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  Dicembre 2012

Articoli n° 2
MARZO 2006
 

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L’intervista Andrea Cozzolino - CONCENTRARE LE RISORSE SU SETTORI STRATEGICI

L’intervento Michele GRAVANO - Come impiegare le risorse

L’intervista Carlo BOFFA - insieme per l’attuazione del programma

L’intervento MASSIMO LO CICERO - La nuova stagione delle politiche di coesione
e sviluppo in Europa


L’intervista Andrea Cozzolino - CONCENTRARE LE RISORSE SU SETTORI STRATEGICI

aLe direttive di Lisbona troveranno concreta attuazione con la programmazione strategica 2007-2013. L'appuntamento è per il prossimo settembre, quando l'Italia dovrà presentare all'UE un Quadro Strategico Nazionale che indirizzi le risorse destinate al nostro Paese. Come si presenterà la Regione Campania all'appuntamento?
Gli ultimi dati resi noti dal Ministero dell'Economia dimostrano che il nostro Programma Operativo Regionale 2000-2006 non solo ha raggiunto, ma ha superato l'obiettivo del 100% in tutti e quattro i Fondi (Fesr, Fse, Feoga e Sfop), attestandosi su una media del 108 per cento. Dico questo, perché è importante non disperdere le risorse regionali, nazionali e comunitarie che siamo chiamati a gestire. Lo stesso commissario europeo per le politiche regionali, Danuta Hubner, nella sua recente visita ha sottolineato la buona capacità di spesa della Campania. Con lo stesso spirito guardiamo al nostro Programma 2007-2013, per il quale ci poniamo l'obiettivo di una Campania al centro di un sistema di relazioni con le altre regioni europee, in particolare quelle mediterranee. Per questo, riteniamo che la prossima programmazione dovrà riuscire a combinare due elementi fondamentali: da una parte l'intensa concentrazione di obiettivi e risorse; dall'altra l'integrazione dei diversi strumenti di sostegno alla crescita.
Per aumentare l'impatto degli interventi, la nuova fase concentrerà gli investimenti su un numero limitato di priorità, che verranno discusse e condivise attraverso un processo di costante concertazione con le parti sociali e di confronto con i cittadini.

Restiamo in tema. Nella precedente programmazione circa il 40% delle risorse è stato destinato ai PIT (ben 51) e non si è realizzata una vera, concertata e integrata politica di sviluppo. Non crede che parcellizzare le spese comporti inevitabili ritardi e una dispersione delle risorse?
Mi sembra un giudizio ingeneroso. La progettazione integrata ha consentito di diffondere prassi, procedure e una cultura della valutazione e della programmazione più attenta ai risultati. Ed è stato un banco di prova per la sperimentazione di nuove soluzioni amministrative. Avere destinato ai 51 progetti integrati il 40% delle risorse del Por è stato il segno chiaro che la Regione ha voluto investire sulla competitività dei territori: fare rete, fare sistema, incentivi mirati al miglioramento del "contesto". È stato fatto un investimento importante sui fattori non economici dello sviluppo, nella convinzione che solo la creazione di un ambiente favorevole possa incentivare le imprese a investire o a trasferirsi nella nostra regione. Certo, la proliferazione eccessiva degli strumenti ha comportato un eccesso di burocratizzazione e un mancato raccordo con altre esperienze di programmazione negoziata. Credo sia giusto, dunque, verificare quali siano stati gli strumenti che hanno funzionato e quali no. Non dobbiamo concentrare solo le risorse, ma anche gli strumenti, che dovranno essere pochi e selettivi. Il tema della selettività e della celerità dell'utilizzo delle risorse pubbliche è decisivo, se vogliamo crescere con dinamicità nei prossimi anni.

Quali saranno le attività messe in campo per incentivare lo sviluppo industriale e produttivo?
Ci stiamo muovendo su tre direttive: ricostruire politiche di settore - industriali, commerciali e artigianali - ripensare il ruolo delle città in funzione dello sviluppo sociale, economico e culturale, e dare valore al capitale umano, soprattutto quello delle nuove generazioni. Pensiamo che bisogna individuare i settori strategici sui quali concentrare le risorse a nostra disposizione. Penso alla cantieristica navale, all'aerospazio, all'automotive e all'agroalimentare: settori nei quali la Campania cresce e ha ampi margini per i prossimi anni.
Per questo dobbiamo adeguare le politiche di incentivazione, rendendo il sistema degli incentivi più efficace e maggiormente legato alle politiche industriali che intendiamo perseguire. Nel campo delle infrastrutture puntiamo, inoltre, alla creazione di un Fondo Immobiliare cui conferire le aree industriali, che saranno riqualificate e rese appetibili per gli investitori. Un ulteriore passo sarà la realizzazione del polo agroalimentare campano nella piana del Sele, che rappresenterà un importante strumento di sviluppo, non solo per il settore agricolo, ma anche per l'intero apparato economico regionale in una zona strategica dal punto di vista logistico ed economico.

Assessore alle Attività Produttive e Agricoltura
Regione Campania

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