L'UMANESIMO E LO SVILUPPO DELLE PMI
LA DELEGA OPERATIVA E DECISIONALE
potenziare l’impresa
italiana
supporto all'internazionalizzazione
L'UMANESIMO E LO SVILUPPO DELLE PMI
LA DELEGA OPERATIVA E DECISIONALE
L'uomo al centro dell'impresa per
migliorare l'organizzazione
Oscar
de Franciscis
Vice Presidente Ordine dei Dottori Commercialisti di Salerno
studiodefranciscis@libero.it
Il deterioramento della posizione competitiva dell'industria
italiana, con l'erosione negli ultimi anni di circa un terzo
della quota del commercio internazionale, ha posto l'attenzione
di tutti su un modello di sviluppo ormai in declino e che,
in qualche modo, per il momento, ha intaccato in modo minore
le Piccole e Medie Imprese grazie a doti di creatività,
flessibilità e pragmatismo proprie di tali realtà aziendali
che, per riconoscimento unanime, costituiscono peculiarità di
eccellenza nel caso delle Piccole e Medie Imprese italiane.
Certamente, però, anche per tale tipologia di azienda,
sempre più pressante è la co-evoluzione dei
tre vertici di un triangolo equilatero costituito dalla Ricerca & Sviluppo,
dal cambiamento organizzativo e dallo sviluppo delle risorse
umane. Infatti, anche lì ove le mutate situazioni
di mercato non hanno prodotto eccessive spinte al cambiamento
organizzativo inteso quale decentralizzazione e deverticalizzazione
gerarchica, appare necessario realizzare una maggiore responsabilizzazione
e autonomia (monitorata) dei singoli componenti dell'organizzazione
che, adeguatamente formati alla flessibilità e multifunzionalità del
compito, non solo interagiscono, ma addirittura diventano
attori dell'innovazione tecnologica e organizzativa. In tale
contesto non si può non richiamare l'attenzione di
tutti sul fatto che, anche per le Piccole e Medie Imprese,
le potenzialità di sviluppo - o quantomeno la stessa
sopravvivenza - dipendono dalla capacità di coniugare
il progetto tecnologico con il cambiamento organizzativo
e la riqualificazione delle risorse umane: solo con l'equilibrato
intrecciarsi di tali componenti si potrà cogliere
un risultato di de-gappizzazione in tempi più rapidi
e in modo più consolidato, esaltando quell'attenzione
che finalmente si è tornata a porre sulla ricerca
e lo sviluppo di nuove tecnologie e che da sola potrebbe
risultare non sufficiente a superare le differenze di crescita
sia in termini di prodotto che di produttività tra
la nostra economia (italiana ed europea in genere) e quella
USA e dell'Estremo Oriente. La realtà delle Piccole
e Medie Imprese del nostro territorio si caratterizza per
un forte accentramento decisionale e, spesso, gestionale
in capo all'imprenditore, con forte carenza di un adeguato
livello di delega nell'ambito della struttura organizzativa,
elemento che sempre di più peserà negativamente
sulla valutazione di una Piccola e Media Impresa che, qualitativamente,
sarà valutata (si veda anche Basilea 2) in termini
di industry, proprietà, strategia, organizzazione,
capacità all'innovazione sia di prodotto che di processo,
il tutto, per la verità, reso più complesso
dal fenomeno del passaggio generazionale in corso in molte
Piccole e Medie Imprese. La cultura alla "delega" è il
primo tassello di un percorso non breve, da sviluppare sempre
più in tempi rapidi, per realizzare organizzazioni
pronte a fiutare i segnali di cambiamento e a rigenerarsi
in funzione di essi con proposte di tempi e modalità adeguate
alla verificabilità dei segnali percepiti, consentendo
all'imprenditore il riposizionamento del proprio lavoro su
aspetti più propriamente strategici e, quindi, rivolto
allo sviluppo, in senso lato, dell'azienda e/o alla conservazione
delle proprie competenze distintive. La difficoltà alla
delega dell'imprenditore creatore e/o gestore di Piccole
e Medie Imprese è insita nelle stesse modalità e
nella cultura con cui ha operato: l'azienda è in cima
