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  Dicembre 2012

Articoli n° 6
Luglio 2005
 
UNIONE DI BENEVENTO - Home Page
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le battaglie della coldiretti
ogm e sicurezza alimentare
Sviluppo significa anche proteggere cibi e territorio dai rischi di contaminazione


Gennaro Masiello
Presidente Campania e Vicepresidente Nazionale di Coldiretti

Non c'è dubbio: il territorio è la vera fonte dello sviluppo. Un assioma condiviso da molti. È necessario però che questa bella manifestazione di intenti si traduca in provvedimenti pratici, in iniziative, in progetti da realizzare in tempi certi. Sono questi gli obiettivi sui quali Coldiretti è impegnata da anni, non solo a livello nazionale, ma sul territorio, in coerenza con gli obiettivi, perché è evidente che se vogliamo provare a promuovere lo sviluppo dobbiamo saper ascoltare, accogliere, elaborare e sintetizzare le domande che provengono da imprese, lavoratori, consumatori. E dunque con grande soddisfazione abbiamo registrato nelle scorse settimane due risultati importanti: innanzitutto la pubblicazione sulla G.U. della Comunità Europea della domanda di riconoscimento della Mela Annurca Campana Igp. Tra meno di sei mesi, dunque, la Mela Annurca sarà iscritta nell'Albo delle denominazioni di origine dell'UE. Si tratta di un grande risultato non solo per le aziende impegnate nella coltivazione delle mele annurche della Campania, ma per l'intera economia regionale. Soprattutto perché questa vittoria traccia un percorso che continueremo a seguire anche in futuro e che è l'unico, non ci stancheremo mai di ripetere, che può garantire una crescita sana del nostro Mezzogiorno. Qualche numero può aiutare a capire come anche il riconoscimento dell'Igp per la mela annurca campana coinvolga una parte importante delle nostre imprese e dell'economia in generale. Le aziende della nostra regione producono circa 589 mila q di mele annurche (la produzione totale di mele è di 735.830 q) per un valore complessivo stimato di 38.263.160 euro. Con questo provvedimento, inoltre, si pone finalmente un argine anche all'invasione di mele cinesi, molte delle quali sono vendute nei mercati inopinatamente come annurche. Basti pensare che nei soli mesi di gennaio e febbraio è arrivato in Italia quasi un milione di mele, dopo che già nel 2004 è stato registrato un aumento del 440% di esportazioni dalla Cina. Con questo riconoscimento si rilancia la frutticoltura, un settore finora emarginato. La mela annurca era fino a qualche tempo fa un prodotto conosciuto nella sola Campania. Oggi è un alimento prelibato venduto in tutte le regioni italiane. La tutela comunitaria della Melannurca Campana Igp si aggiunge a quelle già accordate alle mele Val di Non e Alto Adige Dop. Ora, dunque, quasi metà del raccolto nazionale di mele è protetto dalle imitazioni. L'Italia è la seconda nazione in Europa per produzione di mele, immediatamente dopo la Polonia: ora circa la metà degli oltre 2 milioni di tonnellate di raccolto nazionale è distinguibile con il prestigioso marchio europeo e protetto nei confronti dei tentativi di falsificazione contro i quali, a partire dal primo gennaio di quest'anno, sono in vigore multe fino a 20.000 euro previste dal D.Lgs. 297/2004, relativo alle sanzioni da applicare per le violazioni e gli abusi nei confronti delle norme riguardanti gli alimenti a denominazioni di origine e a indicazione geografica (Dop e Igp). La Melannurca Campana Igp è un frutto tipico delle province di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno, conosciuto nel mondo perché fatto maturare e colorire dal sole a terra, su un letto caratteristico di paglia. L'indicazione di origine protetta è attribuita a due tipi di mela: Annurca e Annurca Rossa del Sud ed è riconoscibile al consumatore da un logo che raffigura, su fondo bianco, una mela con un picciolo verde e una foglia bianca bordata di verde. Negli stessi giorni abbiamo celebrato anche un'altra vittoria di Coldiretti Campania: dal 7 giugno c'è l'obbligo di indicare sull'etichetta del latte fresco la provenienza