le battaglie della coldiretti
ogm e sicurezza alimentare
Sviluppo significa anche proteggere
cibi e territorio dai rischi di contaminazione
Gennaro
Masiello
Presidente Campania e Vicepresidente Nazionale di Coldiretti
Non c'è dubbio: il territorio è la vera fonte dello sviluppo.
Un assioma condiviso da molti. È necessario però che questa
bella manifestazione di intenti si traduca in provvedimenti pratici,
in iniziative, in progetti da realizzare in tempi certi. Sono questi
gli obiettivi sui quali Coldiretti è impegnata da anni, non solo
a livello nazionale, ma sul territorio, in coerenza con gli obiettivi,
perché è evidente
che se vogliamo provare a promuovere lo sviluppo dobbiamo saper ascoltare,
accogliere, elaborare e sintetizzare le domande che provengono da
imprese, lavoratori, consumatori. E dunque con grande soddisfazione
abbiamo registrato nelle scorse settimane due risultati importanti:
innanzitutto la pubblicazione sulla G.U. della Comunità Europea
della domanda di riconoscimento della Mela Annurca Campana Igp. Tra meno
di sei mesi, dunque, la Mela Annurca sarà iscritta nell'Albo delle
denominazioni di origine dell'UE. Si tratta di un grande risultato non
solo per le aziende impegnate nella coltivazione delle mele annurche della
Campania, ma per l'intera economia regionale. Soprattutto perché questa
vittoria traccia un percorso che continueremo a seguire anche in futuro
e che è l'unico,
non ci stancheremo mai di ripetere, che può garantire una crescita
sana del nostro Mezzogiorno. Qualche numero può aiutare a capire
come anche il riconoscimento dell'Igp per la mela annurca campana
coinvolga una parte importante delle nostre imprese e dell'economia
in generale. Le aziende della nostra regione producono circa 589 mila q
di mele annurche (la produzione totale di mele è di 735.830 q) per
un valore complessivo stimato di 38.263.160 euro. Con questo provvedimento,
inoltre, si pone finalmente un argine anche all'invasione di mele
cinesi, molte delle quali sono vendute nei mercati inopinatamente come
annurche. Basti pensare che nei soli mesi di gennaio e febbraio è arrivato
in Italia quasi un milione di mele, dopo che già nel 2004 è stato
registrato un aumento del 440% di esportazioni dalla Cina. Con questo
riconoscimento si rilancia la frutticoltura, un settore finora emarginato.
La mela annurca era fino a qualche tempo fa un prodotto conosciuto nella
sola Campania. Oggi è un alimento prelibato venduto in tutte le
regioni italiane. La tutela comunitaria della Melannurca Campana
Igp si aggiunge a quelle già accordate alle mele Val di Non e Alto
Adige Dop. Ora, dunque, quasi metà del raccolto nazionale di mele è protetto
dalle imitazioni. L'Italia è la seconda nazione in Europa per produzione
di mele, immediatamente dopo la Polonia: ora circa la metà degli
oltre 2 milioni di tonnellate di raccolto nazionale è distinguibile
con il prestigioso marchio europeo e protetto nei confronti dei tentativi
di falsificazione contro i quali, a partire dal primo gennaio di
quest'anno, sono in vigore multe fino a 20.000 euro previste dal
D.Lgs. 297/2004, relativo alle sanzioni da applicare per le violazioni
e gli abusi nei confronti delle norme riguardanti gli alimenti a
denominazioni di origine e a indicazione geografica (Dop e Igp). La Melannurca
Campana Igp è un
frutto tipico delle province di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli
e Salerno, conosciuto nel mondo perché fatto maturare e colorire
dal sole a terra, su un letto caratteristico di paglia. L'indicazione
di origine protetta è attribuita
a due tipi di mela: Annurca e Annurca Rossa del Sud ed è riconoscibile
al consumatore da un logo che raffigura, su fondo bianco, una mela
con un picciolo verde e una foglia bianca bordata di verde. Negli
stessi giorni abbiamo celebrato anche un'altra vittoria di Coldiretti
Campania: dal 7 giugno c'è l'obbligo di indicare sull'etichetta
del latte fresco la provenienza della produzione. Anche questo è un
risultato importantissimo a favore dei consumatori ottenuto grazie alla
raccolta di un milione di firme a sostegno dell'indicazione obbligatoria
nell'etichettatura dell'origine dei prodotti alimentari. Raccolta alla
quale hanno aderito associazioni dei consumatori, ambientalisti, gastronomi,
nutrizionisti. L'indicazione del territorio di origine permette la completa
trasparenza del latte fresco attraverso la rintracciabilità dell'intera
filiera e la possibilità per
il consumatore di fare scelte consapevoli di acquisto. Inoltre, le
imprese potranno essere riconoscibili sul mercato con responsabilità e
professionalità.
