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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
DICEMBRE 2006
 


UNIONE Industriali DI napoli - Home Page
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Una nuova via per conquistare
i mercati esteri

Con i commercialisti,
a sostegno della piccola impresa

Sicurezza, vertice
Imprenditori-Forze dello Stato

Velardi e il cambiamento
che non È avvenuto

Formazione continua:
per il manager È indispensabile


UNIONE INDUSTRIALI
Una nuova via per conquistare
i mercati esteri


di Bruno BISOGNI

Il Vice Presidente Scudieri ha avviato una svolta contattando come associazione organismi specializzati in altri paesi. Con vantaggi concreti
per le imprese associate


L’uomo giusto al posto giusto. Paolo Scudieri, 46 anni, Vice Presidente all'Internazionalizzazione dell'Unione Industriali di Napoli, è amministratore delegato di Adler Plastic, un gruppo con più di 1000 dipendenti che produce insonorizzanti, espansi e termoplastici, per una clientela costituita in grande prevalenza da imprese del comparto automobilistico. Adler Plastic spa, sede centrale a Ottaviano, in provincia di Napoli, ha stabilimenti, oltre che in alta Italia, in Polonia, Turchia, Brasile. Rappresenta insomma uno dei pochi casi di internazionalizzazione produttiva ad ampio raggio presenti nel Mezzogiorno d'Italia. Ed è proprio coniugando ricerca, innovazione tecnologica ed esplorazione attenta e costante di nuovi mercati, che Paolo Scudieri ha saputo imprimere una svolta all'azienda di famiglia. In poco più di vent'anni il fatturato del gruppo, da poco più di un miliardo di vecchie lire è arrivato ad attestarsi, nel 2005, sui 130 milioni di euro. L'internazionalizzazione, per Adler Plastic, è diventata un fattore competitivo, ed è questa la filosofia con cui il Vice Presidente dell'Unione sta affrontando la questione sotto il profilo associativo. Nell'intervista che segue si spiega in quale modo.

Lei punta sui "generatori di opportunità". Cosa sono e quale valore aggiunto possono dare alle imprese locali?
Si tratta di studi qualificati ad alto livello specializzati in merger and acquisition che fungono da motori localizzati all'estero per l'accelerazione dell'incontro tra domanda e offerta di collaborazioni produttive. Sono dotati di data base aggiornati sulle proposte ed esigenze delle imprese locali, forniscono informazioni esaurienti sulle normative vigenti, possono agevolare anche la soluzione di problemi logistici delle aziende interessate a proiettarsi su quei mercati. Nella sostanza, si rendono disponibili per qualsiasi esigenza presenti l'impresa che punti a esplorare le opportunità offerte da quel paese, o, se già vi opera, a consolidare la sua presenza "in loco".

Si tratta di soggetti privati?
Sì, realtà che finiscono per essere complementari con gli organismi istituzionali preposti al sostegno dell'internazionalizzazione. Finora questi studi hanno avuto per interlocutori essenzialmente le singole aziende interessate. Il mio impegno, venendo incontro alle necessità di tanti associati all'Unione Industriali di Napoli che, anche per la piccola dimensione aziendale, non hanno risorse e tempi per sondare adeguatamente i mercati esteri, è di fare dell'associazione un interlocutore abituale di tali realtà. Stiamo attrezzando presso la nostra Area Economia d'impresa e Internazionalizzazione una banca dati dei generatori di opportunità esistenti nei vari paesi. Da diversi di questi riceviamo periodicamente bollettini informativi con gli aggiornamenti sia delle offerte di business che della legislazione. Abbiamo costituito un desk Unindustria Napoli presso il generatore d'opportunità brasiliano e contiamo di procedere analogamente con gli studi di altri paesi.

I risultati?
Siamo ancora in fase di start up ma abbiamo già consentito a nostre associate operanti in comparti diversi, dalle telecomunicazioni all'immobiliare all'agroalimentare, di definire importanti accordi in Brasile. Stiamo ottenendo anche che, laddove manchino, queste strutture si dotino di personale che parlino fluentemente la lingua italiana. La realtà è che nella nostra epoca in quasi nessuno dei settori produttivi ci si può permettere il lusso di trascurare le opportunità presenti sul mercato globale, ma spesso sussistono resistenze culturali. La nostra politica associativa punta a combatterle, innalzando il tasso di internazionalizzazione medio dell'impresa napoletana.

