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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
novembre 2005
 


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Unione di avellino

Relazione del presidente Silvio Sarno

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BORSA MEDITERRANEA DEL TURISMO ARCHEOLOGICO
OTTAVA EDIZIONE A PAESTUM DAL 17 AL 20 NOVEMBRE

LE ROTTE DELL'ECONOMIA
ORIENTARSI NEL VILLAGGIO GLOBALE

POLO DELLA QUALITÀ
IL LUSSO CHE ATTRAE

LE ROTTE DELL'ECONOMIA
ORIENTARSI NEL VILLAGGIO GLOBALE
Nella XII giornata nazionale "Orientagiovani", a Salerno si è discusso della qualità del sistema formativo

di Vito Salerno & Monica De Carluccio

Il contesto globale induce gli studenti a orientare le proprie scelte formative, e spesso lavorative, verso mercati esteri per acquisire competenze più qualificate. Mondo della formazione, istituzioni e aziende ne hanno discusso il 14 ottobre scorso con un convegno organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Salerno, nell'ambito della XII giornata nazionale "Orientagiovani" che Confindustria dedica ogni anno al consolidamento dei rapporti con la Scuola e l'Università, sulle opportunità e le dinamiche della mobilità internazionale. Il Presidente degli industriali salernitani Andrea Prete ha aperto i lavori e, rivolgendosi ai numerosi giovani presenti, ha analizzato il concetto di competitività, affermando che «le basi di un sistema realmente competitivo sono i giovani e la formazione, le nuove leve saranno la classe dirigente futura del Paese». Un ruolo centrale, secondo il Presidente Prete, quindi è svolto da Scuola e Università. Lo stesso ha richiamato poi alcuni dati di fonte Ocse, secondo i quali «in Italia abbiamo il minor numero di laureati in Europa e una bassa competenza in matematica e nelle scienze. Queste carenze hanno come conseguenza il fatto di essere un Paese che non fa ricerca, che non innova, per cui siamo, paradossalmente, i più grandi utilizzatori mondiali di telefonini ma non abbiamo un'industria che produce questi apparecchi. Sono anni che non abbiamo un prodotto con altro contenuto di innovazione tecnologica, per cui è indispensabile investire seriamente in questa direzione». Il Presidente dei Giovani Imprenditori Mauro Maccauro ha focalizzato, poi, l'attenzione su alcuni punti: «La situazione attuale - ha osservato il Presidente - è caratterizzata da un'elevata conflittualità tra i mercati delle diverse aree del pianeta; questione fondamentale allora è la competizione dei saperi nel villaggio globale. Il sistema Italia in questo contesto deve garantire una più alta qualificazione delle nostre professioni». E ha quindi spiegato «si impongono oggi per le nuove generazioni alcuni requisiti essenziali: una preparazione di base, tecnica e teorica che deve aggiornarsi nel tempo, elasticità mentale al confronto, alla competizione, consapevolezza della propria cittadinanza europea, conoscenza di più lingue». Analizzando la Riforma Moratti, il Presidente è convinto che «con essa si afferma il principio che le Associazioni Datoriali, e quindi le imprese, saranno sempre più corresponsabili della formazione dei giovani. Per emergere dallo stato di crisi abbiamo bisogno di eccellenze qualsiasi sia il contesto formativo, liceale o tecnico. Invito i giovani quindi a compiere delle scelte seguendo le proprie attitudini, cercando di seguire meno l'indirizzo delle famiglie ma facendo venire fuori il proprio carattere. Solo questo è il modo per riuscire bene e con soddisfazione nel mondo del lavoro. Il problema è capire cosa si ha nella testa e non è impresa da poco». Sul principio dell'alternanza scuola-lavoro, istituzionalizzato dalla Riforma Moratti, Maccauro è stato perentorio «la mia preoccupazione è questa: poiché sulla formazione professionale si è regionalizzato il sistema, si potrebbe creare un gap tra il meccanismo che verrà messo in piedi dalle Regioni del Nord Italia, combinato con un apparato produttivo molto più forte del nostro, e quello delle Regioni meridionali. Dobbiamo, inoltre, evitare che il principio dell'alternanza scuola-lavoro non generi un sistema clientelare per l'avvio dei tirocini. È fondamentale istituzionalizzare una consulta permanente composta da imprese appartenenti a tutte le categorie produttive, dai dirigenti scolastici, dalle famiglie, dai sindacati, e