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  Dicembre 2012

Articoli n° 6
Luglio 2005
 
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QUALI SERVIZI OFFRIRE AI BAMBINI
UN'INDAGINE NEL COMUNE DI SALERNO

VALLE DELL'IRNO E INNOVAZIONE
ALCUNE OPZIONI DI POLICY

QUALI SERVIZI OFFRIRE AI BAMBINI
UN'INDAGINE NEL COMUNE DI SALERNO
L'obiettivo è favorire nuove realtà imprenditoriali nell'economia sociale

Fernanda Marzotta
Ricercatrice Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche - Università di Salerno
mazzotta@unisa.it


Nell'ambito di un progetto che vede coinvolto un ampio partenariato promosso dalla Fonda-zione Salernitana Sichelgaita, e composto da soggetti istituzionali, associazioni private e organizzazioni di terzo settore, è stata realizzata un'indagine, coordinata dal Dipartimento di Scienze Econo-miche e Statistiche dell'Università di Salerno, per rilevare la domanda di servizi all'infanzia intervistando le famiglie di un campione di 221 bambini, rappresentativo della popolazione di infanti aventi un'età compresa tra 0 e 5 anni residenti nel comune di Salerno. L'obiettivo finale è quello di favorire la nascita di nuove realtà imprenditoriali nel settore dell'economia sociale. Dall'analisi delle condizioni economiche e sociali delle famiglie di appartenenza emergono delle diversità tra le quattro zone territoriali considerate (Centro, Orientale 1, Orientale 2, Zona Alta, suddivise tenendo conto della sezione elettorale di appartenenza e considerando come limiti territoriali i corsi d'acqua. La zona Centro parte dal porto e arriva fino al fiume Irno e comprende anche le zone alte del Carmine, Orientale 1 va dal fiume Irno fino via Fiume e comprende Torrione, Pastena e Mercatello (bassi e alti), Orientale 2 parte da via Fiume per arrivare al Picentino e comprende Mariconda e Fuorni, mentre la zona Alta riguarda Fratte, Matierno e Ogliara): l'indice di povertà complessivo è pari al 21,8%, e risulta inferiore a quello del Mezzogiorno (28,8%), superiore alla media nazionale (13,3%), e agli indici di povertà del Nord e del Centro Italia (3,5 e 6,9%) (Banca d'Italia-2002). Tuttavia, il tasso di povertà raggiunge il 40% nelle due zone estreme della città (Alta 39,5% e Orientale 2 41,0%). In ogni zona di Salerno prevalgono le famiglie con “un solo” figlio piccolo, si nota però che la percentuale di famiglie con “più” di un figlio piccolo aumenta al Centro (34,8%). Analizzando il titolo di studio del capofamiglia e del coniuge, il livello di istruzione è più elevato nelle famiglie del Centro, molto probabilmente queste sono famiglie che formatesi in età avanzata sono costrette ad anticipare la nascita del secondo e del terzo figlio. I primi servizi sociali analizzati riguardano l'assistenza domiciliare, e non, fornita alle famiglie da personale medico e paramedico nell'anno che ha preceduto l'indagine. L'87% delle famiglie si reca dal pediatra di base e il 28% da un pediatra privato, in media 1/2 volte al mese. É completamente assente la figura di personale appartenente a gruppi di volontariato e solo lo 0,5% delle famiglie intervistate riceve visite da assistenti sociali. Si lamentano alcune difficoltà nel ricevere visite a domicilio dal pediatra di base e per le vaccinazioni. Tali difficoltà generano una domanda di servizi di trasporto che cresce all'aumentare della distanza dei servizi socio-sanitari e quando la visita non è programmata (come per i pronto soccorso in ospedale). Nelle quattro zone il pediatra di base viene scelto in base alla vicinanza con la propria abitazione, a differenza di quanto accade per i pediatri privati e i medici specialisti: si osserva che nella zona Orientale 2 e nella zona Alta vi è una maggior domanda di servizi di trasporto per il raggiungimento di questi operatori, da ciò si deduce una carenza di queste figure nelle suddette zone, che sono anche quelle più povere economicamente. In merito al grado di soddisfazione dei servizi utilizzati, quelli che presentano giudizi poco soddisfacenti sono: l'assistente sociale, i parchi giochi, le strutture sportive/riabilitative. I