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  Dicembre 2012

Articoli n° 3
APRILE 2006
 

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I risultati di un rapporto di
valutazione sulla ricerca in Italia

Donne-Media e Istituzioni: novità per le politiche di genere


I risultati di un rapporto di
valutazione sulla ricerca in Italia



Gianluigi COPPOLA

In Italia, Napoli è prima nelle scienze agrarie e veterinarie, l’ateneo di Salerno secondo nelle scienze economiche e statistiche

La Ricerca, prodotta dalle università, dalle imprese e dai laboratori di ricerca privati, può essere tradotta in innovazione e rappresentare la chiave per il progresso del benessere materiale e del miglioramento degli standard di vita. Tuttavia, i risultati in innovazione delle risorse investite nella Ricerca presentano due peculiarità: un elevato grado di aleatorietà e benefici sociali maggiori della somma dei benefici privati. Ne consegue che un più alto ammontare di risorse destinate alla ricerca è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per ottenere maggiori risultati scientifici in brevetti e in innovazione. É altresì importante il grado di efficienza con il quale i fondi pubblici e privati vengono utilizzati. Inoltre, poiché i benefici sociali possono essere maggiori di quelli privati, è necessario l'intervento dello Stato per finanziare e/o per incentivare la ricerca scientifica. In altri termini gli effetti sulla crescita delle spese in R&S dipendono dall'ammontare delle risorse, private e pubbliche, investite nella ricerca, dal grado di efficienza con le quali tali attività sono svolte, e anche da quanto queste si traducono in sviluppo del territorio. Contrariamente a quanto mostra l'evidenza empirica, ossia che la Ricerca è un fattore primario per la crescita, l'Italia è una delle nazioni che investe meno in questo settore. Infatti, la spesa in R&S in percentuale al prodotto interno lordo è stata nel 2001 pari all'1,11% (fonte Ocse, 2003), tra i più bassi nei paesi occidentali. La scarsa crescita economica degli ultimi anni del nostro Paese ne è una conferma. Una recente iniziativa lodevole che va nella direzione di valutare la ricerca in Italia è il rapporto del Comitato di Indirizzo per Valutazione della Ricerca (CIVR) pubblicato lo scorso gennaio e disponibile sul sito www.civr.it. Il CIVR ha valutato i prodotti della ricerca delle università e degli istituti pubblici e privati italiani relativi al triennio 2001-2003. Per prodotti della ricerca si intendono libri, articoli, brevetti, progetti, e opere d'arte, la cui valutazione è stata effettuata sulla base della specifica rilevanza scientifica. Il risultato finale è una classifica delle università italiane per aree scientifiche e per dimensione. ricercaLe aree scientifiche sono 15 e gli atenei sono distinti in mega, grandi, medie e piccole strutture, a seconda della dimensione del gruppo di ricerca. Il lavoro svolto è molto interessante perché rende visibile anche all'esterno del mondo accademico le attività di ricerca svolte e la qualità dei prodotti ottenuti. Inoltre, sempre sul sito www.civr.it, è possibile anche prendere visione degli articoli scientifici e dei rispettivi autori che hanno contribuito a formare il punteggio sia per struttura di ricerca che per ateneo. In tabella sono riportati i posti in graduatoria raggiunti dagli atenei campani. In questa particolare classifica, l'Università Federico II risulta prima, tra le grandi strutture, nelle scienze agrarie e veterinarie e seconda nelle scienze mediche. L'università Orientale è prima nelle scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche e l'università “Parthenope” è sempre prima nelle scienze e tecnologie aerospaziali. La seconda università di Napoli è terza, tra le medie strutture, nel campo dell'ingegneria industriale e dell'informazione. Un ottimo risultato si registra anche per l'ateneo di Salerno, che si è classificato secondo per le ricerche prodotte nell'area delle scienze economiche e statistiche all'interno della graduatoria delle medie strutture. Anche la giovane Università del Sannio ha raggiunto buoni livelli di performance, classificandosi seconda nelle scienze matematiche e informatiche tra le piccole strutture. Un'ultima riflessione sembra necessaria. Affinché la ricerca scientifica abbia ricadute sul territorio è necessario che si instauri un dialogo proficuo e costruttivo tra mondo accademico e imprese e tra università e istituzioni. Tali rapporti non sono sempre agevoli da instaurare e da gestire a causa delle diffidenze reciproche, ma è indispensabile che ciò avvenga affinché la ricerca scientifica si traduca in un'occasione di crescita e sviluppo per il territorio. In una regione, come la Campania, nella quale vi è uno dei più importanti centri per le ricerche nell'area delle scienze mediche e dove tutte le strutture di ricerca afferenti a tale area si collocano al di sopra della media nazionale, il fatto che la sanità rappresenti una continua e tragica emergenza, è il segnale di gravissime disfunzioni istituzionali che meriterebbero immediati provvedimenti.
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