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a cura della redazione di CostoZero Magazine
Rive Gauche
Critica della politica economica
 A cura di Sergio Cesaratto e Riccardo Realfonzo
Analisi e proposte per una politica economica di rilancio
Manifestolibri - pp. 264 Euro 24,00
Rive Gauche, ovvero riva sinistra, è un libro che ha come intento quello di delineare le possibili linee di intervento economico per il rilancio del Paese, ipotesi e soluzioni avanzate dall'area della sinistra progressista, che parla all'Unione, mettendo in luce le debolezze dell'analisi e delle soluzioni programmatiche avanzate dagli economisti dell'ala moderata e mostrando la praticabilità di incisive politiche economiche di sinistra.
«Non è un libro accademico - sottolinea Realfonzo - è di facile lettura per un qualsiasi cittadino partecipe all'argomento, il linguaggio è chiaro».
Il libro raccoglie circa una trentina di contributi provenienti da i più noti economisti italiani, quali Augusto Graziani, Giorgio Lunghini, leader della sinistra, rappresentati dei sindacati, autorevoli intellettuali progressisti appartenenti all'area di centro-sinistra, intervenuti al convegno "Rive Gauche, la critica della politica economica e le linee programmatiche delle coalizioni progressiste", tenutosi a Roma, lo scorso settembre, nel quale, dopo una dettagliata analisi della situazione economica italiana, veniva affrontata la delicata tematica delle proposte per una politica economica di rilancio accompagnate da concrete soluzioni alle difficoltà evidenti del sistema Italia.
Nel libro si affrontano i temi del ritardo dell'apparato produttivo italiano, le questioni bancarie, si offrono soluzioni e proposte. Tra queste, quella di Realfonzo, che sostiene che lo stato dell'economia italiana è preoccupante ed «è necessario battersi contro i piani di risanamento delle finanze pubbliche, ovvero, anche all'interno dell'Unione c'è chi sostiene la necessità di abbattere il debito pubblico rispetto al Prodotto Interno Lordo ed, invece, la tesi che desidero sostenere - afferma il professore - è la necessità di seguire una politica di stabilizzazione del debito pubblico. Quest'ultimo va controllato e non abbattuto perché, in quest'ultimo caso, significherebbe impiegare una quantità di risorse finanziarie in tale direzione non avendo più le possibilità per fare politiche industriali incisive».
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