L’intervista
Andrea Cozzolino - CONCENTRARE LE RISORSE SU SETTORI STRATEGICI
L’intervento
Michele GRAVANO - Come impiegare le risorse
L’intervista
Carlo BOFFA - insieme per l’attuazione del programma
L’intervento
MASSIMO LO CICERO - La nuova stagione delle politiche di coesione
e sviluppo in Europa
L’intervento
Michele GRAVANO - Come impiegare le risorse
Le
indicazioni che la nostra organizzazione ha esplicitato più volte
- sia in sede di Comitato di Sorveglianza, sia in particolare
al Tavolo di Concertazione istituito dalla Regione Campania
- sono ovviamente in linea con quanto stabilità nel
due Consigli Europei di Goteborg e Lisbona. Gli obiettivi
di uno sviluppo ecosostenibile e della piena e buona occupazione
sono assolutamente da condividere. Questo vale anche per
il modo di fare spesa, concentrare e integrare le risorse
su obiettivi chiari, definiti e realizzabili in tempi certi:
noi condividiamo questa impostazione e abbiamo chiesto già nella
fase di attuazione del POR 2000-2006 che ci si uniformasse
a questi principi.
Abbiamo condiviso la scelta dei Progetti Integrati che, soprattutto
laddove ha funzionato la concertazione, hanno dimostrato
di essere in grado di stabilire degli obiettivi di coesione
sociale e territoriale. Ma certamente abbiamo avvertito anche
i problemi connessi a questa scelta: una proliferazione eccessiva
degli strumenti di programmazione dal basso che non sempre
sono riusciti ad integrarsi per fare sistema. Pur condividendo
l'impianto di Agenda 2000, fondato sulla responsabilizzazione
delle classi dirigenti locali, sullo sviluppo locale, riteniamo
che sarebbe stato opportuno uno sforzo maggiore su grandi
progetti infrastrutturali utili per tutto il Mezzogiorno,
in collaborazione con le altre regioni. Così come è importante
che la spesa dei fondi vada verso una maggiore integrazione
con le scelte di politica industriale.
Approviamo l'impostazione che la Regione sta dando alla discussione
sul prossimo periodo di programmazione e insistiamo sulla
necessità di impostare la programmazione e l'attuazione
su obiettivi ben definiti.
Certo, non partiamo da zero. Al netto di eccessi di burocratizzazione
delle procedure, riteniamo che ci siano molti strumenti della
programmazione negoziata (all'interno della quale ricomprendere
anche i Progetti Integrati) che hanno ben funzionato.
Ebbene, bisogna fare in modo che quelle esperienze vengano
valorizzate, in modo che siano in condizione di attrarre
fondi ordinari regionali e nazionali e fondi aggiuntivi comunitari
in una logica di programmazione che vada da qui al 2013. É evidente
che tutto ciò deve passare attraverso anche una riconsiderazione
di alcuni strumenti che hanno dimostrato limiti forti. Nel
caso dei Distretti Industriali, ad esempio, è necessaria
una riflessione che non può non tenere conto del fatto
che sono stati concepiti un quarto di secolo fa in settori
che hanno bisogno di politiche diverse. E questo è un
primo passo.
Il secondo deve essere quello di integrare le risorse e concentrarle
su obiettivi di politiche industriali o di sostegno alle
stesse: se la Regione ha individuato dei settori strategici
su cui concentrare l'attenzione, allora, è in relazione
a questi che bisogna programmare buona parte delle risorse.
Cantieristica navale, aeronautica, automotive, agroalimentare,
energia, trasporti sono presenze industriali storiche della
nostra regione che, pur risentendo della crisi, continuano
ad essere competitive e ad avere una buona presenza sui mercati
internazionali. Ebbene, bisogna sostenerle: innovazione,
ricerca, internazionalizzazione, selettività degli
interventi, in una logica di integrazione con le risorse
ordinarie, sono i temi che ci sentiamo di condividere.
La terza cosa, che abbiamo posto con forza in sede di concertazione,
riguarda una maggiore attenzione alle politiche sociali.
Crediamo che sia necessario indirizzare risorse verso questo
settore: un primo passo è stato la definizione dei
Piani di Zona Sociali, ma questi non possono funzionare senza
risorse. Così come bisogna prevedere la possibilità di
interventi tesi al rafforzamento del sistema socio-sanitario,
sia per prestazioni che per strutture. Se il divario tra
le regioni più ricche d'Europa e quelle arretrate è anche
in termini di qualità della vita, e se per qualità della
vita intendiamo anche gli aspetti sociali e assistenziali,
non si capisce perché i Fondi comunitari non possano
essere finalizzati anche all'obiettivo di diminuire il divario
esistente.
Segretario Generale CGIL Campania
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