LA SICUREZZA
ELEMENTO DI ATTRAZIONE DEL TERRITORIO
US AVELLINO
SCENDE IN CAMPO L'ENTUSIASMO
SEMINANDO “SEMINARI
ITINERANTI”
FORMARE SE STESSI PRIMA DEGLI ALTRI
MAI PIÙ RENDITE
DI POSIZIONE PSICOLOGICHE
LA RICETTA DI VIVA HOTEL
US AVELLINO
SCENDE IN CAMPO L'ENTUSIASMO
La vis imprenditoriale dei fratelli
Pugliese ha portato la squadra in serie B
di Filomena Labruna
Azienda "Us Avellino" è la scommessa vinta dei fratelli
Pugliese, che hanno portato la squadra in serie B, contro ogni previsione.
Il presidente Marco Pugliese non nasconde la gioia e un grande orgoglio.
Parla a cuore aperto, da imprenditore, da tifoso, da irpino. Il gruppo
Pugliese detiene l'Ixfin, azienda nata nel dicembre 2001, che vanta
ora un fatturato di 650 milioni di euro e dà lavoro a 5.300 dipendenti
distribuiti in 16 stabilimenti, 7 in Italia, tra cui il quartier
generale di Marcianise, e 9 in mezzo mondo.
Presidente, parliamo di calcio-impresa. Quali le cifre dell'investimento
legato all'Us Avellino?
Sono ben note: più di 10 milioni di euro per l'acquisto da Casillo,
2,5 milioni di euro per la gestione dell'organico con tutti i dipendenti,
800 mila euro per la squadra; oltre a 250 mila euro di debiti fuori bilancio.
Quali sono le entrate?
Lo sponsor della Provincia è pari a 120.000 euro, mentre am-monta
a 180.000 euro quello dell' IVPC; 1,2 milioni di euro circa di incassi,
compresi i play off e 400 mila euro per i diritti televisivi.
Ha già fatto un calcolo dei bilanci in vista della serie B?
Dovrebbero entrare nelle casse societarie circa 6,5 milioni di euro
di fondo mutualità Lega A e B. Potrebbe essere chiuso il contratto
con Sky per una cifra di 4/450 mila euro.
L'affare Avellino, dunque, funziona?
Sono giorni frenetici. Le calcolatrici sono bollenti per le cifre
digitate dai nostri commercialisti, i dottori Nicola Guerriero e Mario
Muzio e un esperto finanziario napoletano che si incontrano quasi quotidianamente
con quelli della SportInvest, presso lo studio del dottor Attilio Adinolfi,
coadiuvato dai dottori Capone e Carrino. L'ultimo rush riguarda la massa
debitoria dell'Us Avellino. Se tutto andrà per il verso giusto,
si provvederà a ripianare con una quota capitale, la perdita di
bilancio.
Quali i punti fondamentali per costruire un'impresa solida?
É indispensabile una grande trasparenza, fondamentale alla ba-se dell'attività di
un'azienda che è patrimonio del capoluogo irpino. Potranno esserci
incomprensioni strada facendo, ma di sicuro se il rapporto sarà sereno,
onesto e cristallino, tutto potrà e dovrà essere superato nell'interesse
collettivo di dipendenti, addetti ai lavori, calciatori e tifosi.
La sua agenda di imprenditore calcistico è fitta?
E piena di scadenze e ostacoli da superare. La prima riguarda una
fidejussione bancaria per copertura spese di più di 200 mila euro.
Un impegno imprenscindibile dal quale nessuno, pena l'esclusione dai campionati,
potrà sottrarsi. Poi sarà una corsa contro il tempo per depositare
le liberatorie dei calciatori e mettere a posto i bilanci. La Figc non
transigerà sui parametri da rispettare. I mezzi propri della squadra
dovranno risultare almeno pari all’8% dell'attivo patrimoniale e
al 25% del valore attribuito in bilancio al parco giocatori. E poi il rapporto
ricavi e indebitamento: i primi dovranno superare almeno 3 volte il secondo,
altrimenti non si potrà operare sul mercato. Siccome l'Avellino,
nei bilanci già depositati, non è a posto, l'unica via di
uscita sarà ricapitalizzare e per farlo occorreranno almeno 3 miliardi
delle vecchie lire. La Covisoc entro il 19 luglio comunicherà alle
società l'esito dei controlli.
Pochi giorni per esultare e ha dovuto già mettersi
a lavorare?
Abbiamo salvato la società dell'Avellino: questa era, per il momento,
la cosa più importante da fare. Mi sono già attivato con
mio fratello e con il mio staff per ricostruire questa squadra e riconsegnarla
a una città che merita il grande calcio. Essere imprenditore non è semplice,
e lo è ancora più nel settore sportivo dove gli investimenti
richiesti sono notevoli. Oggi siamo pronti a ricominciare. È stata
dura più del previsto rilevare l'intero pacchetto della SportInvest,
ma ce l'abbiamo fatta. Abbiamo rilevato con una srl, l'Irpina Sporting,
la società biancoverde a costo zero, una quota simbolica dell'1% è stata
rilevata dall'avvocato Angelo Lan-zetta ma, dentro e dietro a questo cerchio
ci sono tanti "buchi," frutto anche di debiti pregressi, in parte
onorati, ma anche di altre situazioni delle quali è comunque inutile
parlare.
I Pugliese sono a capo di uno dei gruppi industriali
più importanti
del Paese e tra i primi in Europa, la Ixfin di Marcianise. Com'è maturata
quest'ascesa?
Tutto è opera di mio fratello Massimo che, andato via da Frigento,
va nel Friuli, acquista un'azienda e subito si fa stimare. É un
giovane scaltro, abile e tenace. Si lega in un rapporto di amicizia fraterna
con Carlo Fulchir, un giovane come lui che ha grande passione ed esperienza
nel campo delle nuove tecnologie nei sistemi informatici. Massimo riconverte
l'attività e comincia a viaggiare con Carlo. Treni, navi, aerei,
paesi esteri, rapporti sempre più cordiali con i magnati dell'industria.
Riesce a produrre un fatturato di 30 miliardi, poca cosa rispetto ai 1500
dell'anno successivo. Poi l'avventura dell'Avellino calcio. Ne discute
con Sibilia, ma il vecchio leone alza il prezzo. La trattativa si avvia
per le lunghe. Massimo è un imprenditore serio e prudente. Mi chiama
alla presidenza della società e diventa il riferimento del "miracolo
calcistico". Ma rimane con i piedi ben piantati a terra. Poi qualche
contestazione organizzata, le cose del calcio spesso incomprensibili e
Massimo decide di uscire dal gioco. Con signorilità e dando lezioni
di stile. Oggi è cambiato tutto.
Se girando per Frigento, si chiede un parere sulla "dinasty" Pugliese,
tutti dicono che «sono ragazzi onesti che sanno imporsi». Avete
conservato un legame forte con la vostra terra di origine.
Sono buoni i rapporti con tutti. Chi ha sofferto non perde mai la
testimonianza dell'umiltà. |