della produzione. Anche questo è un risultato importantissimo a favore dei consumatori ottenuto grazie alla raccolta di un milione di firme a sostegno dell'indicazione obbligatoria nell'etichettatura dell'origine dei prodotti alimentari. Raccolta alla quale hanno aderito associazioni dei consumatori, ambientalisti, gastronomi, nutrizionisti. L'indicazione del territorio di origine permette la completa trasparenza del latte fresco attraverso la rintracciabilità dell'intera filiera e la possibilità per il consumatore di fare scelte consapevoli di acquisto. Inoltre, le imprese potranno essere riconoscibili sul mercato con responsabilità e professionalità. Grazie all'obbligo di trasparenza si potrà, altresì, impedire che venga diffuso come Made in Italy il latte proveniente da mucche allevate all'estero. Alla Campania è assegnata la produzione di poco più di 300.299 q. Nel 2004 le imprese hanno complessivamente prodotto 249.582 q. Le aziende impegnate nella nostra regione nella lavorazione del latte sono 5.909. È a tutti evidente che la trasparenza sulla provenienza del latte ha due effetti di eguale rilevanza: il primo, è che tutti possiamo conoscere dove è stato prodotto il latte e dunque con quali criteri di sicurezza. Solo così potremo sconfiggere l'invasione di alimenti di cui non conosciamo quasi nulla circa la filiera "dal campo alla tavola". Il secondo obiettivo è dare maggiore forza alle oltre cinquemila imprese della nostra regione impegnate in questo settore. Se l'aggressività dei concorrenti sul mercato globale è un dato concreto anche per importanti comparti dell'agroalimentare nazionale, non servono misure neoprotezionistiche come i dazi o le tariffe, ma occorrono scelte di trasparenza per consentire acquisti consapevoli. Una battaglia di civiltà che i cittadini in Italia e nel mondo comprendono e sostengono come dimostrano i protocolli di intesa che abbiamo recentemente firmato con le organizzazioni degli imprenditori agricoli francesi (Fnsea) e statunitensi (Nfu). Dopo il latte attendiamo che vengano al più presto emanati i provvedimenti applicativi per tutti i prodotti, dalla passata all'olio di oliva, dalla carne di pollo a quella suina, come previsto dalla Legge 204 del 3 Agosto 2004 approvata con il sostegno del milione di firme raccolte dalla Coldiretti. Un impegno che nasce dalla consapevolezza che il Made in Italy può essere ancora vincente ma va affermato sui nuovi mercati prima che si radichi un falso Made in Italy che sfrutta la nostra immagine positiva. La nostra attenzione è oggi concentrata fortemente su quanto è possibile costruire insieme. Con associazioni imprenditoriali, di categoria, dei lavoratori, dei consumatori e soprattutto con le istituzioni. Nel corso della scorsa consiliatura della Regione Campania abbiamo proposto provvedimenti importanti. Non tutti purtroppo sono stati convertiti in legge in tempo, nonostante ci fosse spesso il consenso di Giunta e Consiglio. E soprattutto il consenso dei cittadini: per alcune di queste proposte erano concordi con noi migliaia di consumatori. Il nostro auspicio è che l'agenda politica del prossimo Consiglio possa ripartire proprio da quei disegni di legge. Ogm e sicurezza alimentare sono due delle nostre battaglie più importanti, e che meglio di ogni altra si inseriscono nel disegno generale di difesa e valorizzazione del territorio. Potere regolamentare, non normativo, in materia di sicurezza alimentare e facoltà di decidere su controversie rientranti nella sfera delle competenze attribuitele; dotazione di un organismo centrale di controllo e monitoraggio, che operi in coordinamento con i sistemi di controllo ufficiale, per la raccolta, l'analisi e la diffusione delle informazioni risultanti dalle attività interne; capacità di esercitare poteri cautelari e inibitori qualora, a seguito di un'istruttoria, emergano rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall'immissione o dalla permanenza in commercio di un prodotto alimentare e dei connessi poteri di denuncia e sanzionatori; funzione propulsiva di educazione e di orientamento al consumo, attraverso poteri