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Dialogo con la politica
Il Paese ha bisogno di una moderna cultura politica che recuperi
il senso dell'etica
a cura di Raffaella Venerando & Monica de Carluccio
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Nuove dinamiche sociali e improvvisi colpi di scena politici
restituiscono l'immagine di un Paese in cui l'economia annaspa e la sfiducia
verso la res pubblica, e chi la amministra, dilaga. Una situazione complessiva,
quella italiana, che appare giorno dopo giorno sempre più insostenibile.
Dall'esigenza di vederci più chiaro, "senza restare a guardare",
nasce l'iniziativa della Confindustria Salerno di incontrare gli esponenti
delle maggiori forze politiche del Paese, non tanto per correggere le idee
sbagliate di chi governa o di chi lo farà in un futuro prossimo, quanto
per cominciare a costruire, insieme, elementi utili alla diffusione di priorità e
metodologie di tipo nuovo, che possano soddisfare l'aspirazione dei cittadini
ad una vita migliore e motivare gli imprenditori nella loro ardua scelta
di fare impresa.
L'iniziativa, intitolata "Dialogo con la politica", si propone, quindi,
di contribuire, in termini di idee e possibili soluzioni, ai programmi delle
coalizioni attualmente esistenti sul panorama politico, ponendo alla loro attenzione,
i temi caldi che coinvolgono le attività del mondo industriale. L'obiettivo,
pertanto, è andare a incidere sulle scelte che le Istituzioni inevitabilmente
compieranno. Affiancare, insomma, all'elaborazione culturale di chi per competenze è preposto
a decidere, un sano e propositivo pragmatismo, perché la politica non
sia più avulsa dalla realtà economica e civile, come oggi purtroppo
appare.
Dopo Piero Fassino, segretario nazionale dei Ds, hanno accettato di confrontarsi
con gli industriali salernitani, a poco più di una settimana di distanza,
nello scorso mese di dicembre, l'onorevole Alfonso Pecoraro
Scanio, Presidente
della Federazione Nazionale dei Verdi e l'onorevole Clemente
Mastella Segretario
Nazionale UDEUR.
Sul tavolo, per i due politici la stessa generale emergenza cui far fronte:
il territorio campano risulta scarsamente attrattivo per un'indubbia mancanza
di convenienze. Gli industriali, rappresentati dal presidente Andrea Prete,
hanno palesato ai due leader politici tutte le loro difficoltà nel continuare
a fare impresa in Campania dove permane un'eccessiva burocratizzazione della
Pubblica Amministrazione, inefficiente e con tempi di funzionamento del tutto
inadeguati e incompatibili con le esigenze degli imprenditori; dove le infrastrutture
scontano ritardi di lunga data, dove vige un sistema creditizio penalizzante
e la pressione fiscale è soffocante; dove l'intermediazione politica è una
causa impediente. In più, - ha sottolineato Prete in ambedue i suoi
interventi di apertura dei lavori- <si assiste a un preoccupante scollamento
tra classe politica e società civile, quasi come se la prima non vivesse
e operasse per la seconda>.
Dagli incontri sono emersi problemi, esigenze e proposte dei cittadini-imprenditori
rispetto al difficile contesto nazionale e, più da vicino, riguardo
le particolarità territoriali.
Sia Pecoraro Scanio sia Mastella hanno risposto in maniera costruttiva facendo
appello entrambi a principi come impegno ed efficienza cari al mondo imprenditoriale.
Nello specifico, il Presidente dei Verdi - movimento al quale Prete ha riconosciuto
il valido contribuito offerto nel determinare un cambiamento di mentalità e
nel diffondere una diversa sensibilità in tema ambientale -, sulla necessità di
realizzare alcuni provvedimenti per colmare il gap energetico della nostra
regione, come le centrali elettriche con ciclo combinato a metano, ha affermato,
sfatando il luogo comune che vuole i Verdi fermi nel dire sempre di no a questo
tipo di opere, che <gli investimenti in ambiente realizzano indubbi vantaggi
per le imprese ma solo se sono supportati da un sistema pubblico adeguato.
Bisogna quindi, innanzitutto, risanare un sistema di intreccio tra politica
ed economia sempre più perverso, creando una moderna cultura politica
che recuperi il senso dell'etica, definendo però poche priorità perché le
risorse a disposizione, a dire il vero, sono scarse. Il problema infrastrutturale è evidente,
ma per l'energia, noi chiediamo un Piano nazionale e un Piano energetico regionale. È intollerabile,
infatti, la mancanza di sistematicità in quest'ambito e di un sistema
di ascolto delle esigenze della popolazione. Prima che alla realizzazione di
nuovi impianti, si deve lavorare sulla manutenzione di quelli già esistenti.
A corredo degli interventi infrastrutturali vanno fissati i tempi entro cui
realizzare obiettivi raggiungibili, tra cui un sistema creditizio più adeguato,
incentivi automatici per escludere filtri burocratici e una fiscalità di
vantaggio che ci renda competitivi>.
Concentrare le risorse, diminuire i costi della politica, delegiferare, rifondare
una politica industriale efficace: questi, secondo il Presidente Prete, i
punti su cui chiedere al prossimo Governo di focalizzare l'attenzione anche
perché il
vero motore della ricchezza del nostro Paese è l'industria. E senza
manifatturiero non si cresce.
Al riguardo Clemente Mastella, nel suo vivace intervento, ha dichiarato che
il suo gruppo politico, di intesa con sindacato e imprenditori, non era d'accordo
sull'aumento regionale dell'Irap, che ha bollato come una trovata alla Robin
Hood: <prendere a chi ha non mi sembra una gran soluzione>. Poi, definendosi
paladino della causa Mezzogiorno, ha insistito: <Il nostro Sud sarà unità di
solo consumo e non di produzione, se le cose non cambieranno. Noi siamo colpevoli
di aver "sbriciolato" il Mezzogiorno con i Patti Territoriali, gli
Accordi di Programma e altri strumenti. Il Sud deve tornare a essere una questione
unitaria, nazionale, da assumere con emergenza. E a quanti inneggiano al turismo
come panacea di tutti i mali del Sud io rispondo che il turismo non fa la felicità del
Mezzogiorno perché la crescita del Sud dipende dall'industria che è e
rimane l'unica a produrre sviluppo>. Sullo scollamento tra classe politica
e società civile, ha poi obiettato: <bisogna recuperare il primato
della politica. Il baricentro si è spostato al nord e questo depone
verso una unilateralità di intenti che non sono certo quelli degli uomini
del Sud. Il Sud è meno forte in questo senso. In questo scenario non
proprio roseo, dove le certezze che ora mancano saranno difficili da garantire
anche nel futuro a causa della nuova legge elettorale che a sua volta crea
un sistema debole, il mio partito vuole essere un elemento di moderazione,
una sorta di stella polare che lavorerà, armato di buon senso, per una
ripresa seria>. |