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  Dicembre 2012

Articoli n° 6
Luglio 2005
 
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INFORTUNI DOMESTICI
Le categorie a rischio
Elementi di identificazione e intervento per un fenomeno assai rilevante

Alba Rosa Bianchi & Patrizio Erba
Dip. di Medicina del Lavoro - ISPESL
a.bianchi@mdl.ale.ispesl.it -
p.erba@ispesl.it

La casa è certamente il luogo in cui cercare rifugio e protezione e dove sentirsi sicuri, ma è anche un luogo che riserva pericoli e origina infortuni. Dall'indagine Multiscopo dell'ISTAT sulle famiglie "Aspetti della vita quotidiana" (1999), risulta che in un anno, in Italia, circa 3 milioni di persone hanno un infortunio domestico (con un'incidenza di 53 casi per 1.000 abitanti), oltre il 12% degli infortunati ha subito più di un incidente. Le categorie maggiormente a rischio sono le casalinghe, gli anziani e i bambini. Stime recenti dell’ISPESL considerano che in Italia, su una popolazione di circa 58 milioni, avvengono circa 4.500.000 infortuni domestici per anno a esito temporaneo o permanente, mentre le persone infortunate sarebbero intorno ai 3.500.000. I casi mortali sono circa 8.000, e, stando alle stime dell'Unione Europea, riprese anche dal Censis, potrebbero risultare addirittura pari a 16.000 casi/anno. Ai suddetti casi si devono aggiungere tutti quei piccoli incidenti che non emergono dalle statistiche, per i quali è sufficiente una automedicazione o la consulenza, magari solo telefonica, del medico di medicina generale. Occorre, inoltre, considerare che, nell'ambito domestico, v'è una inadeguata conoscenza e una scarsa attenzione ai più comuni principi di tutela. Tuttavia, l'ambiente e il lavoro domestico si vanno collocando, da qualche tempo, in un'area alla quale viene dedicata sempre maggiore attenzione e che sta assumendo rilevanza tale da coinvolgere numerosi Governi ad attuare politiche di prevenzione per la tutela della salute e della sicurezza, al fine di salvaguardare l'integrità dei cittadini. L'OCSE definisce gli infortuni domestici come "accidents provoquès par des produits de consumation" e l'ISTAT individua l'infortunio negli accadimenti che presentano le seguenti caratteristiche: a) accidentalità dell'evento; b) localizzazione all'interno di una abitazione o sua pertinenza; c) compromissione temporanea delle condizioni di salute a causa di ferite, fratture, contusioni, lussazioni o altro. Nell'UE, il sistema di rilevazione EHLASS (European Home and Leisure Accidente Surveillance System) risalente al 1975 che si fonda su sistemi di monitoraggio differenti tra i Paesi Membri, se pure con talune riserve, ha fornito una qualche misura del fenomeno degli incidenti domestici e del tempo libero, sia a livello nazionale che comunitario. La Commissione Europea, successivamente, ha proposto di rendere più facile l'accesso alle informazioni con la costituzione di una base di dati integrata nella rete telematica EUPHIN (European Union Public Health Information Network). Già nel 2000, l'OMS aveva individuato l'obiettivo di una riduzione del 20% dei casi di mortalità derivanti da incidenti domestici e questi erano stati inseriti nel programma "La salute per tutti nel 2000". Anche il Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 aveva tra i propri obiettivi la diminuzione dell'entità del fenomeno nelle categorie più a rischio, specie tra gli anziani ultra-65enni, mentre quello 2003-2005 prevede la riduzione in modo significativo della mortalità e della disabilità derivante dagli infortuni domestici, favorendo, in particolare, l'informazione e la comunicazione.