di raccomandazione, sollecitazione, informazione e proposta. Sono questi gli elementi che devono caratterizzare l'istituzione di un'Authority sulla sicurezza alimentare a garanzia di cibi di qualità per i consumatori e di redditi certi per i produttori. Il progetto si inserisce nell'ambito delle attività della Coldiretti con Campagna Amica, tese a rafforzare l'alleanza tra produzione e consumo garantendo e facilitando, in un periodo di ricorrenti emergenze, il consumatore nell'esercizio della sua libertà di scelta alimentare con informazioni sulle capacità e le caratteristiche nutrizionali degli alimenti, sulla trasparenza delle etichettature e sull'origine dei cibi. Esigenza di chiarezza tanto più pressante anche alla luce della crescente fiducia che i consumatori ripongono nei confronti della produzione agricola italiana considerata di qualità (84%), affidabile (83%) e genuina (82%) (dati emersi dal Rapporto Coldiretti-Ispo sugli italiani e l'alimentazione, 2002). Fiducia che diventa, quindi, responsabilità per le imprese che si impegnano a rispettare determinati standard qualitativi su un mercato che non ammette tolleranze su qualità e sicurezza alimentare e richiede la trasparenza dell'intero processo produttivo che porta gli alimenti sulle tavole dei consumatori. In questo senso un'agenzia a livello regionale potrebbe farsi portavoce delle esigenze strettamente locali, nel pieno e assoluto rispetto delle linee operative dell'Autorità Europea, assolvendo a una funzione "tutoria" dell'interesse della sicurezza alimentare. Con il risultato di trasmettere sul territorio i principi individuati in materia di sicurezza alimentare dall'Autorità Europea e in grado di gestire le problematiche insorgenti in materia di rischio e di risoluzione dello stesso. L'Agenzia dovrebbe svolgere essenzialmente due funzioni: la diffusione delle informazioni disponibili, coniugando comprensibilità e rigore dal punto di vista scientifico, e l'esercizio di un responsabile "filtro" delle segnalazioni indirizzate agli esperti, monitorandone il contenuto, al fine di essere in grado di valutarne la provenienza, la sicurezza, la ripetitività. Il che significa che ai consumatori deve essere garantito un prodotto finale indenne da rischi, assicurando un approccio integrato di filiera, in base al quale ciascun operatore della catena alimentare, dall'agricoltura alla distribuzione, diventa responsabile per la sua fase di competenza. Garantire la sicurezza significa assicurare che i prodotti alimentari siano di una determinata qualità, secondo standard stabiliti; non solo gli agricoltori ma anche le industrie di trasformazione dovranno sviluppare "protocolli di filiera" che comprendano anche i punti di snodo e passaggio da una fase all'altra. Tutto il nostro impegno, dunque, può essere sintetizzato nel tentativo di garantire sicurezza, qualità e sviluppo. Obiettivo da perseguire preservando e valorizzando la tipicità dei prodotti. Culla di antiche tradizioni, la Campania vanta una grande ricchezza di produzioni agricole con una identità fortemente correlata al contesto ambientale, socio economico e storico culturale. Oltre 100 sono le produzioni tipiche di cui 8 hanno già ottenuto il riconoscimento relativo alla denominazione di origine protetta (DOP), 9 quello relativo all'indicazione geografica protetta (IGP). Senza contare la straordinaria vocazione ai vini di altissima qualità con cui la regione riscopre la sua origine di progenitrice dell'enologia mondiale. Non a caso il dato più rilevante emerso dall'ultimo Censimento Istat riguarda proprio la forte espansione in Campania della vite per la produzione di vini DOC e DOGC (oltre 30 i vini che hanno ottenuto il riconoscimento), con incremento del 241,7% in termini di aziende coltivatrici e del 316,9% in termini di superficie investita. Una produzione agricola di qualità, dunque, che consente di ottenere prodotti naturali, sicuri, gustosi e garantiti dal marchio in linea con le esigenze manifestate nel citato "Rapporto Coldiretti-Ispo sugli italiani e l'alimentazione" dove emerge che quasi il 70% degli intervistati