QUALI SERVIZI OFFRIRE AI BAMBINI
UN'INDAGINE NEL COMUNE DI SALERNO
VALLE DELL'IRNO E INNOVAZIONE
ALCUNE OPZIONI DI POLICY
QUALI SERVIZI OFFRIRE AI BAMBINI
UN'INDAGINE NEL COMUNE DI SALERNO
L'obiettivo è favorire nuove
realtà imprenditoriali nell'economia sociale
Fernanda
Marzotta
Ricercatrice Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche
- Università di Salerno
mazzotta@unisa.it
Nell'ambito di un progetto che vede coinvolto un ampio partenariato
promosso dalla Fonda-zione Salernitana Sichelgaita, e composto
da soggetti istituzionali, associazioni private e organizzazioni
di terzo settore, è stata realizzata un'indagine, coordinata
dal Dipartimento di Scienze Econo-miche e Statistiche dell'Università di
Salerno, per rilevare la domanda di servizi all'infanzia
intervistando le famiglie di un campione di 221 bambini,
rappresentativo della popolazione di infanti aventi un'età compresa
tra 0 e 5 anni residenti nel comune di Salerno. L'obiettivo
finale è quello di favorire la nascita di nuove realtà imprenditoriali
nel settore dell'economia sociale. Dall'analisi delle condizioni
economiche e sociali delle famiglie di appartenenza emergono
delle diversità tra le quattro zone territoriali considerate
(Centro, Orientale 1, Orientale 2, Zona Alta, suddivise
tenendo conto della sezione elettorale di appartenenza
e considerando come limiti territoriali i corsi d'acqua. La
zona Centro parte dal porto e arriva fino al fiume Irno e
comprende anche le zone alte del Carmine, Orientale 1 va dal
fiume Irno fino via Fiume e comprende Torrione, Pastena e
Mercatello (bassi e alti), Orientale 2 parte da via Fiume
per arrivare al Picentino e comprende Mariconda e Fuorni,
mentre la zona Alta riguarda Fratte, Matierno e Ogliara):
l'indice di povertà complessivo è pari
al 21,8%, e risulta inferiore a quello del Mezzogiorno
(28,8%), superiore alla media nazionale (13,3%), e agli
indici di povertà del
Nord e del Centro Italia (3,5 e 6,9%) (Banca d'Italia-2002).
Tuttavia, il tasso di povertà raggiunge il 40% nelle
due zone estreme della città (Alta 39,5% e Orientale
2 41,0%). In ogni zona di Salerno prevalgono le famiglie
con “un
solo” figlio piccolo, si nota però che la percentuale
di famiglie con “più” di un figlio piccolo
aumenta al Centro (34,8%). Analizzando il titolo di studio
del capofamiglia e del coniuge, il livello di istruzione è più elevato
nelle famiglie del Centro, molto probabilmente queste sono
famiglie che formatesi in età avanzata sono costrette
ad anticipare la nascita del secondo e del terzo figlio.
I primi servizi sociali analizzati riguardano l'assistenza
domiciliare, e non, fornita alle famiglie da personale
medico e paramedico nell'anno che ha preceduto l'indagine.
L'87% delle famiglie si reca dal pediatra di base e il 28%
da un pediatra privato, in media 1/2 volte al mese. É completamente
assente la figura di personale appartenente a gruppi di
volontariato e solo lo 0,5% delle famiglie intervistate riceve
visite da assistenti sociali. Si lamentano alcune difficoltà nel
ricevere visite a domicilio dal pediatra di base e per
le vaccinazioni. Tali difficoltà generano una domanda
di servizi di trasporto che cresce all'aumentare della
distanza dei servizi socio-sanitari e quando la visita
non è programmata
(come per i pronto soccorso in ospedale). Nelle quattro
zone il pediatra di base viene scelto in base alla vicinanza
con la propria abitazione, a differenza di quanto accade
per i pediatri privati e i medici specialisti: si osserva
che nella zona Orientale 2 e nella zona Alta vi è una
maggior domanda di servizi di trasporto per il raggiungimento
di questi operatori, da ciò si deduce una carenza di
queste figure nelle suddette zone, che sono anche quelle più povere
economicamente. In merito al grado di soddisfazione dei
servizi utilizzati, quelli che presentano giudizi poco
soddisfacenti sono: l'assistente sociale, i parchi giochi,
le strutture sportive/riabilitative. I servizi vincenti per
i quali il giudizio "molto" soddisfacente prevale
sono il pediatra privato, i medici specialistici privati e
il servizio di scuola bus. I nidi e le scuole materne utilizzate
sono per lo più a
gestione pubblica, e il motivo di scelta prevalentemente
(70%) è che
il personale soddisfa le esigenze delle famiglie. Tale
motivazione sale all'85,6% per la scelta del settore privato.
