INFORTUNI DOMESTICI
Le categorie a rischio
Elementi di identificazione e intervento
per un fenomeno assai rilevante
Alba
Rosa Bianchi & Patrizio Erba
Dip. di Medicina del Lavoro - ISPESL
a.bianchi@mdl.ale.ispesl.it - p.erba@ispesl.it
La casa è certamente il luogo in cui cercare
rifugio e protezione e dove sentirsi sicuri, ma è anche
un luogo che riserva pericoli e origina infortuni. Dall'indagine
Multiscopo dell'ISTAT sulle famiglie "Aspetti della
vita quotidiana" (1999), risulta che in un anno, in
Italia, circa 3 milioni di persone hanno un infortunio domestico
(con un'incidenza di 53 casi per 1.000 abitanti), oltre il
12% degli infortunati ha subito più di un incidente.
Le categorie maggiormente a rischio sono le casalinghe, gli
anziani e i bambini. Stime recenti dell’ISPESL considerano
che in Italia, su una popolazione di circa 58 milioni, avvengono
circa 4.500.000 infortuni domestici per anno a esito temporaneo
o permanente, mentre le persone infortunate sarebbero intorno
ai 3.500.000. I casi mortali sono circa 8.000, e, stando
alle stime dell'Unione Europea, riprese anche dal Censis,
potrebbero risultare addirittura pari a 16.000 casi/anno.
Ai suddetti casi si devono aggiungere tutti quei piccoli
incidenti che non emergono dalle statistiche, per i quali è sufficiente
una automedicazione o la consulenza, magari solo telefonica,
del medico di medicina generale. Occorre, inoltre, considerare
che, nell'ambito domestico, v'è una inadeguata conoscenza
e una scarsa attenzione ai più comuni principi di
tutela. Tuttavia, l'ambiente e il lavoro domestico si vanno
collocando, da qualche tempo, in un'area alla quale viene
dedicata sempre maggiore attenzione e che sta assumendo rilevanza
tale da coinvolgere numerosi Governi ad attuare politiche
di prevenzione per la tutela della salute e della sicurezza,
al fine di salvaguardare l'integrità dei cittadini.
L'OCSE definisce gli infortuni domestici come "accidents
provoquès par des produits de consumation" e
l'ISTAT individua l'infortunio negli accadimenti che presentano
le seguenti caratteristiche: a) accidentalità dell'evento;
b) localizzazione all'interno di una abitazione o sua pertinenza;
c) compromissione temporanea delle condizioni di salute a
causa di ferite, fratture, contusioni, lussazioni o altro.
Nell'UE, il sistema di rilevazione EHLASS (European Home
and Leisure Accidente Surveillance System) risalente al 1975
che si fonda su sistemi di monitoraggio differenti tra i
Paesi Membri, se pure con talune riserve, ha fornito una
qualche misura del fenomeno degli incidenti domestici e del
tempo libero, sia a livello nazionale che comunitario. La
Commissione Europea, successivamente, ha proposto di rendere
più facile l'accesso alle informazioni con la costituzione
di una base di dati integrata nella rete telematica EUPHIN
(European Union Public Health Information Network). Già nel
2000, l'OMS aveva individuato l'obiettivo di una riduzione
del 20% dei casi di mortalità derivanti da incidenti
domestici e questi erano stati inseriti nel programma "La
salute per tutti nel 2000". Anche il Piano Sanitario
Nazionale 1998-2000 aveva tra i propri obiettivi la diminuzione
dell'entità del fenomeno nelle categorie più a
rischio, specie tra gli anziani ultra-65enni, mentre quello
2003-2005 prevede la riduzione in modo significativo della
mortalità e della disabilità derivante dagli
infortuni domestici, favorendo, in particolare, l'informazione
e la comunicazione.
