L’ennesimo anno
di emergenze irrisolte
Andrea PRETE
Presidente
Confindustria Salerno
L’anno che sta finendo è stato molto difficile non solo per gli imprenditori, ma per tutti i cittadini della Campania. É stato l'anno di tante emergenze per le quali si sperava almeno un accenno di risoluzione: criminalità; rifiuti; sanità; solo per citare tre criticità esemplari a livello regionale. É stato l'anno, passando allo scenario nazionale, della sconfitta di Berlusconi e della vittoria di Prodi. É stato l'anno della legge finanziaria del ministro Padoa Schioppa che, partendo dal cuneo fiscale, ha presentato alle aziende - a sorpresa - il conto del Tfr.
Un anno, quindi, caratterizzato da eventi significativi che lascia l'amaro in bocca per la sensazione che non si sia fatto molto - per non dire poco o pochissimo - per togliersi dalle spalle il peso di tanti ingiustificabili ritardi nella costruzione di un tessuto sociale più coeso, più motivato, più competitivo, capace di riconoscere la centralità del valore-impresa.
Gli industriali hanno segnalato di volta in volta le incongruenze e le battute di arresto di una classe politica che è parsa più concentrata sui processi di gestione del consenso e di conservazione dei propri privilegi, che sullo sforzo non più rinviabile di sintonizzarsi sulle esigenze reali delle comunità amministrate.
Le analisi sul presente e sul passato sono ormai note ed arcinote. Le diagnosi, insomma, sono state abbondantemente elaborate e metabolizzate. Ora è il momento di guardare avanti proponendosi l'obiettivo di non ripetere gli errori del passato, scrollandosi di dosso luoghi comuni e percorsi auto-referenziali.
L'anno che sta per aprirsi sarà l'anno dell'ultima, grande, occasione dei fondi strutturali (2007-2013). Autorevoli interpretazioni dicono che fino a questo momento le risorse finanziarie sono state spese poco e male: il trionfo dei progetti "sponda" sta a significare l'incapacità di avere una visione strategica per lo sviluppo della Campania e, quello che è ancora peggio, la resa della politica alta rispetto ai tecnicismi burocratici che premiano soltanto astruse logiche partitico-clientelari.
Le "letture" che Confindustria ha dato della legge Finanziaria del Governo Prodi e del bilancio di previsione della Giunta Regionale confermano che, in entrambi i casi, si è operato poco sul versante dei tagli e molto su quello della pressione fiscale che in Campania è già eccessivamente penalizzante per le imprese. É mancata, insomma, la spinta al rilancio dell'economia in maniera concreta e non, come accade ormai da innumerevoli anni, per proclami e annunci quasi mai seguiti da fatti concreti. Anzi, impera l'attesa della "fase 2": ipotetiche liberalizzazioni che corrono il rischio di bloccarsi o di subire incredibili ritrattazioni.
E, allora, la battaglia per quanti decidono di restare sul campo diventa davvero difficile e complessa. Si rafforzano altri valori che sono la conseguenza del legame personale e familiare con il nostro territorio. É in questo modo che l'impresa diventa riferimento centrale per riaccendere il motore dello sviluppo, a dispetto di tutti i fattori e di tutti gli indici che dovrebbero indurre a cercare soluzioni e localizzazioni più convenienti. É in questo modo che la cultura d'impresa si trasforma in occasione di riscatto civile e sociale per tutti noi, ma in primo luogo per le giovani generazioni.
Auguri a tutti noi di un 2007 diverso, magari meno carico di promesse, ma ben più denso di obiettivi raggiunti e di problemi risolti.
Buon anno!
|