dalle istituzioni, per fare sistema a monte, definendo il quadro di riferimento di azione, monitorando le attività, ponendosi degli obiettivi specifici e verificando periodicamente i risultati in termini di ricaduta sul territorio dei progetti di alternanza scuola-lavoro». A tal proposito il Presidente dei G.I. si è augurato che possa ripetersi l'iniziativa "Primazienda", informando che «stiamo aspettando che la Provincia di Salerno rinnovi il protocollo d'intesa per dare ai ragazzi, che non intendono intraprendere il percorso universitario, la possibilità di svolgere un tirocinio di un semestre presso le nostre aziende». Nel suo intervento anche una considerazione rispetto al tema della ricerca, «io sostengo che le nostre PMI non hanno adeguati fondi da dedicare alla ricerca e quindi una giusta sinergia con i laboratori delle università è auspicabile per far sì che i ricercatori possano interagire concretamente con le aziende, con la conseguente soddisfazione per gli stessi che il proprio lavoro sia stato utile per quell'impresa, per quella filiera produttiva, per il territorio». È poi intervenuto il Presidente della Fondazione A. Genovesi SDOA, Vittorio Paravia, subito incisivo nell'esordire: «si dice spesso che i giovani si formano al Sud per trasferirsi successivamente al Nord. Questo è vero ma non credo sia un fatto così negativo se abbiamo nel nostro territorio scuole di formazione di alto livello». «I formati master della SDOA - ha proseguito - si distribuiscono dal punto di vista dell'inserimento lavorativo in modo uniforme sull'intero Paese. Le spiegazioni di tale andamento sono diverse. Innanzitutto, qui ci sono meno aziende rispetto al Nord e le stesse non crescono perché nelle nostre realtà ci sono una serie di costi e vincoli che non favoriscono chi fa impresa: burocrazia inefficiente, difficoltà logistiche, criminalità, la mancanza di orientamento professionale, un'offerta didattica universitaria che per le elefantiache dimensioni delle strutture accademiche, è necessariamente di tipo passivo, con gli studenti semplici spettatori del processo apprendimento». In tale contesto, il Presidente Paravia ha delineato il ruolo delle scuole di alta formazione: «le organizzazioni, come la SDOA, devono continuare, invece, sulla strada dell'offerta didattica attiva fondata sul principio del coinvolgimento dello studente come attore del processo di apprendimento, e in particolare sul metodo del learning by doing». Massimo Lo Cicero, Docente di Economia della Comunicazione all'Università Tor Vergata di Roma, agli studenti in sala ha detto: «voi state crescendo in un mondo dove è molto facile scambiarsi velocemente e a basso costo informazioni grazie al telefono, alla televisione e al personal computer. Lo scambio delle conoscenze è la base per generare ricchezza nell'era delle ICT». Ha, poi, evidenziato che nel Mezzogiorno «dobbiamo assolutamente scoprire la dimensione della cooperazione, obiettivo non semplice perché siamo da sempre dei super individualisti, come dimostra il fatto che in giro per il mondo ci sono tanti meridionali che hanno avuto grande successo nella vita professionale perché hanno trovato contesti caratterizzati da una base organizzativa solida. Dobbiamo imparare a essere organizzati e cooperativi». A Pasquale Viespoli, Sottosegretario del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono state affidate le conclusioni. Viespoli ha precisato innanzitutto che «il capitale umano è il patrimonio da valorizzare per migliorare le nostre prospettive future» e con questa convinzione «la Scuola va centrata - ha proseguito poi - sulla persona e sulla individualizzazione del percorso formativo». Delineando la linea di azione da seguire, ha continuato: «bisogna investire nella qualità del sistema formativo e dell'orientamento professionale. L'università deve favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro e contribuire alla costruzione di politiche efficaci di mobilità». Ha concluso poi con una riflessione sulla situazione del Mezzogiorno: «l'Italia può rispettare gli impegni di Lisbona solo se cresce il Sud e con esso i tassi di occupazione. Le incredibili energie e intelligenze compresse in questa parte del Paese devono finalmente liberarsi e sprigionare tutti gli effetti benefici sull'Italia intera».

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