A confronto imprenditori irpini
e politici nazionali
Confindustria A confronto imprenditori irpini
e politici nazionali Obiettivo comune:
trasformare il Sud in parte integrante del Sistema Paese
Filomena LA BRUNA
Nell'incontro svoltosi alla Confindustria Avellino numerosi gli esponenti politici, istituzionali e industriali presenti. Gran galà di aspiranti onorevoli, candidati nel collegio irpino. Tra vecchie conoscenze e outsider, in prima fila per il centrodestra: Giulia Cosenza, Erminia Mazzoni, Francesco Pionati, per il centrosinistra Francesco Maselli, Franco Lo Conte, Pasquale Giuditta, Gianluca Festa. A rappresentarli al tavolo di confronto, due illustri esponenti di entrambe le compagini, il sottosegretario alle politiche sociali e per il lavoro, Pasquale Viespoli, e l'onorevole Antonio Maccanico. E il confronto tra industriali e politici riceve il "battesimo" dal presidente di Confindustria di Avellino, Silvio Sarno, che parla di "nuova primavera". E il "nuovo", dal versante degli industriali irpini giunge innanzitutto dai contenuti: nessun intervento ad hoc per l'Irpinia, perché l'obiettivo è quello di trasformare il Sud in parte integrante del sistema paese, dove il territorio sia in grado autonomamente di esaltare le proprie qualità. É proprio il vice presidente irpino di Confindustria, Geppy Maffei, a rifuggire ricette che abbiano carattere localistico e provinciale: «Noi chiediamo alla politica di individuare nella necessità di costituire il sistema paese, la priorità del loro programma. Occorrono risposte chiare per il Mezzogiorno in un quadro generale, che diano alle aziende la possibilità di consolidarsi sul territorio e di crescere con questo, creando i presupposti per lo sviluppo ad ogni latitudine. In Irpinia possiamo contare già su fattori positivi legati al territorio, come la sicurezza, l'alta scolarizzazione della manodopera. Vantaggi da sempre riconosciuti. Ora chiediamo alla politica di creare le condizione per valorizzarli e individuare margini di miglioramento per le nostre aziende. Una revisione in toto della legge Biagi creerebbe qualche preoccupazione». Sono tante le questioni al centro del confronto. Renato Abate afferma: «Ai politici chiediamo risposte nette, su tre priorità: riduzione del cuneo fiscale, flessibilità del lavoro e attrattività del Sud per gli investimenti. Fino ad ora non abbiamo registrato alcun interesse per la riduzione del gap tra Nord e Sud». Ritornando alla legge Biagi, Abate non usa mezze misure: «Occorre intensificarne le misure. Mi preoccupano le volontà più o meno dichiarate di mettervi mano radicalmente e in senso limitativo. Non si può invertire una rotta. A pagare sarebbero gli imprenditori e i lavoratori». É toccato a Pasquale Viespoli rompere il ghiaccio per quanto riguarda gli interventi politici. Nessuna polemica con l'interlocutore del centrosinistra, ma un confronto garbato e corretto. «Sulla richiesta relativa alla riduzione del cuneo fiscale, - ha esordito Viespoli - almeno nella misura indicata dagli imprenditori (10 punti in 5 anni ndr) abbiamo qualche dubbio sulla copertura finanziaria necessaria. Su altri aspetti, come per l'energia, riteniamo che le competenze e i ritardi non siano ascrivibili al Governo. In Campania è la Regione a non aver assunto le dovute responsabilità. Non ha delineato le priorità che pure erano richieste. Su altri aspetti, come la ricerca e la formazione, non ho difficoltà ad affermare che anche il Governo è in ritardo, perché occorre richiamare risorse pubbliche e private ed è per questo che intendiamo destinare il 5 per mille all'innovazione e alla ricerca». Sulla questione della formazione - ha continuato Viespoli - come gli industriali, affermiamo la necessità di migliorarla. Ma questo vuol dire che abbiamo già adottato una buona riforma, peraltro concertata anche con Confindustria. Con quest'ultima, siamo in linea anche per quanto riguarda la legge Biagi di cui bisogna incrementare le misure relative alla flessibilità e introdurre nuovi e più moderni ammortizzatori sociali». «Un errore - ha commentato il sottosegretario - è stato quello di posticipare al 2008 la riforma delle pensioni, come un errore consiste nel dover tenere elevato il costo del lavoro nel Mezzogiorno, soffrendo così in ambito europeo e rischiando di pagare due volte per il sacrificio che sconta il Sud e per l'effetto dell'assenza di una fiscalità compensativa». Anche Antonio Maccanico ha evidenziato i punti di sofferenza: «Gli strumenti strategici di sviluppo locale che pure avevano dato buoni risultati hanno esaurito la loro efficacia. Le sorti del Mezzogiorno possono essere risollevate guardando all'Europa, ma occorre pensare al Sud dell'Italia come una macroregione. Un'area che rappresenta il 30% del Paese, che accoglie il 40% della popolazione, che presenta problematiche diverse dal resto di Italia, ma riceve dall'Europa lo stesso trattamento, mentre in nazioni più piccole del Sud Italia, come l'Irlanda si prevedono interventi a sostegno dell'economia. Occorre lavorare ad una cornice di riferimento nazionale nella quale si individuino strategie locali valide. Siamo preoccupati per il fatto che nel 2005, per la prima volta dal dopoguerra, l'Italia ha fatto registrare crescita zero. Il peso dell'Italia in Europa si è indebolito, i fondi strutturali arrivano ormai soltanto a paesi che hanno un reddito pro capite più basso di quello italiano. La fiscalità di vantaggio va estesa al Sud Italia, e le politiche infrastrutturali non possono tenere conto solo della territorialità e di disegni a breve termine. Per fare sistema e riprendere il cammino - ha concluso Maccanico - è necessaria una nuova concertazione tra le parti sociali». Sabino Basso, presidente della sezione irpina agroalimentare, ha evidenziato «spero che si andrà avanti, senza cancellare i passi già fatti. Viviamo una fase troppo delicata. Anche l'euro "pesante" nei confronti delle altre monete ha fatto sentire i suoi effetti sulle dinamiche di mercato delle nostre aziende». Per l'imprenditrice Federica Vozzella, consigliere incaricato al Centro Studi, «l'incontro è servito a fare chiarezza tra le parti, ad inaugurare una stagione di collaborazione. A stabilire i punti dai quali partire, come la legge Biagi, disciplinando il mercato, ma senza esacerbare le misure contro i lavoratori. In ogni caso l'attenzione maggiore deve essere riservata agli strumenti dello sviluppo e alla ripresa economica". Richieste “erga omnes” dunque, quelle degli imprenditori irpini, da attuare in provincia di Avellino, come in tutto il Paese. Una strategia che è stata confermata anche nel momento conviviale successivo, dove tutti hanno apprezzato il magnifico buffet, deliziandosi con sapori e gusti presi a prestito da tutta Italia, elegantemente preparati dallo staff del Galassia Park Hotel del presidente della sezione alberghi e turismo, Massimo Maiella. Non sono mancati i prodotti made in Irpinia con la pasta Baronia e i vini di Villa Raiano di Sabino Basso.
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