a tutte le priorità, anche rispetto alla famiglia;
il lavoro lo coinvolge in tutte le ventiquattro ore; è fondamentalmente,
spesso non riconoscendolo, un solista che attribuisce ai
collaboratori prevalentemente un ruolo operativo; decide
e tende a svolgere le attività in prima persona, con
comportamenti rapidi e decisionisti, con scarsa propensione
a impegnare il tempo in attività quali, ad esempio,
riunioni con i collaboratori su argomenti di non immediata
operatività; è capace nella gestione di azienda
per processi, da lui stesso ipotizzati in modo pragmatico
e trasferiti ai collaboratori, da cui pretende lo svolgimento
secondo modalità a lui gradite; nello stesso modo
si comporta nell’adattare i processi ai nuovi scenari
ricercando contemporaneamente l'innovazione e l'efficienza;
le soluzioni ai problemi sono accettate dai collaboratori
per l'autorevolezza e il carisma della persona; la logica
comportamentale è quella di chi, partito dal basso,
tende a operare in modo iterativo con un processo di pianificazione
caratterizzato da forti interventi di aggiustamento periodico
e spesso ravvicinati nel tempo con al centro della sua attenzione
la "produzione" e la "soddisfazione" del
cliente, nei casi più evoluti. Sebbene quanto indicato
fino a questo momento vari per intensità da azienda
ad azienda, di certo nelle Piccole e Medie Imprese il ruolo
centrale dell'imprenditore - fino a identificare l'azienda
- è nello stesso tempo la forza e la debolezza della
stessa, anche e soprattutto nei casi di aziende gestite da
più membri della stessa famiglia; il tutto acuito
dalla possibile presenza di "conflitti" o, meglio,
di "obiettivi non condivisi" tra i membri stessi;
situazioni spesso latenti e non del tutto esternalizzate. È indispensabile,
però, iniziare ad affermare con forza, in tutte le
Piccole e Medie Imprese, il principio della delega, valorizzando
e motivando le risorse umane in contesti organizzativi che,
senza dissipare il valore dell'imprenditore come sopra individuato,
consentano cambiamenti organizzativi in funzione delle dimensioni
e della natura dell'attività d'impresa; che affermino
modelli organizzativi tesi a favorire la costituzione di
un ciclo di direzione (programmazione/organizzazione/conduzione/
controllo) che esalti il ruolo strategico dell'imprenditore,
liberandolo (non estraniandolo) dalle problematiche della
operatività quotidiana. Alla base di tutto va posto
un costante, crescente e rigenerante rapporto di fiducia
e chiarezza, nel rispetto dei ruoli e delle professionalità,
fondato sulla condivisione e accettazione dei valori fondamentali
che ogni azienda, in particolare familiare, esprime, nel
costante tentativo di migliorare, esaltando e non disperdendo,
il bagaglio di creatività, determinazione, intuizione
strategica e capacità operativa. L'uomo proiettato
al centro dell'impresa, alla ricerca di un nuovo umanesimo
che lo esalti come individuo teso a migliorarsi e a migliorare
l'organizzazione di cui fa parte, alla ricerca di un rinascimento
del terzo millennio volto a salvaguardare, fungendo anche
da strumento di sviluppo economico, la migliore tradizione
europea, e fortemente italica, di fiducia nell'uomo e di
attenzione, anche estetica, al contesto in cui opera. E allora
le domande dell'imprenditore e del suo team di collaboratori
più stretti, riferite a un certo lasso di tempo, diventeranno:
come costruire l'opportunità di una corretta evoluzione/trasformazione
nel periodo individuato? Chi lavorerà con loro? Come
creare lo slancio iniziale e la motivazione costante? Come
coinvolgere l'organizzazione? Come convertire la resistenza
in energia positiva? Non so queste riflessioni quanto provocatorie
e/o costruttive siano state, ma l'importante è riflettere,
per poi…agire.
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