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  Dicembre 2012

Articoli n° 3
APRILE 2006
 

confindustria avellino - Home Page
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Guardare al futuro
con ottimismo si puÒ

Confindustria Avellino
lancia il progetto automotive

A confronto imprenditori irpini
e politici nazionali



Confindustria
Guardare al futuro
con ottimismo si puÒ

La politica deve riservare più attenzione ad un sistema imprenditoriale che, in modo silente,
si sta rigenerando

Abbiamo una sola certezza: un sistema economico nazionale cresce se il Mezzogiorno cresce


Filomena LABRUNA



Gli imprenditori non parteggiano, ma partecipano alla campagna elettorale, contribuendo al dibattito, ancorandolo ai problemi dell'economia. Il presidente di Confindustria, Silvio Sarno, puntualizza le finalità dell'iniziativa che si è tenuta martedì 21 marzo presso la sede di via Palatucci. «Vogliamo essere presenti in questa tornata elettorale - spiega Sarno - nel pieno rispetto della natura e degli scopi della nostra Associazione. Intendiamo dare risalto ad alcuni processi economici in atto nel nostro territorio e, nello stesso tempo, manifestare la disponibilità ad essere sempre più parte attiva delle politiche di sviluppo».
La posizione del presidente dell'Unione degli Industriali di Avellino è chiara e non lascia spazio a strumentalizzazioni. «Non condivido - afferma Silvio Sarno - l'opinione di chi ritiene che le espressioni del sistema economico debbano limitarsi a sostenere strettamente le esigenze delle singole categorie rappresentate».
L'assenza di una crescita economica e i ritardi nel processo di sviluppo, secondo il presidente di Confindustria Avellino, impongono ad ognuno la necessità di far valere il proprio impegno, nell'ambito di un disegno generale e di una visione unitaria della crescita. Qual è il rischio? Tornare ad una politica vista quale soddisfazione di richieste e appagamento di interessi, senza un progetto che coinvolga tutti. «Una moderna economia - continua nel suo intervento il presidente degli Industriali dinanzi ad una folta platea di politici e imprenditori - si governa mediante il consenso continuo e non solo elettorale, e con la capacità della politica di indicare percorsi nei quali una comunità si rivede» .
«Parliamo di competitività - aggiunge Sarno - e non solo di politica industriale, non per un aggiornamento lessicale, ma per sottolineare lo stretto legame che intercorre tra i processi aziendali e quelli di contesto. Parliamo di sistema perché sperimentiamo ogni giorno che non tutti i fattori di concorrenza sono determinabili da scelte aziendali».
Ma perché rivolgersi alla politica? Sarno sintetizza le ragioni. «Ci rivolgiamo alla politica - perché abbiamo un'alta concezione delle sue funzioni. E con questa, vogliamo creare il giusto equilibrio tra la politica stessa e l'economia». Non nasconde che si tratta di un «rapporto difficile che come un pendolo oscilla tra una relazione stretta e invasiva, che a volte altera le regole della competizione. Senza tralasciare che una distanza senza comunicativa lascia lungo la strada potenzialità non espresse».
Non si riferisce, ovviamente, a rapporti personali tra politici e imprenditori. «Parlo della maggiore attenzione da riservare - specifica Sarno - ad un sistema imprenditoriale e industriale che in modo silente si sta rigenerando e che vuole, insieme agli altri attori del territorio, porsi nuove sfide». É ottimista e fiducioso il presidente di Confindustria Avellino. «Oggi con i processi in atto - afferma - siamo impegnati a rivedere e a rimodellare la governance delle imprese, ad ampliarne gli obiettivi, ad innovare i processi e i prodotti».
E si sofferma su un clima aziendale favorevole, grazie al coinvolgimento continuo di dipendenti e collaboratori, alle buone relazioni industriali con i rappresentanti sindacali e dei lavoratori; su un dinamismo nei settori industriali maturi che merita di essere riconosciuto e sostenuto.
Il presidente dell'Unione degli Industriali affronta poi i nodi centrali: Sarno richiama l'attenzione dei politici sul fatto che il capoluogo irpino si trovi già ai margini della rete di formazione universitaria ramificatasi in Campania e dei centri di ricerca, e sui ritardi che coinvolgono i privati nella gestione organica delle utilities. Temi che completano il quadro dell'azione di sostegno di Confindustria alle politiche dei distretti, alle filiere produttive, ai percorsi di crescita delle piccole imprese. «Ci sono aziende in provincia di Avellino - spiega Sarno - che esportano in tutto il mondo, vengono visitate da rappresentanti di multinazionali, creano interesse tra primari operatori economici. Queste relazioni, se c'è un contesto favorevole, possono essere patrimonio del territorio e non solo della singola impresa. Sono una vera e propria leva di marketing territoriale».
Poi un riferimento al quadro comunitario di sostegno 2007-2013 e l'appello ad indirizzare bene le risorse. «É impensabile - chiarisce Sarno - affidare al solo cofinanziamento europeo il sostegno allo sviluppo e lasciare intatta una struttura dei costi della pubblica amministrazione dove si annidano spese improduttive». Per il presidente Sarno il trasferimento delle competenze operato con la riforma del Titolo V della Costituzione non deve trasformarsi solo in maggiore imposizione locale. «La qualificazione della spesa pubblica - chiarisce - con il calo della spesa corrente e l'incremento delle risorse per gli investimenti, se realizzata, è il presupposto di una politica autopropulsiva».
Sugli strumenti Sarno parla di una fase di incertezza. Per gli industriali la 488 nella nuova riformulazione spinge all'indebitamento bancario, mentre si sente maggiore bisogno di sostegno alla capitalizzazione dell'impresa. Sarno "boccia" la Banca del Sud come una proposta non in linea con la necessità di sostegno strutturale alle imprese e auspica la realizzazione di strumenti di sostegno strutturali come ad esempio venture capital. Poi il credito d'imposta "depotenziato" e la fiscalità di vantaggio vista come la nuova frontiera, insieme alla sicurezza dei territori, alle infrastrutture di collegamento transnazionale. Il Patto per il Mezzogiorno rimane per gli industriali un documento fondamentale. Una sola la certezza: il sistema economico nazionale cresce se il Mezzogiorno cresce, e quindi l'appello a fare in modo che la programmazione al Sud sia basata su un criterio che preveda la concentrazione delle risorse su obiettivi realizzabili. «La nostra abilità - dichiara il presidente- deve essere quella di saper inserire effettivamente l'economia meridionale quale propulsore del sistema economico nazionale». In questa visione e su questo impegno c'è, secondo Sarno, il vero nesso che unisce la politica nazionale allo sviluppo locale. E per questo si rendono necessarie le intese istituzionali, di partenariato sociale e di intese tra gli imprenditori. Poi spiega che l'incontro con i candidati rappresenta solo un tassello di un percorso più ampio dove i singoli problemi vengono dettagliatamente focalizzati. «Vogliamo contribuire a rigenerare un clima di fiducia - conclude il presidente della Confindustria Avellino - per poter guardare al futuro con maggiore ottimismo, sicuri come siamo che tutta la classe dirigente deve caratterizzarsi per lucide indicazioni, fattivo impegno e per l'entusiasmo che la anima e che sa trasmettere». Infine un appello col cuore: «Spero che non ci lascerete soli a credere nel futuro dell'Irpinia».

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