Ma con quali criteri vengono selezionati gli interlocutori all'estero?
Ci rivolgiamo solo a chi ha referenze certe, prodotte ad esempio da vertici delle ambasciate o dei consolati con cui abbiamo periodici contatti.

Un altro dei fronti d'impegno che stanno caratterizzando l'esercizio della sua delega...
Abbiamo incontrato di recente gli ambasciatori di Thailandia, Marocco, Principato di Monaco, Malesia. Abbiamo inoltre ospitato all'Unione gli Ambasciatori di Austria e di Finlandia, per illustrare le strategie che ispirano, semestre dopo semestre, la Presidenza di turno dell'UE, toccata nel 2006 proprio a questi due paesi. Con gli ambasciatori e con i consoli a Napoli cerchiamo di capire quali sono le esigenze presenti nei vari paesi, quali i settori che tirano e su cui si intende puntare, quale matching può effettuarsi proficuamente con il nostro sistema produttivo.

Sempre in tema di internazionalizzazione, si sta approfondendo anche la conoscenza delle problematiche delle varie sezioni dell'Unione.
Il fatto è che non basta sapere in quali paesi quella determinata impresa esporta o ha uno stabilimento produttivo. Occorre capire perché incontra dei limiti verso una maggiore presenza internazionale, cosa si può fare per favorire una crescita della presenza estera di alcuni comparti. Di qui gli screening mirati che abbiamo avviato per conoscere meglio la situazione di alcune realtà, cominciando dal tessile abbigliamento calzature, dall'aerospaziale e dal metalmeccanico. Ma la nostra mappatura del territorio è effettuata anche fruendo degli apporti degli enti preposti. In particolare, di Sprint Campania, che ha avuto il merito di coordinare l'informazione prima veicolata da una miriade di organismi pubblici spesso obiettivamente sovrapposti per alcune attività e funzioni. Bisogna agire con la cultura della rete, anche perché solo interagendo si riducono costi insostenibili per delle piccole imprese. Per completare l'opera di approfondimento, come Unione, avvieremo a partire dal 2007 delle visite aziendali a campione.

Crescere sui mercati esteri richiede anche una diversa organizzazione aziendale.
Naturalmente. Ne teniamo conto sotto i diversi aspetti. Con l'ausilio di docenti ed esperti intendiamo favorire questo processo proponendo alle istituzioni ai vari livelli politiche che favoriscano la risoluzione di problematiche comuni ai vari settori. Su un campo specifico, quello della formazione, stiamo definendo un'intesa con un istituto di antica tradizione nel campo degli studi linguistici come l'Orientale, per consentire stage di giovani presso le nostre aziende. Si creerebbero opportunità sia per le imprese, che potrebbero valutare nel corso dell'attività formativa l'apporto potenziale del giovane a una crescita dell'azienda su particolari mercati, sia per lo studente, la cui esperienza potrebbe rivelarsi successivamente decisiva per un più agevole ingresso nel mondo del lavoro.

L'Unione continua a programmare e a partecipare a iniziative e missioni, sia in sede che all'estero.
Abbiamo attivato un collegamento con Fiere nel mondo, che ci consente di esaminare quasi in tempo reale una serie di offerte e richieste specifiche di settore. Organizziamo la partecipazione di nostre associate a grandi manifestazioni estere o a missioni in specifici paesi. Abbiamo supportato una spedizione di imprese napoletane alla fiera internazionale svoltasi a fine novembre in Marocco, così come si è fatto per la mission confindustriale in Cina di settembre o per quella alle Mauritius di ottobre. Abbiamo ospitato a palazzo Partanna nel solo 2006 delegazioni provenienti dal Messico, dalla Palestina, da Tunisi, dallo stesso Marocco, dal Canada. É un calendario di impegni destinato a infittirsi nel 2007, in parallelo con l'azione a tutto campo che stiamo svolgendo per l'internazionalizzazione delle nostre imprese.

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