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  Dicembre 2012

Articoli n° 6
Luglio 2005
 
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LE PROSPETTIVE STRATEGICHE DELL'UE
CRITICITÀ E NUOVI SETTORI DI INTERVENTO
La Commissione elabora le politiche da adottare nel 2006

Salvatore Vigliar
Docente di Diritto dell’Informazione e della Comunicazione - Università della Basilicata
Esperto di Politiche Comunitarie
savig@tin.it

L recenti accadimenti politici internazionali hanno reso particolarmente complessa la scelta della tematica da approfondire in questo numero della rubrica "News da Bruxelles". Le "news", infatti, risultano numerose e di contenuto quanto meno deludente per quanti, come chi scrive, hanno sempre evidenziato le criticità dell'apparato comunitario, senza però mai dubitare del valore positivo rappresentato dal (complesso) processo di integrazione europea. La mancata ratifica del "Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa" da parte di Stati determinanti per la stessa sopravvivenza dell'UE (con particolare riferimento alla Francia), la difficoltà di pervenire a un accordo in merito alla rimodulazione e alla distribuzione dei Fondi Strutturali per il prossimo periodo di programmazione finanziaria (relativa agli anni 2007-2013), i dibattiti interni (paradossali ma non trascurabili) in merito a una possibile (quanto inopportuna) revisione della moneta unica, rappresentano, nel loro complesso, importanti indicatori della "crisi" in atto, sia a livello dei singoli stati membri che, di conseguenza, a livello comunitario. Non è in questa sede che si intende ricercare le motivazioni sociali, economiche e politiche che sono alla base di tale "crisi"; ciò che interessa evidenziare è che il richiamato processo di integrazione europea si rivela oggi (forse più di ieri) nella sua reale "condizione": un processo tutt'altro che concluso e che, soprattutto nei prossimi tempi, attraverserà una fase tanto delicata quanto decisiva per la sua realizzazione. Non è detto, d'altro canto, che ad una "crisi" non possa essere attribuito un valore positivo: pervenire alla consapevolezza di una criticità (forse già conosciuta ma sicuramente sottovalutata) può rappresentare, a volte, l'unico mezzo per operare (più o meno tempestivamente) i necessari correttivi agli strumenti elaborati per conseguire obiettivi complessi e ambiziosi. In altre parole, due sono le prospettive ipotizzabili: o l'Europa uscirà fortemente e (forse) irrimediabilmente indebolita dalla crisi in atto, o ne risulterà rafforzata. Tale ultima prospettiva sembra essere, a parere di chi scrive, non solo la più auspicabile, ma anche quella dotata di un maggior grado di probabilità. Proprio per far fronte alle problematiche cui si è accennato, la Commissione europea ha recentemente elaborato e pubblicato la "strategia politica annuale per il 2006" che definisce il quadro e gli orientamenti del prossimo esercizio legislativo e finanziario. Su tale base sarà elaborato il programma di lavoro che la Commissione adotterà a novembre 2005 e, secondo una pratica divenuta corrente, le proposte del programma di lavoro saranno sottoposte ad una valutazione d'impatto, in virtù della quale la Commissione deciderà se le iniziative previste potranno essere contenute in una "proposta" e, dunque, essere concretamente realizzate. L'intero ciclo costituirà a sua volta la base della programmazione operativa da parte delle direzioni generali e dei servizi, che tradurranno le priorità politiche nei relativi piani di gestione annuale per il 2006. Il grado di attuazione dei suddetti piani sarà valutato nell'ambito delle relazioni d'attività annuali, la cui sintesi sarà poi comunicata al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Corte dei conti europea. Dal punto di vista programmatico il 2006 si preannuncia un anno cruciale per quanto riguarda il conseguimento degli obiettivi strategici quinquennali adottati il 26 gennaio, il cui scopo, in senso generale, consiste nel rilancio della crescita e dell'occupazione in Europa. A titolo di esempio, in base alle valutazioni e agli orientamenti previsti per l'esercizio in corso, sarà opportuno compiere passi avanti nell'attuazione della strategia di Lisbona, della strategia per lo sviluppo sostenibile e dell'agenda sociale per il periodo 2006-2010. In tema di libertà, sicurezza e giustizia, nel secondo semestre del 2006 è previsto un riesame del programma dell'Aia, collegato all'entrata in vigore della "Costituzione". Quanto alle relazioni estere, il processo di allargamento entrerà in una nuova fase e occorrerà approfondire le realizzazioni della "politica di vicinato" attualmente in corso. Sul piano internazionale, la pace, la riduzione della povertà, la sicurezza e la stabilità rappresenteranno i temi di maggior rilievo. Al di là delle menzionate priorità strategiche, il corretto funzionamento dell'Europa allargata rimarrà nel 2006 l'obiettivo operativo fondamentale della Commissione, unitamente alla continuità delle iniziative in corso e alla piena applicazione delle politiche e delle normative in tutti gli Stati membri. A tal fine, la Commissione ha previsto un controllo attento e costante in merito all'applicazione effettiva del diritto comunitario ed alla gestione del rischio in tutti i settori interessati dall'applicazione del bilancio comunitario. Tutto ciò implica inoltre continuità tra elaborazione e attuazione strategica. Sotto questo profilo va osservato che la strategia politica annuale si concentra sulle nuove iniziative per il 2006 e non fornisce ragguagli sulle attività in corso attinenti alla gestione corrente di cui l'istituzione è responsabile secondo i trattati. Lo sviluppo sostenibile rimarrà l'obiettivo di più ampio respiro di tutte le politiche dell'Unione. L'elaborazione e l'attuazione delle politiche nel 2006 saranno sostenute da una nuova strategia comunicativa della Commissione che, all'approccio dall'alto (top down), preferirà una prospettiva incentrata sui destinatari, concentrandosi su temi di rilievo per i cittadini. La comunicazione diventerà parte integrante del processo strategico grazie a una migliore programmazione e a un coinvolgimento attivo dei commissari. Verrà inoltre rafforzato il ruolo delle rappresentanze della Commissione e saranno promosse iniziative orizzontali volte a incentivare la partecipazione dei cittadini e a contribuire alla costruzione di un spazio pubblico europeo. D'altra parte, il processo di integrazione fonda le sue basi proprio sui cittadini e sul consenso che gli stessi esprimono: i recenti referendum francesi e olandesi hanno infatti evidenziato le problematiche connesse al "coinvolgimento informato" dei cittadini UE, a prescindere dalle diverse nazionalità di provenienza. Altre parti del documento in esame risultano meno innovative e, soprattutto, non in grado di rispondere efficacemente alle problematiche recentemente emerse. Probabilmente bisognerà apportare alcune modifiche alla strategia elaborata, senza però stravolgerne la ratio e le finalità, rivolte alla valorizzazione dei contenuti e del ruolo dell'UE.

Le versioni integrali dell'indagine e della relazione sono disponibili al sito: http://www.europa.eu.int

 

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