L'UMANESIMO E LO
SVILUPPO DELLE PMI
LA DELEGA OPERATIVA E DECISIONALE
potenziare l’impresa italiana
supporto all'internazionalizzazione
potenziare l’impresa italiana
supporto all'internazionalizzazione
Il decreto competitività rivaluta
il ruolo della Simest e della Sace
Flora
Esposito
Consulente - Progetto Arcadia s.r.l.
info@progettoarcadia.com
Aumentare il livello di competitività del
sistema economico, innalzare gli standard tecnologici e potenziare
la struttura imprenditoriale del Paese sono i presupposti
su cui si fonda il sistema degli aiuti all'internazionalizzazione
delle imprese italiane. In tale contesto si inserisce il
decreto legge sulla competitività - D.L. n.35 del
14/03/05, convertito con modificazioni dalla Legge n. 80
del 14/05/05 - che ha nuovamente ampliato la portata degli
interventi normativi rivolti a favorire lo sviluppo e il
rafforzamento del sistema produttivo nazionale. Le strategie
adottate per la realizzazione di tale obiettivo si sostanziano,
essenzialmente, nell'estensione degli ambiti operativi della
SACE S.p.A., del contratto di localizzazione, degli interventi
della Simest S.p.A., nell'introduzione del divieto di incentivare
le imprese italiane che abbandonano il territorio nazionale,
oltre che nelle azioni dirette alla tutela del marchio Made
in Italy e alla lotta della contraffazione.
Maggiore partecipazione della SIMEST S.p.A.
Una delle novità apportate dalla Legge n. 80/05 riguarda
il limite massimo di partecipazione al capitale di rischio
per iniziative all'estero da parte della SIMEST S.p.A.. La
finanziaria di sviluppo e promozione delle attività delle
imprese italiane nei territori non rientranti nella U.E.,
era, infatti, sottoposta - ai sensi della Legge n. 100/90
- al limite del 25% sugli interventi extraeuropei. Tale soglia è stata
innalzata al 49% per le operazioni di joint venture, acquisizioni
di imprese o simili per le quali, necessariamente, sia garantito
il mantenimento delle capacità produttive interne.
Resta ferma la facoltà del CIPE di modificare, con
proprio provvedimento, la percentuale della predetta partecipazione.
L'ampliamento del campo di azione della Simest S.p.A. è palesato,
inoltre, dalla previsione che la partecipazione acquisita
dalla stessa possa superare la quota del 25% del capitale,
nell'ipotesi in cui le imprese italiane intendano effettuare
investimenti in ricerca e innovazione per tutto il periodo
di durata del contratto. è opportuno evidenziare che
le novità introdotte dal decreto sulla competitività vanno
lette in concerto con la Legge n. 56/05 (G.U. n. 91 del 20/04/05),
contenente i criteri per la delega al Governo della ridefinizione,
riordino e razionalizzazione degli enti operanti nel settore
dell'internazionalizzazione. La legge prevede, tra l'altro,
l'obbligo della Simest di provvedere alla costituzione di
uno o più patrimoni, ciascuno dei quali destinati
a uno specifico affare. Inoltre, è riconosciuta la
possibilità di elevare la partecipazione Simest al
49% (rispetto alla percentuale ordinaria del 25%), nel caso
in cui oggetto dell'intervento sia la costituzione di parchi
industriali finalizzati alla promozione e all'accoglienza,
in forma organizzata, degli investimenti all'estero delle
imprese italiane.
Il ritorno delle "imprese domestiche" in
patria
Novità anche sul fronte dei contratti di localizzazione
gestiti da Sviluppo Italia S.p.A.. Il decreto, infatti, estende
le relative agevolazioni alle imprese italiane che, negli
anni passati, hanno abbandonato ogni forma di attività sul
territorio nazionale per trasferirsi all'estero e che ora
intendano reinvestire in Italia. In questo modo, il contratto
di localizzazione, che fino a oggi è stato uno dei
principali strumenti - messo a punto dal Ministero delle
Attività Produttive e dal Ministero dell'Economia
e delle Finanze - per l'attrazione di nuovi investimenti
produttivi e lo sviluppo delle aziende estere, agevolerà anche
il rientro delle "imprese domestiche". I vantaggi
collegati al contratto in oggetto consistono, in particolare,
nella disponibilità di infrastrutture e aree industriali,
rispetto dei tempi di insediamento, sostegno alle attività di
ricerca, sviluppo e formazione, erogazione di incentivi a
fondo perduto, nonché acquisizioni di partecipazioni
di minoranza da parte di Sviluppo Italia S.p.A.. A tali benefici
potranno accedere, però, con riferimento alla nuova
categoria di destinatari, solo le imprese italiane che hanno
delocalizzato la produzione all'estero prima del 17 marzo
2005.
