ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 9
novembre 2005
 


Inserto
Unione di avellino

Relazione del presidente Silvio Sarno

scarica l'inserto 750 Kb
SOS IMPRESA - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

NORMATIVA ANTIRICICLAGGIO
OBBLIGHI ESTEsi A NOTAI E AVVOCATI

RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE
la CERTIFICAZIONe “ETICA” E DI “QUALITÀ”

LA LEGGE 80 del 2005
NOVITÀ IN TEMA DI APPALTI PUBBLICI

RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE
la CERTIFICAZIONe “ETICA” E DI “QUALITÀ”
Entrambi gli strumenti possono qualificare l'attività e l'organizzazione aziendale

Lorenzo Ioele
Docente Diritto Sicurezza Sociale - Università degli Studi di Salerno

avvocato.ioelelorenzo@tin.it

niziative in tema di responsabilità sociale, (Corporate Social Responsability o CSR in breve), sono numerose e diffuse nel mondo. Esse sono promosse da una pluralità di soggetti, tra cui imprese, professioni, organizzazioni non governative, non profit e rappresentative di interessi (sindacali, dei consumatori, ambientali), autorità pubbliche e governative. Sono iniziative che hanno visto, a livello internazionale, il protagonismo soprattutto delle grandi imprese, che ha destato notevole interesse anche in Italia (v. il progetto governativo in www.welfare. gov.it). Il livello internazionale di discussione è stato di elevato profilo: per tenerci però più prossimi agli atti maggiormente incidenti sull'ordinamento italiano, giova rammentare le iniziative della Commissione Europea (Green paper: promoting a European framework for Corporate Social Responsability, Bruxelles, luglio 2001 e la Comunicazione del 2002) finalizzate a promuovere il dibattito, e l’emersione di proposte, per individuare un approccio europeo alla CSR. Si tratta di un’esigenza rappresentata in termini estremamente diffusi su scala mondiale, sicuramente di matrice anglosassone, che comporta la necessità di comprendere le motivazioni che hanno determinato tale interesse, stimolando il dibattito e le iniziative. La finanziarizzazione dell'economia, l'arretramento dell'intervento dello Stato in economia, la privatizzazione di ampi settori hanno implicato lo spostamento di importanti decisioni dalla politica all'economia. Bisogna anche considerare la globalizzazione dei mercati, per il cui effetto i processi decisionali degli imprenditori sfuggono al controllo dei singoli Stati nazionali e la titolarità del relativo potere trova la sua legittimazione nella relazione con l'impresa (proprietà o incarico amministrativo) e non in un’investitura politica. La globalizzazione ha consentito la delocalizzazione delle produzioni in Paesi in cui il livello di protezione sociale e ambientale è molto basso, o addirittura inesistente. Tale fenomeno ha generato, per un verso, forme di concorrenza imperfette stimolando approvvigionamenti e produzioni a costi sempre più ridotti e un negativo impatto sociale causato dalle delocalizzazioni produttive nei Paesi di origine, e per altro verso, ha consentito l'utilizzazione di forza lavoro e risorse naturali in termini di vero e proprio sfruttamento. Il fenomeno ha generato un movimento ideologico e culturale attento ai fenomeni sociali e ambientali, (del quale è stato protagonista anche un'importante componente del mondo imprenditoriale), orientato a individuare una soglia di sostenibilità delle iniziative economiche. L'attività di impresa, infatti, ha un impatto sociale e incide su gli interessi di dipendenti, fornitori, consumatori e della comunità nella quale l'azienda opera (stakeholder). Accanto a questi, poi, occorre considerare anche gli interessi degli azionisti e cioè di coloro che forniscono i capitali necessari per la costituzione e l'esercizio dell'impresa. In fin dei conti, senza andare troppo indietro nel tempo, già la nostra Costituzione, all'art. 41 nel sancire il principio della libertà di iniziativa economica, con una soluzione di compromesso, ha stabilito che questa «non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». Si tratta di individuare un equilibrio tra diritto e responsabilità dei titolari del potere decisionale economico nei confronti di tutti gli stakeholder, esigenza i cui meccanismi di soddisfazione sono condizionati dalle convinzioni politiche e ideologiche. Il presupposto della problematica della responsabilità sociale delle imprese è effetto della convinzione che gli interessi di azionisti e manager, volti alla massimizzazione del profitto, possano contrastare con quelli delle altre categorie di stakeholder, sicchè la tematica in questione pone il problema delle scelte imprenditoriali che tengano conto anche di interessi diversi dal profitto, mentre nessun problema di responsabilità sociale potrebbe porsi ove l'uno e gli altri coincidano. Il fondamento della responsabilità sociale dell'impresa è innanzitutto di tipo filosofico e sociologico e, a seconda delle diverse ideologie, comporta svariate soluzioni organizzative. La Comunicazione della Commissione della Comunità Europea del luglio 2001 definisce la responsabilità sociale delle imprese «come l'integrazione volontaria delle preoccupazione sociali e ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate». Emerge, quindi, con chiarezza il profilo della volontarietà della scelta a oggetto l'attenzione per gli interessi degli stakeholder diversi dagli azionisti. Evidentemente la problematica della responsabilità sociale coinvolge il governo dell'impresa e il ruolo dell'imprenditore cui si chiede una scelta innovativa, riconosciuto leader non solo del processo economico ma anche di processi sociali. Mi sembra tuttavia che il limite invalicabile di una scelta imprenditoriale a favore di comportamenti socialmente responsabili sia dato dalla necessità di rispettare l'economicità delle gestione. Per rispettare la volontarietà della scelta sembra che il legislatore dovrebbe orientarsi ad attuare interventi incentivanti tale scelta, condizionando a essa l'accesso a particolari benefici. Un importante strumento per la realizzazione e la verifica dei comportamenti socialmente responsabili dell'imprenditore è costituito dalla normativa internazionale ISO per la “certificazione di qualità” e SA per la ”certificazione etica”. Si tratta della norma UNI EN ISO 9001: 2000 e della Norma SA 8000 che prevedono standard di qualità e standard etici applicabili a tutti i settori della produzione e dell'erogazione dei servizi suscettibili di essere certificati attraverso appositi organismi. Entrambe le certificazioni andranno assumendo una sempre maggiore importanza negli anni futuri, laddove l'orientamento incentivante che sembra emergere dovesse consolidarsi. Esse poi comportano la necessità di meccanismi di autocontrollo suscettibili di una verifica mediante processi di auditing. Il rispetto, poi, delle normative sopra richiamate avrà riflessi anche sulla gestione dei rapporti di lavoro. Tra i requisiti per la certificazione etica, infatti, molti riguardano il corretto svolgimento del rapporto di lavoro e fanno parte del «codice etico aziendale» a garanzia di tutti gli stakeholder, tra i quali vi sono anche i dipendenti destinatari delle relative disposizioni ma anche obbligati a rispettarne i contenuti. É spontanea infatti l'assimilazione di tale codice al vecchio regolamento aziendale e anche al più recente codice disciplinare. Analogamente la certificazione di qualità e di relativi requisiti consentiranno una valutazione del rendimento e potrebbero fornire spunti per la costruzione del premio aziendale maggiormente mirato a ricompensare i più meritevoli privilegiando una logica qualitativa e non quantitativa. In conclusione, si tratta di strumenti che possono qualificare l'attività di impresa e l'organizzazione sulla quale essa si fonda.

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Novembre - 2.102 Kb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it