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  Dicembre 2012

Articoli n° 6
Luglio 2005
 
internazionalizzazione - Home Page
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REALIZZARE IL SOGNO AMERICANO
DELAWARE: una base per le imprese
Strumenti e alleanze per la promozione negli USA del Made in Campania

Demetrio Cuzzola
Presidente di Intertrade - Azienda Speciale della C.C.I.A.A. di Salerno
presidente@intertrade.camcom.it

 

Gli Stati Uniti d'America costituiscono uno straordinario mercato per le imprese campane. Il "made in Italy", infatti, possiede una capacità attrattiva pressoché unica sul consumatore medio statunitense, che la collega automaticamente a qualità ed eleganza, nonché cura dei particolari per ogni prodotto. Affacciarsi su quel mercato è dunque quanto mai vantaggioso per le PMI, anche e soprattutto in considerazione del fatto che attualmente la valuta nordamericana mostra segni di debolezza nei confronti dell'euro. Inoltre, a differenza che in Italia, costituire una società non richiede particolari investimenti e anche i costi sono contenuti. Molte PMI hanno dunque provveduto a costituire filiali delle proprie aziende, oppure a crearne appositamente altre, in terra americana. É inoltre possibile costituire "branch" statunitensi di società estere, caratterizzate dalla presenza di un ufficio di rappresentanza o da un recapito effettivo nel territorio statunitense che dovrà essere sottoposto alla registrazione presso lo Stato nel quale la filiale è ubicata e intende svolgere la propria attività. La filiale non dispone di una personalità giuridica distinta da quella della società madre e dunque la responsabilità civile, penale e fiscale si estende a tutto il patrimonio della società straniera per la responsabilità nella quale incorra, per ipotesi, la propria filiale. Inoltre la legislazione di sviluppo e sostegno all'internazionalizzazione delle PMI offre la possibilità di accedere a contributi e fondi regionali e/o europei che permettono di recuperare i costi di gestione della società estera. Una ragione in più per rendere attuale il sogno americano. La legislazione dei singoli Stati è poi molto varia e offre occasioni interessanti e sconosciute in ambito europeo: non c'è una legislazione unica sulle società. Delaware, Nevada e California offrono gli scenari più dinamici, anche a fini fiscali. Per coloro che intendono esportare negli States è dunque consigliabile valutare questa possibilità molto attentamente. In particolare, il Delaware è uno dei più piccoli Stati degli Usa, tra Maryland, Pennsylvania e New Jersey. Il 49° in ordine di grandezza, ma anche First State, la prima delle tredici colonie britanniche ad aver firmato la Dichiarazione d'Indipendenza nel 1776. Oggi è la sede legale di oltre la metà delle società quotate alla Borsa di New York e al Nasdaq e di più del 60% delle prime 500 società della classifica della rivista Fortune. Oltre 500 mila imprese commerciali hanno scelto di insediare qui il proprio "quartier generale" per sfruttare una lunga tradizione di ospitalità agli affari, un efficientissimo sistema giuridico e una collaudata rete di servizi per la promozione del business. Lo Stato americano del Delaware ha una superficie estesa quanto il Cilento e il Vallo di Diano, poco più di 800 mila abitanti, ma è il primo Stato Usa nella classifica stilata dalla Camera di Commercio americana per capacità di attrazione economica. Lo stato del Delaware presenta un sistema di governance locale che costituisce una sorta di "modello" di promozione dello sviluppo economico e del business. Elementi decisivi di questo sistema, che permette di creare una nuova società in meno di due ore, sono: un ufficio governativo per le imprese aperto 24 ore su 24, 354 giorni l'anno; un apparato legislativo smaccatamente business friendly. Leggi, regolamenti e codici scritti su misura per soddisfare le esigenze degli imprenditori; finanziamenti pubblici per stimolare la ricerca d'avanguardia nella biotecnologia e nella nanotecnologia. «…Per fondare una società nel Delaware si impiegano due ore, ma che dico, meno di due ore. Siamo la porta d'ingresso