Grazie all'obbligo di trasparenza si potrà, altresì, impedire
che venga diffuso come Made in Italy il latte proveniente da mucche
allevate all'estero. Alla Campania è assegnata la produzione di
poco più di
300.299 q. Nel 2004 le imprese hanno complessivamente prodotto 249.582
q. Le aziende impegnate nella nostra regione nella lavorazione del
latte sono 5.909. È a tutti evidente che la trasparenza sulla provenienza
del latte ha due effetti di eguale rilevanza: il primo, è che tutti
possiamo conoscere dove è stato prodotto il latte e dunque con quali
criteri di sicurezza. Solo così potremo sconfiggere l'invasione
di alimenti di cui non conosciamo quasi nulla circa la filiera "dal
campo alla tavola". Il secondo obiettivo è dare maggiore forza
alle oltre cinquemila imprese della nostra regione impegnate in questo
settore. Se l'aggressività dei concorrenti sul mercato globale è un
dato concreto anche per importanti comparti dell'agroalimentare nazionale,
non servono misure neoprotezionistiche come i dazi o le tariffe,
ma occorrono scelte di trasparenza per consentire acquisti consapevoli.
Una battaglia di civiltà che i cittadini in Italia e nel mondo comprendono
e sostengono come dimostrano i protocolli di intesa che abbiamo recentemente
firmato con le organizzazioni degli imprenditori agricoli francesi
(Fnsea) e statunitensi (Nfu). Dopo il latte attendiamo che vengano
al più presto
emanati i provvedimenti applicativi per tutti i prodotti, dalla passata
all'olio di oliva, dalla carne di pollo a quella suina, come previsto
dalla Legge 204 del 3 Agosto 2004 approvata con il sostegno del milione
di firme raccolte dalla Coldiretti. Un impegno che nasce dalla consapevolezza
che il Made in Italy può essere ancora vincente ma va affermato
sui nuovi mercati prima che si radichi un falso Made in Italy che
sfrutta la nostra immagine positiva. La nostra attenzione è oggi
concentrata fortemente su quanto è possibile costruire insieme.
Con associazioni imprenditoriali, di categoria, dei lavoratori, dei consumatori
e soprattutto con le istituzioni. Nel corso della scorsa consiliatura della
Regione Campania abbiamo proposto provvedimenti importanti. Non tutti
purtroppo sono stati convertiti in legge in tempo, nonostante ci fosse
spesso il consenso di Giunta e Consiglio. E soprattutto il consenso dei
cittadini: per alcune di queste proposte erano concordi con noi migliaia
di consumatori. Il nostro auspicio è che
l'agenda politica del prossimo Consiglio possa ripartire proprio
da quei disegni di legge. Ogm e sicurezza alimentare sono due delle
nostre battaglie più importanti, e che meglio di ogni altra si inseriscono
nel disegno generale di difesa e valorizzazione del territorio. Potere
regolamentare, non normativo, in materia di sicurezza alimentare
e facoltà di
decidere su controversie rientranti nella sfera delle competenze
attribuitele; dotazione di un organismo centrale di controllo e monitoraggio,
che operi in coordinamento con i sistemi di controllo ufficiale,
per la raccolta, l'analisi e la diffusione delle informazioni risultanti
dalle attività interne;
capacità di
esercitare poteri cautelari e inibitori qualora, a seguito di un'istruttoria,
emergano rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall'immissione
o dalla permanenza in commercio di un prodotto alimentare e dei connessi
poteri di denuncia e sanzionatori; funzione propulsiva di educazione
e di orientamento al consumo, attraverso poteri di raccomandazione,
sollecitazione, informazione e proposta. Sono questi gli elementi
che devono caratterizzare l'istituzione di un'Authority sulla sicurezza
alimentare a garanzia di cibi di qualità per i consumatori e di
redditi certi per i produttori. Il progetto si inserisce nell'ambito delle
attività della
Coldiretti con Campagna Amica, tese a rafforzare l'alleanza tra produzione
e consumo garantendo e facilitando, in un periodo di ricorrenti emergenze,
il consumatore nell'esercizio della sua libertà di scelta alimentare