Azioni intraprese dall'ISPESL
L'Osservatorio epidemiologico nazionale sulle condizioni
di salute e sicurezza negli ambienti di vita del Dipartimento
di Medicina del Lavoro dell'ISPESL, con una propria indagine
multicentrica su nove regioni italiane, sta raccogliendo
informazioni per la individuazione dei fattori che intervengono
nella dinamica infortunistica, al fine di poter suggerire
politiche di prevenzione, di educazione sanitaria e di sicurezza
volte a ridurne la dimensione e gli effetti (condizioni ambientali
di riferimento, conseguenze derivanti in termini di inabilità temporanea,
permanente o morte, stima dei costi per la riabilitazione,
ecc.). Una iniziale analisi dei dati conferma che oltre agli
anziani, le popolazioni a maggior rischio sono i bambini
e le casalinghe e che l'assenza di una definizione condivisa
di infortunio, determina un'ampiezza assai rilevante nel
range della valutazione quantitativa. Pur nella disparità delle
definizioni, tra le varie fonti amministrative esiste concordanza
nell'individuare come causa principale di infortunio domestico
la caduta da scale e/o pavimenti. Per l'Osservatorio Epidemiologico
Nazionale sulle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti
di vita, oltre ai citati agenti materiali, rivestono particolare
rilevanza il coltello, il mobilio, gli attrezzi da lavoro
hobbistici, i piccoli elettrodomestici, i forni-fornelli,
ecc.. Tuttavia, sia la ca-duta, che altre cause di infortunio
(ustioni, tagli, urti, ecc.), costituiscono un insieme di
eventi che con l'adozione di opportuni accorgimenti potrebbero
essere o ridotti nel numero e/o nella gravità degli
esiti (fratture, ferite, ustioni, avvelenamenti, soffocamenti,
altri tipi di lesione). I traumatismi da causa domestica
sono stimabili per il 39,5% come ferite, per il 17,5% come
fratture, per il 21% come ustioni, per il 21,5% come altro
tipo di lesioni, per lo 0,5% come avvelenamenti e soffocamenti.
Per quanto riguarda gli 8.000 casi di infortuni mortali, è la
popolazione anziana quella maggiormente esposta. Anche in
questo caso le scale e i pavimenti rappresentano l'agente
materiale più rilevante e la camera da letto, l'ambiente
all'interno del quale vengono a concretizzarsi il maggior
numero di infortuni. Per quanto attiene, poi, alle condizioni
sociali, la solitudine è il fattore in corrispondenza
del quale il 30% degli infortuni risultano mortali. Con l'invecchiamento
si manifesta, debolezza muscolare, impedimento nei gesti,
ridotta capacità di conservare l'equilibrio, perdita
di elasticità, difficoltà di coordinamento,
con conseguenze sulla motilità, stabilità,
postura. La caduta con considerevoli ricadute in termini
di disabilità e aumento della mortalità, quindi,
rappresenta nell'ultra-65enne l'infortunio più frequente.
Infatti, nell'anziano sono stimabili circa 5.500 infortuni
mortali da caduta per i principali agenti materiali quali
pavimenti e scale. Accanto agli agenti materiali, tra i fattori
di rischio di caduta nell'anziano occorre ricordare l'inadeguatezza
dell'ambiente domestico, la presenza di barriere architettoniche,
l'uso di farmaci che diminuiscono il livello di attenzione.
La popolazione infantile (con circa 200 casi mortali su 8.000
casi complessivi) nei confronti dei rischi che determinano
l'infortunio può essere suddivisa nelle seguenti fasce:
1) neonato-lattante (0-5/6 mesi), 2) divezzi (6-36 mesi),
3) fascia da 3-6 anni, 4) fascia da 6-14 anni. Per i neonati-lattanti,
l'infortunio più frequente è determinato dall'asfissia
da soffocamento contro il cuscino; per i divezzi, dalla caduta
dalla sponda del lettino o dall'intrappolamento della testa
tra le sbarre del lettino medesimo o del box; per la fascia
da 3-6 anni dalla caduta dall'alto e, inoltre, dall'avvelenamento
e dall'elettrocuzione; mentre in età da 6 a 14 anni,
sono i giochi violenti a produrre l'infortunio. Per quanto
riguarda le casalinghe, indipendentemente dal fatto se siano
occupate o meno, l'attività domestica svolta si traduce,
generalmente, in una maggiore propensione a subire l'infortunio.
Per esse, gli agenti materiali prevalenti sono il coltello,
le scale e i fornelli e le lesioni più comuni sono
le ferite e le ustioni.
Interventi realizzabili
Per prevenire e/o ridurre gli infortuni domestici, oltre
alla divulgazione dei Quaderni per la Salute e la Sicurezza
(a quelli già pubblicati: "Detergenti", "Bio-cidi", "Scale
e sgabelli", "Parco giochi", stanno per seguire: "Piscine", "Servizi
per l'infanzia da 0 a 3 anni", ecc.), l'Osservatorio
epidemiologico nazionale sulle condizioni di salute e sicurezza
negli ambienti di vita, intende monitorare costantemente
il fenomeno, sviluppare la messa a punto e la diffusione
di criteri comportamentali corretti, rivolti alla popolazione
target (bambini - con i loro genitori e insegnanti -, an-ziani
- associazioni di anziani e badanti -, casalinghe e loro
associazioni) attraverso i canali ritenuti più idonei
(corsi formazione, campagne pubblicitarie, linee guida, ecc.)
nonché formulare proposte normative (ad esempio: uso
di phon a parete, rottamazione di piani di cottura, ecc.)
per l'incentivazione di interventi di sicurezza domestica.
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