Tra i bambini che vanno al nido o a una scuola materna,
solo il 25% utilizza la mensa, ma circa l'8% delle famiglie
vorrebbe utilizzarla, ma il servizio mensa non funziona. In
merito al giudizio su alcune caratteristiche dei parchi giochi:
pulizia, custodia e punti di ristoro, la percentuale delle
famiglie che si dichiara abbastanza soddisfatta non supera
mai il 50%. Invece, circa il 40% dichiara di essere poco o
per nulla soddisfatto e circa il 75% delle famiglie riterrebbe
utile migliorare il servizio. Una nutrita sezione del questionario
rileva informazioni sulla persona che provvede alla cura del
bambino nelle esigenze di vita quotidiana che sono state distinte
in: pulizia personale, nutrizione, svago, sorveglianza durante
il sonno, spostamenti casa-scuola. Tutte le esigenze individuate
sono sostenute prevalentemente dalla madre da sola, da entrambi
i genitori per passeggiare, sorvegliare il sonno e andare
a scuola, dalla madre insieme ai nonni per lavare, fare
mangiare o far giocare il bambino. I padri, da soli o insieme
alle mogli, preferiscono le attività di addormentare
e far passeggiare i bambini (41% e 42%). Da chi vorrebbero
essere aiutate le mamme? Le madri vorrebbero essere aiutate
prevalentemente da una baby sitter, da una struttura pubblica
e dai nonni per provvedere alla pulizia personale e fare/dare
da mangiare al bambino. Per passeggiare, dormire, trascorre
altro tempo in casa e andare a scuola si chiede anche un maggior
aiuto da parte del partner, visto che in queste attività sono
più cooperativi.
Si preferirebbe personale pubblico per la vigilanza durante
le ore di sonno e pubblico e baby sitter per l'altro tempo
trascorso in casa e per andare a scuola. Emerge questo
connubio tra personale pubblico e baby sitter, questo dato
va interpretato nel senso che la figura professionale richiesta è molto
probabilmente la stessa, però la prima è pubblica
e la seconda è privata. La differenza sostanziale,
non è solo nel costo, ma sembra che le famiglie richiedano
una baby sitter, qualificata e riconosciuta da un'istituzione
e che quindi dia maggiori garanzie di professionalità.
Interessante è l'opinione circa l'utilità di
alcuni servizi, si può notare come 70-80% delle famiglie
ritengono utile potenziare asili, strutture sportive, biblioteche,
corsi di computer, e corsi di inglese, insomma tutto ciò che
attiene allo sviluppo culturale/educativo e fisico del
bambino. Più dell'80% delle famiglie invece, pensa
allo svago dei propri figli e domanda l'apertura di cinema
per bambini e l'ampliamento e miglioramento degli spazi
verdi. Il 50-60% delle famiglie invece, pensa anche a strutture
di svago attrezzate ad accogliere i bambini e intrattenerli
durante lo svago dei genitori. Non viene data notevole rilevanza
all'assistenza domiciliare, diurna, serale o notturna, ai
pasti a domicilio e alla cura della casa, in quanto si provvede
in famiglia. In conclusione, le famiglie salernitane per i
propri figli chiedono servizi di trasporto, svago, educazione
e un aiuto in casa proveniente da collaboratori domestici
qualificati. Molti sono gli spunti per la realizzazione di
nuove attività imprenditoriali
nell'economia sociale e per una diversificazione dei servizi
sociali da parte delle cooperative già esistenti. Infatti,
queste cooperative che da tempo lamentano difficoltà economiche
per proseguire nella propria "missione", ampliando
la gamma dei servizi offerti, senza dimenticare la qualità necessaria,
potrebbero indirizzarsi anche verso utenti potenzialmente
paganti, e attingere così le risorse necessarie per
fornire servizi agli utenti che presentano maggiori difficoltà economiche.
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