con informazioni sulle capacità e le caratteristiche nutrizionali
degli alimenti, sulla trasparenza delle etichettature e sull'origine
dei cibi. Esigenza di chiarezza tanto più pressante anche alla luce
della crescente fiducia che i consumatori ripongono nei confronti
della produzione agricola italiana considerata di qualità (84%),
affidabile (83%) e genuina (82%) (dati emersi dal Rapporto Coldiretti-Ispo
sugli italiani e l'alimentazione, 2002). Fiducia che diventa, quindi,
responsabilità per
le imprese che si impegnano a rispettare determinati standard qualitativi
su un mercato che non ammette tolleranze su qualità e sicurezza
alimentare e richiede la trasparenza dell'intero processo produttivo
che porta gli alimenti sulle tavole dei consumatori. In questo senso
un'agenzia a livello regionale potrebbe farsi portavoce delle esigenze
strettamente locali, nel pieno e assoluto rispetto delle linee operative
dell'Autorità Europea,
assolvendo a una funzione "tutoria" dell'interesse della sicurezza
alimentare. Con il risultato di trasmettere sul territorio i principi
individuati in materia di sicurezza alimentare dall'Autorità Europea
e in grado di gestire le problematiche insorgenti in materia di rischio
e di risoluzione dello stesso. L'Agenzia dovrebbe svolgere essenzialmente
due funzioni: la diffusione delle informazioni disponibili, coniugando
comprensibilità e
rigore dal punto di vista scientifico, e l'esercizio di un responsabile "filtro" delle
segnalazioni indirizzate agli esperti, monitorandone il contenuto,
al fine di essere in grado di valutarne la provenienza, la sicurezza,
la ripetitività.
Il che significa che ai consumatori deve essere garantito un prodotto
finale indenne da rischi, assicurando un approccio integrato di filiera,
in base al quale ciascun operatore della catena alimentare, dall'agricoltura
alla distribuzione, diventa responsabile per la sua fase di competenza.
Garantire la sicurezza significa assicurare che i prodotti alimentari
siano di una determinata qualità, secondo standard stabiliti; non
solo gli agricoltori ma anche le industrie di trasformazione dovranno
sviluppare "protocolli
di filiera" che comprendano anche i punti di snodo e passaggio da
una fase all'altra. Tutto il nostro impegno, dunque, può essere
sintetizzato nel tentativo di garantire sicurezza, qualità e sviluppo.
Obiettivo da perseguire preservando e valorizzando la tipicità dei
prodotti. Culla di antiche tradizioni, la Campania vanta una grande
ricchezza di produzioni agricole con una identità fortemente correlata
al contesto ambientale, socio economico e storico culturale. Oltre
100 sono le produzioni tipiche di cui 8 hanno già ottenuto il riconoscimento
relativo alla denominazione di origine protetta (DOP), 9 quello relativo
all'indicazione geografica protetta (IGP). Senza contare la straordinaria
vocazione ai vini di altissima qualità con cui la regione riscopre
la sua origine di progenitrice dell'enologia mondiale. Non a caso
il dato più rilevante emerso dall'ultimo Censimento Istat riguarda
proprio la forte espansione in Campania della vite per la produzione
di vini DOC e DOGC (oltre 30 i vini che hanno ottenuto il riconoscimento),
con incremento del 241,7% in termini di aziende coltivatrici e del
316,9% in termini di superficie investita. Una produzione agricola
di qualità,
dunque, che consente di ottenere prodotti naturali, sicuri, gustosi
e garantiti dal marchio in linea con le esigenze manifestate nel
citato "Rapporto
Coldiretti-Ispo sugli italiani e l'alimentazione" dove emerge che
quasi il 70% degli intervistati ritiene che la qualità dei prodotti
agroalimentari sia uguale o migliorata negli ultimi anni, il 60%
circa afferma di acquistare regolarmente prodotti a denominazione
di origine e prodotti biologici e oltre il 45% si dichiara disponibile
a pagare di più per un prodotto in cui sia certificata l'origine
della materia prima agricola e per il quale si renda trasparente
l'intero processo produttivo che porta gli alimenti dai campi alla tavola.
