di sviluppo.
I temi già individuati dal DPS sono invece solo sei e vanno declinati in tre dimensioni territoriali: le città, i sistemi produttivi, le aree rurali.
I temi da declinare sono: Mercati e istituzioni pubbliche; Istruzione e Formazione del capitale umano; Ricerca e innovazione; Reti e collegamenti per l'accessibilità; Ambiente e risorse naturali e culturali; Servizi sociali, per la sicurezza e per la salute.
Le politiche regionali dovranno ritrovare un ruolo attivo per gli attori privati; le banche e le imprese. Separare il regime degli aiuti alle imprese e le forme di microcredito dalle politiche orizzontali per la crescita delle attività economiche.
Garantire la realizzazione di grandi reti, capaci di collegare il Mezzogiorno con l'Europa e di offrire opportunità per la internazionalizzazione delle imprese locali. Sarebbe opportuno recuperare il tempo perduto, fino ad ora, nella valutazione degli effetti delle politiche realizzate e nella individuazione dei nuovi programmi di azione e chiudere il divario tra l'impostazione della Campania e quella del DPS.
Anche perché la spesa relativa agli investimenti inclusi nel ciclo 2000/2006 si attesta oggi intorno al 30% e le opere devono essere completate entro il 2008.
Progettare opere e interventi diversi, per impatto e contenuto, da quelli previsti allora sembra una variabile decisiva per massimizzare l'efficacia del "treno" di cui parlava Enrico Letta.

Economista

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Marzo - 4,05 Mb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it