Un divieto assoluto
Fidelizzare i marchi nostrani, disincentivando la fuga di
capitali italiani rappresenta un ulteriore obiettivo del
decreto competitività. Si introduce un limite di carattere
imperativo per il funzionamento delle principali norme rivolte
a favorire l'internazionalizzazione. Non saranno più incentivate
le imprese che, investendo all'estero, non prevedano il mantenimento
sul territorio nazionale delle attività di ricerca,
sviluppo e direzione commerciale, nonché di una parte
considerevole delle attività produttive.
Più garanzie dalla SACE
Innovazioni sono state introdotte anche per quanto riguarda
l'attività della Sace S.p.A.. Nei passaggi alle Camere
per la conversione in legge, il decreto, infatti, si è arricchito
dell'articolo 11-quinquies, con il quale è stato disposto
che la SACE - ferma restando ogni altra disposizione prevista
dal Decreto Legge 30/09/03, n. 269 - è autorizzata
a rilasciare, nel rispetto della disciplina comunitaria in
materia, garanzie e coperture assicurative per il rischio
di mancato rimborso relativamente a finanziamenti, prestiti
obbligazionari, titoli di debito e altri strumenti finanziari,
ivi inclusi quelli emessi nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione,
connessi al processo di internazionalizzazione di imprese
italiane, operanti anche attraverso società di diritto
estero a loro collegate o da loro controllate. Una prerogativa,
questa, molto forte che consente anche in questo caso di
poter operare con un elevato grado di discrezionalità.
Nello specifico, con le norme riguardanti la SACE si amplia
il perimetro di attività e la capacità di assistere
in modo più flessibile le imprese italiane nelle loro
attività di internazionalizzazione. Innanzitutto,
il decreto garantisce un maggiore supporto all'internazionalizzazione
dell'economia italiana, attraverso la possibilità di
affiancare l'assicurazione del credito con l'offerta di garanzie
di pacchetti finanziari per le aziende. Inoltre, le coperture
saranno previste non solo per le esportazioni, ma in genere
per tutte le attività di internazionalizzazione delle
imprese. La SACE potrà, quindi, intervenire a sostegno
delle aziende italiane, in particolare di piccole e medie
dimensioni garantendo o assicurando i finanziamenti che le
stesse ricevono sotto qualsiasi forma (prestiti, emissioni
obbligazionarie, cartolarizzazioni). Le PMI saranno le destinatarie
principali dell'attività della SACE, per le quali
la Legge n. 80/05 ha previsto che almeno il 50% degli interventi
fosse loro assicurato. La stessa norma, inoltre, abilita
SACE a sviluppare pienamente una nuova linea di attività inserita
nel piano industriale 2005/2007 e considerata fra quelle
prioritarie: il credit insurance, che permette alla banche
di trasferire alla SACE l'assunzione del rischio di default
associato a determinate operazioni finanziarie. Attraverso
tale strumento, le banche e gli investitori istituzionali,
assicurando il rischio di credito, riducono gli accantonamenti
di capitale e possono, quindi, erogare un volume maggiore
di credito, con scadenze più lunghe e a tassi più vantaggiosi
per le imprese. L'intervento è particolarmente efficace
nell'assicurare alle imprese di piccole e medie dimensioni
il flusso di finanziamenti necessari per il loro sviluppo
e per i loro investimenti esteri. Un'ulteriore novità sono
i patrimoni dedicati. La norma consente la costituzione di
specifici patrimoni posti a supporto di emissioni obbligazionarie
della SACE, permettendo così di migliorarne il merito
di credito e di massimizzare la raccolta. Il decreto, quindi,
introduce le condizioni giuridiche necessarie per effettuare
operazioni di mobilizzazione e di valorizzazione del patrimonio
dell'istituto assicurativo, qualora le condizioni di mercato
lo consentano. Infine, è prevista una maggiore flessibilità per
gli strumenti di garanzia a favore delle imprese italiane.
Fermi restando i limiti complessivi della garanzia di Stato
sugli impegni assunti, la SACE potrà, infatti, operare
all'interno di questi limiti indifferentemente tramite la
concessione di garanzie o polizze assicurative sulla base
delle necessità delle aziende clienti, migliorando
così il proprio servizio.
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