servizi vincenti per i quali il giudizio "molto" soddisfacente prevale sono il pediatra privato, i medici specialistici privati e il servizio di scuola bus. I nidi e le scuole materne utilizzate sono per lo più a gestione pubblica, e il motivo di scelta prevalentemente (70%) è che il personale soddisfa le esigenze delle famiglie. Tale motivazione sale all'85,6% per la scelta del settore privato. Tra i bambini che vanno al nido o a una scuola materna, solo il 25% utilizza la mensa, ma circa l'8% delle famiglie vorrebbe utilizzarla, ma il servizio mensa non funziona. In merito al giudizio su alcune caratteristiche dei parchi giochi: pulizia, custodia e punti di ristoro, la percentuale delle famiglie che si dichiara abbastanza soddisfatta non supera mai il 50%. Invece, circa il 40% dichiara di essere poco o per nulla soddisfatto e circa il 75% delle famiglie riterrebbe utile migliorare il servizio. Una nutrita sezione del questionario rileva informazioni sulla persona che provvede alla cura del bambino nelle esigenze di vita quotidiana che sono state distinte in: pulizia personale, nutrizione, svago, sorveglianza durante il sonno, spostamenti casa-scuola. Tutte le esigenze individuate sono sostenute prevalentemente dalla madre da sola, da entrambi i genitori per passeggiare, sorvegliare il sonno e andare a scuola, dalla madre insieme ai nonni per lavare, fare mangiare o far giocare il bambino. I padri, da soli o insieme alle mogli, preferiscono le attività di addormentare e far passeggiare i bambini (41% e 42%). Da chi vorrebbero essere aiutate le mamme? Le madri vorrebbero essere aiutate prevalentemente da una baby sitter, da una struttura pubblica e dai nonni per provvedere alla pulizia personale e fare/dare da mangiare al bambino. Per passeggiare, dormire, trascorre altro tempo in casa e andare a scuola si chiede anche un maggior aiuto da parte del partner, visto che in queste attività sono più cooperativi. Si preferirebbe personale pubblico per la vigilanza durante le ore di sonno e pubblico e baby sitter per l'altro tempo trascorso in casa e per andare a scuola. Emerge questo connubio tra personale pubblico e baby sitter, questo dato va interpretato nel senso che la figura professionale richiesta è molto probabilmente la stessa, però la prima è pubblica e la seconda è privata. La differenza sostanziale, non è solo nel costo, ma sembra che le famiglie richiedano una baby sitter, qualificata e riconosciuta da un'istituzione e che quindi dia maggiori garanzie di professionalità. Interessante è l'opinione circa l'utilità di alcuni servizi, si può notare come 70-80% delle famiglie ritengono utile potenziare asili, strutture sportive, biblioteche, corsi di computer, e corsi di inglese, insomma tutto ciò che attiene allo sviluppo culturale/educativo e fisico del bambino. Più dell'80% delle famiglie invece, pensa allo svago dei propri figli e domanda l'apertura di cinema per bambini e l'ampliamento e miglioramento degli spazi verdi. Il 50-60% delle famiglie invece, pensa anche a strutture di svago attrezzate ad accogliere i bambini e intrattenerli durante lo svago dei genitori. Non viene data notevole rilevanza all'assistenza domiciliare, diurna, serale o notturna, ai pasti a domicilio e alla cura della casa, in quanto si provvede in famiglia. In conclusione, le famiglie salernitane per i propri figli chiedono servizi di trasporto, svago, educazione e un aiuto in casa proveniente da collaboratori domestici qualificati. Molti sono gli spunti per la realizzazione di nuove attività imprenditoriali nell'economia sociale e per una diversificazione dei servizi sociali da parte delle cooperative già esistenti. Infatti, queste cooperative che da tempo lamentano difficoltà economiche per proseguire nella propria "missione", ampliando la gamma dei servizi offerti, senza dimenticare la qualità necessaria, potrebbero indirizzarsi anche verso utenti potenzialmente paganti, e attingere così le risorse necessarie per fornire servizi agli utenti che presentano maggiori difficoltà economiche.

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