REALIZZARE IL SOGNO AMERICANO
DELAWARE: una base per le imprese
Strumenti e alleanze per la promozione
negli USA del Made in Campania
Demetrio Cuzzola
Presidente di Intertrade - Azienda Speciale della C.C.I.A.A. di Salerno
presidente@intertrade.camcom.it
Gli Stati Uniti d'America costituiscono uno straordinario
mercato per le imprese campane. Il "made in Italy",
infatti, possiede una capacità attrattiva pressoché unica
sul consumatore medio statunitense, che la collega automaticamente
a qualità ed eleganza, nonché cura dei particolari
per ogni prodotto. Affacciarsi su quel mercato è dunque
quanto mai vantaggioso per le PMI, anche e soprattutto in
considerazione del fatto che attualmente la valuta nordamericana
mostra segni di debolezza nei confronti dell'euro. Inoltre,
a differenza che in Italia, costituire una società non
richiede particolari investimenti e anche i costi sono contenuti.
Molte PMI hanno dunque provveduto a costituire filiali delle
proprie aziende, oppure a crearne appositamente altre, in
terra americana. É inoltre possibile costituire "branch" statunitensi
di società estere, caratterizzate dalla presenza di
un ufficio di rappresentanza o da un recapito effettivo nel
territorio statunitense che dovrà essere sottoposto
alla registrazione presso lo Stato nel quale la filiale è ubicata
e intende svolgere la propria attività. La filiale
non dispone di una personalità giuridica distinta
da quella della società madre e dunque la responsabilità civile,
penale e fiscale si estende a tutto il patrimonio della società straniera
per la responsabilità nella quale incorra, per ipotesi,
la propria filiale. Inoltre la legislazione di sviluppo e
sostegno all'internazionalizzazione delle PMI offre la possibilità di
accedere a contributi e fondi regionali e/o europei che permettono
di recuperare i costi di gestione della società estera.
Una ragione in più per rendere attuale il sogno americano.
La legislazione dei singoli Stati è poi molto varia
e offre occasioni interessanti e sconosciute in ambito europeo:
non c'è una legislazione unica sulle società.
Delaware, Nevada e California offrono gli scenari più dinamici,
anche a fini fiscali. Per coloro che intendono esportare
negli States è dunque consigliabile valutare questa
possibilità molto attentamente. In particolare, il
Delaware è uno dei più piccoli Stati degli
Usa, tra Maryland, Pennsylvania e New Jersey. Il 49° in
ordine di grandezza, ma anche First State, la prima delle
tredici colonie britanniche ad aver firmato la Dichiarazione
d'Indipendenza nel 1776. Oggi è la sede legale di
oltre la metà delle società quotate alla Borsa
di New York e al Nasdaq e di più del 60% delle prime
500 società della classifica della rivista Fortune.
Oltre 500 mila imprese commerciali hanno scelto di insediare
qui il proprio "quartier generale" per sfruttare
una lunga tradizione di ospitalità agli affari, un
efficientissimo sistema giuridico e una collaudata rete di
servizi per la promozione del business. Lo Stato americano
del Delaware ha una superficie estesa quanto il Cilento e
il Vallo di Diano, poco più di 800 mila abitanti,
ma è il primo Stato Usa nella classifica stilata dalla
Camera di Commercio americana per capacità di attrazione
economica. Lo stato del Delaware presenta un sistema di governance
locale che costituisce una sorta di "modello" di
promozione dello sviluppo economico e del business. Elementi
decisivi di questo sistema, che permette di creare una nuova
società in meno di due ore, sono: un ufficio governativo
per le imprese aperto 24 ore su 24, 354 giorni l'anno; un
apparato legislativo smaccatamente business friendly. Leggi,
regolamenti e codici scritti su misura per soddisfare le
esigenze degli imprenditori; finanziamenti pubblici per stimolare
la ricerca d'avanguardia nella biotecnologia e nella nanotecnologia. «…Per
fondare una società nel Delaware si impiegano due
ore, ma che dico, meno di due ore. Siamo la porta d'ingresso
degli Stati Uniti per un'azienda non americana…»,
afferma con orgoglio Ruth Minner. Da quando si è insediata
sulla poltrona di Governatore nel 2001, questa instancabile
lady non si è risparmiata pur di imporre il piccolo
Delaware sulla scacchiera della globalizzazione. Sempre secondo
le parole del Governatore Minner, il Delaware si sente molto
vicino all'Italia (il 20% della popolazione ha radici italiane
di cui va altamente fiera) e sente il retaggio della cultura
e delle tradizioni italiane. Il fatto che il Delaware sia
una sorta di "paradiso legale" per le imprese non è un'esclusiva
per l'Italia. Migliaia di società, americane e non,
hanno recepito il messaggio. Tant'è che in questo
Stato popolato da meno di un milione di residenti ed esteso
appena 3.200 Kmq, si sono insediate già 625 mila imprese.
