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  Dicembre 2012

Articoli n° 6
Luglio 2005
 
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ANCORA REFERENDUM
VINCE L'ASTENSIONE ma senza entusiasmi
L’invito della Chiesa a non votare ha fatto la differenza

Enrico Russo
Consulente Istituto Piepoli spa - Innovative Research
enricorusso@istitutopiepoli.it

 

Nell'ultima settimana di maggio ben quattro eventi, oltre il secco "no" della Fran-cia alla Costituzione Europea che ha segnato un visibile rallentamento del processo storico dell'Unificazione Europea, hanno dominato l'attenzione dell'opinione pubblica italiana: il più presente nell'immaginario collettivo è stato quello della confessione della madre di Mir-ko, rea di aver ucciso il bimbo nella vaschetta da bagno. Sono seguiti il video di Cle-mentina Cantoni, la sconfitta del Milan nella finale di Champion's League con il Liverpool e l'indagine sulla pedofilia on line. Altri due eventi per noi importanti ma trascurati dall'Opinione sono stati: la rottura tra Rutelli e Prodi e l'allarme dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) sulla salute economica dell'Italia. La settimana in esame non differisce di molto da quella precedente per quanto riguarda l'interesse nei confronti del Referendum sulla fecondazione, sul cui esito hanno influito non poco le dichiarazioni di coloro che contano. Nei giorni precedenti le votazioni, i contenuti della legge a mano a mano si erano fatti più chiari nella mente della gente, quanto al punto centrale, cioè andare a votare o non andare a votare, e nel caso che si vada a votare, votare si o no, i dubbi continuavano a persistere. clicca per ingrandireColoro che pensavano di andare a votare si erano fondamentalmente stabilizzati e oscillavano intorno al 50%. Quindi il raggiungimento del quorum era ancora fortemente in bilico. Inoltre le dichiarazioni ufficiali della Chiesa e gli interventi piuttosto sfumati del Papa sembrano aver inciso sul pensiero dei cattolici senza produrre reazioni di rilievo nella maggioranza laica della popolazione. Sembra pertanto che in questo referendum non ci fossero le condizioni psicologiche perché si verificasse "l'effetto Craxi". Come è noto in occasione del referendum sulla abolizione della preferenza multipla, l'allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi aveva consigliato gli italiani di non votare e andarsene tutti al mare. Questo invito all'Opi-nione pubblica era stato all'epoca interpretato dagli italiani come sfottente e il risultato pratico fu che la maggioranza degli elettori andarono a votare in una specie di plebiscito negativo nei confronti del potere in carica. Oggi come oggi "l'effetto Craxi" non c'è stato. La Chiesa ha agito in maniera molto prudente e ha diffuso l'informazione tramite la propria gerarchia e non tramite i mass media. Questa condotta si è rivelata in chiave di marketing abbastanza promettente (ovviamente per la Chiesa), visto che non c'è stato alcun rimbalzo tra una settimana e l'altra che indicasse una maggior propensione ad andare a votare e quindi a imporre il si, cioè l'abolizione delle norme restrittive alla procreazione assistita. In ogni caso l'Opinione sull'argomento procreazione assistita barcollava fortemente. I valori laici e quelli cattolici divergevano senza pubblicamente entrare in conflitto. Siamo stati molto lontani in questo referendum dalle zuffe politiche cui siamo abituati. Arriviamo finalmente alle elezioni. I dati numerici del referendum sono secchi: contro un 25.9 per cento che è andato a votare c'è un massiccio 74.1 per cento che invece si è astenuto.clicca per ingrandire Una vittoria dell'astensione per certi versi imprevista in queste dimensioni così massicce. Il che non significa che esista un "partito dell'astensione" compatto che abbia brindato con grande entusiasmo alla chiusura delle urne. A una domanda fatta la sera stessa di lunedì 13, su un campione di 500 Italiani dai 18 anni in su, il 33 per cento dice di aver provato "soddisfazione", ma un altro 30 per cento dice di aver provato "tristezza", mentre il restante 37 per cento è indifferente o senza opinione (v. Grafico 1). Se è naturale dedurre che ad essere "tristi" siano soprattutto coloro che sono andati a votare (ma anche qualcuno in più, che non l'ha fatto per pigrizia o perché non ha potuto), fra gli altri possiamo dire che circa metà è contenta, ma la restante metà sostanzialmente resta estranea, distante dall'evento. Perché si è andati a votare soprattutto? La molla principale, al di là della legge in sé e degli articoli che si sarebbe voluto abolire (47 per cento delle motivazioni), è il senso civico, e dunque una scelta politica di fondo, quella di partecipare comunque a delle elezioni democratiche (53 per cento). E per contro, perché invece non si è andati a votare? Qui il quadro è più articolato. Nella maggioranza dei casi (61 per cento) si afferma di essersi astenuti per convinzione ("sono contrario alle modifiche della legge", "ho seguito le indicazioni della Chiesa", "ho seguito le indicazioni del mio partito"), mentre in un restante 33 per cento dei casi non lo si è fatto o per disinteresse ("non ero ben informato", "è un argomento difficile", "non voto quasi mai") o perché non si è fatto in tempo ("ero lontano dalla residenza", "ero al mare/al lago/in montagna"). La settimana che va dal 6 al 13 giugno è stata comunque dominata da due eventi ben precisi (v. Grafico 2). Al secondo posto (24 per cento) compare proprio il mancato raggiungimento del quorum in modo così eclatante, diventato evento nella stessa giornata di lunedì 13 giugno. Al primo po-sto (33%) compare la liberazione di Clementina Cantoni, il cui sorriso dolce e pulito è comparso in Tv e sulle prime pagine dei giornali procurando un momento di gioia agli Italiani. Da segnalare al terzo posto (11 per cento) il brutale stupro dei 5 rumeni a Milano, che ha colpito l'attenzione per la sua freddezza e crudeltà, mentre al quarto e al quinto posto (entrambi col 7 per cento) compaiono 2 eventi di tipo "economico" di un certo rilievo in questo periodo: l'allarme sulla crescita delle importazioni cinesi e la decisione del G8 di cancellare il debito dei Paesi poveri.

Il presente articolo è una sintesi del monitoraggio delle opinioni degli italiani che l'Istituto Piepoli effettua con cadenza settimanale per conto de “La Stampa”. I sondaggi sono eseguiti secondo il codice deontologico ESOMAR. I risultati sono pubblicati su www.agcom.it.

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