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  Dicembre 2012

Articoli n° 6
Luglio 2005
 
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LA FINANZA PUBBLICA LOCALE AL SUD
IL RUOLO DELLE BANCHE
Un’indagine dell'Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno

Francesco Saverio Coppola
Direttore dell'Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno
segreteria@srmezzogiorno.it

 

La recente approvazione del Decreto Legge 44/2005 sugli enti locali, che ha previsto modifiche alle norme sul patto di stabilità, e il dibattito sulla Finanziaria per il 2005, incentrato sui tagli ai trasferimenti agli enti locali e sul tetto imposto agli enti stessi per il sostenimento di spese correnti e di investimento, ha ulteriormente riportato alla ribalta un tema "caldo" per l'economia del Paese: la gestione finanziaria della Pubblica Amministra-zione. Seppur gradualmente, si sta assistendo a un progressivo mutamento strutturale nella cultura dell'ente locale. Quest'ultimo ha ormai preso coscienza dell'esistenza di una serie di strumenti i quali possono rappresentare una valida alternativa per coprire le esigenze finanziarie di investimento e di ristrutturazione del debito. Vi è da aggiungere tutta la problematica collegata a un quadro normativo in continua evoluzione, rivolto, tuttavia,clicca per ingrandire a porre limiti e a definire, in uno schema abbastanza rigido, le modalità con cui gli enti locali possono fare ricorso al debito. In sostanza, ci si sta muovendo sempre di più nella direzione del federalismo, considerato nelle sue diverse accezioni che vanno dalle politiche di sviluppo di un territorio alle responsabilità degli amministratori locali. Per il finanziamento dei propri investimenti, l'ente locale meridionale oggi si trova davanti alla concreta scelta di dover continuare a operare in modo classico, attendendo il trasferimento in conto capitale proveniente dall'Amministrazione Centrale o dai fondi del POR (Programma Operativo Regionale) o, in alternativa, di dover "attrezzare" la sua gestione finanziaria rendendola più dinamica e aperta a nuove soluzioni. Per l'ente locale è possibile intravedere due differenti esigenze:
- garantire uno sviluppo territoriale, in modo incisivo per assicurare servizi al cittadino e alle imprese; questo può avvenire con il ricorso alla finanza per gli investimenti, pubblica e/o privata (trasferimenti erariali, fondi europei, risorse di bilancio, buoni obbligazionari, mutui, project financing);
- mantenere un equilibrio di bilancio, che consenta di gestire in mondo efficiente ed efficace le politiche di gestione finanziaria.
Ecco che, in tale contesto, il ruolo della banca diventa primario, soprattutto considerando la funzione di partner che essa viene a svolgere. Oggi, difatti, viene chiesto alla banca non solo di assumere una pluralità di ruoli e di offrire un pacchetto di prodotti competitivi, ma soprattutto di essere al fianco dell'ente e di saperlo accompagnare in tutto il processo di definizione dell'operazione finanziaria, sia essa di investimento o di ristrutturazione del debito. L'evoluzione storica della normativa della finanza degli enti locali e il mutare, quindi, delle esigenze di bilancio e di gestione finanziaria hanno comportato un cambiamento anche nella figura del soggetto bancario. A tutto ciò si aggiunge il problema di dover affrontare un mercato caratterizzato dalla concorrenza di leader internazionali e mondiali che operano in modo sempre più incisivo nel territorio, anche meridionale. La banca ha dovuto ridisegnare il proprio ruolo agendo su tre fronti strategici: la formazione, le strutture operative, le strategie territoriali. Tuttavia la banca, anche nell'affiancare l'ente locale, adotta metodologie di valutazione complesse e diversificate analizzando bilanci, valutando progetti, verificando la struttura finanziaria e, non ultimo, smantellando in maniera costruttiva, poco a poco, una vocazione di tipo tradizionale da parte dell'ente locale, che privilegia prodotti tradizionali rispetto alle forme di finanziamento innovative. Sussistono, tuttavia, ancora problematiche strutturali per quanto riguarda l'utilizzo degli strumenti di finanza innovativa. Per l'applicazione del project financing, ad esempio, rimangono ancora problematiche normative, finanziarie e amministrative, in quanto si tratta di una procedura articolata e complessa in cui sono coinvolti numerosi soggetti: enti pubblici, banche, imprese di costruzioni, società di ingegneria; e ciò impone il movimento di volumi finanziari, il sostenimento di costi e la genesi di flussi di cassa, quindi di ritorni economici, che spesso una piccola infrastruttura non è in grado di produrre; i dati dell'Osservatorio Project Financing dell'Associa-zione SRM evidenziano un importo medio per opera nel Sud d'Italia di circa 7,7 milioni di euro.clicca per ingrandire Per quanto riguarda le emissioni obbligazionarie, rimane ancora esiguo l'utilizzo di questo strumento nel Mezzogiorno, rappresentando (nel 2003) quest'area solo poco più del 10% dei BOC e dei BOP emessi dalle amministrazioni locali per volume, contro il 48,9% del Centro e il 40,9% del Nord. Il dato scende ulteriormente se consideriamo solo i BOC, diventando il 2% con un valore pari a 21 milioni di euro contro i 298 del Nord e i 709 del Centro. Connesso a tutto ciò, vi è anche la tematica relativa al rating: il dato indica solo 4 Province e 3 Comuni tra i 47 in Italia che hanno questa forma di accreditamento, evidenziando dunque una cultura dello strumento ancora bassa. Per quanto riguarda, infine, gli swap è stato necessario un intervento del Ministero per assegnare una migliore e più disciplinata normativa allo strumento. Il fenomeno esiste ed è rilevante e come tale va monitorato con attenzione; affermazione questa consolidata dai dati della Corte dei Conti che ha individuato su un panel di 88 Province e di 1.099 Comuni rispettivamente 37 e 305 operazioni di derivati. Sarebbero, dunque, le Province in percentuale a prevalere: il 42% delle amministrazioni provincia li interpellate hanno contratto operazioni contro il 27,7% dei Comuni stessi. Le tematiche su esposte sono state oggetto di una ricerca che l'Associazione SRM ha curato e successivamente divulgato nel corso di un convegno che si è svolto a Napoli, organizzato di concerto con l'Associazione di Studi di Banca & Borsa e l'Università Cattolica del Sacro Cuore, in presenza di una platea altamente qualificata, composta da rappresentati istituzionali nazionali e regionali e locali, banche, professori universitari, imprenditori, centri di ricerca e studiosi della materia. Durante i lavori, sono intervenuti: Giuseppe Vigorelli, Presidente Associazione per lo Sviluppo degli Studi di Banca e Borsa, Federico Pepe, Presidente Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, Antonio Cancellara, Responsabile Servizi Finanziari Sud Banca OPI di Napoli, Piero Giarda, Docente di Scienze delle Finanze, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Maria Teresa Salvemini, Docente Università La Sapienza, Enrico Cardillo, Assessore Risorse Strategiche del Comune di Napoli.

É possibile scaricare la ricerca dal sito dell'Associazione SRM - www.srmezzogiorno.it

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