Molte si sono limitate al domicilio legale, attratte dalle
sentenze delle Corti del Delaware che stemperano la minaccia
delle "litigation" e delle class action statunitensi. «…Il
nostro obiettivo va oltre la ricerca del mero insediamento
delle società straniere per scopi legali…» mette
in chiaro il Governatore, che si batte da anni per migliorare
il livello di istruzione, servizi sanitari, ricerca e sviluppo.
Le leggi del Delaware sono note negli Usa proprio perché business
friendly, e adesso molti altri Stati hanno iniziato a copiare
questo modello. Ma i Delawarians ritengono di avere una tradizione
scientifica che può tener testa alla Silicon Valley.
Tra i settori di punta, la biotecnologia, la nanotecnologia
e la ricerca di fonti di energia alternative al petrolio.
Proprio per questo, le start-up vengono aiutate finanziariamente
dallo Stato. Sono incoraggiati poi i modelli di partenariato
pubblico-privato e il venture capital. Sono già tre
anni che imprenditori e governance locali hanno instaurato
una fitta rete di contatti con potenziali controparti dell'imprenditoria
italiana. Nel prossimo mese di ottobre una delegazione di
imprese italiane andrà nel Delaware e sarà guidata
dal Sistema camerale, con il supporto operativo di Intertrade
che ha elaborato un Dossier rivolto a quanti intendono operare
negli Stati Uniti, dal quale si evince la necessità di
valutare le forme di distribuzione dei prodotti nel mercato
americano e di limitare il più possibile i rischi
connessi all'ingresso di tali prodotti in quel mercato, proteggendoli
dai tentativi di contraffazione operati dalla concorrenza.
Infatti, il successo ottenuto da un prodotto è quasi
sempre legato in maniera indissolubile al marchio che porta.
Ecco perché il marchio riveste per l'azienda, che
ne è titolare, un ruolo strategico di assoluto rilievo
e spesso rappresenta un patrimonio irrinunciabile cui corrisponde
un valore economico, talvolta addirittura pari a quello dell'azienda
stessa. I marchi sono strumenti utilizzati per identificare
e distinguere i prodotti o i servizi di un'azienda da quelli
di un'altra, e attribuiscono al suo titolare il diritto esclusivo
di utilizzare quel marchio in commercio. Sebbene negli Stati
Uniti tali diritti si acquisiscano automaticamente in conseguenza
del semplice uso, tuttavia, l'esperienza insegna come sia
invece estremamente importante procedere alla registrazione
di ciascun marchio legato ai prodotti da distribuire sul
mercato USA. Inoltre, in vista soprattutto dei costi di registrazione
sostanzialmente inferiori a quelli normalmente richiesti
per ottenere una registrazione federale e dei tempi decisamente
più rapidi, può risultare conveniente ottenerne
una statale anche per imprenditori non statunitensi che,
per esempio, intendano importare e vendere i propri prodotti
soltanto in uno Stato determinato. Per rafforzare la protezione
già riconosciuta dalla legge a tutti i marchi, registrati
e non, il Congresso degli Stati Uniti ha creato un sistema
di registrazione che viene gestito, a livello federale, dall'Ufficio
Marchi e Brevetti di Washigton, United States Patent and
Trademark Office (USPTO). Tale registrazione conferisce al
titolare del marchio così registrato una serie considerevole
di vantaggi a un costo ragionevole.
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