L’intervista
Andrea Cozzolino - CONCENTRARE LE RISORSE SU SETTORI STRATEGICI
L’intervento
Michele GRAVANO - Come impiegare le risorse
L’intervista
Carlo BOFFA - insieme per l’attuazione del programma
L’intervento
MASSIMO LO CICERO - La nuova stagione delle politiche di coesione
e sviluppo in Europa
L’intervista
Andrea Cozzolino - CONCENTRARE LE RISORSE SU SETTORI STRATEGICI
Le
direttive di Lisbona troveranno concreta attuazione con la
programmazione strategica 2007-2013. L'appuntamento è per
il prossimo settembre, quando l'Italia dovrà presentare
all'UE un Quadro Strategico Nazionale che indirizzi le risorse
destinate al nostro Paese. Come si presenterà la Regione
Campania all'appuntamento?
Gli ultimi dati resi noti dal Ministero dell'Economia dimostrano
che il nostro Programma Operativo Regionale 2000-2006 non solo
ha raggiunto, ma ha superato l'obiettivo del 100% in tutti e quattro
i Fondi (Fesr, Fse, Feoga e Sfop), attestandosi su una media del
108 per cento. Dico questo, perché è importante non
disperdere le risorse regionali, nazionali e comunitarie che siamo
chiamati a gestire. Lo stesso commissario europeo per le politiche
regionali, Danuta Hubner, nella sua recente visita ha sottolineato
la buona capacità di spesa della Campania. Con lo stesso
spirito guardiamo al nostro Programma 2007-2013, per il quale ci
poniamo l'obiettivo di una Campania al centro di un sistema di
relazioni con le altre regioni europee, in particolare quelle mediterranee.
Per questo, riteniamo che la prossima programmazione dovrà riuscire
a combinare due elementi fondamentali: da una parte l'intensa concentrazione
di obiettivi e risorse; dall'altra l'integrazione dei diversi strumenti
di sostegno alla crescita.
Per aumentare l'impatto degli interventi, la nuova fase concentrerà gli
investimenti su un numero limitato di priorità, che verranno
discusse e condivise attraverso un processo di costante concertazione
con le parti sociali e di confronto con i cittadini.
Restiamo in tema. Nella precedente programmazione
circa il 40% delle risorse è stato destinato ai PIT (ben 51) e non si è realizzata
una vera, concertata e integrata politica di sviluppo. Non crede
che parcellizzare le spese comporti inevitabili ritardi e una dispersione
delle risorse?
Mi sembra un giudizio ingeneroso. La progettazione integrata ha
consentito di diffondere prassi, procedure e una cultura della
valutazione e della programmazione più attenta ai risultati.
Ed è stato un banco di prova per la sperimentazione di nuove
soluzioni amministrative. Avere destinato ai 51 progetti integrati
il 40% delle risorse del Por è stato il segno chiaro che
la Regione ha voluto investire sulla competitività dei territori:
fare rete, fare sistema, incentivi mirati al miglioramento del "contesto". È stato
fatto un investimento importante sui fattori non economici dello
sviluppo, nella convinzione che solo la creazione di un ambiente
favorevole possa incentivare le imprese a investire o a trasferirsi
nella nostra regione. Certo, la proliferazione eccessiva degli
strumenti ha comportato un eccesso di burocratizzazione e un mancato
raccordo con altre esperienze di programmazione negoziata. Credo
sia giusto, dunque, verificare quali siano stati gli strumenti
che hanno funzionato e quali no. Non dobbiamo concentrare solo
le risorse, ma anche gli strumenti, che dovranno essere pochi e
selettivi. Il tema della selettività e della celerità dell'utilizzo
delle risorse pubbliche è decisivo, se vogliamo crescere
con dinamicità nei prossimi anni.
Quali saranno le attività messe in
campo per incentivare lo sviluppo industriale e produttivo?
Ci stiamo muovendo su tre direttive: ricostruire politiche di settore
- industriali, commerciali e artigianali - ripensare il ruolo delle
città in funzione dello sviluppo sociale, economico e culturale,
e dare valore al capitale umano, soprattutto quello delle nuove
generazioni. Pensiamo che bisogna individuare i settori strategici
sui quali concentrare le risorse a nostra disposizione. Penso alla
cantieristica navale, all'aerospazio, all'automotive e all'agroalimentare:
settori nei quali la Campania cresce e ha ampi margini per i prossimi
anni.
Per questo dobbiamo adeguare le politiche di incentivazione, rendendo
il sistema degli incentivi più efficace e maggiormente legato
alle politiche industriali che intendiamo perseguire. Nel campo
delle infrastrutture puntiamo, inoltre, alla creazione di un Fondo
Immobiliare cui conferire le aree industriali, che saranno riqualificate
e rese appetibili per gli investitori. Un ulteriore passo sarà la
realizzazione del polo agroalimentare campano nella piana del Sele,
che rappresenterà un importante strumento di sviluppo, non
solo per il settore agricolo, ma anche per l'intero apparato economico
regionale in una zona strategica dal punto di vista logistico ed
economico.
Assessore alle Attività Produttive e Agricoltura
Regione Campania
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