Il Sud ha bisogno di
una fiscalitÀ compensativa
Crediti Iva,
per le imprese non sono piÙ un problema
Manager in affitto per competere nel mercato globale
Energie alternative,
obiettivo fissato al 20%
PICCOLA INDUSTRIA
Manager in affitto per competere nel mercato globale
Una moderna figura professionale
al centro di un recente convegno promosso
dal Gruppo Piccola Industria
a cura dell’ Unione
Industriali di Napoli
Si chiama Temporary Management e in Italia ha cominciato a diffondersi nella seconda metà degli anni ‘80. Per le imprese si tratta di affidare a un manager altamente qualificato deleghe e obiettivi da perseguire in un lasso di tempo predeterminato. Quanto alle funzioni da svolgere, si va dal presidio di innovazione al quality management, tutte attività di alta specializzazione. La nuova tipologia di gestione di attività d'impresa per una decina d'anni si è svolta in modo indisciplinato e senza standard professionali di riferimento. Dal 1993 l'associazione senza fini di lucro Atema ha posto le basi per una diffusione ed una professionalizzazione del servizio. Se ne è discusso a una tavola rotonda promossa dal Gruppo Piccola Industria dell'Unione Industriali di Napoli alla quale sono state invitate la fondatrice storica di Atema, Mietta Confalonieri, e l'attuale presidente in carica dell'associazione, Paola Palmerini. Al dibattito, moderato dal giornalista del Mattino Gianni Molinari e introdotto dal Presidente del Gruppo P.I. Bruno Scuotto, hanno preso parte anche imprenditori napoletani e manager che hanno sperimentato in prima persona l'esperienza del Temporary Management. Come ha sottolineato il presidente di Citel Scarl, Fortunato D'Angelo, nonostante i costi relativamente elevati, il Temporary Management può costituire un valido strumento per gestire lo sviluppo di Pmi che abbiano avviato piani di crescita e di internazionalizzazione e non prevedano l'innesto in pianta stabile di organi direttivi. In tali casi è importante tenere parallelamente alta l'attenzione sulla formazione dei quadri, il che permetterà, una volta che il manager in affitto avrà lasciato l'organizzazione, di conservare i livelli di efficienza raggiunti. Da parte sua, Mietta Confalonieri, ha precisato che l'apporto del Temporary Manager non è solo di natura strutturale-operativa ma soprattutto culturale. Egli infatti avvia un discorso, innesca dei meccanismi e delle prassi che modificano i comportamenti organizzativi e si indirizzano verso una direzione in ogni caso indicata dall'imprenditore. Per dirla con Andrea Rea, docente della Sapienza e di Sda Bocconi, il manager temporaneo deve essere chiamato ad intervenire sulla base di un'aspirazione, una visione che l'imprenditore ha già sviluppato ma che non può seguire nei minimi particolari, pena lo svilimento del suo lavoro creativo. L'imprenditore di talento, secondo Rea, non può focalizzarsi sulla routine, sulla gestione in senso stretto. Egli deve creare, avere idee, guardare lontano. Una delle soluzioni per fare fronte all'attività di gestione, in casi specifici come quelli su ricordati, è proprio il ricorso alla figura del Temporary Manager, che traghetta l'azienda verso le mete designate dalla lungimiranza imprenditoriale.
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