Incrementare la conoscenza
per governare il territorio
Vittorio
PARAVIA
Condizioni di vita migliori e cultura dell’accoglienza aumentano la capacità di produrre ricchezza di un’area territoriale
L'appartenenza della SDOA al territorio salernitano ha contribuito a determinare negli anni un crescente interesse per i temi dello sviluppo locale e per la crescita economica delle aree vocazionalmente considerate turistiche. Nell'oramai lontano 1986 partì la sfida della SDOA per fare formazione manageriale nel Sud e per diffondere cultura d'impresa in un contesto tradizionalmente esportatore di talenti. A quel tempo la mission della SDOA poteva essere così sintetizzata: migliorare la conoscenza per gestire le imprese. Dopo alcuni anni, la SDOA ha aggiunto un elemento alla sua mission, il territorio, comprendendo che lo sviluppo degli scenari competitivi stava determinando un alto livello di interazione tra l'impresa e il territorio e una forte correlazione tra la competitività d'impresa e l'attrattività territoriale. Oggi una buona parte delle attività della Scuola si sviluppano su questi temi.
L'esperienza della ricerca e dell'analisi territoriale si è concretizzata in due studi fondamentali: la ricerca del L.I.S.I.L. - Laboratorio per l'Innovazione e lo Sviluppo Imprenditoriale Locale, denominata "Le coalizioni territoriali per lo sviluppo in provincia di Salerno: l'esperienza dei Patti Territoriali", pubblicata nel 2001, e il successivo studio sul "Marketing turistico e territoriale" applicato alla realtà salernitana realizzato dall'I.T.A.T. - Istituto per il Turismo e l'Analisi del Territorio.
I risultati delle ricerche rilevano una proliferazione di iniziative locali spesso sovrapposte e concorrenti, un approccio empirico nell'individuazione degli ambiti di area e soprattutto una costante e spesso asfittica individuazione del turismo come unico strumento di crescita imprenditoriale ed economica del territorio. Da qui l'idea di mettere a punto strumenti di analisi quali-quantitativi per identificare i confini e le linee di programmazione, dettata dalla consapevolezza che per governare il territorio è necessario migliorare la conoscenza. Gli enti locali e le imprese hanno bisogno di strumenti conoscitivi per realizzare il proprio processo strategico e per focalizzare gli investimenti sui progetti con una prospettiva concreta. Per fare questo è necessario che i soggetti decisori integrino sempre più elementi di valutazione politica ed empirica con dati e modelli di analisi quantitativa evoluti, contemporaneamente è fondamentale investire sul capitale umano, sulla formazione dei giovani, sulla promozione di professionalità nuove e trasversali, sulla larga diffusione della cultura dell'accoglienza e della valorizzazione del territorio. In questi anni - in particolare il riferimento va al periodo di programmazione europea che sta per terminare - si è prestata molta attenzione alla segmentazione del territorio, alla individuazione delle aree, alla fissazione delle priorità strategiche ed alla gestione dei fondi per favorire i processi di sviluppo. Una grande applicazione di metodologie e strumenti finanziari è stata indirizzata verso il sostegno di programmi promozionali, convinti che le aree del Sud fossero mal promosse e poco conosciute al grande pubblico, in Italia ed all'Estero. Ma in questa fase poco è stato fatto per rafforzare i territori e per creare quelle precondizioni di sviluppo ed attrattività reale che sono alla base della crescita economica e che probabilmente precedono come azione la promozione e la comunicazione.
Per questo motivo abbiamo impostato i nostri studi territoriali sul concetto di superamento del paradigma teorico-metodologico del marketing territoriale e turistico per approdare alla governance del territorio.
Il nostro lavoro è partito dalla valutazione delle potenzialità di sviluppo dell'economia turistica nel territorio salernitano perché nei documenti di programmazione locale prodotti in numero consistente nel periodo 1997-2000, il turismo è quasi sempre indicato come priorità strategica. Questa impostazione istituzionalmente condivisa è sicuramente accettabile, ma chiaramente riduttiva. É vero che il turismo deve costituire, per motivi storico-vocazionali, paesaggistici ed ambientali, parte integrante e fondamentale delle politiche di sviluppo, ma è altrettanto vero che non può e non deve inglobarle ed esaurirle. Piuttosto le analisi realizzate hanno mostrato che lo sviluppo turistico è una risorsa strategica perché contribuisce in forma determinante a migliorare la qualità del territorio e delle condizioni di vita delle comunità locali, elementi questi ultimi fondamentali per attrarre nelle nostre zone non solo viaggiatori e visitatori, ma anche e forse soprattutto imprese e capitali. Nella nostra impostazione lo sviluppo dell'economia legato al turismo non è stato mai visto come il fine delle politiche territoriali, ma come un mezzo potente per ricongiungere sistemicamente risorse ambientali, culturali ed antropiche in un progetto di miglioramento delle condizioni di attrattività insediativa. Il fine ultimo, pertanto, non è migliorare la quantità e la qualità dei flussi turistici e sviluppare nuove imprese legate al ciclo dell'accoglienza - questo aspetto è chiaramente auspicato per i positivi effetti che indurrebbe nell'economia dell'area -, ma l'obiettivo vero è organizzare il territorio in modo da essere accogliente ed attraente. Marketing territoriale, inteso come attrazione di investimenti, e marketing turistico, inteso come promozione territoriale ed attrazione di flussi di visitatori, si ricongiungono in quest'impostazione e possono essere sintetizzati nella semplice formula: miglioriamo le condizioni di vita e la capacità di accoglienza di un'area territoriale per incrementare la sua capacità di produrre ricchezza.
Il marketing del territorio ed il marketing turistico non presentano, secondo questa impostazione, elementi di antitesi e di confusione terminologica, ma diventano parte integrante di un unico approccio strategico finalizzato allo sviluppo economico e sociale, quindi fin da subito abbiamo preferito parlare di governance dei sistemi territoriali in luogo di marketing territoriale.
In conclusione, gli enti che hanno la responsabilità di programmare e progettare, quindi di governare il territorio, la Regione in primo luogo, ma poi anche le Province, le amministrazioni Municipali e le Agenzie di sviluppo e promozione, devono valorizzare le strutture che operano sul territorio e che possono fornire questi servizi di analisi e studio, di informazione e soprattutto di formazione delle risorse umane a vari livelli, da quello manageriale a quelli di natura professionale ed operativa, con grande impegno a fornire servizi di accompagnamento all'imprenditorialità, che resta una valida alternativa nei processi decisionali finalizzati all'occupazione e che, soprattutto, in sistemi locali strutturati sulla prevalenza di attività legate al turismo, costituisce leva fondamentale per differenziare i servizi, arricchire la gamma d'offerta e diffondere la cultura dell'accoglienza.
*Presidente Fondazione Antonio Genovesi - SDOA - sdoa@sdoa.it
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