Azioni intraprese dall'ISPESL
L'Osservatorio epidemiologico nazionale sulle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di vita del Dipartimento di Medicina del Lavoro dell'ISPESL, con una propria indagine multicentrica su nove regioni italiane, sta raccogliendo informazioni per la individuazione dei fattori che intervengono nella dinamica infortunistica, al fine di poter suggerire politiche di prevenzione, di educazione sanitaria e di sicurezza volte a ridurne la dimensione e gli effetti (condizioni ambientali di riferimento, conseguenze derivanti in termini di inabilità temporanea, permanente o morte, stima dei costi per la riabilitazione, ecc.). Una iniziale analisi dei dati conferma che oltre agli anziani, le popolazioni a maggior rischio sono i bambini e le casalinghe e che l'assenza di una definizione condivisa di infortunio, determina un'ampiezza assai rilevante nel range della valutazione quantitativa. Pur nella disparità delle definizioni, tra le varie fonti amministrative esiste concordanza nell'individuare come causa principale di infortunio domestico la caduta da scale e/o pavimenti. Per l'Osservatorio Epidemiologico Nazionale sulle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di vita, oltre ai citati agenti materiali, rivestono particolare rilevanza il coltello, il mobilio, gli attrezzi da lavoro hobbistici, i piccoli elettrodomestici, i forni-fornelli, ecc.. Tuttavia, sia la ca-duta, che altre cause di infortunio (ustioni, tagli, urti, ecc.), costituiscono un insieme di eventi che con l'adozione di opportuni accorgimenti potrebbero essere o ridotti nel numero e/o nella gravità degli esiti (fratture, ferite, ustioni, avvelenamenti, soffocamenti, altri tipi di lesione). I traumatismi da causa domestica sono stimabili per il 39,5% come ferite, per il 17,5% come fratture, per il 21% come ustioni, per il 21,5% come altro tipo di lesioni, per lo 0,5% come avvelenamenti e soffocamenti. Per quanto riguarda gli 8.000 casi di infortuni mortali, è la popolazione anziana quella maggiormente esposta. Anche in questo caso le scale e i pavimenti rappresentano l'agente materiale più rilevante e la camera da letto, l'ambiente all'interno del quale vengono a concretizzarsi il maggior numero di infortuni. Per quanto attiene, poi, alle condizioni sociali, la solitudine è il fattore in corrispondenza del quale il 30% degli infortuni risultano mortali. Con l'invecchiamento si manifesta, debolezza muscolare, impedimento nei gesti, ridotta capacità di conservare l'equilibrio, perdita di elasticità, difficoltà di coordinamento, con conseguenze sulla motilità, stabilità, postura. La caduta con considerevoli ricadute in termini di disabilità e aumento della mortalità, quindi, rappresenta nell'ultra-65enne l'infortunio più frequente. Infatti, nell'anziano sono stimabili circa 5.500 infortuni mortali da caduta per i principali agenti materiali quali pavimenti e scale. Accanto agli agenti materiali, tra i fattori di rischio di caduta nell'anziano occorre ricordare l'inadeguatezza dell'ambiente domestico, la presenza di barriere architettoniche, l'uso di farmaci che diminuiscono il livello di attenzione. La popolazione infantile (con circa 200 casi mortali su 8.000 casi complessivi) nei confronti dei rischi che determinano l'infortunio può essere suddivisa nelle seguenti fasce: 1) neonato-lattante (0-5/6 mesi), 2) divezzi (6-36 mesi), 3) fascia da 3-6 anni, 4) fascia da 6-14 anni. Per i neonati-lattanti, l'infortunio più frequente è determinato dall'asfissia da soffocamento contro il cuscino; per i divezzi, dalla caduta dalla sponda del lettino o dall'intrappolamento della testa tra le sbarre del lettino medesimo o del box; per la fascia da 3-6 anni dalla caduta dall'alto e, inoltre, dall'avvelenamento e dall'elettrocuzione; mentre in età da 6 a 14 anni, sono i giochi violenti a produrre l'infortunio. Per quanto riguarda le casalinghe, indipendentemente dal fatto se siano occupate o meno, l'attività domestica svolta si traduce, generalmente, in una maggiore propensione a subire l'infortunio. Per esse, gli agenti materiali prevalenti sono il coltello, le scale e i fornelli e le lesioni più comuni sono le ferite e le ustioni.

Interventi realizzabili
Per prevenire e/o ridurre gli infortuni domestici, oltre alla divulgazione dei Quaderni per la Salute e la Sicurezza (a quelli già pubblicati: "Detergenti", "Bio-cidi", "Scale e sgabelli", "Parco giochi", stanno per seguire: "Piscine", "Servizi per l'infanzia da 0 a 3 anni", ecc.), l'Osservatorio epidemiologico nazionale sulle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di vita, intende monitorare costantemente il fenomeno, sviluppare la messa a punto e la diffusione di criteri comportamentali corretti, rivolti alla popolazione target (bambini - con i loro genitori e insegnanti -, an-ziani - associazioni di anziani e badanti -, casalinghe e loro associazioni) attraverso i canali ritenuti più idonei (corsi formazione, campagne pubblicitarie, linee guida, ecc.) nonché formulare proposte normative (ad esempio: uso di phon a parete, rottamazione di piani di cottura, ecc.) per l'incentivazione di interventi di sicurezza domestica.

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