LE PROSPETTIVE STRATEGICHE DELL'UE
CRITICITÀ E NUOVI SETTORI DI INTERVENTO
La Commissione elabora le politiche
da adottare nel 2006
Salvatore Vigliar
Docente di Diritto dell’Informazione e della Comunicazione - Università della
Basilicata
Esperto di Politiche Comunitarie
savig@tin.it
L recenti accadimenti politici internazionali hanno
reso particolarmente complessa la scelta della tematica da
approfondire in questo numero della rubrica "News da Bruxelles".
Le "news", infatti, risultano numerose e di contenuto
quanto meno deludente per quanti, come chi scrive, hanno sempre
evidenziato le criticità dell'apparato comunitario,
senza però mai dubitare del valore positivo rappresentato
dal (complesso) processo di integrazione europea. La mancata
ratifica del "Trattato che adotta una Costituzione per
l'Europa" da parte di Stati determinanti per la stessa
sopravvivenza dell'UE (con particolare riferimento alla Francia),
la difficoltà di pervenire a un accordo in merito alla
rimodulazione e alla distribuzione dei Fondi Strutturali per
il prossimo periodo di programmazione finanziaria (relativa
agli anni 2007-2013), i dibattiti interni (paradossali ma non
trascurabili) in merito a una possibile (quanto inopportuna)
revisione della moneta unica, rappresentano, nel loro complesso,
importanti indicatori della "crisi" in atto, sia
a livello dei singoli stati membri che, di conseguenza, a livello
comunitario. Non è in questa sede che si intende ricercare
le motivazioni sociali, economiche e politiche che sono alla
base di tale "crisi"; ciò che interessa evidenziare è che
il richiamato processo di integrazione europea si rivela oggi
(forse più di ieri) nella sua reale "condizione":
un processo tutt'altro che concluso e che, soprattutto nei
prossimi tempi, attraverserà una fase tanto delicata
quanto decisiva per la sua realizzazione. Non è detto,
d'altro canto, che ad una "crisi" non possa essere
attribuito un valore positivo: pervenire alla consapevolezza
di una criticità (forse già conosciuta ma sicuramente
sottovalutata) può rappresentare, a volte, l'unico mezzo
per operare (più o meno tempestivamente) i necessari
correttivi agli strumenti elaborati per conseguire obiettivi
complessi e ambiziosi. In altre parole, due sono le prospettive
ipotizzabili: o l'Europa uscirà fortemente e (forse)
irrimediabilmente indebolita dalla crisi in atto, o ne risulterà rafforzata.
Tale ultima prospettiva sembra essere, a parere di chi scrive,
non solo la più auspicabile, ma anche quella dotata
di un maggior grado di probabilità. Proprio per far
fronte alle problematiche cui si è accennato, la Commissione
europea ha recentemente elaborato e pubblicato la "strategia
politica annuale per il 2006" che definisce il quadro
e gli orientamenti del prossimo esercizio legislativo e finanziario.
Su tale base sarà elaborato il programma di lavoro che
la Commissione adotterà a novembre 2005 e, secondo una
pratica divenuta corrente, le proposte del programma di lavoro
saranno sottoposte ad una valutazione d'impatto, in virtù della
quale la Commissione deciderà se le iniziative previste
potranno essere contenute in una "proposta" e, dunque,
essere concretamente realizzate. L'intero ciclo costituirà a
sua volta la base della programmazione operativa da parte delle
direzioni generali e dei servizi, che tradurranno le priorità politiche
nei relativi piani di gestione annuale per il 2006. Il grado
di attuazione dei suddetti piani sarà valutato nell'ambito
delle relazioni d'attività annuali, la cui sintesi sarà poi
comunicata al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Corte
dei conti europea. Dal punto di vista programmatico il 2006
si preannuncia un anno cruciale per quanto riguarda il conseguimento
degli obiettivi strategici quinquennali adottati il 26 gennaio,
il cui scopo, in senso generale, consiste nel rilancio della
crescita e dell'occupazione in Europa. A titolo di esempio,
in base alle valutazioni e agli orientamenti previsti per l'esercizio
in corso, sarà opportuno compiere passi avanti nell'attuazione
della strategia di Lisbona, della strategia per lo sviluppo
sostenibile e dell'agenda sociale per il periodo 2006-2010.
In tema di libertà, sicurezza e giustizia, nel secondo
semestre del 2006 è previsto un riesame del programma
dell'Aia, collegato all'entrata in vigore della "Costituzione".
Quanto alle relazioni estere, il processo di allargamento entrerà in
una nuova fase e occorrerà approfondire le realizzazioni
della "politica di vicinato" attualmente in corso.
Sul piano internazionale, la pace, la riduzione della povertà,
la sicurezza e la stabilità rappresenteranno i temi
di maggior rilievo. Al di là delle menzionate priorità strategiche,
il corretto funzionamento dell'Europa allargata rimarrà nel
2006 l'obiettivo operativo fondamentale della Commissione,
unitamente alla continuità delle iniziative in corso
e alla piena applicazione delle politiche e delle normative
in tutti gli Stati membri. A tal fine, la Commissione ha previsto
un controllo attento e costante in merito all'applicazione
effettiva del diritto comunitario ed alla gestione del rischio
in tutti i settori interessati dall'applicazione del bilancio
comunitario. Tutto ciò implica inoltre continuità tra
elaborazione e attuazione strategica. Sotto questo profilo
va osservato che la strategia politica annuale si concentra
sulle nuove iniziative per il 2006 e non fornisce ragguagli
sulle attività in corso attinenti alla gestione corrente
di cui l'istituzione è responsabile secondo i trattati.
Lo sviluppo sostenibile rimarrà l'obiettivo di più ampio
respiro di tutte le politiche dell'Unione. L'elaborazione e
l'attuazione delle politiche nel 2006 saranno sostenute da
una nuova strategia comunicativa della Commissione che, all'approccio
dall'alto (top down), preferirà una prospettiva incentrata
sui destinatari, concentrandosi su temi di rilievo per i cittadini.
La comunicazione diventerà parte integrante del processo
strategico grazie a una migliore programmazione e a un coinvolgimento
attivo dei commissari. Verrà inoltre rafforzato il ruolo
delle rappresentanze della Commissione e saranno promosse iniziative
orizzontali volte a incentivare la partecipazione dei cittadini
e a contribuire alla costruzione di un spazio pubblico europeo.
D'altra parte, il processo di integrazione fonda le sue basi
proprio sui cittadini e sul consenso che gli stessi esprimono:
i recenti referendum francesi e olandesi hanno infatti evidenziato
le problematiche connesse al "coinvolgimento informato" dei
cittadini UE, a prescindere dalle diverse nazionalità di
provenienza. Altre parti del documento in esame risultano meno
innovative e, soprattutto, non in grado di rispondere efficacemente
alle problematiche recentemente emerse. Probabilmente bisognerà apportare
alcune modifiche alla strategia elaborata, senza però stravolgerne
la ratio e le finalità, rivolte alla valorizzazione
dei contenuti e del ruolo dell'UE.
Le versioni integrali dell'indagine e della relazione sono disponibili al sito: http://www.europa.eu.int
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