degli Stati Uniti per un'azienda non americana…», afferma con orgoglio Ruth Minner. Da quando si è insediata sulla poltrona di Governatore nel 2001, questa instancabile lady non si è risparmiata pur di imporre il piccolo Delaware sulla scacchiera della globalizzazione. Sempre secondo le parole del Governatore Minner, il Delaware si sente molto vicino all'Italia (il 20% della popolazione ha radici italiane di cui va altamente fiera) e sente il retaggio della cultura e delle tradizioni italiane. Il fatto che il Delaware sia una sorta di "paradiso legale" per le imprese non è un'esclusiva per l'Italia. Migliaia di società, americane e non, hanno recepito il messaggio. Tant'è che in questo Stato popolato da meno di un milione di residenti ed esteso appena 3.200 Kmq, si sono insediate già 625 mila imprese. Molte si sono limitate al domicilio legale, attratte dalle sentenze delle Corti del Delaware che stemperano la minaccia delle "litigation" e delle class action statunitensi. «…Il nostro obiettivo va oltre la ricerca del mero insediamento delle società straniere per scopi legali…» mette in chiaro il Governatore, che si batte da anni per migliorare il livello di istruzione, servizi sanitari, ricerca e sviluppo. Le leggi del Delaware sono note negli Usa proprio perché business friendly, e adesso molti altri Stati hanno iniziato a copiare questo modello. Ma i Delawarians ritengono di avere una tradizione scientifica che può tener testa alla Silicon Valley. Tra i settori di punta, la biotecnologia, la nanotecnologia e la ricerca di fonti di energia alternative al petrolio. Proprio per questo, le start-up vengono aiutate finanziariamente dallo Stato. Sono incoraggiati poi i modelli di partenariato pubblico-privato e il venture capital. Sono già tre anni che imprenditori e governance locali hanno instaurato una fitta rete di contatti con potenziali controparti dell'imprenditoria italiana. Nel prossimo mese di ottobre una delegazione di imprese italiane andrà nel Delaware e sarà guidata dal Sistema camerale, con il supporto operativo di Intertrade che ha elaborato un Dossier rivolto a quanti intendono operare negli Stati Uniti, dal quale si evince la necessità di valutare le forme di distribuzione dei prodotti nel mercato americano e di limitare il più possibile i rischi connessi all'ingresso di tali prodotti in quel mercato, proteggendoli dai tentativi di contraffazione operati dalla concorrenza. Infatti, il successo ottenuto da un prodotto è quasi sempre legato in maniera indissolubile al marchio che porta. Ecco perché il marchio riveste per l'azienda, che ne è titolare, un ruolo strategico di assoluto rilievo e spesso rappresenta un patrimonio irrinunciabile cui corrisponde un valore economico, talvolta addirittura pari a quello dell'azienda stessa. I marchi sono strumenti utilizzati per identificare e distinguere i prodotti o i servizi di un'azienda da quelli di un'altra, e attribuiscono al suo titolare il diritto esclusivo di utilizzare quel marchio in commercio. Sebbene negli Stati Uniti tali diritti si acquisiscano automaticamente in conseguenza del semplice uso, tuttavia, l'esperienza insegna come sia invece estremamente importante procedere alla registrazione di ciascun marchio legato ai prodotti da distribuire sul mercato USA. Inoltre, in vista soprattutto dei costi di registrazione sostanzialmente inferiori a quelli normalmente richiesti per ottenere una registrazione federale e dei tempi decisamente più rapidi, può risultare conveniente ottenerne una statale anche per imprenditori non statunitensi che, per esempio, intendano importare e vendere i propri prodotti soltanto in uno Stato determinato. Per rafforzare la protezione già riconosciuta dalla legge a tutti i marchi, registrati e non, il Congresso degli Stati Uniti ha creato un sistema di registrazione che viene gestito, a livello federale, dall'Ufficio Marchi e Brevetti di Washigton, United States Patent and Trademark Office (USPTO). Tale registrazione conferisce al titolare del marchio così registrato una serie considerevole di vantaggi a un costo ragionevole.

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