In questo senso, l'etichettatura rappresenta lo strumento per garantire
la trasparenza e creare il rapporto di fiducia tra imprese e consumatore
perché l'obiettivo
della sicurezza alimentare sia internalizzato e assunto come un modo
d'essere del processo produttivo e come una caratteristica del prodotto
finale. La fiducia dei consumatori rappresenta una responsabilità per
i produttori e un impegno a proseguire sulla strada della rigenerazione
dell'agricoltura per consentire alle aziende di produrre e ai cittadini
di consumare elementi di qualità. La qualità implica vari
comportamenti e responsabilità.
Per il mondo della produzione ciò significa mettere in moto un sistema
di interventi in grado di garantire l'adozione di disciplinari produttivi,
rispetto delle norme igienico-sanitarie, tracciabilità, sistemi
di autocontrollo. Per questo motivo è necessario sostenere finanziariamente
le imprese per implementare i sistemi di rintracciabilità ed è per
questo che la Coldiretti ha chiesto di modificare il Por Campania
affinché le
risorse siano indirizzate in via prioritaria alle aziende che si
impegnano per garantire la sicurezza alimentare. Diventare consumatore
consapevole significa sensibilizzare anche l'opinione pubblica sulla
necessità di
non ammettere tolleranze sulle garanzie di qualità. La Coldiretti,
nell'ambito del progetto Educazione alla Campagna Amica, si fa portavoce
di questi valori anche nei confronti dei bambini perché comprendano
i valori del benessere e della qualità del vivere legati a una sana
alimentazione. Altrettanto importante è anche la proposta di legge
sugli Organismi geneticamente modificati presentata da Coldiretti
Campania. L'approvazione di questa legge è una vittoria del territorio,
dei Comuni, delle Province e delle Comunità montane che hanno condiviso
con Coldiretti la campagna per dichiarare le nostre città e le nostre
province libere da contaminazioni di prodotti transgenici. Finalmente
i cittadini-consumatori potranno disporre di uno strumento le-gislativo
che li garantisce dall'inquinamento transgenico. Per una volta gli
interessi dei cittadini si sposano perfettamente con quelli delle
istituzioni: sulle tavole dei consumatori non devono comparire prodotti
geneticamente modificati. Anche il go-verno Berlusconi deve dare una risposta
coerente e rispettosa con la volontà espressa dalla stragrande maggioranza
dei cittadini e dalle Ammini-strazioni regionali, provinciali e comunali.
Liberare il territorio dagli Ogm è un obiettivo fortemente sostenuto
dai Comuni, dalle Province e dalle Co-munità montane che collaborano
per una Cam-pania "Ogm-free". Su un totale di 1.300 Comuni italiani
che hanno adottato una delibera per un'agricoltura Ogm free, la Campania
trionfa con oltre 210 Municipi, segue il Piemonte con 167 e il Veneto
con 100. Le adesioni aumentano di giorno in giorno. I consumatori
sono sempre più attenti
all'alimentazione. Sette italiani su 10 acquistano prodotti Dop e
Igp, 6 su 10 cibi biologici e prodotti garantiti per l'assenza di
Ogm, con un au-mento di circa il 10% rispetto al 2003. Oggi a sostenere
la campagna "Libero
da Ogm" non ci sono solo i consumatori, gli agricoltori, gli am-bientalisti
e le istituzioni. È intervenuta anche la Casa Reale d'Inghilterra.
Il loro interesse alla difesa e alla valorizzazione di un'agricoltura
e di un'alimentazione salubre e di qualità evidenzia la "rea-le" necessità di
intervenire immediatamente. L'Italia con il suo patrimonio ambientale
ha una ragione in più per mantenere saldo il principio della precauzione
e proteggere cibi e territorio dai rischi di contaminazioni.
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