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  Dicembre 2012

Articoli n° 4
maggio 2006
 

UNIONE DI caserta - Home Page
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Scuola d’Impresa,
una palestra per futuri manager

Presto a San Leucio
la scuola di restauro dei tessuti antichi

A palazzo Acquaviva
il primo prefetto in rosa

La sfida della Piccola industria:
uno sportello anti-burocrazia

Edil Atellana torna a casa:
nuova sede e fatturato record



ISTITUZIONI
A palazzo Acquaviva
il primo prefetto in rosa


di Antonio Arricale


costozeroMaria Elena Stasi è la prima donna in Campania a reggere una Prefettura. E agli imprenditori dice:
«La sicurezza del territorio è prioritaria»

«Sono contenta di essere a Caserta», esordisce, con un bel sorriso, accogliendo la delegazione degli industriali che è venuta a portarle il saluto del mondo produttivo di Terra di Lavoro. In effetti, Maria Elena Stasi in città, da qualche mese, è già di casa. E per la precisione, in piazza Vanvitelli. Ora s'è trattato soltanto di dover cambiare numero civico, passando da uno all'altro dei due palazzi più prestigiosi del famoso slargo. A Palazzo Castropignano, infatti, sede municipale, fino al 5 aprile scorso ha retto l'amministrazione straordinaria della città. A Palazzo Acquaviva, invece, entra nella veste di rappresentante di Governo. Dunque, di prefetto di Caserta.
«Il primo prefetto donna a Caserta», sottolinea il presidente degli industriali Carlo Cicala, onorandosi peraltro, di avere nella delegazione, due donne per altrettanti primati: Cristiana Coppola, primo presidente regionale donna degli industriali, e Stefania Brancaccio, primo presidente in gonnella della Piccola industria casertana. Ma il prefetto, che pure si compiace dell'accostamento, con il sorriso e la voce bonaria della padrona di casa, e un vezzo tutto femminile, non manca di rimarcare: «Il primo prefetto donna della Campania». E il discorso inevitabilmente scivola sulle cosiddette quote rosa, che al prefetto però non piacciono: «Non ne vedo la ragione. Basterebbe organizzarsi. In fondo, le donne potrebbero farsi delle liste di sole donne e votarle. Altro che quote…».
Poi aggiunge: «Sono contenta di essere a Caserta». E non solo per la vicinanza con Napoli, da cui proviene. «Questa città mi piace al punto che mi sono trasferita qui già da alcuni giorni. Così è mio marito, ora, che fa il pendolare con Napoli». E i figli? «Loro no, loro restano a Napoli. Hanno ormai una età in cui possono fare da soli. E poi, i tempi sono cambiati. Una volta erano i figlia ad andare via da casa, ora sono i genitori».
In prefettura il cambio di guardia al vertice è avvenuto con le locomotive in movimento, per così dire: alla vigilia delle elezioni. «Ma tutto è andato bene, per fortuna», aggiunge il prefetto.
La quale, però, sa bene che il caso, in queste vicende, in genere c'entra poco, essendo affidato il tutto principalmente alla capacità organizzativa degli uomini e alla conoscenza della macchina. Che lei, appunto, conosce bene. «Ora sto imparando a conoscere i Comuni», aggiunge. E con questa espressione sottolinea pure quanto importante sia monitorare l'attività degli enti locali. Soprattutto in provincia di Caserta ove, purtroppo, sempre incombenti minacce di condizionamento da parte della criminalità organizzata possono pregiudicarne il corretto funzionamento.
In questo, peraltro, registrando con sensibile attenzione le preoccupazioni degli imprenditori che nella sicurezza del territorio, appunto, indicano la priorità assoluta per rendere "appetibile", dal punto di vista imprenditoriale, una provincia dotata di aree industriali tra le più vaste ed attrezzate d'Italia. "Attrattività del territorio" che mai come in questa difficile fase congiunturale economica potrebbe rappresentare la chiave di volta per agguantare lo sviluppo. «Faremo del nostro meglio», assicura il prefetto.

 

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