ritiene che la qualità dei prodotti agroalimentari sia uguale o migliorata negli ultimi anni, il 60% circa afferma di acquistare regolarmente prodotti a denominazione di origine e prodotti biologici e oltre il 45% si dichiara disponibile a pagare di più per un prodotto in cui sia certificata l'origine della materia prima agricola e per il quale si renda trasparente l'intero processo produttivo che porta gli alimenti dai campi alla tavola. In questo senso, l'etichettatura rappresenta lo strumento per garantire la trasparenza e creare il rapporto di fiducia tra imprese e consumatore perché l'obiettivo della sicurezza alimentare sia internalizzato e assunto come un modo d'essere del processo produttivo e come una caratteristica del prodotto finale. La fiducia dei consumatori rappresenta una responsabilità per i produttori e un impegno a proseguire sulla strada della rigenerazione dell'agricoltura per consentire alle aziende di produrre e ai cittadini di consumare elementi di qualità. La qualità implica vari comportamenti e responsabilità. Per il mondo della produzione ciò significa mettere in moto un sistema di interventi in grado di garantire l'adozione di disciplinari produttivi, rispetto delle norme igienico-sanitarie, tracciabilità, sistemi di autocontrollo. Per questo motivo è necessario sostenere finanziariamente le imprese per implementare i sistemi di rintracciabilità ed è per questo che la Coldiretti ha chiesto di modificare il Por Campania affinché le risorse siano indirizzate in via prioritaria alle aziende che si impegnano per garantire la sicurezza alimentare. Diventare consumatore consapevole significa sensibilizzare anche l'opinione pubblica sulla necessità di non ammettere tolleranze sulle garanzie di qualità. La Coldiretti, nell'ambito del progetto Educazione alla Campagna Amica, si fa portavoce di questi valori anche nei confronti dei bambini perché comprendano i valori del benessere e della qualità del vivere legati a una sana alimentazione. Altrettanto importante è anche la proposta di legge sugli Organismi geneticamente modificati presentata da Coldiretti Campania. L'approvazione di questa legge è una vittoria del territorio, dei Comuni, delle Province e delle Comunità montane che hanno condiviso con Coldiretti la campagna per dichiarare le nostre città e le nostre province libere da contaminazioni di prodotti transgenici. Finalmente i cittadini-consumatori potranno disporre di uno strumento le-gislativo che li garantisce dall'inquinamento transgenico. Per una volta gli interessi dei cittadini si sposano perfettamente con quelli delle istituzioni: sulle tavole dei consumatori non devono comparire prodotti geneticamente modificati. Anche il go-verno Berlusconi deve dare una risposta coerente e rispettosa con la volontà espressa dalla stragrande maggioranza dei cittadini e dalle Ammini-strazioni regionali, provinciali e comunali. Liberare il territorio dagli Ogm è un obiettivo fortemente sostenuto dai Comuni, dalle Province e dalle Co-munità montane che collaborano per una Cam-pania "Ogm-free". Su un totale di 1.300 Comuni italiani che hanno adottato una delibera per un'agricoltura Ogm free, la Campania trionfa con oltre 210 Municipi, segue il Piemonte con 167 e il Veneto con 100. Le adesioni aumentano di giorno in giorno. I consumatori sono sempre più attenti all'alimentazione. Sette italiani su 10 acquistano prodotti Dop e Igp, 6 su 10 cibi biologici e prodotti garantiti per l'assenza di Ogm, con un au-mento di circa il 10% rispetto al 2003. Oggi a sostenere la campagna "Libero da Ogm" non ci sono solo i consumatori, gli agricoltori, gli am-bientalisti e le istituzioni. È intervenuta anche la Casa Reale d'Inghilterra. Il loro interesse alla difesa e alla valorizzazione di un'agricoltura e di un'alimentazione salubre e di qualità evidenzia la "rea-le" necessità di intervenire immediatamente. L'Italia con il suo patrimonio ambientale ha una ragione in più per mantenere saldo il principio della precauzione e proteggere cibi e territorio dai rischi di contaminazioni.

 

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